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Discussione: Dal Governo 358 milioni di euro per i 1.706 istituti più insicuri

  1. #11
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    In dirittura d’arrivo il Piano nazionale di edilizia scolastica


    Conterrà norme innovative sull'ammodernamento del patrimonio immobiliare in tutta Italia. Scontata l’approvazione del Cipe, resta da capire se conterrà anche l’attesa “anagrafe” degli istituti.
    L’atteso piano nazionale di edilizia scolastica è in dirittura d’arrivo: fonti di agenzia, del 25 gennaio, indicano che il Piano è stato inserito nella bozza del disegno di legge sulle semplificazioni, contenente norme innovative sull'ammodernamento del patrimonio immobiliare in tutta Italia. Nello stesso ddl è specificato che sarà il Cipe a procedere all'approvazione. Ma poiché meno di una settima fa lo stesso Cipe ha già dato l’ok per lo sblocco di oltre 550 milioni di euro, da destinare proprio all’edilizia per l’istruzione pubblica, l’esito appare scontato.
    Come già accennato nei giorni scorsi dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profum0, il piano prevede non solo la costruzione di nuove strutture, costruite con logiche di rispetto per l’ambiente e di prevenzione degli incidenti, ma anche l’ammodernamento e la razionalizzazione del patrimonio immobiliare scolastico. Nelle intenzioni del Governo, queste novità dovranno far conseguire anche “una riduzione strutturale delle spese correnti di funzionamento”.
    Non è ancora chiaro, però, se il Piano nazionale di edilizia scolastica contenga anche l’attesa “anagrafe” degli istituti, da tempo reclamata per comprendere quale è effettivamente lo stato di salute, a livello strutturale e quindi di prevenzione infortuni, delle nostre 40mila sedi scolastiche.
    Questo l’iter che attende il Piano: nei prossimi giorni la proposta sarà trasmessa alla Conferenza unificata (al massimo entro un mese dalla data di entrata in vigore del decreto) ed entro i successivi 60 giorni verrà approvato definitivamente.


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  2. #12
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    Incontro Anci-Profum0: priorità alla sicurezza


    Si è svolto oggi l’incontro tra il ministro dell’Istruzione Francesco Profum0 e una delegazione dell’Anci, guidata dal presidente Graziano Delrio.

    Al termine dell’incontro Delrio ha rilasciato brevi dichiarazioni per fare il punto sui risultati dell’incontro: “Abbiamo segnalato i problemi relativi alla messa in sicurezza degli edifici scolastici e abbiamo anche ribadito la richiesta che vengano escluse dal rispetto dei vincoli del Patto di stabilità le spese di edilizia scolastica”, ha spiegato il presidente dell’Anci.

    Altro argomento trattato nell’incontro è quello dell’innovazione: ''Bisogna ragionare e investire sulle Smart cities che rappresentano un’opportunità di sviluppo economico e di recupero urbano. Lo spirito dell'incontro di oggi con il ministro - ha concluso Delrio - è stato appunto quello di puntare molto sulle città per l'innovazione e la competitività e siamo certi che su questo progetto di lavoro Comuni e Ministero possano continuare ad incontrarsi e a lavorare insieme”.


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  3. #13
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    Predefinito Varate in conferenza unificata le nuove linee guida per l’edilizia scolastica

    Varati oggi i principi ispiratori delle nuove Linee Guida per le architetture interne delle scuole su proposta del ministro Francesco Profumo, dopo il parere della Conferenza Unificata: ”Se la scuola cambia e si rinnova, allora devono cambiare anche gli edifici e gli spazi educativi.” La scuola cambia seguendo dunque i nuovi criteri per la costruzione degli edifici scolastici e volgendo lo sguardo al futuro, ai nuovi spazi di apprendimento coerenti con le innovazioni determinate dalle tecnologie digitali e dalle evoluzioni della didattica. Tra gli obiettivi di fondo, garantire edifici scolastici sicuri, sostenibili, accoglienti e adeguati alle più recenti concezioni della didattica, sostenute dal percorso di innovazione metodologica intrapreso grazie alla progressiva diffusione delle ICT nella pratica educativa. Le Linee Guida rinnovano i criteri per la progettazione dello spazio e delle dotazioni per la scuola del nuovo millennio. Per questo motivo si discostano dallo stile prescrittivo delle precedenti, risalenti al 1975. La nuova logica, infatti, è di tipo “prestazionale”, e rende i criteri di progettazione più agevolmente adattabili alle esigenze didattiche e organizzative di una scuola in continuo mutamento. Vengono dunque riconfigurate la architetture interne, proponendo una concezione dello spazio differente da un modello di organizzazione della didattica rimasto ancorato alla centralità della lezione frontale. Le Linee Guida appena approvate propongono invece spazi modulari, facilmente configurabili e in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi, ambienti plastici e flessibili, funzionali ai sistemi di insegnamento e apprendimento più avanzati. Se infatti cambiano le metodologie della didattica, superando l’impostazione frontale, anche la realizzazione degli edifici scolastici dovrà rispondere a parametri e criteri architettonici e dell’organizzazione dello spazio del tutto nuovi. La predisposizione e l’approvazione delle nuove Linee Guida si inserisce all’interno di un percorso, seguito dal Miur, iniziato con un’approfondita ricognizione internazionale, presentata nell’ambito del convegno “Quando lo spazio insegna” del 16 maggio 2012. In quella occasione è stata avviata una ricerca di soluzioni operative che consentano un’effettiva rigenerazione del patrimonio scolastico, per renderlo più adatto all’evoluzione tecnologica e rispondente ai criteri di sicurezza.
    Un impegno, questo, che si è poi concretizzato anche attraverso la recente direttiva firmata dal ministro Profumo, che prevede lo stanziamento di 38 milioni di euro da destinare alla costruzione di nuove scuole attraverso lo strumento del fondo immobiliare e nel rispetto delle nuove Linee Guida.


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  4. #14
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    Carrozza: l’edilizia scolastica è una priorità del Governo

    L’edilizia scolastica è una priorità del governo e la prossima settimana il ministro Maria Chiara Carrozza incontrerà i rappresentanti di Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e Upi (Unione delle Province d’Italia) per discutere la questione. Il ministro lo ha annunciato rispondendo alla lettera del padre di due alunni della scuola “Tortorelle” di Agrigento che, la settimana scorsa, sono stati coinvolti nel crollo di un tetto dell’istituto, rimanendo fortunatamente illesi.
    «La scuola deve essere un luogo sicuro, dove accompagnare i propri figli serenamente, dove i ragazzi possano crescere e imparare senza paura» scrive il Ministro dopo aver testimoniato la sua vicinanza alla famiglia per l’accaduto.
    «Lo stato e la qualità degli edifici che ospitano le scuole rappresentano – continua il Ministro – un indicatore di quanto una comunità crede e investe nel benessere e nel futuro dei ragazzi. Per questo voglio ribadire che l’edilizia scolastica è una priorità del governo e del ministero, e desidero prendere con voi l’impegno che farò quanto possibile perché, dopo anni di tagli e sacrifici in questo settore, si torni di nuovo ad investire».
    «Non possiamo permettere – spiega il ministro – che alunni, insegnanti e personale della scuola vivano in ambienti insicuri e poco funzionali. Anche in un periodo di crisi come quello che l’Italia e l’Europa stanno attraversando il governo deve considerare centrale nella sua agenda un’azione per promuovere interventi in questo settore, sapendo che la spesa per l’istruzione e la formazione rappresenta un investimento per il futuro del Paese. A tal fine la prossima settimana – conclude il ministro Carrozza – incontrerò i rappresentanti di Anci e Upi per discutere con loro di edilizia scolastica e di politiche attive per la scuola e la formazione. Spero di avere presto risultati concreti e di poterli annunciare con voi ad Agrigento».



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  5. #15
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    Cisl: senza investimenti nella scuola, niente crescita


    Se non riparte la crescita, la scuola rischia di subire altri tagli. Ma se sulla scuola non si torna a investire, la crescita non ripartirà“. Così l’economista Giacomo Vaciago presenta la contraddizione che vive oggi la scuola italiana intervenendo al congresso nazionale della Cisl scuola a Firenze nel corso di una tavola rotonda dedicata specificamente al tema dei costi della scuola.
    Dal rapporto di ricerca elaborato da Angelo Paletta, dell’università di Bologna, risulta “evidente in Italia il calo del volume di investimenti. Ma non basta invertire la tendenza: la spesa deve essere selettiva, mirata, rivolta in modo non generico ad aggredire le criticità che occorre puntualmente localizzare”.
    Al congresso è intervenuto anche l’ex ministro Beppe Fioroni, che ha insistito sulla necessità prioritaria di una “forte valorizzazione del lavoro per accrescere la qualità della scuola, anche introducendo qualche elemento in più di riconoscimento del merito” e attraverso nuove modalità di reclutamento.
    Il sottosegretario Pier Paolo Baretta, già sindacalista della Cisl, ha sottolineato che “sulle scelte di spesa che riguardano l’istruzione, non si può decidere nel chiuso delle stanze ministeriali, ma bisogna impostare un metodo di lavoro che veda come interlocutori 3 parti: l’Europa, i Comuni e le parti sociali. Sono essi a dover concertare la scelta delle priorità di investimento“.
    Funzionale a un ottimale utilizzo delle risorse investite è anche l’azione valutativa, di cui ha trattato Paolo Sestito nella sua duplice veste di ricercatore del centro studi della Banca d’Italia e commissario Invalsi.


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  6. #16
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    Edilizia scolastica, la Carrozza passa alla fase due

    Iniziato il confronto: il 29 maggio il Ministro ha incontrato una delegazione dell`Unione delle Province d`Italia. La messa in sicurezza degli edifici rimana una priorità nell`azione del Miur. Ma il problema è reperire i fondi necessari. Saitta (Upi): negli ultimi mesi abbiamo ricevuto appena il 13% di quanto era stato stabilito. Dopo gli annunci, prodotti dal giorno dopo l’approdo a capo del dicastero di viale Trastevere, sulla necessità di mettere in sicurezza l’edilizia scolastica, il ministro dell`Istruzione, dell`Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, è passata alla fase due.
    Il 29 maggio ha ricevuto una delegazione dell`Unione delle Province d`Italia per affrontare, in particolare, messa in sicurezza degli oltre 5mila edifici scolastici e l`allarme per i tagli ai fondi destinati al funzionamento delle scuole superiori: l`incontro, riferisce il Miur, è servito ad affrontare “il tema dell`edilizia scolastica, della manutenzione ordinaria e dei costi di funzionamento degli edifici scolastici”. Carrozza ha confermato alla delegazione dell`Upi che “la questione dell`edilizia scolastica sarà prioritaria nell`azione del ministero”.
    In rappresentanza della province era presenta una delegazione dell`ufficio di presidenza Upi, composta dal presidente, Antonio Saitta, dal vice presidente, Angelo Vaccarezza, dal presidente del consiglio direttivo Leonardo Muraro, dal presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza, e dall`assessore all`istruzione della Provincia di Firenze, Giovanni Di Fede. “Abbiamo consegnato al ministro i nostri Dossier sulla scuola, con i dati drammatici sui tagli alle risorse sia per la messa in sicurezza degli edifici che sul normale funzionamento delle scuole. Abbiamo ricordato – ha detto al termine dell’incontro il presidente Saitta – che, dopo 5 anni dalla delibera CIPE che assegnava 758 milioni di euro per la sicurezza delle scuole, a Province e Comuni, abbiamo ricevuto negli ultimi mesi, e solo dopo i ripetuti allarmi lanciati, appena il 13% del totale. Fino al 2011 le Province sono riuscite in qualche modo a supplire alla totale latitanza del Governo centrale, ma adesso, con i tagli drammatici che abbiamo subito negli ultimi tre anni, di cui 1,2 miliardi solo per il 2013, non abbiamo più un soldo. Avevamo programmato – spiega ancora Saitta – interventi per oltre 727 milioni di euro, da fare nell`anno e in particolare nei mesi estivi, quando le scuole sono chiuse, ma non potremmo realizzarne se non per 212 milioni di euro. Il resto, che pure è necessario, non potrà essere fatto”. L’Upi ha quindi questo di escludere le spese per la sicurezza delle scuole dal patto di stabilità. “Perché la scuola – ha sottolineato il presidente – deve diventare la priorità del Paese, e di finanziare un fondo unico per l`edilizia scolastica, in cui fare convergere tutte le risorse che abbiamo a disposizione, anche quelle che derivano dai finanziamenti europei, per avviare un grande piano di edilizia scolastica. Abbiamo apprezzato la comprensione per le nostre preoccupazioni mostrata dal Ministro, con la quale nei prossimi giorni continueremo il dialogo costruttivo avviato oggi per trovare insieme soluzioni comuni. L`obiettivo è di restituire alla scuola il ruolo centrale nelle scelte politiche, economiche e sociali del Paese che gli spetta”.
    Ora la “palla” passa al Miur. Ma sarebbe meglio dire al Governo. Spetterà infatti al premier e ai ministri capire se e come sarà possibile reperire i fondi necessari. E trattandosi di diverse centinaia di milioni di euro, solo per rimanere alle emergenze, non sarà un compito facile.

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  7. #17
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    Rossi Doria: 3 scuole su 4 fuori norma, ci vorrebbe un new deal da miliardi di euro

    Importanti ammissioni dal Miur, tramite il sottosegretario all’Istruzione: ultimamente solo interventi tampone sulle cose più macroscopiche, come le vie di fuga o gli impianti elettrici, ma abbiamo 44 mila edifici e servirebbe un investimento delle banche europee e internazionali con la Cassa Depositi e Prestiti. Oltre che snellire le procedure.
    La situazione dell’edilizia scolastica italiana è davvero difficile. A sostenerlo, da diversi anni, sono associazioni, operatori, sindacati, studenti. E ora anche il ministero dell’Istruzione. Che attraverso il sottosegretario Marco Rossi Doria, nel corso di un intervento a Radio Anch’Io, in una puntata dedicata ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ha “snocciolato” numeri e concetti importanti.
    Il primo riguarda la pericolosità degli istituti. Ebbene, Rossi Doria ha detto chiaro e tondo che non riguarda una minima parte di esseri. Ma che oggi addirittura “tre edifici scolastici su quattro sono parzialmente fuori norma”. Per poi ricordare chedi recente “sono stati fatti soltanto degli interventi tampone sulle cose più macroscopiche, come le vie di fuga o gli impianti elettrici”, ma “abbiamo 44 mila edifici, abbiamo finalmente un’anagrafe dettagliata di tutti i lavori da fare”. Solo che “ci vorrebbe un investimento tipo new deal per molti miliardi di euro. Sarebbe peraltro una misura anticiclica in termini economici”. E ancora: “stiamo cercando un investimento delle banche europee e internazionali insieme con la Cassa Depositi e Prestiti – ha aggiunto – e stiamo cercando di fare un unico fondo per rendere più snelli, insieme agli enti locali, le procedure per l’edilizia scolastica”. Ancora una volta, quindi, il Governo non potrà che lavorare sulle emergenze. Per il resto, che con il passare degli anni diventa sempre più emergenza, si attendono interventi esterni. I quali, però, vista la situazione economica che viviamo, risultano davvero difficili da riscontrare. Morale: al di là delle tante buone intenzioni del ministro Carrozza, che sin dal primo giorno del suo insediamento al dicastero di viale Trastevere ha messo l’edilizia scolastica a norma in cima alle priorità, la situazione dell’adeguamento degli edifici scolastici rimane sempre critica. In certi casi da allarme rosso.
    Rossi Doria, infine, ha parlato della “dispersione scolastica”, ricordando che il Miur ha da poco “investito 120 milioni di euro per fare 210 prototipi nel mezzogiorno. Il sistema – ha concluso – va sburocratizzato”. Anche perché nel frattempo ogni anno si allontanano dai banchi di scuola quasi il doppio degli alunni che ci indica l’Unione Europea come soglia massima.


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  8. #18
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    Superiori, accordo Upi-Anp: sicurezza e manutenzione dalle province alle scuole

    L’intesa prevede la gestione diretta da parte degli istituti scolastici di una serie di interventi, compreso il pagamento delle piccole riparazioni: prevista subito una riduzione del 5% annuo dei costi. Previsti anche vantaggi fiscali: l’Iva passerà dal 21% al 10%. Ridurre le spese di gestione dei circa 5.500 edifici scolastici delle scuole medie superiori ed ottimizzare le risorse oggi messe in campo per migliorare la sicurezza di chi vi opera. Ad iniziare da quella degli studenti. Sono queste, in estrema sintesi, le finalità di un accordo quadro firmato il 13 giugno dall’Upi, l’Unione delle Province d’Italia, e dall’Anp, l’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola, che prevede la gestione diretta da parte degli istituti scolastici di una serie di interventi, compreso il pagamento delle piccole riparazioni. Con il progressivo defilarsi delle province.
    L’intesa, firmata dai presidenti delle due organizzazioni, Antonio Saitta e Giorgio Rembado, si prefigge lo scopo di migliorare una serie di contesti: affrontare con maggiore efficacia la questione della sicurezza delle persone che frequentano gli edifici scolastici, in maggioranza non adeguata alla vigente normativa (tant’é che quasi il 50% delle scuole sono state costruite prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica); rendere più tempestivi ed efficienti gli interventi di manutenzione ordinaria, affidandoli direttamente alle scuole; perseguire obiettivi di risparmio energetico e favorire la progettazione di nuovi edifici in coerenza con un’impostazione più moderna della didattica.
    Secondo alcune stime, ha reso noto Saitta nel corso di una conferenza stampa, l’intesa Upi-Anp dovrebbe consentire da subito una riduzione del 5% annuo dei costi. Saitta ha spiegato che “tutto dipenderà dalle intese sui territori, che potranno migliorare il quadro dei risparmi: ad esempio nella Provincia di Torino, che presiedo, in 4 anni siamo riusciti ad incamerare riduzioni di costi pari a circa il 25%”.
    I protagonisti dell’accordo hanno quindi spiegato i vantaggi economici che deriveranno dal passaggio della gestione dei costi, come i pagamenti delle utenze, dalle Province alle Scuole: ad esempio, per quelle elettriche potrà comportare una riduzione sostanziosa dei costi visto che l’Iva passerà dal 21% pagata dalle Province al 10% nella gestione diretta degli istituti scolastici.
    Diamo per scontato che il Mef provvederà a rifornire gli istituti scolastici dei fondi (cospicui) di cui necessitano per affrontare, di volta in volta, determinate azioni di assistenza e manutenzione. A tal proposito vale la pena porre un quesito: se il risparmio dell’operazione è garantito, vi sono altrettante certezze sullo stanziamento dei fondi da destinare direttamente agli istituti?


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  9. #19
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    «Scuole più belle e sicure: investiamo 450 milioni»

    La ministra dell’Istruzione fa il punto sulle risorse dei prossimi tre anni: «Gli enti locali decideranno quali istituti necessitano di interventi urgenti»
    «Centocinquanta milioni di euro in più rispetto ai 300 milioni nel triennio 2014-2016 già annunciati. Questo è lo sforzo che stiamo compiendo nel Decreto legge del Fare per sistemare e potenziare il patrimonio italiano di edifici scolastici ». Maria Chiara Carrozza, ministro dell’Istruzione del governo Letta, sottolinea con forza le “gambe” date ad una delle priorità a cui tiene maggiormente: la cura delle strutture scolastiche del Paese.
    Ministro, cosa si potrà fare con questi soldi? E soprattutto, dove è riuscita a trovare le risorse da investire? «I trecento milioni di euro spalmati in tre anni arrivano da risorse Inail. Per gli altri 150 milioni una tantum nel 2014 è già prevista la suddivisione tra le Regioni. In pratica, il Ministero fa da “facilitatore”, sono gli Enti locali che conoscono il territorio a utilizzare le risorse. Ovviamente dobbiamo vigilare affinché vengano spese bene».
    Nelle sue visite, che idea si è fatta delle necessità degli istituti italiani? «È un quadro molto variegato, proprio per questo Comuni e Province possono utilmente toccare con mano le differenze, le situazioni migliori e quelle peggiori. In alcuni casi la situazione è emergenziale: guardando alla mia regione, in Lunigiana dopo il terremoto ci sono molte necessità. I maggiori problemi nell’utilizzo delle risorse, sono nei municipi più piccoli, in quelli grandi generalmente non mancano le competenze di tecnici e dirigenti. L’obiettivo è mettere a sistema la programmazione degli interventi ».
    Ritiene sufficienti i denari investiti? «Le risorse non esauriscono le necessità delle nostre scuole, ma rappresentano un buon passo avanti».
    Nel DI del Fare c’è anche una posta di bilancio per il diritto allo studio, circa 300 milioni di euro. Da più parti si è fatto notare che – nel cosiddetto emendamento Meloni – quei soldi vengono presi dal fondo per le Università meritevoli. Insomma, si toglie agli atenei per dare agli studenti: non si poteva fare altro? «In Senato si interverrà con alcune modifiche. Sono convinta anche io che non si possano colpire ulteriormente le Università, già sottoposte a tagli importanti ».
    Intanto è stato stoppato l’aumento dell’Iva (dal 4% al 21%) sui libri scolastici che avevano cd e prodotti collaterali allegati, previsto nel decreto legge sull’Ecobonus. Sarebbe stata un’ulteriore mazzata sulle famiglie… «Sì, abbiamo evitato l’aumento. Sarebbe stata una contraddizione, visto che comunque si va verso una digitalizzazione progressiva di questi prodotti. Servono però altre misure a sostegno delle famiglie, le cui difficoltà sono evidenti».
    Il caro-libri è in effetti un problema molto sentito dai nuclei italiani. E la ripresa della scuola si avvicina. Quali potrebbero essere i provvedimenti adatti? «La prossima settimana abbiamo in calendario un incontro con i forum degli studenti e dei genitori, e questo è uno dei punti di cui discuteremo».
    Lei ha detto che il Ministero dell’Istruzione non è un ministero di spesa ma di investimento. Cosa intende? «Voglio dire che la politica per una crescita economica durevole e sostenibile si fonda sulla scuola, sugli investimenti a favore di un sistema di istruzione universale che garantisca pari opportunità per tutti i nostri ragazzi. La scuola deve tornare al centro del dibattito pubblico e della politica nel nostro Paese».
    A proposito di modernizzazione della scuola, nei giorni scorsi avete deciso di far slittare al 2015 il “salto” verso gli e-book, contro cui si era scagliato il sindacato degli editori. Come mai? «In realtà non abbiamo ancora deciso, stiamo ancora riflettendo. Sono appena stata a un convegno a Ischia sull’editoria digitale con gruppi di famiglie e docenti. Il tema è certamente interessante, e ho avuto la possibilità di confrontarmi con chi sta organizzando ottimi progetti, mettendo in rete le scuole, proprio per far progredire tecnologicamente i metodi di studio e insegnamento. Vanno prima affrontati alcuni problemi, però: il digital divide, ad esempio, ovvero quel classicismo digitale che separa le zone d’Italia dove la connessione è diffusa e veloce e quelle ancora non attrezzate. È una condizione necessaria a questo sviluppo».
    Ogni anno ci sono polemiche sugli organici, la cui carenza è strutturale. Come si fa fronte alla richiesta crescente di insegnanti e personale di supporto nelle scuole italiane? «Stiamo facendo uscire il bando del Tirocinio formativo attivo (Tfa) straordinario, poi ci sono i concorsi nelle Regioni. Immetteremo di ruolo circa 15.000 persone, tra docenti e collaboratori Ata».
    C’è il nodo dei dirigenti scolastici. L’Anief-Confedil sostiene che, alla ripresa dell’anno scolastico, un istituto ogni quattro resterà senza preside. È così? «Alcuni contenziosi nell’esito dei concorsi hanno portato in effetti a rallentamenti e problemi che stiamo cercando di affrontare».
    È scesa dal 5,6% del 2012 al 4,5% di quest’anno la percentuali dei non ammessi all’esame di maturità. Una buona notizia… «Sono aumentati anche i 100 e lode, che pure alcune anticipazioni davano in calo. Meglio così, la scuola è fatta per promuovere, non per bocciare».
    Da poco sono usciti i risultati delle valutazioni Invalsi e Anvur sulla qualità della ricerca nelle nostre università. Perché è importante questa valutazione? «La valutazione è uno strumento di trasparenza, di rendicontazione di come viene speso il denaro pubblico. Si valutano le politiche scelte, non le persone».



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  10. #20
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    Edilizia, sindaci e presidenti province diventano commissari straordinari

    Per accelerare le procedure di spesa e di apertura dei cantieri negli istituti che necessitano di interventi urgenti. Stanziati anche 450 milioni di euro per la messa in sicurezza sismica, ristrutturazioni e rimozione amianto o la realizzazione di nuove scuole. Svincolata pure la spesa per gli arredi scolastici dal patto di stabilità.
    I sindaci e presidenti di provincia diventeranno Commissari straordinari per l’edilizia scolastica fino al 31 dicembre 2014, al fine di accelerare le procedure di spesa e di apertura dei cantieri all’interno degli istituti, della scuola dell’obbligo e superiori, che necessitano di interventi urgenti. L’emendamento al Decreto legge del Fare è stato approvato il 6 agosto dall’Aula del Senato. Ed ora si appresta ad essere approvato, assieme a tutto il decreto, probabilmente già corso nella mattina del 7 agosto.
    L’emendamento prevede anche che si stanziano 450 milioni di euro per gli interventi di messa in sicurezza sismica, ristrutturazione e rimozione amianto o realizzazione nuovi istituti. E svincolata la spesa per gli arredi scolastici dal patto di stabilità.
    Secondo la senatrice Francesca Puglisi, capogruppo in VII Commissione a Palazzo Madama, la cancellazione del “limite del 20% sull’acquisto di arredi per le scuole e servizi per l’infanzia”, imposto dal Governo Monti, è particolarmente importante poiché “evita il rischio di lasciare sedie e banchi rotti nelle scuole” comprese quelle dell’Emilia terremotata “senza arredi”. Ma soprattutto essa la sua conferma “rischiava di cancellare per intero, e in brevissimo tempo, un importante settore produttivo del Made in Italy: quello dell’industria dei materiali e arredi per la didattica”.
    Secondo la senatrice del Rosa Maria Di Giorgi, fiorentina, componente della Commissione Istruzione, con questi provvedimenti “l’edilizia scolastica torna al centro delle priorità politiche. Con gli emendamenti, proposti dagli esponenti del Pd e approvati oggi al Senato, si è garantito un netto cambio di marcia per gli interventi di messa in sicurezza e per la realizzazione di nuove scuole. Da ex assessore comunale all’educazione – ha continuato la senatrice – conosco molto bene le difficoltà degli enti locali in questo settore. Attribuire il ruolo di ‘Commissari straordinari’ ai sindaci, come nei casi di eventi calamitosi, può garantire una velocizzazione dei tempi, essenziale per far fronte alle tante emergenze dell’edilizia scolastica. A Firenze, dove l’amministrazione si è impegnata con importanti progetti sia di ristrutturazione che di nuova edificazione, questo decreto potrebbe essere l’elemento di svolta per garantire il sostegno economico necessario ad avviare la realizzazione della nuova scuola Dino Compagni”.


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