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Discussione: Maturità, latino al Classico

  1. #31
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    Maturità 2013, tra test-mania e i pasticci di Profumo



    In un mondo in cui la comunità scientifica sta mettendo in discussione la valutazione tramite test, gli studenti della scuola italiana li fanno in II e V elementare, in I e III media, in II e V (dal prossimo anno, pare, obbligatoriamente) superiore, al I e al III anno di università. Consumatori acritici e piccole catene di montaggio, in una visione egemonizzata dall’uso ideologico dei test, da cui sembrano essere programmaticamente esclusi i tempi distesi dell’apprendimento e della riflessione. Risolutori di quiz, così li vogliamo. Dove sono andati a finire l’alto valore del pluralismo delle competenze e delle capacità e i saperi analitico-critici? Da noi tutto arriva in ritardo. Questa volta la nostra attitudine ai tempi lunghi avrebbe potuto rivelarsi un elemento positivo. Invece no. La test-mania incombe, straripa, moltiplica i propri obiettivi, avanza, dilaga, qualificandoci per l’ennesima volta quale la retroguardia culturale che siamo.
    C’è di più. Il solo apparentemente sobrio Profumo (uno dei letali ministri degli ultimi anni) ebbe qualche tempo fa una “geniale”, demagogica idea: anticipare i test di ammissione all’università. Il relativo decreto, emanato il 24 aprile scorso, sarà annullato però da un imminente provvedimento, destinato a cancellare l’ipotesi che gli studenti debbano sostenere a luglio (cioè in pieno o immediatamente post esame di Stato) il test di ammissione alle facoltà universitarie, spostato a settembre.
    Nei “lungimiranti” progetti dell’ex ministro ci sarebbe stato persino un anticipo dei test in primavera, come hanno già fatto Luiss, Cattolica e Bocconi. Il provvedimento avrebbe dovuto sanare alcuni presunti gap a carico dei nostri studenti rispetto ai colleghi europei: garanzia di un inizio più regolare dell’anno accademico; migliore organizzazione logistica per chi si debba trasferire; maggior numero di scelte alternative per coloro che non avranno passato le selezioni. Silenzio sul fatto che l’anticipo avrebbe avuto ricadute negative notevoli in termini di concentrazione su quell’appuntamento che, nonostante l’incuria che persino il governo dei “professori” ha riservato alla scuola, continua ad essere l’atto conclusivo di un percorso di 13 anni, suggellandone il termine e segnando una tappa importante nella vita di ciascuno. Nonostante le proteste vibrate delle associazioni studentesche, Profumo – come per il concorso dei docenti e per il regolamento sulla valutazione, due temi su cui certamente non si è distinto per gestione democratica e condivisa – è andato avanti.
    La sconfessione esplicita da parte del governo attuale -politicamente stravagante (persino più di quello precedente) – marca il fallimento totale del decisionismo di Profumo, che ha tentato in tutti i modi di segnalare il proprio come il mandato più autoreferenziale della storia di Viale Trastevere, sorridendo amabilmente in qualsiasi circostanza, sia che gli arrivassero consensi sia che (i casi più frequenti) fossero fischi. Impermeabile alle critiche quanto alle pratiche di consultazione e dialogo.
    Il futuro decreto prevede anche la ridefinizione dei criteri di valorizzazione del percorso scolastico e dunque del controverso “bonus maturità”. Un provvedimento che ha tentato di risolvere in modo meccanico una questione estremamente complessa. Il decreto Profumo stabiliva che i punti, da 4 a 10, sarebbero stati «attribuiti esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto almeno pari a 80/100, rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola nell’anno scolastico 2011/12». Le tabelle che hanno previsto la conversione, attraverso i percentili, del voto di maturità in punti bonus, hanno fatto emergere disparità tra città e città ma anche tra scuola e scuola.
    La finalità era, probabilmente, quella di pareggiare attraverso criteri di equità il grande divario che esiste nell’assegnazione del voto all’esame di Stato. In realtà la questione si è tradotta in un boomerang che ha sortito l’effetto opposto. Facciamo un esempio: si prenda una scuola statale molto seria o molto “dura” (i due aggettivi non sono necessariamente sinonimi), in cui gli studenti o per l’ottima preparazione o per effetto della selezione (più o meno) “naturale” nel corso degli anni, arrivino a conseguire voti di maturità molto alti e globalmente alti. Si prenda, poi, una scuola paritaria, modello “diplomificio”, nella quale vanno a confluire spessissimo studenti indolenti ma danarosi, che acquistano a suon di euro il viatico per uscire dalla scuola. Questi ultimi passeranno tutti (o quasi), considerando il livello generale e le “pratiche preventive” che quelle scuole attuano in occasione dell’esame di Stato; ma con voti meno alti. La tabella relativa ai percentili degli istituti italiani attesta che la seconda scuola avrà un punteggio superiore, dovendo “risarcire” i propri studenti del trattamento subito.
    Attendiamo, si tratta di ore, l’emanazione del nuovo decreto. Quello che è certo è che gli studenti dell’ultimo anno di superiore hanno dovuto iscriversi tassativamente entro il 7 giugno (pagando entro il 14 giugno i 35 euro previsti per gli atenei statali; nulla in confronto ai 130 per il Campus Biomedico di Roma, privato) ai test di ingresso e compilare una lista di “preferenze” delle province nelle quali – in caso di ammissione – avrebbero potuto/voluto/dovuto andare. Tutto ciò ad una settimana dall’esame di Stato, la maturità; dibattendosi, negli ultimi giorni, tra un quiz, la preparazione delle ultime verifiche, simulazioni di prove, studio delle materie scolastiche.
    Questo perché il prof. Francesco Profumo, quello che ha messo a concorso il turn over sulle cattedre scolastiche chiamandola “rivoluzione”, aveva fretta di lasciare la propria impronta, oltre che sui precari, anche sulle sorti di questa generazione di maturandi.


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  2. #32
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    Ecco come cambia il bonus maturità per i test d’ingresso a numero chiuso

    Nuova tabella del ministero: attribuiti da uno a dieci punti per i voti superiori a 80/100. Il massimo solo a chi prende la lode
    Il “bonus Maturità” resta ma cambia il sistema di assegnazione dei punteggi. Il ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza ha firmato il nuovo Decreto ministeriale che definisce le modalità delle prove di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale per l’anno 2013-2014. Oltre al posticipo delle date delle prove a settembre, già annunciato la settimana scorsa, il Decreto stabilisce nuovi criteri per la valutazione del percorso scolastico rispetto al precedente decreto del 24 aprile. Il bonus maturità, da 1 a 10 punti, verrà attribuito esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto all’esame di stato almeno pari a 80/100 e non inferiore all’80esimo percentile della distribuzione dei voti della propria commissione d’esame nell’anno scolastico 2012/13, e non più della propria scuola nell’anno scolastico precedente.
    Nel nuovo decreto il cosiddetto “bonus maturità”, da 1 a 10 punti, verrà attribuito esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto all’esame di stato almeno pari a 80/100 e non inferiore all’80° percentile della distribuzione dei voti della propria commissione d’esame nell’anno scolastico 2012/13 (e non più della propria scuola nell’anno scolastico precedente). Cambia il sistema di assegnazione del punteggio. Il punteggio bonus andrà da 1 a 10 mentre prima la forbice era compresa da 4 a 10 punti. I voti dell’esame di stato riferiti all’80esimo percentile di riferimento saranno pubblicati sul portale Universitaly del Ministero (www.universitaly.it) entro il 30 agosto 2013. Il ministero dell’Istruzione precisa poi «che i candidati che hanno già effettuato l’iscrizione ai test di ammissione dovranno integrarla con le informazioni necessarie all’attribuzione del bonus legato al punteggio di diploma che viene calcolato secondo le nuove modalità». Le iscrizioni on line si apriranno il 25 giugno e si chiuderanno il 18 luglio. Il perfezionamento dell’iscrizione presso le singole sedi sarà completato con il versamento del relativo contributo di iscrizione che dovrà essere effettuato entro il 25 luglio e dal quale sono dispensati gli studenti che hanno già versato il contributo di iscrizione e che confermano la prima preferenza.
    Il nuovo Decreto ministeriale, spiega il dicastero di Viale Trastevere «punta a mitigare quelle che sono state ritenute delle criticità, ma non può intervenire in radice (ad esempio sul cosiddetto bonus maturità), in quanto vincolati dall’attuazione del decreto legislativo 14 gennaio 2008 n.21, i cui principi non possono essere modificati da un decreto ministeriale». Per questo motivo, il Ministro Carrozza «ha deciso di insediare contestualmente una commissione che, alla luce della prima esperienza applicativa, formuli delle proposte operative, anche con modifiche alla normativa primaria e secondaria, al fine di garantire un sistema di accesso ai corsi a numero programmato equilibrato e che sia in grado di valorizzare le potenzialità dei candidati».
    La commissione, che terminerà i lavori entro il 30 settembre, sarà composta da: Bernardo Giorgio Mattarella, Professore ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi di Siena (coordinatore); Luigi Frati, Rettore dell’Università La Sapienza di Roma; Carmela Palumbo, Direttore Generale della DG per gli Ordinamenti scolastici e l’Autonomia scolastica del MIUR; Stefania Basili, Professore associato Medicina Interna Università La Sapienza di Roma; Ilaria Valente, Professore straordinario di Composizione Architettonica e Urbana Politecnico Milano; Alessandra Scagliarini, Professore associato Malattie infettive degli animali domestici, Università di Bologna; Giuseppina Campisi, Professore associato di Malattie odontostomatologiche Università di Messina; Marcella Corduas, Professore ordinario di Statistica Università Federico II di Napoli; Maria Teresa Lucarelli, Professore ordinario di Tecnologia dell’Architettura Università di Reggio Calabria.
    Questa la tabella del bonus
    1 punto – voto compreso tra 80 e 82
    2 punti – voto compreso tra 83 e 85
    3 punti – voto compreso tra 86 e 88
    4 punti – voto compreso tra 89 e 90
    5 punti – voto compreso tra 91 e 92
    6 punti – voto compreso tra 93 e 94
    7 punti – voto compreso tra 95 e 96
    8 punti – voto compreso tra 97 e 98
    9 punti – voto compreso tra 99 e 100
    10 punti – voto pari a 100 e lode

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  3. #33
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    Fuga di commissari dagli esami di stato?

    Partono oggi gli esami di stato, ma già da ieri sembra che molti siano stati i commissari a non presentarsi, lasciando in difficoltà i presidenti che devono chiamare i sostituti Oggi al via la prima prova scritta di italiano agli esami di stato, le cui tracce, come è noto, stanno già arrivando, per il secondo anno consecutivo, nelle scuole per via telematica. Superate brillantemente, tranne qualche rara eccezione, già l’anno scorso le prove generali, ciò che tuttavia rimane quasi sempre simile a se stessa, e quindi senza grandi novità, è la fuga dei commissari dagli esami e perfino di presidenti. Il lavoro c’è ed è massacrante, mentre i compensi, oltre ad essere non perfettamente consoni agli impegni, quasi ogni anno arrivano in ritardo, e quindi per molti docenti il sego non varrebbe la candela e danno il forfait all’ultim0 minuto. Ma anche la normativa generale sugli esami non scherza, né le responsabilità oggettive che ci sono dietro, anche perché valutare un alunno in poco tempo, determinandone per certi versi il destino futuro, non è da prendere a cuor leggero. Nello stesso tempo sono state già fornite anche parecchie indicazioni per utilizzare al meglio la griglia di correzione dello scritto di matematica dello scientifico, che dovrebbe consentire una correzione omogenea a livello nazionale e che sarà visibile sul sito www.matmedia.it già nel pomeriggio di giovedì.
    Il sito, monitorato dall’Università Federico II di Napoli, permette anche ai docenti di partecipare alla stesura degli argomenti della prova dell’anno successivo. Per quanto riguarda invece le tracce in uscita oggi, in base alle informazioni che si è lasciato sfuggire l’ispettore Favini, nella loro redazione si seguono dei principi ben precisi: per l’analisi del testo si sceglie un autore molto noto e un testo poco noto; l’attualità non è mai troppo recente (le tracce vengono scritte circa sei mesi prima della maturità); non vengono mai toccati temi troppo scottanti come la religione e la politica per non mettere in crisi il maturando. Le tracce vengono finite di scrivere tra gennaio e febbraio. “E’ importante stare tranquilli, rilassati, leggere bene le tracce, scegliere bene e farlo serenamente”. Lo ha detto al Tg1 la ministra dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, rivolgendosi ai ragazzi che affronteranno la prima prova. ”In bocca al lupo anche ai genitori, di solito più ansiosi dei figli”, ha aggiunto Carrozza. “Sono al primo esame. E’ il primo esame anche per me”, ha detto la ministra dell’Istruzione che ha spiegato che i preparativi per l’esame di Stato “sono andati molto bene”. ”Dentro al ministero – ha detto – ci sono tante professionalità che hanno sempre lavorato a queste prove. Per cui hanno lavorato come tutti gli anni, ma ogni anno c’é sempre l’emozione e la suspence”. Quanto allo stato d’animo dei ragazzi, “i giovani – ha osservato la ministra – sono molto tesi, lo vedo anche dai tweet che mi mandano, mi chiedono su Fb suggerimenti, in bocca al lupo. In questo momento – ha aggiunto – è bene stare tranquilli, rilassarsi, leggere tante volte le tracce, scegliere bene e farlo serenamente. L’importante è esprimere al meglio quello che si è fatto durante gli anni della scuola”.


    Tecnica della scuola
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  4. #34
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    Maturità 2013, tracce prima prova: Magris, Pasolini, omicidi politici e Brics


    Scelto un testo dell’autore tratto da “L’infinito viaggiare”. E ancora individuo e società di massa con brani dagli “Scritti corsari” del regista scomparso, Canetti e Montale; Stato, mercato e democrazia e la rete della vita. Infine Brics e Paesi emergenti per il tema storico.
    Maturità al via con la prima prova di italiano. Dopo le indiscrezioni della vigilia, nelle tracce di quest’anno per l’analisi del testo (tipologia A) il ministero propone Claudio Magris con un brano tratto da ‘L’infinito viaggiare”. Smentito invece Luigi Pirandello che le prime indiscrezioni su facebook e su twitter, anche tramite gli hashtag #primaprova della #maturità2013, davano per certo. Per il tema generale, secondo il forum di Studenti.it, la traccia è questa: “La vita non è solo lotta di competizione ma anche trionfo di cooperazione e creatività”. Il tema letterario (tipologia B) “affronta, invece, la relazione individuo/società di massa attraverso testi di autori tra i quali Pasolini, con un brano tratto dagli “Scritti corsari”, Montale e Canetti. Il tema storico (B) affronta l’argomento dei cosiddetti Brics, i Paesi emergenti con economie in rapida crescita. Il tema socio-economico (B) è su Stato, mercato e democrazia: anche qui testi a supporto di vari autori tra i quali Krugman e Zingales”. L’articolo storico-politico (C) è sugli omicidi politici, il tema scientifico (B) prevede la realizzazione di un saggio breve o articolo è dedicato alla ricerca sul cervello e negli allegati c’è il riferimento al progetto “Brain” illustrato dal presidente degli Usa, Barack Obama.

    Analisi del testo: “Infinito viaggiare” di Claudio Magris – Ecco il testo della traccia comparso sul forum di Studenti.it: ”’L’infinito viaggiare”, da cui è tratto il brano proposto agli studenti per l’analisi del testo, è un ampio diario, un resoconto dei più recenti viaggi compiuti dal Magris in varie parti del mondo perché incaricato o per propria intenzione. Il libro contiene un percorso lunghissimo, da luoghi, paesi, Stati vicini ed altri lontani, poco o per niente conosciuti, dalla Spagna all’Inghilterra, Svezia, Norvegia, Germania, Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Australia, Iran, Cina, Vietnam, dalle Isole Fortunate ai tanti Stati dell’Europa centro-orientale, alle città, foreste, fiumi, mari, deserti di zone remote. Quasi l’intero pianeta viene mostrato dall’autore in queste pagine, con la lingua, la cultura, l’arte, la vita, gli usi, i costumi, la storia di ogni posto e il lettore, già dall’inizio, risulta attirato poiché può sapere cose nuove, sempre diverse, conoscere particolari dei quali non aveva mai avuto notizia e che solo al viaggiatore che li cerca non sfuggono”.
    Nella prova viene richiesto il riassunto del brano proposto. Poi l’analisi degli aspetti formali, e dell’idea di viaggio e di frontiera espressi nel testo. Infine, oltre a un commento personale, anche uno alla frase “si ritrova la benevolenza per se stessi e il piacere del mondo”.

    Per il mezzo milione di studenti che sostengono l’esame di Stato, l’invio delle tracce delle prove scritte avviene per via telematica e non attraverso i fascicoli cartacei. La seconda prova scritta si svolgerà giovedì 20 giugno, mentre la terza e ultima è in calendario per lunedì 24 giugno. Severamente vietati cellulari, videotelefonini, palmari, pc portatili e qualsiasi dispositivo di trasmissione dati, pena l’esclusione dalle prove. Qualsiasi collegamento delle scuole con internet è stato disattivato. A vigilare sul corretto svolgimento degli esami, accanto alla struttura informatica del ministero, c’è come sempre, la polizia postale.





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  5. #35
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    Breve, efficace, esauriente: la tesina, come conquistare i prof in dieci minuti

    Una piccola tesi da dimostrare, ma un’occasione spesso sprecata. Ecco come mostrare la propria creatività
    Il colloquio «ha inizio con un argomento o con la presentazione di esperienze di ricerca e di progetto, anche in forma multimediale, scelti dal candidato». Tredici anni fa, letta l’ordinanza, tutti hanno interpretato «esperienze di ricerca» con un qualcosa di simile alla tesi universitaria, più in piccolo ovviamente. Così è nata la leggenda della «tesina» da portare agli orali, scaricata da Internet e dintorni, bella presenza, scarso apporto personale, mediocre livello di originalità. Perbacco! Poteva essere una bella idea, rivoluzionaria, e pure un poco provocatoria. Ma come, dopo cinque anni di studio passati a ripetere «automaticamente» le nozioni apprese, ad esercitarsi solo e soltanto con due o tre forme espressive, a non alzarsi dal banco, all’ultimo, all’esame di Stato la Scuola chiede agli studenti di mettere in gioco creatività, fantasia, intelligenza, in un lavoro autonomo e completo, su un argomento, e qui sta il bello, «a piacere» ovvero scelto «per piacere».
    Una bella occasione, nella stragrande maggioranza dei casi sprecata. Occorrerebbe raccogliere i lavori più interessanti (in questi anni si sono viste cose eccellenti) e metterli in rete a disposizione delle scuole. Diciamo la verità, ha perso un po’ il fascino della novità. Molti professori non la vogliono più, si accontentano di una scaletta, di una mappa concettuale, di niente, solo di un’intelligente disquisizione su un argomento «a piacere». Tesine, mappe, progetti, manufatti, comunque è un quarto d’ora in mano allo studente. Solitamente un «copia e incolla», file, immagini e testo frullati in una «web ricerca». Troppo facile? Il prof lo sa. Cosa conta davvero? L’originalità. Un prodotto elaborato personalmente lo si riconosce subito. Peso nella valutazione? Diciamo massimo cinque o sei punti sui trenta a disposizione. Colpire la commissione con gli «effetti speciali» (dal tablet alla videoproiezione), va bene. Ma bisogna assicurarsi che funzioni tutto come si deve (la tecnologia che si inceppa e non parte è una scena frustrante).
    La prima parte dell’esame orale, dedicata appunto all’esposizione (discussione?) della tesina, dura poco più di una decina di minuti,massimo 15 come abbiamo detto, Quindi non servono orazioni ciceroniane o installazioni multimediali in 3D pc-system shutter glasses con gli occhialini wireless da dare ai prof. Occorre rimanere nei tempi, a tutti i costi. Utile esercitarsi davanti allo specchio, cronometrando la performance, simulando pure le probabili interruzioni dell’insegnante, per anticiparlo su eventuali collegamenti o approfondimenti. Dopo aver scelto l’argomento, il lavoro vero e proprio consiste nel raccogliere i dati e i materiali. Ricercare fonti, letterarie, scientifiche, filosofiche, artistiche, curando in modo quasi maniacale i collegamenti argomentativi. Non bisogna preoccuparsi di essere esaustivi. Non si può dire tutto, bisogna soltanto «convincere» gli interlocutori sull’originalità della propria «tesi». Si può fare, basta non «incollare» file a caso, basta studiare l’argomento, basta metterci qualcosa di personale e creativo. Si può fare, anche senza molti effetti speciali. Tre insegnanti della commissione sanno già tutto dello studente seduto davanti, gli altri quattro no, e vanno, perché no, sedotti.

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  6. #36
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    Predefinito Quel bonus-lavoro ai non diplomati (previsto dall’Ue)

    Ma alla fine superare la maturità o prendersi un diploma di un istituto tecnico potrebbe diventare un handicap per trovare un lavoro nell’Italia al tempo della crisi? Sembra un paradosso, c’è stata anche qualche strumentalizzazione. Ma un fondo di verità nel paradosso c’è. Il bonus, sotto forma di taglio dei contributi, per le aziende che assumono giovani fra i 18 e i 29 anni fissa tre condizioni. Il giovane assunto deve essere disoccupato da almeno sei mesi, oppure vivere con almeno un familiare a carico, oppure non avere un diploma di scuola superiore. Oppure: basta una di queste tre condizioni per avere diritto al bonus. Il che vuole dire che il meccanismo scatta anche per un ragazzo che ha preso la Maturità, la laurea e magari anche un master, ma è disoccupato oppure ha dei familiari a carico. Preso da solo, però, il diploma di scuola superiore può essere uno svantaggio. Qual è il motivo di questa scelta. C’è una ragione politica, perché il governo ha preferito concentrare sgli sforzi sulle persone che hanno più difficoltà a trovare lavoro. E chi ha un titolo di studio in meno ha ancora più problemi degli altri. Ma il vero motivo è che non c’era altra scelta. La gran parte dei soldi che il governo ha messo nel pacchetto lavoro approvato mercoledì viene in realtà dai fondi europei. Ed è proprio Bruxelles a fissare gli obiettivi per i quali possono essere usati. Quei tre requisiti — vale la pena di ripeterlo, ne basta uno solo — sono previsti proprio dall’Unione europea per i programmi di coesione e inclusione sociale che finanzia. Anzi, quei soldi erano già impegnati in altri progetti e solo dopo una lunga e faticosa trattativa l’Italia è riuscita a riprogrammarli, cioè a dirottarli verso gli incentivi contro la disoccupazione giovanile. Per lo stesso motivo il bonus è rivolto soprattutto al Mezzogiorno. I fondi europei che il governo italiano ha preso per il pacchetto erano vincolati a quattro Regioni: Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. E solo dopo un’altra trattativa, pure questa lunga anche se un po’ meno faticosa, è riuscita a spalmarli su altre quattro Regioni del Sud: Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise. Restringendo così il campo sul quale spalmare le poche risorse nazionali che è riuscito a trovare. Oltre al titolo di studio, c’è poi un’altra apparente asimmetria nel pacchetto del governo. Perché concentrarsi sui giovani, anzi su quelli fino a 29 anni, quando anche nella fascia sopra i 30 la disoccupazione è un problema per non parlare di chi il lavoro lo perde dopo i 50 e rischia seriamente di non trovarlo più? Anche qui c’è una scelta politica che spiega direttamente il ministro del Lavoro Enrico Giovannini: «Avere un giovane fuori dal mercato del lavoro per cinque anni crea un danno per la collettività maggiore rispetto a quello generato da un cinquantenne nella stessa condizione». Ma pure stavolta la spiegazione vera sta nella provenienza dei soldi, fondi europei e quindi da utilizzare per i giovani o da non utilizzare affatto. Per bilanciare il pacchetto, però, il governo ha inserito nel decreto un altro incentivo. Le aziende che assumono un disoccupato incasseranno la metà del sussidio di disoccupazione residuo. Per capire: se al momento dell’assunzione il disoccupato ha diritto ancora a dieci mesi di sussidio l’azienda che lo assume ne incasserà cinque. Stavolta i fondi europei non c’entrano. Anzi, non è stato necessario stanziare nemmeno soldi «italiani» perché ci si limita a cambiare destinatario (dal disoccupato all’impresa che lo assume) di soldi che già ci sono perché il fondo è alimentato dai contributi di tutti i lavoratori. Per questo il secondo bonus è per tutti: anziani o giovani, residenti al Sud o al Nord. E anche laureati, studenti freschi di maturità o solo con la terza media.


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    Prova orale, oltre allo studio ci vuole il look giusto

    I colloqui orali dell’esame di Maturità sono iniziati e molti studenti aspettano con ansia e tensione il loro turno. Ecco come il sito specializzato Skuola.net consiglia di prepararsi, gestire l’ansia e anche gestire il proprio look.



    - DURATA DEL COLLOQUIO: Durante l’orale, di solito, si utilizzano i primi 15-20 minuti circa per lasciare al maturando il tempo di presentare la sua tesina o percorso. In seguito altri 15-20 minuti sono dedicati alle domande della commissione e infine 10 – 15 minuti sono utilizzati per la verifica e commento delle prove scritte. In tutto, un colloquio orale dura all’incirca 40 – 50 minuti.
    - IL LOOK GIUSTO: è importante puntare alla semplicita’ e alla compostezza: colori chiari, tessuti leggeri, no alle scollature e a pantaloncini o gonne corte. Per il make up femminile si consigliano i toni pastelli e, in generale, la moderazione e la sobrietà: si sta andando pur sempre a sostenere un esame di Stato.
    - COME SCONFIGGERE L’ANSIA: Avere un po’ di agitazione e’ normale, ma il consiglio è quello di ridimensionare l’idea del colloquio orale. Infatti, nessuno degli insegnanti in commissione avrà il desiderio di mettere in difficoltà gli studenti. Un trucco è quello di parlare di ciò che si conosce senza concentrarsi eccessivamente sul contesto. In questo modo ci si accorgerà che la prova sarà meno spaventosa di quanto in molti ora non credano. Se la paura di bloccarsi, soprattutto all’inizio dell’esposizione, è forte, un consiglio è quello di mettersi davanti agli occhi una copia del percorso aiutandosi con quella, sempre che non si sia deciso di preparare una presentazione in PowerPoint del proprio lavoro finale.
    - COME INIZIARE IL DISCORSO SULLA TESINA: Per essere sicuri del discorso di presentazione della tesina o percorso, occorre prepararlo in anticipo prevedendo il punto in cui inserire un argomento o un altro.BE’ importante pianificare e ripetere prima tutto il discorso, in modo da sapere da quale argomento iniziare per poi legare tutti gli altri a catena.
    - LA PAROLA D’ORDINE DEVE PERÒ ESSERE FLESSIBILITÀ. Infatti, c’è sempre la possibilità che un membro della commissione possa interrompere lo studente che deve essere in grado di saper tornare all’argomento o passare a quello successivo. In più, se non si sa in che modo legare alcuni argomenti ad altri in un discorso fluido, bisogna assolutamente evitare di fermarsi passando improvvisamente ad un nuovo discorso. Al contrario, occorre ritornare al tema principale della tesina introducendo la nuova materia. Per rendere tutto più semplice si può preparare una presentazione in PowerPoint oppure tenere sotto gli occhi una copia del percorso.
    - I COMMISSARI POSSONO FARE DOMANDE ANCHE SULLE PROVE SCRITTE: L’ultima parte del colloquio orale e’ dedicata proprio alla discussione delle prove scritte, e la commissione chiederà chiarimenti, soprattutto se ha riscontrato errori o ambiguità in alcune parti.
    - IL PUNTEGGIO DELL’ORALE: Il massimo è di 30 punti, mentre la sufficienza equivale a 22 punti. In ogni caso, un’insufficienza all’orale non vuol dire bocciatura: il punteggio finale dell’esame di Maturità si compone del voto della prova orale sommato a quello complessivo delle prove scritte e dei crediti scolastici.

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    Maturità, crollano i 100 e lode l’anno nero dei superbravi i presidi: regole troppo rigide

    Delusione da nord a sud. A Milano niente encomi nei licei storici
    LA SCUOLA italiana perde i suoi cervelloni. Sembra che non riesca più a formare studenti degni di lode, quella che dal 2007 le commissioni possono attribuire ai ragazzi particolarmente brillanti. Dal 2010 al 2012 il crollo dei diplomati con 100 e lode è netto: meno 46% nelle scuole statali, meno 74 nelle paritarie.E QUEST’ANNO andrà ancora peggio: il numero dei superbravi è destinato ad assottigliarsi ancora. Così mentre gli scrutini sono ancora in corso montano le proteste dei presidi che chiedono una norma “più flessibile”. Anche perché ora la lode vale 10 punti di bonus per l’accesso a Medicina e alle altre facoltà a numero chiuso. Da Nord a Sud, i capi d’istituto censurano l’eccessiva rigidità delle regole per l’attribuzione del massimo punteggio. «Ci sono polemiche diffuse sulla scarsità delle lodi – ammette Gregorio Iannaccone, presidente dell’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici – ma non stiamo parlando della tessera del pane. La lode è un fatto eccezionale che necessita di regole rigide». Più diplomatico Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi: «Non si può inflazionare il massimo dei voti – commenta – Ma qualunque meccanismo rigido che vincola ai risultati degli anni precedenti non consente alla commissione d’esame nessuna flessibilità di giudizio e si trasforma in una tagliola». A Milano, in appena due anni, le eccellenze si sono dimezzate. E per la prima volta i classici Berchet, Manzoni e Parini sono rimasti senza superbravi. «Questi criteri sono ingiusti. C’è tutto un sistema da ripensare», si lamentano i presidi meneghini. In calo le lodi anche a Torino e nelle altre grandi città. Da tre anni, lo scientifico Cannizzaro di Palermo non vede studenti lodati. «Attribuire la lode – spiega il preside Leonardo Saguto – è diventato troppo difficile: basta un niente per farla svanire. Occorrerebbe dare più spazio al percorso scolastico e maggiori margini alle commissioni». A Napoli, niente lodi al liceo classico Vittorio Emanuele, e solo tre all’Umberto, il liceo del presidente Giorgio Napolitano, che l’anno scorso ne contò otto. Nella Capitale, i superbravi scarseggiano anche nei licei, che hanno sempre fatto il pieno. Righi e Tacito sono in attesa di salutare il primo genietto cum laude. Una sola lode, finora, al Visconti e due al Mamiani. «Folle il fatto – spiega Alessandra Francucci, preside del liceo scientifico Sabin di Bologna – che non sia concesso di avere un voto inferiore all’8 in pagella ed è un peccato perché così non si valorizzano i ragazzi». Anche nel capoluogo emiliano si contano pochissime eccellenze: solo tre, e tutte conquistate da donne, nello storico liceo classico Galvani. Dal 2012, per aggiudicarsi la lode occorre il massimo punteggio nelle prove d’esame – 75 in tutto – e presentarsi alla commissione col massimo credito scolastico: 25 punti, che si ottengono con una media, nelle pagelle degli ultimi tre anni, superiore a 9, e senza essersi aggiudicati neanche un 7. In più, le decisioni sul punteggio da attribuire agli studenti devono essere state assunte all’unanimità. Fino al 2009, il percorso per arrivare al voto record era più semplice: bastavano le prove e il credito al top. E per quest’ultimo bisognava presentarsi con una media in pagella superiore a otto decimi. Poi la Gelmini ha inasprito le regole, entrate a regime nel 2012, e anche per gli studenti eccellenti l’esame di maturità è diventato più difficile



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    Esami di Stato: il tabù delle bocciature confonde i risultati e li rende meno credibili


    Negli ultimi esami di Stato più promossi e più voti massimi ma si tratta di indicatori dubbi perchè il timore dei ricorsi amministrativi consiglia ai docenti di evitare bocciature – Ma la politica opportunistica dei todos caballeros ha conseguenze pesanti all’università e nel mondo del lavoro – La denuncia del Gruppo di Firenze e l’opinione di Bragantini



    “Nella tua prova scritta di italiano, hai definito Falcone e Borsellino due ‘ispettori’: sai che cos’è il pool antimafia?” “Un’associazione di volontariato”.
    Non è una barzelletta, è un brano di colloquio dell’esame di Stato da poco concluso.
    Il Ministero dell’Istruzione ha fornito proprio in questi giorni i dati riguardanti gli esiti dell’esame di Stato: in aumento gli ammessi all’esame (circa un punto più dello scorso anno); lievemente superiore anche il numero delle promozioni e dei voti massimi. A completare il quadro, si registra una diminuzione del numero degli studenti che sono stati promossi a fatica con voti strettamente sufficienti (circa un punto in meno dei risultati 2012).
    Gli studenti italiani sono quindi diventati più bravi? Così sembrerebbe.
    A frenare però la soddisfazione che i dati sembrano alimentare, ci sono due considerazioni.
    In primo luogo, le carenze dei neodiplomati costituiscono un fatto assodato. Sono così diffuse che le Facoltà universitarie devono predisporre corsi di recupero per coloro che rivelano grandi limiti nei test d’ingresso.
    “Il problema della preparazione di base dei neoiscritti è pesantissimo – dice il professor Renzo Bragantini, ordinario di Letteratura italiana alla “Sapienza” – e le difficoltà maggiori sono di pertinenza lessicale. Ricordo addirittura una laureanda triennale che non conosceva il significato del verbo ‘nuocere’, caso estremo certamente, ma significativo. Coloro che provengono da condizioni culturalmente modeste raramente trovano nella scuola l’opportunità di elevare il loro livello di istruzione”.
    Qualcosa quindi non torna nel tasso elevato e crescente delle promozioni alla maturità che tocca la quasi totalità degli studenti in uscita dalle scuole superiori. L’esame di Stato è forse una prova non così scontata? Ci vorrebbe qualche bocciatura in più?
    Le commissioni però hanno quasi l’impossibilità di bocciare perché il loro lavoro è vincolato da un ginepraio di formalismi e di burocrazia. Il caso del candidato che non conosceva il pool antimafia è certamente un caso limite ma rappresenta anche la punta di un icerberg. Inutile dire che il candidato, nonostante l’incommensurabile strafalcione e una preparazione molto lacunosa e superficiale, è stato promosso. La Commissione d’esame non era lassista e poco attenta, ma doveva fare i conti con diversi vincoli, il primo dei quali era legato al curriculum scolastico. Lo studente aveva frequentato per un quinquennio in modo non certo esemplare ma quasi normale ed era stato ammesso perché il consiglio di classe a maggioranza aveva portato a sufficienza un voto basso. Il quadro poteva permettergli, insomma, di ricorrere alla Giustizia amministrativa se non avesse superato l’esame. Perciò i commissari non se la sono sentita di incorrere nei rigori di qualche sentenza del TAR. Del resto, nello scorso anno scolastico, una sentenza del Consiglio di Stato consentì a una ragazza, sorpresa a copiare, la promozione perché il suo curriculum scolastico era stato regolare. Il “Gruppo di Firenze”, coraggioso blog che da tempo denuncia i punti critici nella scuola italiana, dichiara “…chi ha la responsabilità di decidere bocciature e sanzioni disciplinari nella scuola sa benissimo che il ricorso è sempre in agguato; e che le probabilità di vedersi dare torto da un giudice sono molto alte, anche nel caso che non si siano commessi errori da parte di colleghi poco attenti o impreparati. Non meraviglia quindi che questo timore stia scalando rapidamente la disdicevole classifica dei pretesti con cui alcuni presidi e alcuni colleghi si scrollano volentieri di dosso le loro responsabilità.”.
    Vincoli di ogni genere legano le mani alle commissioni che sembrano così chiamate solo a ratificare l’operato delle scuole, senza poter dare un peso adeguato a prove d’esame in molti casi carenti. Ma così l’autorefenzialità della scuola non viene nemmeno scalfita e l’oggettività della valutazione rimane una chimera. Quando si parla di valorizzazione del merito, è inevitabile che si debba chiamare in causa anche la penalizzazione del demerito. Una prova d’esame carente dovrebbe perciò poter invalidare un periodo di studi di durata quinquennale sì ma spesso stentato e improduttivo, nell’intento di restituire dignità all’esame e incentivo allo studio e alla preparazione individuale.
    Sembra invece che l’unica preoccupazione sia quella di tranquillizzare le ansie dei candidati, spesso infondate ed esagerate.
    E’ vero che sono stati cercati correttivi come il bonus valido per l’ammissione all’Università rapportato alla media dei voti della commissione e della scuola, ma basterà? E l’immissione nel mondo del lavoro? Non bisogna dimenticare che una grande parte di diplomati si rivolge proprio al mondo del lavoro dove il possesso di competenze, soprattutto quelle chiave, non è certo un requisito di scarsa importanza.
    Forse è giunto il momento che, a distanza di quattordici anni dall’introduzione dell’esame di Stato al posto della vecchia maturità, ci si cominci a interrogare sul senso, sul valore e sulla funzione della prova che così come si svolge ora sembra mostrare tante contraddizioni. Ma soprattutto la valutazione nel suo complesso richiede un’attenzione rigorosa e un serio ripensamento.


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    Sessione straordinaria degli esami di Stato a.s. 2012/2013


    Definito il calendario delle prove. Si inizia il 10 settembre con l’insediamento delle commissioni, nella stessa composizione in cui hanno operato nella sessione ordinaria. Ai sensi del D.M. n. 695 dell’8 agosto 2013 la sessione straordinaria degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d’istruzione secondaria di secondo grado, per l’anno scolastico 2012/2013, si svolgerà secondo il seguente diario: prima prova scritta: mercoledì 11 settembre 2013; seconda prova scritta: giovedì 12 settembre 2013 e, per i licei artistici e gli istituti d’arte, con prosecuzione secondo i tempi e le modalità fissati per la sessione ordinaria; terza prova scritta: lunedì 1 6 settembre 2013, secondo i tempi previsti per la sessione ordinaria; per i licei artistici e gli istituti d’arte, la terza prova scritta si svolge al termine della seconda prova scritta; quarta prova scritta: mercoledì 18 settembre 2013.
    L’inizio dei colloqui avverrà dopo la correzione e la valutazione degli elaborati delle prove scritte.
    Per i candidati che non devono sostenere la prima prova scritta, l’esame ha luogo nei giorni di giovedì 12 e lunedì 16 settembre 2013. Invece, per i candidati che non devono sostenere le prime due prove scritte, la terza prova è fissata per mercoledì 11 settembre 2013, mentre per coloro che non devono sostenere alcuna prova scritta, il colloquio ha luogo mercoledì 11 settembre 2013.
    Le commissioni si riuniscono il 10 settembre nella stessa composizione in cui hanno operato nella sessione ordinaria, presso gli istituti ove sono presenti candidati che hanno chiesto di sostenere gli esami nella sessione straordinaria.
    Ai componenti delle commissioni spetta una quota del compenso forfetario riferito alla funzione e una quota dell’eventuale compenso forfetario riferito ai tempi di percorrenza dalla sede di servizio o di residenza a quella di esame, in conformità di quanto previsto in materia di compensi dalle vigenti disposizioni. Tali quote sono calcolate con riferimento al periodo continuativo di svolgimento dei lavori della commissione e in misura proporzionale alla durata complessiva delle operazioni d’esame della sessione ordinaria.


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