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Discussione: In pensione con 40 anni, più due

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  1. #1
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    Atteso per oggi il voto in commissione Bilancio sul DL per Quota 96


    Oggi in Commissione Bilancio del Senato si riprenderà la discussione con il voto sul disegno di legge sulla Quota 96, proposta che ha come relatrice Barbara Saltamartini, vicepresidente della Commissione e relatrice di Ncd.
    L'intento è sempre quello di cancellare l'errore materiale della legge Fornero sulla finestra d'uscita degli insegnanti nati nel 1952, che impedisce a questi 4.000 lavoratori circa di andare in pensione con i vecchi requisiti.
    Due le proposte di legge finora presentate, poi unificate, per le quali il MEF ha sempre dichiarato di non avere la copertura finanziaria, circa 400 milioni di euro, drasticamente ridotti a 150 milioni, con lo slittamento del pagamento del TFR negli anni a seguire.
    La Commissione sembrerebbe disposta a dare il suo parere positivo al provvedimento, nonostante le eventuali opposizioni da parte del Ministero dell'Economia. Passando, di fatto, a quest'ultimo la patata bollente. Insomma, si rischia un incidente diplomatico di non poca entità.
    E' da un anno e mezzo che i docenti aspettano, oggi si attende che la politica faccia un passo avanti molto importante, sperando che non ci sia un ulteriore rinvio, come la scorsa settimana.
    Rinvio, precisa l'On Ghizzoni sul proprio blog, causato della richiesta di fiducia del Governo sul decreto delle missioni militari.
    Infatti il regolamento della Camera prevede che alla richiesta di fiducia corrisponda una sospensione di 24 ore di tutta l’attività parlamentare, con l’eccezione della discussione di decreti in scadenza.


    Orizzontescuola
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  2. #2
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    Quota 96’, ecco perché la Ragioneria ha detto no


    I motivi del diniego sono contenuti nella relazione tecnica al parere, nella quale si valutano in circa 400 milioni di euro i fondi necessari all’Inps sino al 2018 per finanziare l’operazione: non può considerarsi idonea una copertura finanziaria di oneri certi con economie di entità eventuale ed incerta. La Uil si appella al Governo: serve una soluzione. Lo stesso auspicio del ministro Giannini, che però si appella al Mef.
    Non è “idonea una copertura di oneri certi con economie di entità incerta”. È quasi un gioco di parole quello che utilizza la Ragioneria Generale dello Stato per negare, ancora una volta, le coperture del testo unificato che avrebbe dovuto risolvere il caso di circa 4mila insegnanti oggetto della cosiddetta “quota 96″: i 4mila dipendenti della scuola che a causa della riforma Fornero non erano riusciti ad andare in pensione nonostante i requisiti.
    La motivazione del diniego è riportata nella relazione tecnica della ragioneria statale al parere, nella quale si valutano anche in 35 milioni di euro nel 2014, 105 milioni nel 2015, 101 milioni nel 2016, 94 nel 2017 e 82 nel 2018 gli oneri che l’Inps avrebbe dovuto sostenere per “coprire” l’operazione.
    “Allo stato – si legge ancora nel parere della Ragioneria generale dello Stato – non risultando economie accertate a consuntivo che possano fare fronte ai maggiori oneri valutati per l’attuazione del provvedimento, non può considerarsi idonea una copertura finanziaria di oneri certi con economie di entità eventuale ed incerta”.
    La notizia, che non è certo clamorosa, visti i precedenti, non farà di certo piacere ai diretti interessati. E nemmeno ai sindacati. Al momento si registra la reazione della Uil Scuola. Che, attraverso il segretario generale della, Massimo Di Menna, auspica che “il Governo intervenga per trovare una soluzione alla vicenda. La Ragioneria dello Stato non ritiene idonea la copertura. La Uil protesta per questo modo di procedere. Il Governo – conclude il sindacalista – dia certezza di soluzione”. L’unica certezza, però, è che dal 1° gennaio 2012 per i lavoratori della scuola, a meno che non siano soprannumerari e posseggano i requisiti pensionistici del regime Damiano, non vi sono deroghe alla riforma Fornero.
    In serata, arriva anche il commento contrariato del primo “inquilino” di Viale Trastevere: “Auspico – ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini – che il ministero dell’Economia consenta al Parlamento di trovare una soluzione che permetta a questi insegnanti di non restare nel guado e nell’incertezza”. Intanto, però, il tempo passa. E se continua di questo passo, i “Quota 96” andranno in pensione con i requisiti della nuova riforma…


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  3. #3
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    Esodati della scuola, perché non possono andare in pensione


    Bloccato il provvedimento che consentiva al personale dell’istruzione di mettersi a riposo con la quota 96, tra età anagrafica e anni di carriera
    Niente pensionamento, almeno per ora. E’ l’amaro boccone che devono digerire 4mila lavoratori del settore dell’istruzione, da tempo definiti “esodati della scuola”. Si tratta per lo più di insegnanti che, al pari degli esodati dell’industria, sono rimasti beffati dall’ultima riforma previdenziale ideata dall’ex-ministro del welfare, Elsa Fornero, che ha innalzato di colpo l’età del pensionamento.
    In pratica, quando è arrivato il giro di vite della Fornero, c’erano 4mila dipendenti scolastici che avevano maturato il diritto a mettersi a riposo con i vecchi requisiti previdenziali, cioè con la cosiddetta quota 96. Si tratta di una soglia di accesso al pensionamento, in vigore fino al 2012, che permetteva di ritirarsi dal lavoro non appena la somma dell’età e degli anni di carriera del dipendente superava appunto il livello di 96. Era cioè possibile andare in pensione con 61 anni all’anagrafe e 35 di servizio, oppure con 60 anni di età e 36 di carriera.
    Nel dicembre del 2012, queste regole vennero però cancellate dalla riforma Fornero. Peccato, però, che 4mila dipendenti del settore dell’istruzione avevano già presentato la domanda di pensione ma erano ancora impegnati a completare l’anno scolastico, il cui termine era previsto ovviamente nell’agosto successivo. Per mettere in salvo questi lavoratori (e consentire loro di andare in pensione) è stato presentato un apposito disegno di legge, per iniziativa di Manuela Ghizzoni (Partito Democratico) e Maria Marzana (Movimento 5 Stelle).
    La Ragioneria Generale dello Stato (Rgs), che ha il compito di verificare le coperture finanziarie delle norme approvate dalle Camere, ha però bocciato il provvedimento. Motivo:” non risultano economie accertate a consuntivo” che possano far fronte ai maggiori oneri valutati per l’attuazione della legge, hanno scritto gli esperti della Ragioneria. In altre parole: le coperture finanziarie non sono garantite, perché si basano su risorse non ancora accertate. Adesso tocca al governo il compito di trovare i soldi, che non sono poi tantissimi: 35 milioni di euro nel 2014, 105 milioni nel 2015, 101 milioni nel 2016, 94 milioni nel 2017 e 82 milioni nel 2018.


    Edscuola
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  4. #4
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    Quota 96, la Camera preme sul governo: «Trovi le risorse»


    E la vertenza dei precari approda alla Corte di Giustizia europea del Lussemburgo
    Ok all’unanimità alla risoluzione, a prima firma Saltamartini (Ncd ) ma sottoscritta da tutti i gruppi, per risolvere il nodo degli insegnanti Quota 96, che a causa della riforma Fornero non sono potuti andare in pensione nonostante i requisiti. Ora il governo, che si è rimesso al parere delle commissioni, dovrà riferire al Parlamento su come pensa di reperire le risorse per dare copertura al provvedimento che sana il torto subito dai lavoratori e dovrà farlo entro la presentazione del Documento Economia e Finanza (prevista per il 10 aprile).
    La risoluzione
    La risoluzione è stata presentata nelle commissioni Bilancio e Lavoro della Camera e giovedì mattina, dopo un confronto acceso fra i gruppi e il governo, si è arrivati ad una riformulazione del testo, che lascia soddisfatte le forze politiche convinte che entro breve si darà risposta ai 4mila insegnanti che aspettano di andare in pensione e agli altrettanti giovani che attendono di entrare. Il governo – prevede la risoluzione presentata – è impegnato a riferire alle commissioni, prima della presentazione del Def 2014, in merito al reperimento delle risorse necessarie per l’adozione di urgenti iniziative normative volte a risolvere la questione degli insegnanti Quota 96.
    I dubbi del Tesoro
    Dopo la bocciatura della Ragioneria di Stato nei confronti del nuovo disegno di legge Ghizzoni-Marzana, che avrebbe consentito ai lavoratori della scuola di accedere alla pensione con i requisiti vigenti prima dell’entrata in vigore della Legge Fornero, anche il Tesoro aveva manifestato dubbi simili, in occasione dell’esame del testo unificato su questo tema. La scelta del governo di rimettersi alle commissioni su un testo rivisto è stato l’esito di un lungo lavoro di mediazione. Ora i gruppi fanno sapere di essere pronti a dare battaglia, e pretendono il mantenimento degli impegni da parte dell’Esecutivo.
    «Rinnoviamo il comparto»
    Così, mentre il ministro della Pubblica Amministrazione parla di prepensionamenti per 85mila dipendenti pubblici c’è chi – come l’Anief – esorta a iniziare proprio dai pensionandi della Quota 96, per immettere energie giovani e «ringiovanire la P.A.». «Saniamo un errore e apriamo a 4 mila giovani, tra cui ci sono i precari, rinnovando così il comparto». Così la vicepresidente della commissione Bilancio della Camera, Barbara Saltamartini commenta il via libera alla risoluzione. La risoluzione congiunta verrà presentata al governo Renzi perché si impegni a trovare le risorse necessarie per risolvere questa situazione definitivamente.
    I precari ala Corte di Giustizia europea
    L’Aula della Camera ha dato l’ok anche alle mozioni sulla stabilizzazione dei precari della scuola. In base al testo approvato, il governo risulta impegnato «nel rispetto della normativa europea, a definire un nuovo piano pluriennale di assorbimento delle graduatorie ad esaurimento». «Espletate le procedure di assunzione relative all’ultimo concorso a cattedra del 2012 – prosegue la mozione del Pd – il governo è impegnato a bandire, con cadenza biennale, nuove prove concorsuali che tengano conto dei flussi di pensionamento e dei trasferimenti e, nel rispetto della normativa europea, a garantire il regime del doppio canale per i docenti abilitati, a partire da coloro che siano in possesso di almeno tre anni di servizio». Stamattina la questione dei precari è approdata alla Corte di Giustizia del Lussemburgo. I giudici europei potrebbero condannare definitivamente lo Stato italiano per infrazione del diritto comunitario. La direttiva 1999/70/CE prevede infatti l’assunzione in via definitiva per tutti quei dipendenti che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio anche non continuativo. La sentenza non è attesa prima di qualche mese. Ma se, come i sindacati si augurano, fosse positiva provocherebbe un terremoto in Italia. Un verdetto sfavorevole scaricherebbe sulle casse statali un peso considerevole, viste le pesantissime sanzioni che ci verrebbero comminate, senza pensare ai costi per stabilizzare i precari.



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  5. #5
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    Quota 96, il governo chiamato a riferire sulle risorse per le pensioni


    Quota 96: ore decisive per scoprire se davvero arriverà la pensione per i 4mila tra docenti e personale Ata esclusi dal termine ultimo, concesso dalla legge Fornero per uscire dal lavoro coi vecchi requisiti.
    Nei giorni scorsi vi abbiamo dato notizia del movimento in Commissione Bilancio alla Camera, dove è stata discussa e approvata una risoluzione per riuscire a intravedere possibili sbocchi a questo impasse infinito.
    Proprio l’organo presieduto da Francesco Boccia, dall’insediamento del governo Renzi, si è dimostrato il più sensibile per la questione dei mancati pensionamenti nella scuola. A smorzare gli entusiasmi, però, alcune settimane or sono, era arrivata la Ragioneria di Stato, stoppando la proposta di legge che avrebbe dovuto aprire alla previdenza per i Quota 96, ossia coloro che avessero raggiunto i 60 anni di età e i 36 di contributi, o, ancora, 61 e 35 di versamenti.
    Così, all’ennesimo blocco da parte delle istituzioni, la Commissione aveva replicato con la risoluzione d’urgenza, proposta in discussione e approvata dai componenti dell’ente consultivo.
    La risoluzione è stata firmata dall’esponente di Nuovo centrodestra Barbara Saltamartini, ed è stata approvata,oltre che dalla Commissione Bilancio di Montecitorio, anche dall’omologa responsabile in tema di lavoro.
    Obiettivo della risoluzione, si viene ora a conoscenza, è l’impegno che viene rivolto nei confronti del governo a riferire sul caso Quota 96 prima della presentazione del Def 2014, che dovrebbe avvenire la prossima settimana “in merito al reperimento delle risorse necessarie per l’adozione di urgenti iniziative normative rivolte a risolvere la questione degli insegnanti Quota 96″.
    Un termine che, però, l’esecutivo non si è sentito di rispettare, chiedendo ufficialmente un rinvio, in prima battuta, e poi, riproponendo la versione precedente, passata con l’astensione dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle.
    La questione dei Quota 96 deriva da tutti quei docenti che, nell’ottobre 2011, avevano già inoltrato richiesta di pensionamento al ministero, con decorrenza dal successivo mese di settembre, come d’abitudine per i lavoratori della scuola: peccato, però, che nella riforma pensioni, la prof Fornero non avesse incluso nessuna previsione per questa tipologia di lavoratori, lasciandoli, di fatto, senza alcuna tutela.
    Ora, dunque, il governo dovrà tenere fede all’impegno preso in Commissione alla Camera e riferire in merito entro la fine della prossima settimana. L’auspicio di tutti gli interessati, ovviamente, è che questa volta le risorse ci siano.


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  6. #6
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    Quota 96. Commissione bilancio dichiara ammissibili emendamenti per la pensione

    Si riapre la questione Quota 96 del 2012 in parlamento grazie a due emendamenti dichiarati ammissibili e segnalati dai gruppi in V Commissione bilancio. La dichiarazione di ammissibilità da parte della V Commissione è importante, ma c'è ancora da approvarli e superare la tegola della Ragioneria dello Stato.
    Ieri notte abbiamo ricevuto gli emendamenti dichiarati ammissibili in Commissione bilancio, tra essi due, segnalati dai gruppi (quindi con una marcia in più), riguardavano la questione Quota 96. In entrambi gli emendamenti, il primo che vede come primo firmatario l'On. Prataviera della Lega Nord, il secondo dall'On. Di Salvo di SEL.
    Entrambi chiedono il pensionamento per 4 mila soggetti he abbiano maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012. In entrambi gli emendamenti è previsto che l'Inps gestisca la richiesta di pensionamenti fino ad un numero non superiore a quello determinato per legge.
    Nell'emendamento SEL, inoltre, troviamo un comma che riguarda le lavoratrici della scuola che entro l'anno scolastico 2011/2012 hanno maturato i requisiti per il pensionamento e successivamente abbiano optato per la liquidazione del trattamento pensionistico secondo le regole di calcolo del sistema contributivo. Per queste lavoratrici, con un finanziamento di 600 mila euro annui dal 2014, potrebbero chiedere, qualora l'emendamento fosse trasformato in legge che il trattamento loro erogato sia ricalcolato sulla base delle vecchie regole.
    Si tratta di due importanti emendamenti, che hanno avuto l'avallo della Commissione, ma che, come dicevamo nell'abstract, dovranno superare il vaglio della Ragioneria dello Stato, che in passato non è stata tenera con le ragioni dei Quota 96. Infatti, secondo la RgS, il calcolo degli aventi diritto va oltre i 4 mila segnalati, dato che bisogna considerare quanti potrebbero pretendere gli stessi diritti, a partire da quanti negli anni sono andati già in pensione. Bisognerà anche vedere se la copertura finanziaria prevista sarà ritenuta solida.
    C'è anche da dire che il numero dei Quota 96 del 2012 si è andato assottigliando negli anni, quindi gli aventi diritto potrebbero anche essere inferiori, si calcola intorno ai 3 mila. Vedremo se alla Ragioneria basterà.


    Orizzontescuola
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  7. #7
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    Le novità di Giannini: per Quota 96 organico funzionale e concorso a cattedra nel 2015

    Il Ministro: i 4mila rimasti bloccati dalla riforma Fornero potranno essere destinati a mansioni organizzative, un “orizzonte ragionevole” per un prof che ha fatto il suo dovere con passione e aspetta di tirare il fiato. Ma non chiamateli esodati. La selezione diretta dei prof si svolgerà nel 2016: 40mila posto in palio. Verso il 20 ottobre incontrerà i rappresentanti dei lavoratori. Scuole aperte d’estate? Si può fare, ma non subito.
    Gli insegnanti di “Quota 96 nel piano della Buona scuola possono sicuramente rientrare in una soluzione che non è l’andare in pensione, come altre categorie non comprese dalla legge Fornero hanno potuto fare, ma è entrare in quell’organico funzionale e essere destinati a mansioni diverse, come quelle organizzative e non necessariamente alla didattica frontale”. Così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, durante un videoforum su Repubblica Tv, sottolineando di stare a parlare di un punto che rientra nella “mia attuale responsabilità”.

    I QUOTA 96 NON SONO ESODATI
    Si tratta, secondo Giannini, di un “orizzonte ragionevole” per “un insegnante ultrasessantenne che ha fatto il suo dovere con passione e che aspetta il momento di tirare il fiato, perché non ce la fa a tenere il passo con i bambini piccoli. Si parla di un anno, non si tratta di esodati, persone che sono rimaste senza lavoro e che sono rimaste appese a un filo di disperazione, ma di persone che hanno visto leso il diritto al pensionamento in quel momento”. Non si interverrà più su quota 96? “Questa della Buona scuola è una soluzione che viene da sé, se invece ci sarà un’altra iniziativa parlamentare non mi opporrò”.


    RECLUTAMENTO, NEL 2015 CONCORSO A CATTEDRA PER 40MILA
    Sull’assunzione dei 148mila: chi intenderà essere assunto, perché magari c’è anche chi ha scelto di percorrere un’altra strada. Avviamo il bando, “subito”, di concorso pubblico: uscirà nel 2015 e nel 2016 darà la possibilità a 40mila docenti di essere assunti nella scuola. Giannini si è poi soffermata sulla sospensione dei concorsi pubblici “per ben 13 anni”, per via del grande numero di presenti nelle GaE.
    Chi resterà fuori dalle assunzioni del prossimo anno? Chi è inserito nella terza fascia delle graduatorie d’istituto, ma fa solo tre giorni o una settimana di supplenza, non può essere considerato un precario. Sono alcune decine di migliaia di giovani della terza fascia, ma non posso dare un numero preciso. Avranno comunque “un orizzonte di regolarità di concorso”: avranno la possibilità, “se quella” di fare l’insegnante “è la loro missione”, di partecipare alla selezione diretta.

    CONTRATTO, PRESTO INCONTRO COI SINDACATI
    Giannini ha anche annunciato, dopo aver confermato la cancellazione dei commissari esterni già dalla prossima maturità, che “il primo incontro con i sindacati” sul rinnovo contrattuale degli insegnanti “ci sarà intorno al 20 ottobre: è il primo contatto formale al Miur su questi temi” anche se “il rapporto con il sindacato è costantemente in corso”.
    “E’ necessario – ha aggiunto il ministro – essendo in mezzo a questo percorso anche il rinnovo del contratto degli insegnanti, da ripensare ed eventualmente rendere compatibile con la Buona scuola, che il confronto con il sindacato sia molto stretto e serrato”. Ma i contratti con il pubblico impiego non sono congelati per il 2015? “Il capitolo scuola ha una sua autonomia, non rientra nella normale rivisitazione dei contratti”, ha concluso.

    SCUOLE APERTE D’ESTATE
    Un altro dei capitoli toccati dal Ministro è quello dell’apertura estiva degli istituti scolastici. Un progetto che, secondo Giannini, è fattibile ma non a breve scadenza.
    “Immaginiamo, ma non è un progetto per domani, che una scuola che si organizza con molta più autonomia, con più insegnanti a disposizione, che può costruire il proprio progetto didattico non solo nelle ore destinate all’insegnamento dell’italiano, della matematica o delle lingue ma anche con altre attività, possa anche diventare una scuola che infrange il tabù della chiusura estiva, per lo meno per questi lunghi periodi. Pensiamo a questa cosa, anche se non è un progetto di questo momento”.
    Per realizzare questo progetto, secondo il Ministro “più che i soldi” servono “l’interazione con le autonomie, i comuni, le province, che hanno responsabilità di gestione degli istituti”, “gli insegnanti e il personale che tiene aperta scuola” e “dare alla scuola anche una missione diversa. Forse siamo ancora immaturi per arrivare a questo? – ha concluso Giannini – Non lo so. Io ci penserei”.


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  8. #8
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    Quando si potrà andare in pensione?

    In una utile tabella di pensionioggi.it viene illustrato come cambieranno i requisiti minimi per accedere al trattamento di vecchiaia e a quello anticipato. Dal 2016 l’adeguamento è stimato in quanto l’aumento effettivo dipenderà da quello comunicato dall’Istat.
    Da quest’anno, ad esempio, sono stati ridefiniti i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici. Com’è noto infatti, ai sensi della legge 214/2011, per le lavoratrici del settore privato è stato previsto un innalzamento graduale dell’età pensionabile, a partire dal 2012 e per gli anni successivi in modo da parificare, entro il 2018, i requisiti a quelli vigenti per gli uomini e per le donne del pubblico impiego.

    I requisiti per la pensione di vecchiaia sono fissati in 62 anni per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è liquidata a carico dell’Ago e delle forme sostitutive della stessa, dal 1˚ gennaio 2012; a 63 anni e sei mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2016 e 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018. Per le autonome (Ago e gestione separata) i requisiti sono pari a 63 anni e 6 mesi dal 1˚ gennaio 2012. Tale requisito anagrafico è fissato a 64 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚gennaio 2016 e a 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018.







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  10. #10
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    Premetto che non rientro nella casistica in oggetto al Topic, ma solo giusto per "cercare" di capire...ma passati quasi 4 anni dal decreto, come farebbero rientrare ancora nel computo dei quota 96 i lavoratori che aloora come allora avrebbero dovuto avere circa 39 anni di contributi? Se cosi' fosse , adesso avrebbero ben oltre i 42 anni e qualche mese di contributi, quindi avrebbero comunque maturato i requisiti necessari per la pensione anticipata. O no?

    Lo so che e' un tema assai arzigogolato, ma giusto per poter capirci meglio, anche se non sia io toccato minimamente da questi conti dei quota 96 (ma da altri purtroppo si...!!!)

    Buona giornata
    "Non bisogna sapere tutto-tutto, ma bisogna saper leggere molto bene"
    Per i neofiti (newbies) del Forum
    Please don't flood my pm box with questions you can post on forum!! You won't hear back from me.
    Si prega di non inondare la mia casella PM con le domande che si potrebbero postare sul forum !! Non otterrete risposta.



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