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Discussione: Maturità, latino al Classico

  1. #511
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    Maturità 2021: i dati nascosti di cui non si parla


    In molti istituti ieri gli studenti hanno festeggiato la conclusione del loro percorso scolastico, cantando “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti, un inno gioioso di liberazione, anche se in questa maturità 2021, come in quella dello scorso anno, non c’è stata la vigilia della prima prova scritta di italiano che faceva trepidare di ansia contemporaneamente mezzo milione di studenti tutti accomunati dalla stessa attesa e nella stessa notte di vigilia.
    Sospese le prove scritte, da oggi con la prova orale unica è iniziata soltanto per qualcuno la maturità 2021 vera; per quei pochi che hanno dato il via all’esame 2021 ieri è stata davvero la notte prima degli esami, come lo sarà ogni notte per tutti gli altri per circa due settimane.
    Ma per migliaia di altri ragazzi non c’è stata la notte prima degli esami e non ci sarà il colloquio verso il diploma.
    Cinque anni anni fa, all’inizio del 2016-17, negli istituti statali si erano iscritti al primo anno in 597mila, con la speranza di vedere coronato il loro percorso di studi con il diploma.
    Ma lungo quel percorso, per ragioni diverse, molti, troppi, hanno abbandonato, andando spesso ad incrementare, di anno in anno, la schiera crescente dei neet, dei giovani che non lavorano e non frequentano attività formative di alcun genere.
    Per 127mila di quei ragazzi – oltre un quinto degli iscritti del primo anno cinque anni prima – non ha suonato in questi giorni l’ultima campanella, non hanno avuto nulla da festeggiare.
    I dati ufficiali della maturità 2021 che il ministero dell’istruzione ha fornito nei giorni parlano di 540mila candidati di cui 522mila interni e 18mila privatisti.
    Non parlano, ovviamente, dei 127mila desaparecidos.
    La pandemia e gli effetti critici della DAD l’anno prossimo potrebbero far registrare un aumento dei ragazzi dispersi.
    Si tratta di un costo sociale che il nostro Paese non può permettersi, la cui soluzione chiede, insieme ai ripetuti annunci di buone intenzioni, azioni concrete e condivise, come obiettivo primario per assicurare a tutti i nostri giovani il diritto alla cittadinanza attiva


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  2. #512
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    Maturità 2021: un bonus per i 100 e lode un po’ troppo simbolico


    Erano mille, erano buoni e tosti. Era di mille euro il primo bonus maturità per il voto di 100 e lode che, a cominciare dalla maturità 2007, la legge n. 1/2007 aveva previsto di assegnare agli studenti che conseguivano all’esame di Stato al termine del II ciclo, il voto massimo di 100 cum laude, senza l’aiutino del bonus aggiuntivo di cinque punti che le commissioni possono assegnare per certi livelli raggiunti. Allora furono circa 3mila gli studenti diplomati con il massimo di voti coronato con la lode.
    Nel corso degli anni il numero degli studenti di istituti statali e paritari diplomati con 100 e lode è andato aumentando, mentre le risorse per premiare quelle eccellenze sono andate calando.
    Per la maturità 2020 dell’anno scorso la circolare ministeriale prot. 19667 del 2 novembre 2020 ha fissato l’importo del bonus a 95 euro, il minimo storico da quando questo premio è stato istituito.
    Nella maturità 2019 (quando i crediti valevano 40 su 100 e vi erano state le tre prove con il massimo di altri 60 punti) i diplomati con 100 e lode erano stati 7.365, mentre l’anno scorso (con 60 punti di credito e un’unica prova) i diplomati con 100 e lode sono stati 12.129 con un incremento quasi del 65%.
    Alla maturità 2021 quanti saranno? Certamente non meno di 12mila.
    Da parte degli studenti migliori, tra i circa 500mila che quest’anno andranno alla maturità 2021, per raggiungere quel traguardo servono quattro condizioni:

    1. Avere conseguito nell’ultimo triennio i punteggi massimi di credito scolastico, pari complessivamente a 60 punti (fino alla maturità 2019 il punteggio massimo era di 40 punti);
    2. Avere ottenuto nelle prove d’esame 40 punti (anche quest’anno, come l’anno scorso c’è stata soltanto un’unica prova, l’orale);
    3. Rispondenza dei relativi criteri definiti da ciascuna sottocommissione in occasione della seduta plenaria prima del 16 giugno 2021, inizio delle prove;
    4. Unanimità di deliberazione da parte dei componenti della sottocommissione.


    Quasi certamente il bonus maturità 2021 assegnato ai diplomati eccellenti sarà, come l’anno scorso, inferiore a 100 euro, ma non è per quel riconoscimento simbolico che tanti studenti cercheranno di conseguire un 100 e lode da mettere in quadro.


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  3. #513
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    Maturità 2021, i 3 canali in cui vengono pubblicati gli esiti dell’esame


    La maturità 2021 giunge al termine. Molti gli alunni che già hanno conseguito il diploma, come testimoniano i tanti partecipanti all’iniziativa della Tecnica della Scuola, 100 alla maturità. L’articolo 25 dell’ordinanza ministeriale sugli Esami di Stato per la scuola secondaria superiore stabilisce le modalità di pubblicazione degli esiti.
    Gli esiti vengono pubblicati su tre canali: il tabellone, l’area documentale riservata del registro elettronico, l’albo delle eccellenze (nel caso dei centisti con lode).
    Ecco infatti cosa stabilisce l’ordinanza del MI:
    L’esito dell’esame, con l’indicazione del punteggio finale conseguito, inclusa la menzione della lode qualora attribuita dalla sottocommissione, è pubblicato al termine delle operazioni tramite affissione di tabelloni presso l’istituzione scolastica sede della sottocommissione, nonché, distintamente per ogni classe, solo e unicamente nell’area documentale riservata del registro elettronico, cui accedono gli studenti della classe di riferimento, con la sola indicazione della dicitura “Non diplomato” nel caso di mancato superamento dell’esame stesso.
    Il punteggio finale è riportato, a cura della sottocommissione, sulla scheda di ciascun candidato e sui registri d’esame.
    Inoltre, nel caso degli studenti che conseguono agli esami la votazione di cento/centesimi con l’attribuzione della lode, l’istituzione scolastica provvede, ai sensi dell’articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 29 dicembre 2007, n. 262, all’acquisizione del consenso dei medesimi ai fini della pubblicazione dei relativi nominativi nell’Albo nazionale delle eccellenze.
    Tuttavia, è anche accaduto che in alcuni casi gli istituti abbiano preferito non pubblicare gli esiti dell’Esame di Stato degli studenti sul tabellone, per questione di privacy, come riferiamo in un articolo precedente.


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  4. #514
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    Maturità 2021, in cosa consiste l’accesso agli atti in una prova solo orale


    La maturità 2021 giunge al termine. Molti gli alunni che già hanno conseguito il diploma, come testimoniano i tanti partecipanti all’iniziativa della Tecnica della Scuola, 100 alla maturità. L’articolo 28 dell’ordinanza ministeriale sugli Esami di Stato per la scuola secondaria superiore stabilisce come accedere agli atti.
    A dispetto della prova solo orale di questa maturità 2021, uno studente potrebbe comunque volere accedere agli atti d’esame, in quanto potrebbe dovere capire, ad esempio, come la commissione sia giunta al voto finale. Ricordiamo infatti che a conclusione dell’esame di Stato viene assegnato a ciascun candidato un punteggio finale complessivo in centesimi; e che tale punteggio finale è il risultato della somma dei punti attribuiti al colloquio, per un massimo di quaranta punti, e dei punti acquisiti per il credito scolastico da ciascun candidato, per un massimo di sessanta punti.
    Ecco la procedura di accesso agli atti stabilita dall’ordinanza ministeriale
    Gli atti e i documenti relativi agli esami di Stato sono consegnati con apposito verbale al dirigente/coordinatore o a chi ne fa le veci, il quale è responsabile della loro custodia e della procedura di accesso ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241.
    In caso di accoglimento delle istanze di accesso, il dirigente/coordinatore, alla presenza di due membri del personale dell’istituzione scolastica, procede all’apertura del plico sigillato redigendo apposito verbale sottoscritto dai presenti, che sarà inserito nel plico stesso da sigillare immediatamente dopo.
    La questione dell’accesso agli atti è spunto per un interrogativo: un esame di Stato che contempli anche delle prove scritte, non darebbe forse modo al candidato di essere oggetto di una valutazione più oggettiva, in quanto documentata e documentabile anche a posteriori, laddove basata (anche) su uno scritto? È vero che l’Esame di Stato valuta il percorso di studi e non solo il momento conclusivo dell’esame, ma è anche vero che, comunque, uno scritto resta nel tempo. Verba volant, scripta manent, insomma. A garanzia dell’alunno.


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  5. #515
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    100 alla maturità, 3 su 4 sono ragazze: ma perché poi le donne hanno difficoltà nel mondo del lavoro?


    L’iniziativa 100 alla maturità ci rivela che tre partecipanti su quattro, tra le eccellenze, sono ragazze, a fronte di un quarto di compagni maschi che hanno ottenuto 100 all’Esame di Stato: dei 132 partecipanti ad una settimana dal lancio dell’iniziativa, 95 sono le centiste donne, contro i 37 uomini.
    Un dato che conferma che ci troviamo di fronte a una questione di genere, come abbiamo spiegato nell’articolo relativo alle ragioni pedagogiche del progetto.
    Carriere difficili e stipendi ridotti
    Fare educazione all’eguaglianza di genere, infatti, comporta dare spazio agli innumerevoli successi scolastici delle ragazze (molto spesso superiori, numericamente, a quelli dei ragazzi), che ci sembra un modo “plastico” per ricordare che a fronte di carriere scolastiche di successo, le donne ancora oggi occupano ruoli marginali e subalterni nelle aziende. E ricevono in alto numero stipendi non adeguati (in media tra il 20 e il 30% in meno rispetto al genere maschile), segno che i loro meriti vengono sottostimati rispetto a quelli dei colleghi uomini. Soprattutto nel Mezzogiorno. Nel primo anno della pandemia (dati Eurostat 2020) il tasso di occupazione femminile è stato in media in Europa del 62,4% per le donne tra i 15 e 64 anni a fronte del 32,2% nel Sud Italia e del 33,2% nelle Isole.
    Ed è significativo che dopo un anno e mezzo di pandemia sono state ancora loro, le donne, a subire gli effetti del dramma, molto più degli uomini, in fatto di posti di lavoro perduti. Il report del World Economic Forum (Wef) ci testimonia un vero e proprio Global Gender Gap. Le donne in pandemia perdono il lavoro più degli uomini, e quindi arretrano nel reddito e nel benessere. Per non parlare di altri dati allarmanti, citati dal Sole 24 Ore: elevata differenza salariale (stimata nel 5,6% dal Wef, ma per altre rilevazioni Eurostat al 12%), mancata possibilità di carriera (solo il 28% dei manager sono donna, peggio di noi in Europa solo Cipro) e accesso a formazione Stem (16% delle donne contro il 34% degli uomini).
    Tutti motivi in più per mettere in luce i moltissimi 100 alla maturità delle ragazze.
    La ricerca Save the children
    Il successo scolastico del genere femminile è confermato anche dalle ricerche di Save the children, di cui abbiamo già discusso, e che ci mostrano come la povertà educativa digitale sia maggiore tra i maschi rispetto alle ragazze. A proposito di Stem, insomma, ovvero di discipline tecnologico-scientifiche, è stato quindi di recente sfatato il falso mito dei ragazzi maggiormente “portati”.
    A tal proposito, va detto che per la dimensione relativa all’alfabetizzazione di base, la povertà educativa digitale incide sui maschi per il 22% contro il 17% di incidenza per le ragazze; un risultato che non sorprende, spiegano gli stessi autori del report di Save the Children.
    Anche guardando l’indagine ICILS 2018, è appurato che le ragazze di 13 anni in Italia ottengano punteggi più alti dei coetanei maschi: 469 punti contro i 454 dei coetanei maschi. Idem sul fronte europeo. La percentuale di ragazze con competenze digitali elevate è infatti maggiore di quella dei ragazzi: 32% contro 28.7%.
    Censis: voti più alti e più specializzate
    Anche per il Censis le donne studiano più a lungo degli uomini e ottengono risultati migliori in tutti i cicli scolastici.
    Nel 2018 hanno conseguito una laurea 183.096 donne, il 57,1% del totale dei laureati. Nello stesso anno risultano iscritte all’università 938.816 studentesse, che rappresentano il 55,4% degli iscritti. Le donne sono la maggioranza anche negli studi post-laurea: sono il 59,3% degli iscritti a un dottorato di ricerca, un corso di specializzazione o un master.
    Riguardo ai risultati, alle scuole medie il 5,5% delle ragazze si licenzia con 10 e lode contro il 2,5% dei ragazzi. Il voto medio di diploma è 79/100 per le femmine e 76/100 per i maschi. All’università il 55,5% delle studentesse si laurea in corso, contro un numero più basso (il 50,9%) degli studenti maschi. Il 24,9% delle femmine si laurea con 110 e lode, contro il 19,6% dei maschi. E il voto medio conseguito alla laurea è pari a 103,7 per le donne e a 101,9 per i maschi.
    L’Istat conferma
    Anche guardando l’ultimo Report dell’Istat sui livelli di istruzione, risulta che il livello di istruzione femminile in Italia è sensibilmente maggiore di quello maschile: nel 2019 le donne con almeno il diploma sono quasi i due terzi del totale (il 64,5%), quota di circa 5 punti percentuali superiore a quella degli uomini (il 59,8%); una differenza che nella media Ue è di appena un punto percentuale.
    Le donne laureate sono il 22,4% contro il 16,8% degli uomini; vantaggio femminile ancora una volta più marcato rispetto alla media Ue.
    Il risultato deriva anche da una crescita dei livelli di istruzione femminili più veloce rispetto a quella dei maschi: in cinque anni la quota di donne almeno diplomate e di quelle laureate è aumentata, in entrambi i casi, di 3,5 punti (+2,2 punti e +1,9 punti i rispettivi incrementi tra gli uomini).
    I dati della nostra iniziativa si posizionano quindi in linea con una tendenza generale, che non è mai messa in luce a dovere.
    Emergenza Neet
    E come già accennato, l’emergenza Covid ha peggiorato anche l’emergenza Neet: lo dicono gli ultimi dati nazionali sul numero di ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, circa 2 milioni di giovani, come riferisce anche il nostro direttore Alessandro Giuliani.
    L’Italia già prima del Covid deteneva da anni il triste primato di ragazzi di età compresa tra i 15 e i 24 anni usciti dalla scuola e senza occupazione. Con la pandemia i numeri sono aumentati: l’ultimo rapporto trimestrale sull’occupazione pubblicato dall’esecutivo dell’Unione europea ci ha detto che questa categoria “ha raggiunto in percentuale il 20,7% nel secondo trimestre del 2020: si tratta di un dato record seguito da quello messo a segno dalla Bulgaria (15,2%) e dalla Spagna (15,1%)”.
    E in uscita dal lavoro o ad avere perso fiducia persino a cercarlo, sono purtroppo in netta maggioranza le innumerevoli ragazze e donne spesso avevano conseguito a scuola esiti eccellenti.


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  6. #516
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    Maturità 2021, certificazioni INVALSI disponibili dal 12 luglio




    Dal 12 luglio 2021 gli studenti delle classi quinte delle superiori che hanno partecipato alle Prove INVALSI potranno scaricare la certificazione INVALSI dei livelli di competenza in formato open badge.
    Si tratta in sostanza di un attestato digitale dei livelli conseguiti, utile per arricchire il proprio curriculum e quindi da condividere in ambito professionale o di studio.
    Per scaricare gli open badge INVALSI bisogna accedere all’area riservata sul sito invalsi.it, utilizzando le credenziali di primo accesso al sito fornite nel documento Informativa per lo studente distribuito dai docenti ai ragazzi al momento dello svolgimento delle Prove INVALSI.
    Una volta nell’area, è necessario entrare nel modulo Richiesta certificazione tramite Open-Badge, dove:

    • visualizzare i livelli di apprendimento conseguiti per ciascuna Prova svolta
    • richiedere la certificazione, cioè il badge elettronico.


    Entro 48 ore INVALSI evaderà la richiesta e invierà una mail da Bestr.it per ogni badge richiesto. A quel punto è sufficiente cliccare sul link contenuto nella email e seguire le istruzioni.



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  7. #517
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    Maturità 2021, voti alti, lodi e pochi bocciati. E i presidi si dividono


    Tanti voti massimi, pochi studenti non ammessi e ancora meno bocciati. Sono i primi bilanci della maturità 2021, la seconda segnata dal Covid con una versione più snella senza scritti.
    Come evidenzia il ‘Corriere della Sera‘ prendendo in esame la città di Milano, i dati sono più che positivi. Al liceo classico Manzoni quasi la metà ha festeggiato il 100 o la lode, al Beccaria stessa sorte per un terzo dei ragazzi. Voti alti anche nei licei scientifici, negli istituti tecnici e professionali.
    Risultati mai raggiunti prima, l’esame è andato meglio rispetto a un anno fa con la prima maturità Covid. Bassissimi i numeri dei non ammessi, al liceo Virgilio di Milano solo 4 e 2 bocciati, mentre in altri istituti si è registrato l’en plein di promossi. Merito della nuova formula, al peso dei crediti nel triennio che fanno alzare i voti, dicono i presidi.
    Ma per qualche dirigente si è trattato di un esame troppo facile, almeno per un liceo classico. Perciò si spera di tornare al più presto all’esame con prove scritte e commissioni miste. Secondo altri dirigenti con meno prove diminuisce il rischio di fallirne una e perdere punti. È pesato il curriculum degli studenti e la commissione interna tende a valorizzare i ragazzi. Infine qualche altro preside nega che l’esame sia stato facile ma dà merito ai ragazzi che all’orale si sono ben distinti.
    100 alla Maturità
    Gli alunni che avessero concluso il secondo ciclo scolastico con il massimo dei voti e che avessero voglia di dare visibilità a un risultato eccellente, potranno inviarci una propria foto, che entrerà a pieno titolo nella galleria fotografica dei centisti della Tecnica della Scuola, sia sul nostro portale tecnicadellascuola.it che sui nostri profili social, Facebook, Instagram e Twitter.


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  8. #518
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    Maturità 2021, dal 12 luglio disponibili le certificazioni Invalsi


    Da oggi, 12 luglio 2021, gli studenti delle classi quinte delle superiori che hanno partecipato alle Prove INVALSI potranno scaricare la certificazione INVALSI dei livelli di competenza in formato open badge.
    Si tratta in sostanza di un attestato digitale dei livelli conseguiti, utile per arricchire il proprio curriculum e quindi da condividere in ambito professionale o di studio.
    Per scaricare gli open badge INVALSI bisogna accedere all’area riservata sul sito invalsi.it, utilizzando le credenziali di primo accesso al sito fornite nel documento Informativa per lo studente distribuito dai docenti ai ragazzi al momento dello svolgimento delle Prove INVALSI.
    Una volta nell’area, è necessario entrare nel modulo Richiesta certificazione tramite Open-Badge, dove:

    • visualizzare i livelli di apprendimento conseguiti per ciascuna Prova svolta
    • richiedere la certificazione, cioè il badge elettronico.


    Entro 48 ore INVALSI evaderà la richiesta e invierà una mail da Bestr.it per ogni badge richiesto. A quel punto è sufficiente cliccare sul link contenuto nella email e seguire le istruzioni.



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  9. #519
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    Esami di maturità e prove Invalsi, i risultati dicono la qualità dei percorsi




    È da giorni che la scuola si trova sulle prime pagine dei giornali.
    Prima per i voti troppo alti alla maturità, poi per le carenze emerse dai dati Invalsi. Dati addirittura equiparati, soprattutto al Sud per i ragazzi grandi, alla preparazione della terza media, cioè fortemente negativi, nonostante i voti alti. In mezzo l’imputata principale, la didattica a distanza (DaD).
    Anche noi, ampiamente, abbiamo richiamato alcuni limiti di questa didattica. Ma, allo stesso tempo, ci siamo anche ripetuti come tanti e tanti presidi e docenti abbiano fatto i salti mortali pur di garantire, nonostante il vuoto normativo, un nuovo modo di fare scuola, con l’ausilio della tecnologia.
    Purtroppo non sempre, nei vari commenti di questi giorni, si è considerata la grave situazione che la scuola ha dovuto affrontare.
    Ora, giudicare i risultati di quest’anno scolastico come se niente, o quasi, fosse avvenuto mi è parso una leggerezza non perdonabile.
    Non solo: non ci si può occupare della scuola solo attraverso le notizie negative o problematiche.
    Basta una sola domanda: cosa sarebbe successo senza la didattica a distanza, cioè con i bambini e i ragazzi lasciati a casa senza alcun contatto con la scuola?
    Sappiamo le criticità che sono emerse in questo anno e mezzo, ma proviamo, per un attimo, ad immaginare cosa sarebbe successo senza questa nuova didattica, e senza lo smart working, per il mondo del lavoro.
    Ovvio, e qui veniamo agli esami di maturità, come si sono svolti lo scorso anno e quest’anno, cioè con soli docenti interni in un’unica prova orale, non possono diventare il modello per i prossimi anni.
    Ovvio, perché un vero esame deve e dovrebbe comunque prevedere esaminatori in maggioranza esterni, per ragioni comprensibili, e con più prove scritte. Perchè diverse sono le abilità e competenze richieste negli scritti e negli orali.
    Sempre che li vogliamo tenere, questi esami, per via del vecchio mito del valore legale del titolo, oppure per i soli aspetti psicosociali, cioè l’esame finale come cruna dell’ago tra adolescenza e giovinezza.
    Ma qui il discorso prende aspetti più generali che riguardano il sistema scuola nel suo complesso, con le criticità più volte denunciate, legate ad una gestione burocratizzata che oramai guarda sempre meno il vero significato di servizio pubblico, cioè un servizio scolastico capace di riconoscere che il cuore della scuola è l’apprendimento degli studenti, non un ammortizzatore sociale per alcune lauree senza mercato del lavoro.
    Qui è il sistema scuola che deve interrogarsi. E bene ha fatto il ministro Bianchi a prevedere, a fine anno, una conferenza nazionale sulla scuola, per tentare di alzare la testa e di rispondere a questa e ad altre domande.
    Ma la decisione di Bianchi arriverà tardi, come troppe volte è successo, perché il governo Draghi non sappiamo se sopravviverà all’elezione del nuovo presidente della repubblica. Sarà il solito convegno delle tante belle intenzioni, che passerà come notizia secondaria nei nostri mass media.
    La scuola, se ancora come Paese vogliamo credere ed avere un futuro, deve diventare invece la notizia principale, la più importante preoccupazione, perché riguarda, appunto, il nostro futuro.
    Perché i giovani, i quali sono migliori di come di solito vengono dipinti, sono la nostra speranza di futuro possibile.
    La scuola oggi, rispetto al passato, è l’unico momento universale di questi nostri ragazzi. Con la crisi delle famiglie e delle tradizionali agenzie educative, la scuola oggi non adotta più il metodo autoritario della trasmissione delle sole conoscenze, ma ogni giorno si impegna a prendersi cura dei propri allievi, cercando non solo la mera ripetizione, ma la comprensione. Per cui anche i test nozionistici, alla fine, non hanno più senso, se non supportati da forme diverse di una valutazione che si faccia capace di diventare autovalutazione critica per i nostri studenti.
    Dunque, se i dati Invalsi e i risultati degli esami di maturità hanno portato in primo piano valutazioni negative, le prime, ed esagerate, le seconde, questo ci deve portare a ripensare l’intero percorso culturale, a considerare che i risultati, come sempre, dicono la qualità dei percorsi, senza nascondersi dietro il nozionismo che tanto piace a chi invoca il tempo passato.
    Ci vorrebbe un cambio di marcia nel sistema scuola, per riconoscere ai tanti docenti italiani, imbrigliati dal finto egualitarismo anche stipendiale, il loro valore. Perché tanti e tanti di loro sono davvero dei maestri e delle guide positive per i nostri studenti, a parte situazioni critiche da tutti conosciute ma, sino ad oggi, non risolvibili sul piano sindacale.
    Che cosa manca in Italia? Manca un sistema di valutazione dei docenti, dei presidi, del personale, delle singole scuole. E non è più possibile un sistema di reclutamento del personale centralizzato, mentre le scuole tutte devono diventare scuole delle comunità locali.
    Sono essenziali, dunque, il ripensamento della scuola come sistema, dunque, ed una più adeguata considerazione del valore di un apprendimento che oggi più che mai richiede approcci valutativi multipli, che tenga conto del nesso imprescindibile tra processo e risultato. Sapendo che oggi conta, prima del possesso di una informazione, la capacità di ricostruirne lo spirito di ricerca.
    Per capirci, basterebbe questa piccola verifica. Quanti presidi e docenti, durante l’esame di maturità di quest’anno, si sono concentrati su domande e considerazioni culturali a tutto tondo, senza rifugiarsi nelle domande quiz? Quanti sono consapevoli oggi che le informazioni sono necessarie ma non sufficienti? Quanti hanno compreso che anche le stesse tecnologie, capaci di gestire in modo algoritmico tutte le informazioni possibili, se non mediate dall’arte del domandare ragione, atrofizzano proprio lo sfondo culturale della comprensione, confondendo, al dunque, mezzi e fini, cioè costringendo i giovani, nati digitali, a sacrificare proprio lo spirito critico, che è l’energia vitale della vita come ricerca, come amava ripetere il vecchio Socrate?
    Perché insistiamo su questi aspetti?
    Per le implicazioni dei percorsi scolastici, al di là dei vari indirizzi di studio, le quali porteranno i nostri giovani a cercarsi una propria strada oltre questi stessi percorsi di studio, una strada magari diversa, nella quale le attitudini ed i talenti, se ben allenati alla multivocità del nostro mondo, potranno trovare reali e differenti opportunità di vita e di crescita culturale. In altre parole, è finito il tempo del cordone ombelicale univoco tra scuola e mondo del lavoro.
    In più, se l’innovazione continua, assieme allo studio lungo tutta la vita impastato con l’umiltà di imparare da tutti lavorando in gruppo, è e sarà il passe-partout del loro e nostro futuro, al di là dei titoli di studio, non possiamo non chiudere queste righe augurando a questi nostri ragazzi di incontrare nella vita le opportunità che si meritano. Perché i treni si presenteranno a tutti. È solo restando vigili e disponibili alla messa in discussione dei paradigmi dominanti che potranno riconoscerli questi treni nella propria vita personale e sociale.



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    Maturità 2022, il Ministro Bianchi sarebbe orientato a continuare con l’elaborato scritto




    In un’intervista fatta dal giornalista Corrado Zunino de “la Repubblica”, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi si è detto orientato, per l’esame di Stato 2021/2022, a continuare con lo svolgimento di un elaborato scritto sulle materie caratterizzanti il percorso di studi, al posto delle classiche prove scritte.
    Commissioni interne
    Molto probabilmente la Maturità 2022 si svolgerà con le regole di quella già collaudata nell’anno scolastico 2020/2021. Fa molto piacere che il Ministro dell’Istruzione, già dai prossimi giorni, disporrà le date e le modalità con cui si svolgeranno gli esami di Stato 2021/2022. Conoscere già dall’inizio dell’anno scolastico quale sarà la tipologia della prova da sostenere, è molto importante sia per gli studenti che per i docenti. Le commissioni degli esami, con molta probabilità, continueranno ad essere composte da membri interni con la nomina di un presidente esterno.
    Punteggio dell’esame
    Il fatto che resti l’elaborato scritto, caratterizzante le materie di indirizzo ma con richiami multidisciplinari, fa comprendere che il punteggio da assegnare al credito scolastico e quello della prova orale resterà invariato rispetto all’anno scolastico 2020/2021. Saranno concessi fino ad un massimo di 60 punti per il credito scolastico maturato negli ultimi tre anni scolastici e 40 punti da assegnare, da parte della commissione, alla prova orale.
    Elaborato scritto
    L’argomento dell’elaborato assegnato agli studenti dell’ultimo anno di scuola secondaria di II grado, riguarderà le discipline di indirizzo già individuate negli allegati dell’O.M. 53 del 3 marzo 2021. Tale argomento sarà assegnato, molto probabilmente, a ciascun candidato dal consiglio di classe, tenendo conto del percorso personale, su indicazione dei docenti delle discipline caratterizzanti, entro il 30 aprile 2022.
    Importante ricordare che l’elaborato dovrà essere trasmesso dal candidato al docente di riferimento per posta elettronica entro il 31 di maggio, includendo in copia anche l’indirizzo di posta elettronica istituzionale della scuola o di altra casella mail dedicata. Nell’eventualità che il candidato non provveda alla trasmissione dell’elaborato, la sua discussione si svolgerà comunque in relazione all’argomento assegnato, e della mancata trasmissione si terrà conto in sede di valutazione della prova d’esame.



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