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Discussione: Maturità, latino al Classico

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    Maturità, on line il 3 giugno gli elenchi delle commissioni

    L’esame al via il 19 giugno con la prima prova scritta di italiano
    Sale l’ attesa sia per tra gli studenti che tra i professori per lunedì 3 giugno quando saranno disponibili sul sito www.istruzione.it gli elenchi delle commissioni degli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione.
    Già dalle prime ore di domani, tuttavia, secondo quanto riferisce una nota inviata dal ministero dell’Istruzione a Direttori degli uffici scolastici regionali, segreterie scolastiche e provveditorati agli studi, si potranno consultare, attraverso l’accesso al sistema informatizzato del Sidi, le composizioni delle commissioni, per visualizzare i commissari esterni e presidenti di commissione.
    La riunione preliminare di insediamento delle commissioni è fissata al 17 giugno.
    È confermato anche quest’anno l’utilizzo del “plico telematico” per l’invio alle scuole delle tracce per la prima e seconda prova scritta (nonché, ove prevista, quarta prova) dell’esame di maturità.
    La prima prova scritta (quella di italiano, uguale per tutti gli indirizzi) è in calendario per mercoledì 19 giugno, la seconda (quest’anno i ragazzi del classico dovranno cimentarsi con il latino, gli studenti dello Scientifico dovranno vedersela con la Matematica e i ragazzi del Linguistico con una lingua straniera) giovedì 20 giugno e la terza (il quizzone) lunedì 24 giugno.
    Il giorno successivo saranno ancora impegnati i maturandi dei licei e degli istituti tecnici presso i quali è presente il progetto sperimentale Esabac e quelli dei licei con sezioni a opzione internazionale spagnola e tedesca.


    La Stampa
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    Favoriscono i percentili agli esami di Stato le scuole paritarie?

    La nuova norma che introduce i percentili nei prossimi esami di stato rischia di creare disparità tra gli studenti iscritti in scuole diverse Infatti, in ogni scuola i punti di bonus saranno assegnati secondo tabelle riportanti intervalli valutativi distinti, perché rapportati alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola ma nell’anno scolastico 2011/12. Il bonus (max 10 punti) utile per potersi iscrivere in una facoltà universitaria a numero programmato, spetterà solamente ai candidati che avranno ottenuto un voto di maturità pari o superiore a 80/100, in altre parole per vedersi attribuire il massimo del punteggio lo studente dovrà diplomarsi con un punteggio che nell’anno scolastico precedente è stato superato dal 5 per cento degli studenti iscritti alla stessa scuola. Questo meccanismo valutativo porta con sé alcune ombre, ben evidenziate in un articolo pubblicato sulle pagine de “La Repubblica”, dove si riporta un confronto tra due scuole romane, in relazione ai risultati attribuiti negli esami di stato dell’anno scolastico 2011/12. Nell’articolo si legge testualmente: “A Roma, per acciuffare il massimo del bonus – 10 punti – basterà diplomarsi con appena 81 centesimi al liceo classico paritario Pirandello, mentre non basterà neppure diplomarsi con 100 e lode al classico statale Virgilio perché – per il complesso meccanismo di calcolo – gli studenti di questa scuola potranno ambire al massimo a 9 punti “.
    Da quanto scritto, il prossimo anno scolastico i percentili degli esami di stato potrebbero condizionare i flussi di iscrizione nelle scuole superiori di secondo grado, favorendo, come nel caso romano riportato da La Repubblica, le scuole paritarie.


    Tecnica della scuola
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  3. #3
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    Maturità il ministro sul caso dei “bonus”: “Molte proteste, l’obiettivo è semplificare”

    Maria Chiara Carrozza rivela di ricevere appelli e lettere: “Provvedimento ereditato, lo esamineremo”. Per la prima volta gli studenti potranno aggiungere fino a 10 punti al risultato dei test d’ammissione. Ma il sistema rischia che con lo stesso voto si prendano punti diversi anche in scuole della stessa città Sul pasticcio del bonus-maturità per i test di accesso all’università interviene il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. E lo fa da Buti in provincia di Pisa, dove ha consegnato una copia della Costituzione ai ragazzi del comune toscano, “Sui bonus maturità ci sono molte discussioni, ma il mio obiettivo è quello di semplificare la normativa rispettando i principi”. Proprio l’altro ieri il ministero ha pubblicato gli intervalli di voti che consentiranno agli diplomanti di quest’anno di raggranellare qualche punto - da 4 a 10 - che verrà sommato all’esito del test di ammissione a medicina e alle altre facoltà a numero chiuso nazionale.
    Ma il meccanismo messo in piedi dall’ex ministro Francesco Profumo determina disparità fra alunni di scuole diverse anche della stessa città. Dai calcoli di Repubblica.it rischiano di essere avvantaggiati Avvantaggiando le scuole non statali e gli studenti degli istituti tecnici a scapito dei liceali. Nelle intenzioni l’obiettivo doveva essere esattamente quello opposto: evitare che gli studenti che frequentano i diplomifici privati o istituti poco seri venissero favoriti dalla manica larga dei giudizi. Ma i criteri messi creati rischiano di penalizzare soprattutto gli studenti dei licei o comunque degli istituti più selettivi. E il neoministro Carrozza prende le distanze dal suo predecessore.
    “Ho ereditato - spiega il ministro - il provvedimento e sto cercando di capire. Sto ricevendo tantissimi appelli e lettere di giovani su questo tema, la cui normativa deve essere semplificata, altrimenti ci esponiamo a discussioni. Il ministero dell’Istruzione è pieno di ricorsi e controversie, alle quali si risponde superando i cavilli e provando a rendere il sistema molto più semplice”. Una dichiarazione che lascia pensare ad un intervento che potrebbe anche riguardare il bonus di quest’anno. I primi a protestare per le evidenti “disparità di trattamento” che la nuova normativa sul bonus-maturità introduce in vista dei test di accesso all’università sono stati gli studenti della rete degli studenti e dell’Unione degli universitari, che hanno chiesto all’inquilino di viale Trastevere un cambio di rotta rispetto al passato attraverso l’apertura di un tavolo di confronto.
    “Queste discriminazioni, sommate all’anticipo dei test a luglio e al sempre ostico sistema di risposte a crocette, scoraggiano sempre più gli studenti e impediscono loro di accedere alla facoltà scelta” aveva detto Michele Orezzi, dell’Udu. “L’esame di Stato già di per sé ha tantissimi problemi, e spesso e volentieri non riesce minimamente a valutare correttamente gli studenti per quel che vale il loro percorso di studi. Dare una ulteriore importanza al voto di maturità rende questa ingiustizia ancora più grande e stabilisce delle nuove barriere al mondo della conoscenza, che già non è un mondo aperto a tutti” aveva aggiunto Daniele Lanni, portavoce della Rete degli Studenti Medi.

    Eduscuola
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  4. #4
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    Bonus maturità, i rettori chiedono lo stop. Ecco quanto pesano i nuovi punti sui test

    “Meglio congelare”, la Crui interviene sul caso della disparità nelle valutazioni. Abbiamo simulato quanto il “pacchetto” da 4 a 10 punti a disposizione dei più bravi avrebbe influito su alcune graduatorie lo scorso anno: Si possono fare salti di centinaia di posti Si congeli il provvedimento relativo al “bonus maturità” in vista di una revisione. Lo suggerisce il Presidente della Crui (Conferenza dei rettori), Marco Mancini, esprimendo la “più viva preoccupazione” in merito alla vicenda dei test d’ingresso per i corsi di laurea a numero programmato, sulla cui valutazione ‘pesa’ anche il voto conseguito all’esame di Stato che chiude il ciclo delle superiori.
    Così scendono in campo anche le Università nel “caso bonus”, il problema nato dalla norma voluta dal precedente ministro che per la prima volta permette di aggiungere da 4 a 10 punti ottenuti con un voto di maturità di almeno 80 centesimi a quelli dei test di ammissione per l’accesso alle facoltà a numero chiuso. Il problema è che – come anticipato giorni fa da Repubblica.it – il meccanismo di calcolo crea evidenti disparità tra scuola e scuola. Sono fioccate le proteste e anche lo stesso ministro Carrozza ha creato una commissione per un parere, di fatto un momento di riflessione in vista di una decisione.
    Alcune simulazioni. E, usando i risultati dello scorso anno, abbiamo provato a simulare come il nuovo meccanismo avrebbe modificato alcuni test di ammissione. Alcuni esempi usando le graduatorie dei test di ammissione a Medicina e Odontoiatria del 2012/2013. I 10 punti di bonus di quest’anno valgono il 10 per cento del punteggio complessivo dell’ammissione all’università, visto che il test verrà valutato in novantesimi. E’ come se l’anno scorso il bonus fosse variato da 3,2 punti a 8 punti. Quanto pesano 8 punti in una graduatoria come quella del test di Medicina, dove in alcuni casi si può essere esclusi per un quarto di punto?
    Iniziamo da come verrà attribuito il bonus quest’anno. Prendiamo ad esempio due studenti di Pavia: uno del liceo scientifico statale Copernico e l’altro dello scientifico Paritario Olivelli. Supponiamo che quest’anno si diplomino entrambi con 85 centesimi e che decidano di tentare il test di Medicina. Secondo le tabelle pubblicate venerdì scorso dal Ministero, essendo diversa da scuola a scuola l’attribuzione del bonus, nel primo caso il ragazzo non avrà neppure un punto di bonus, mentre lo studente dell’istituto paritario riuscirà a strappare ben 10 punti di bonus, che tradotti nella graduatoria di medicina dello scorso anno corrispondono a 8 punti.
    Cosa sarebbe accaduto con 8 punti in più o in meno nella graduatoria di accesso a Medicina e Odontoiatria della macroarea Brescia-Pavia-Verona dell’anno scorso? Nel 2012/2013, tra Medicina e Odontoiatria, il ministero ha messo in palio 680 posti nei tre atenei in questione. L’ultimo classificato - il 680° - ha totalizzato 42 punti. Con 8 punti in meno si sarebbe piazzato al 1.515° posto: ben 835 posti al di sotto del proprio piazzamento. Mentre con 8 punti in più avrebbe fatto un balzo in avanti al 213° posto. Si tratta, ovviamente, di un esempio limite ma che dà l’idea dell’impatto sulle graduatorie in questione di una quota pari al dieci per cento del punteggio complessivo del test.
    Chi si aggiudicherà 4 punti potrà saltare di 100 o 200 posti in avanti o indietro giocandosi l’ammissione. E se ci sono studenti disposti ad andare in Albania in Romania pur di inseguire il sogno del camice bianco, ci saranno sicuramente studenti disposti ad inondare i tribunali amministrativi e lo stesso ministero per denunciare le disparità di trattamento tra studenti che hanno conseguito il diploma con lo stesso punteggio o con punteggi diversi, ma che hanno ottenuto bonus opposti ai voti della maturità.
    Un altro esempio. Scendendo nella macroarea Firenze-Parma-Pisa-Siena le disparità si accentuano. L’anno scorso, nei tre atenei toscani e in quello emiliano, il ministero a messo in palio 1.225 posti per Medicina e Odontoiatria. Lo studente piazzatosi al 1.225° posto ha ottenuto 39 punti nel test. Con 8 punti in più sarebbe salito al 366° posto: ben 859 posti sopra il suo. Con 8 punti in meno sarebbe precipitato al 2.681° posto, senza nessuna speranza di essere ripescato per qualche rinuncia.
    Anche al Sud non sarebbe cambiato molto. Tra Bari-Foggia e l’università del Molise, l’anno scorso, furono messi a disposizione degli studenti 505 posti. L’ultimo classificato in posizione utile - il 505° - totalizzò 38,5 punti. Una posizione che con otto punti in più lo avrebbe collocato al 146° posto che si sarebbe trasformato nel 1.295° posto con otto punti in meno.
    E se i punti di distacco fossero soltanto due, cosa accadrebbe? Nell’area tosco-emiliana si precipiterebbe in graduatoria di 309 posti. In quella lombardo-veneta due punti in meno di 203 posti verso il basso e in quella meridionale presa in considerazione - Bari-Foggia-del Molise - si scenderebbe di 120 posizioni.


    Eduscuola
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    Esami di maturità: una porta d’ingresso sulla vita

    L’esame di maturità è nella memoria collettiva quanto lo sono gli archetipi di Jung. Chi non ricorda il proprio esame di maturità come uno dei momenti più significativi della sua vita? Mi rivedo davanti ad un bicchiere di latte la mattina degli esami: “non ce la farò mai”, pensavo. Ce l’ho fatta, come tutti prima o poi. Difficile convincere i ragazzi che devono affrontarlo, spesso mi capita di raccogliere le loro ansie.

    Quello che è in ballo sul piano affettivo, non è tanto il grado di apprendimento, ma quanto ci si sente capaci di lanciarsi nel mondo adulto, in quel viaggio senza ritorno che può allettare, ma anche no.
    Una volta superato ci si rende conto che l’esame di maturità era ben poca cosa rispetto a tutto quello che ci si trova ad affrontare dopo, perché come diceva Eduardo gli esami non finiscono mai e non si riferiva certo a quelli universitari.
    Ogni volta che raggiungiamo un obiettivo ci fermiamo ad assaporarne la soddisfazione, ma è un momento che dura poco. In men che non si dica ci troviamo di fronte a nuovi obiettivi e a programmare nuovi percorsi. Ogni volta per raggiungerli dobbiamo superare i nostri limiti, altri esami, a livelli diversi di complessità.
    Siamo d’accordo perciò sull’importanza di superare un esame.
    E cosa significa non superarlo? Un obiettivo mancato? Un fallimento? A giudicare dalle reazioni personali si direbbe di sì, ma siamo sicuri?
    Andrea è uno studente del quinto che sta ripetendo l’anno. Ha la testa bassa e un cappelletto con una visiera che gli copre gli occhi, guarda un punto lontano del pavimento. L’anno scorso all’improvviso ha perso l’interesse per lo studio, sicuramente dopo la fine di un rapporto sentimentale e ha cominciato ad andare male. E’ stato ammesso agli esami, che però non sono andati bene ed è stato bocciato.
    Il colpo è stato forte. Voleva gettare la spugna e lasciare la scuola. I genitori lo convincono a riprovare, ma le cose non vanno, rischia anche quest’anno, ed è piuttosto demotivato.
    La verità è che non ha ancora superato la delusione per l’esame (e quella sentimentale). Considera la bocciatura come la dimostrazione della sua incapacità e la sua autostima è a terra.
    La vergogna che si porta dentro per questa decretata incapacità personale, non gli permette di guardare in faccia gli altri, di avvicinarsi ai nuovi compagni. Viene a scuola ma sente il bisogno di starsene in disparte e nascondersi sotto un cappello.
    Messa così sembrava solo una gran brutta esperienza. Ma la psicologia non ce lo consente, sappiamo che anche i momenti più negativi hanno un lato positivo.
    Ne parliamo e in effetti se dobbiamo considerarla in questi termini, Andrea coglie un “vantaggio”, non si sentiva pronto a uscire dal Liceo. Pensare all’università, programmare un futuro… non si vedeva proprio fuori di qui, non aveva alcuno scenario del dopo.
    Non si sentiva pronto e invece si era convinto di essere incapace e stupido.
    Potevamo dire che si era concesso un anno di riflessione. Mentre ne parlavamo, Andrea provava a vedere le cose in un altro modo, e sì forse aveva avuto un ruolo più attivo di quello che credeva, l’aveva più agita che subìta questa bocciatura.
    Questa nuova lettura sembrava più utile ad Andrea per riprendere il suo percorso.
    Quando le cose non vanno il senso di fallimento può essere enorme, ma i vantaggi possono essere più importanti per l’equilibrio personale. Obiettivi importanti possono essere sacrificati o procrastinati, per concedersi di arrivarci preparati.


    Eduscuola
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  6. #6
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    Maturità 2013, tra test-mania e i pasticci di Profumo



    In un mondo in cui la comunità scientifica sta mettendo in discussione la valutazione tramite test, gli studenti della scuola italiana li fanno in II e V elementare, in I e III media, in II e V (dal prossimo anno, pare, obbligatoriamente) superiore, al I e al III anno di università. Consumatori acritici e piccole catene di montaggio, in una visione egemonizzata dall’uso ideologico dei test, da cui sembrano essere programmaticamente esclusi i tempi distesi dell’apprendimento e della riflessione. Risolutori di quiz, così li vogliamo. Dove sono andati a finire l’alto valore del pluralismo delle competenze e delle capacità e i saperi analitico-critici? Da noi tutto arriva in ritardo. Questa volta la nostra attitudine ai tempi lunghi avrebbe potuto rivelarsi un elemento positivo. Invece no. La test-mania incombe, straripa, moltiplica i propri obiettivi, avanza, dilaga, qualificandoci per l’ennesima volta quale la retroguardia culturale che siamo.
    C’è di più. Il solo apparentemente sobrio Profumo (uno dei letali ministri degli ultimi anni) ebbe qualche tempo fa una “geniale”, demagogica idea: anticipare i test di ammissione all’università. Il relativo decreto, emanato il 24 aprile scorso, sarà annullato però da un imminente provvedimento, destinato a cancellare l’ipotesi che gli studenti debbano sostenere a luglio (cioè in pieno o immediatamente post esame di Stato) il test di ammissione alle facoltà universitarie, spostato a settembre.
    Nei “lungimiranti” progetti dell’ex ministro ci sarebbe stato persino un anticipo dei test in primavera, come hanno già fatto Luiss, Cattolica e Bocconi. Il provvedimento avrebbe dovuto sanare alcuni presunti gap a carico dei nostri studenti rispetto ai colleghi europei: garanzia di un inizio più regolare dell’anno accademico; migliore organizzazione logistica per chi si debba trasferire; maggior numero di scelte alternative per coloro che non avranno passato le selezioni. Silenzio sul fatto che l’anticipo avrebbe avuto ricadute negative notevoli in termini di concentrazione su quell’appuntamento che, nonostante l’incuria che persino il governo dei “professori” ha riservato alla scuola, continua ad essere l’atto conclusivo di un percorso di 13 anni, suggellandone il termine e segnando una tappa importante nella vita di ciascuno. Nonostante le proteste vibrate delle associazioni studentesche, Profumo – come per il concorso dei docenti e per il regolamento sulla valutazione, due temi su cui certamente non si è distinto per gestione democratica e condivisa – è andato avanti.
    La sconfessione esplicita da parte del governo attuale -politicamente stravagante (persino più di quello precedente) – marca il fallimento totale del decisionismo di Profumo, che ha tentato in tutti i modi di segnalare il proprio come il mandato più autoreferenziale della storia di Viale Trastevere, sorridendo amabilmente in qualsiasi circostanza, sia che gli arrivassero consensi sia che (i casi più frequenti) fossero fischi. Impermeabile alle critiche quanto alle pratiche di consultazione e dialogo.
    Il futuro decreto prevede anche la ridefinizione dei criteri di valorizzazione del percorso scolastico e dunque del controverso “bonus maturità”. Un provvedimento che ha tentato di risolvere in modo meccanico una questione estremamente complessa. Il decreto Profumo stabiliva che i punti, da 4 a 10, sarebbero stati «attribuiti esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto almeno pari a 80/100, rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola nell’anno scolastico 2011/12». Le tabelle che hanno previsto la conversione, attraverso i percentili, del voto di maturità in punti bonus, hanno fatto emergere disparità tra città e città ma anche tra scuola e scuola.
    La finalità era, probabilmente, quella di pareggiare attraverso criteri di equità il grande divario che esiste nell’assegnazione del voto all’esame di Stato. In realtà la questione si è tradotta in un boomerang che ha sortito l’effetto opposto. Facciamo un esempio: si prenda una scuola statale molto seria o molto “dura” (i due aggettivi non sono necessariamente sinonimi), in cui gli studenti o per l’ottima preparazione o per effetto della selezione (più o meno) “naturale” nel corso degli anni, arrivino a conseguire voti di maturità molto alti e globalmente alti. Si prenda, poi, una scuola paritaria, modello “diplomificio”, nella quale vanno a confluire spessissimo studenti indolenti ma danarosi, che acquistano a suon di euro il viatico per uscire dalla scuola. Questi ultimi passeranno tutti (o quasi), considerando il livello generale e le “pratiche preventive” che quelle scuole attuano in occasione dell’esame di Stato; ma con voti meno alti. La tabella relativa ai percentili degli istituti italiani attesta che la seconda scuola avrà un punteggio superiore, dovendo “risarcire” i propri studenti del trattamento subito.
    Attendiamo, si tratta di ore, l’emanazione del nuovo decreto. Quello che è certo è che gli studenti dell’ultimo anno di superiore hanno dovuto iscriversi tassativamente entro il 7 giugno (pagando entro il 14 giugno i 35 euro previsti per gli atenei statali; nulla in confronto ai 130 per il Campus Biomedico di Roma, privato) ai test di ingresso e compilare una lista di “preferenze” delle province nelle quali – in caso di ammissione – avrebbero potuto/voluto/dovuto andare. Tutto ciò ad una settimana dall’esame di Stato, la maturità; dibattendosi, negli ultimi giorni, tra un quiz, la preparazione delle ultime verifiche, simulazioni di prove, studio delle materie scolastiche.
    Questo perché il prof. Francesco Profumo, quello che ha messo a concorso il turn over sulle cattedre scolastiche chiamandola “rivoluzione”, aveva fretta di lasciare la propria impronta, oltre che sui precari, anche sulle sorti di questa generazione di maturandi.


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    Maturità 2013, tracce prima prova: Magris, Pasolini, omicidi politici e Brics


    Scelto un testo dell’autore tratto da “L’infinito viaggiare”. E ancora individuo e società di massa con brani dagli “Scritti corsari” del regista scomparso, Canetti e Montale; Stato, mercato e democrazia e la rete della vita. Infine Brics e Paesi emergenti per il tema storico.
    Maturità al via con la prima prova di italiano. Dopo le indiscrezioni della vigilia, nelle tracce di quest’anno per l’analisi del testo (tipologia A) il ministero propone Claudio Magris con un brano tratto da ‘L’infinito viaggiare”. Smentito invece Luigi Pirandello che le prime indiscrezioni su facebook e su twitter, anche tramite gli hashtag #primaprova della #maturità2013, davano per certo. Per il tema generale, secondo il forum di Studenti.it, la traccia è questa: “La vita non è solo lotta di competizione ma anche trionfo di cooperazione e creatività”. Il tema letterario (tipologia B) “affronta, invece, la relazione individuo/società di massa attraverso testi di autori tra i quali Pasolini, con un brano tratto dagli “Scritti corsari”, Montale e Canetti. Il tema storico (B) affronta l’argomento dei cosiddetti Brics, i Paesi emergenti con economie in rapida crescita. Il tema socio-economico (B) è su Stato, mercato e democrazia: anche qui testi a supporto di vari autori tra i quali Krugman e Zingales”. L’articolo storico-politico (C) è sugli omicidi politici, il tema scientifico (B) prevede la realizzazione di un saggio breve o articolo è dedicato alla ricerca sul cervello e negli allegati c’è il riferimento al progetto “Brain” illustrato dal presidente degli Usa, Barack Obama.

    Analisi del testo: “Infinito viaggiare” di Claudio Magris – Ecco il testo della traccia comparso sul forum di Studenti.it: ”’L’infinito viaggiare”, da cui è tratto il brano proposto agli studenti per l’analisi del testo, è un ampio diario, un resoconto dei più recenti viaggi compiuti dal Magris in varie parti del mondo perché incaricato o per propria intenzione. Il libro contiene un percorso lunghissimo, da luoghi, paesi, Stati vicini ed altri lontani, poco o per niente conosciuti, dalla Spagna all’Inghilterra, Svezia, Norvegia, Germania, Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Australia, Iran, Cina, Vietnam, dalle Isole Fortunate ai tanti Stati dell’Europa centro-orientale, alle città, foreste, fiumi, mari, deserti di zone remote. Quasi l’intero pianeta viene mostrato dall’autore in queste pagine, con la lingua, la cultura, l’arte, la vita, gli usi, i costumi, la storia di ogni posto e il lettore, già dall’inizio, risulta attirato poiché può sapere cose nuove, sempre diverse, conoscere particolari dei quali non aveva mai avuto notizia e che solo al viaggiatore che li cerca non sfuggono”.
    Nella prova viene richiesto il riassunto del brano proposto. Poi l’analisi degli aspetti formali, e dell’idea di viaggio e di frontiera espressi nel testo. Infine, oltre a un commento personale, anche uno alla frase “si ritrova la benevolenza per se stessi e il piacere del mondo”.

    Per il mezzo milione di studenti che sostengono l’esame di Stato, l’invio delle tracce delle prove scritte avviene per via telematica e non attraverso i fascicoli cartacei. La seconda prova scritta si svolgerà giovedì 20 giugno, mentre la terza e ultima è in calendario per lunedì 24 giugno. Severamente vietati cellulari, videotelefonini, palmari, pc portatili e qualsiasi dispositivo di trasmissione dati, pena l’esclusione dalle prove. Qualsiasi collegamento delle scuole con internet è stato disattivato. A vigilare sul corretto svolgimento degli esami, accanto alla struttura informatica del ministero, c’è come sempre, la polizia postale.





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    Predefinito Quel bonus-lavoro ai non diplomati (previsto dall’Ue)

    Ma alla fine superare la maturità o prendersi un diploma di un istituto tecnico potrebbe diventare un handicap per trovare un lavoro nell’Italia al tempo della crisi? Sembra un paradosso, c’è stata anche qualche strumentalizzazione. Ma un fondo di verità nel paradosso c’è. Il bonus, sotto forma di taglio dei contributi, per le aziende che assumono giovani fra i 18 e i 29 anni fissa tre condizioni. Il giovane assunto deve essere disoccupato da almeno sei mesi, oppure vivere con almeno un familiare a carico, oppure non avere un diploma di scuola superiore. Oppure: basta una di queste tre condizioni per avere diritto al bonus. Il che vuole dire che il meccanismo scatta anche per un ragazzo che ha preso la Maturità, la laurea e magari anche un master, ma è disoccupato oppure ha dei familiari a carico. Preso da solo, però, il diploma di scuola superiore può essere uno svantaggio. Qual è il motivo di questa scelta. C’è una ragione politica, perché il governo ha preferito concentrare sgli sforzi sulle persone che hanno più difficoltà a trovare lavoro. E chi ha un titolo di studio in meno ha ancora più problemi degli altri. Ma il vero motivo è che non c’era altra scelta. La gran parte dei soldi che il governo ha messo nel pacchetto lavoro approvato mercoledì viene in realtà dai fondi europei. Ed è proprio Bruxelles a fissare gli obiettivi per i quali possono essere usati. Quei tre requisiti — vale la pena di ripeterlo, ne basta uno solo — sono previsti proprio dall’Unione europea per i programmi di coesione e inclusione sociale che finanzia. Anzi, quei soldi erano già impegnati in altri progetti e solo dopo una lunga e faticosa trattativa l’Italia è riuscita a riprogrammarli, cioè a dirottarli verso gli incentivi contro la disoccupazione giovanile. Per lo stesso motivo il bonus è rivolto soprattutto al Mezzogiorno. I fondi europei che il governo italiano ha preso per il pacchetto erano vincolati a quattro Regioni: Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. E solo dopo un’altra trattativa, pure questa lunga anche se un po’ meno faticosa, è riuscita a spalmarli su altre quattro Regioni del Sud: Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise. Restringendo così il campo sul quale spalmare le poche risorse nazionali che è riuscito a trovare. Oltre al titolo di studio, c’è poi un’altra apparente asimmetria nel pacchetto del governo. Perché concentrarsi sui giovani, anzi su quelli fino a 29 anni, quando anche nella fascia sopra i 30 la disoccupazione è un problema per non parlare di chi il lavoro lo perde dopo i 50 e rischia seriamente di non trovarlo più? Anche qui c’è una scelta politica che spiega direttamente il ministro del Lavoro Enrico Giovannini: «Avere un giovane fuori dal mercato del lavoro per cinque anni crea un danno per la collettività maggiore rispetto a quello generato da un cinquantenne nella stessa condizione». Ma pure stavolta la spiegazione vera sta nella provenienza dei soldi, fondi europei e quindi da utilizzare per i giovani o da non utilizzare affatto. Per bilanciare il pacchetto, però, il governo ha inserito nel decreto un altro incentivo. Le aziende che assumono un disoccupato incasseranno la metà del sussidio di disoccupazione residuo. Per capire: se al momento dell’assunzione il disoccupato ha diritto ancora a dieci mesi di sussidio l’azienda che lo assume ne incasserà cinque. Stavolta i fondi europei non c’entrano. Anzi, non è stato necessario stanziare nemmeno soldi «italiani» perché ci si limita a cambiare destinatario (dal disoccupato all’impresa che lo assume) di soldi che già ci sono perché il fondo è alimentato dai contributi di tutti i lavoratori. Per questo il secondo bonus è per tutti: anziani o giovani, residenti al Sud o al Nord. E anche laureati, studenti freschi di maturità o solo con la terza media.


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    Prova orale, oltre allo studio ci vuole il look giusto

    I colloqui orali dell’esame di Maturità sono iniziati e molti studenti aspettano con ansia e tensione il loro turno. Ecco come il sito specializzato Skuola.net consiglia di prepararsi, gestire l’ansia e anche gestire il proprio look.



    - DURATA DEL COLLOQUIO: Durante l’orale, di solito, si utilizzano i primi 15-20 minuti circa per lasciare al maturando il tempo di presentare la sua tesina o percorso. In seguito altri 15-20 minuti sono dedicati alle domande della commissione e infine 10 – 15 minuti sono utilizzati per la verifica e commento delle prove scritte. In tutto, un colloquio orale dura all’incirca 40 – 50 minuti.
    - IL LOOK GIUSTO: è importante puntare alla semplicita’ e alla compostezza: colori chiari, tessuti leggeri, no alle scollature e a pantaloncini o gonne corte. Per il make up femminile si consigliano i toni pastelli e, in generale, la moderazione e la sobrietà: si sta andando pur sempre a sostenere un esame di Stato.
    - COME SCONFIGGERE L’ANSIA: Avere un po’ di agitazione e’ normale, ma il consiglio è quello di ridimensionare l’idea del colloquio orale. Infatti, nessuno degli insegnanti in commissione avrà il desiderio di mettere in difficoltà gli studenti. Un trucco è quello di parlare di ciò che si conosce senza concentrarsi eccessivamente sul contesto. In questo modo ci si accorgerà che la prova sarà meno spaventosa di quanto in molti ora non credano. Se la paura di bloccarsi, soprattutto all’inizio dell’esposizione, è forte, un consiglio è quello di mettersi davanti agli occhi una copia del percorso aiutandosi con quella, sempre che non si sia deciso di preparare una presentazione in PowerPoint del proprio lavoro finale.
    - COME INIZIARE IL DISCORSO SULLA TESINA: Per essere sicuri del discorso di presentazione della tesina o percorso, occorre prepararlo in anticipo prevedendo il punto in cui inserire un argomento o un altro.BE’ importante pianificare e ripetere prima tutto il discorso, in modo da sapere da quale argomento iniziare per poi legare tutti gli altri a catena.
    - LA PAROLA D’ORDINE DEVE PERÒ ESSERE FLESSIBILITÀ. Infatti, c’è sempre la possibilità che un membro della commissione possa interrompere lo studente che deve essere in grado di saper tornare all’argomento o passare a quello successivo. In più, se non si sa in che modo legare alcuni argomenti ad altri in un discorso fluido, bisogna assolutamente evitare di fermarsi passando improvvisamente ad un nuovo discorso. Al contrario, occorre ritornare al tema principale della tesina introducendo la nuova materia. Per rendere tutto più semplice si può preparare una presentazione in PowerPoint oppure tenere sotto gli occhi una copia del percorso.
    - I COMMISSARI POSSONO FARE DOMANDE ANCHE SULLE PROVE SCRITTE: L’ultima parte del colloquio orale e’ dedicata proprio alla discussione delle prove scritte, e la commissione chiederà chiarimenti, soprattutto se ha riscontrato errori o ambiguità in alcune parti.
    - IL PUNTEGGIO DELL’ORALE: Il massimo è di 30 punti, mentre la sufficienza equivale a 22 punti. In ogni caso, un’insufficienza all’orale non vuol dire bocciatura: il punteggio finale dell’esame di Maturità si compone del voto della prova orale sommato a quello complessivo delle prove scritte e dei crediti scolastici.

    La Stampa
    "L'esperienza è maestra di vita"



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    Maturità: la crudeltà delle simulazioni di terza prova in un Tweet


    In aria di Maturità, questa è la settimana in cui, di norma, i prof decidono di fissare le simulazioni per la terza prova: crudeltà estrema per validi motivi. Ad esempio, i test d’ingresso tra pochi giorni, il voto che fa media, l’oscurantismo sulle materie. E i ragazzi si sfogano su Twitter.
    In questa settimana in molte quinte classi è in programma la simulazione della terza prova. Ma perché gli studenti se ne preoccupano tanto? Perché, come scriviamo su Skuola.net, per far sì che i ragazzi non la prendano sotto gamba, in molti casi il voto della simulazione fa media con i voti scolastici. Ma il culmine della crudeltà si ha quando i prof decidono di tenere i ragazzi all’oscuro delle materie scelte, in un vero e proprio clima di prova generale per la Maturità. Per 1 maturando su 5, poi, bisogna anche aggiungere l’incubo del test d’ingresso a Medicina, in programma tra soli sette giorni.
    CRUDELE SIMULAZIONE TERZA PROVA – L’8 Aprile, esattamente tra una settimana, per quasi 70mila maturandi è in programma il test d’ammissione a Medicina, e la preparazione a questo evento può distrarli dai propri impegni scolastici. Non tutti i prof, però, capiscono la situazione: infatti, in molti decidono di fissare la simulazione di terza prova in questi giorni. 4 o 5 domande a risposta aperta, con un numero minimo di righe da rispettare, e a risposta multipla, riguardanti argomenti sui quali non sempre i ragazzi vengono precedentemente informati: all’esame vero e proprio, infatti, le materie di terza prova sono per lo più sconosciute agli studenti. I ragazzi dovranno preparare, quindi, una grande quantità di argomenti, con la possibilità che il voto faccia poi media per l’ammissione.
    E IL LATO POSITIVO? – Anche in una situazione che sembrerebbe essere così difficile c’è sempre la possibilità di volgere le cose a proprio vantaggio. La simulazione, infatti, permetterà di capire con un anticipo le strategie dei prof in sede d’esame, quando almeno una delle cinque domande riguarderà una materia affidata ad un commissario esterno. In più, sono i docenti a scegliere come articolare la prova, per cui l’esito della simulazione servirà anche agli insegnanti per capire su quali quesiti basarla.
    LO SFOGO CHE CINGUETTA – Nell’epoca della condivisione e dei social network, i maturandi italiani non potevano lasciarsi scappare l’occasione di twittare sulla #terzaprova per la #Maturità2014. Ecco, quindi, sfoghi, ironia, ansie e preoccupazioni, in una sintesi da 140 caratteri. Un buon modo per esercitarsi a rispettare i limiti di risposta alle domande aperte!



    Edscuola
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