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Discussione: Dal Governo 358 milioni di euro per i 1.706 istituti più insicuri

  1. #131
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    Edilizia scolastica. Il Governo conferma Struttura di Missione: 4.500 gli interventi portati a termine


    Continua la riqualificazione dell’edilizia scolastica: il governo Gentiloni ha confermato la Struttura di Missione fino a termine del mandato governativo.
    Oltre quattro miliardi sono già stati resi disponibili per gli Enti locali, sono stati aperti oltre 6.500 cantieri e conclusi i lavori in più di 4.500.
    La mappatura delle varie linee di finanziamento è online, grazie al sistema webgis della Struttura di Missione, all’indirizzo
    www.cantieriscuole.it.
    Entro il 20 febbraio gli Enti locali dovranno comunicare la richiesta di spazi finanziari per opere di edilizia scolastica tramite procedura on line che sarà pubblicata sul sito web http://italiasicura.governo.it/, il primo febbraio 2017.




    Orizzontescuola
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  2. #132
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    Edilizia scolastica, in G.U. decreto autorizzazione spese ristrutturazione: 40 milioni l’anno


    Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del ministero dell’Istruzione di autorizzazione agli enti locali all’utilizzo delle risorse a valere sul mutuo istituito al Mit per interventi sulle scuole.
    Le risorse autorizzate ammontano a 40 milioni di euro l’anno.
    Il decreto in Gazzetta contiene l’elenco delle scuole e l’ammontare degli importi richiesti.

    Decreto


    Orizzontescuola
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  3. #133
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    Per l’edilizia scolastica 300 milioni, al via le domande degli enti locali



    Da ieri, 7 febbraio, gli enti locali possono trasmettere online alla Struttura di missione per l’edilizia scolastica di palazzo Chigi la domanda per ottenere spazi finanziari per il triennio 2017-2019. È questa l’operazione #Sbloccascuole2017: 300 milioni destinati in modo specifico a interventi di ristrutturazione, messa in sicurezza e costruzione di edifici scolastici.
    I termini
    Gli spazi finanziari si potranno richiedere entro la data perentoria del 20 febbraio 2017 alle ore 20, accedendo al sito http://monitoraggio.anagrafeedilizia.it/. Non saranno ammesse altre forme di richiesta.
    Tutte le informazioni utili sulla procedura sono pubblicate online sul sito di #Italiasicura (www.italiasicura.governo.it). «Proseguiamo sulla strada maestra tracciata dal Governo
    Renzi: grazie all’impegno del nuovo Esecutivo – dichiara Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione – gli Amministratori possono tornare a investire sulle scuole, cioè
    sul futuro del territorio». Le prime tre chiamate dell’operazione #Sbloccascuole, avviata nel 2014 e ripetuta nel 2015 e 2016 hanno sbloccato quasi 800 milioni di euro per gli enti locali, che hanno finanziato circa 2.300 interventi, di cui circa 1.200 già conclusi.


    Edscuola
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  4. #134
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    Scuole Belle, confermati 18.500 addetti


    Lo sblocco dei finanziamenti previsti per il progetto Scuole Belle consentirà il prosieguo del rapporto di lavoro per 18.500 addetti ex lsu e dei cosiddetti appalti storici. Il progetto, nato molti anni fa, prevede interventi di mantenimento del decoro e della funzionalità degli immobili scolastici.
    La notizia arrivata ieri è che la Corte di Conti ha registrato il decreto del ministero dell’Istruzione sullo stanziamento delle risorse accantonate per il 2017 per complessivi 128 milioni di euro. Fino al 31 marzo 2017 sarà inoltre attiva sul sito del dicastero la rilevazione sui fabbisogni di interventi ulteriori finalizzati al decoro scolastico.
    In attesa dello sblocco dei fondi, intanto, nei giorni scorsi, i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltrasporti, hanno siglato con le rappresentanze delle imprese gli accordi di proroga sul ricorso al Fis, il fondo di integrazione salariale, definendo l’anticipazione dei ratei di quattordicesima e tredicesima mensilità, su richiesta dei lavoratori, fino a concorrenza del reddito perso.
    Dopo lo sblocco dei fondi, come spiega il segretario nazionale della Fisascat Cisl Davide Guarini, «sarà necessario tenere alta l’attenzione sul parere Anac sugli effetti della risoluzione della Convenzione Consip sui contratti attuativi e sulla possibilità di stipulare atti aggiuntivi per la realizzazione degli interventi di decoro, come anche sui lotti per i quali non sono ancora state assegnate le risorse». In prospettiva, invece, i sindacati si preparano a chiedere l’apertura di un tavolo di monitoraggio dove si possa ragionare su una soluzione strutturale per assicurare stabilità ai lavoratori impiegati negli appalti di pulizia delle scuole italiane.



    Edscuola
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  5. #135
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    Mancata sicurezza, preside a processo: 10 capi d'imputazione tra cui prof e Ata non formati


    Da qualche anno la sicurezza dei locali scolastici è diventata uno degli assilli dei dirigenti: le norme imperative non ammettono “dimenticanze”.
    I fatti di cronaca, del resto, dicono che c’è davvero poco da scherzare. L’ultima cattiva notizia su questo fronte è arrivata da Marsala, dove la Procura ha disposto la citazione diretta a giudizio della dirigente del Liceo classico "Giovanni XXIII" di Marsala, A.M.R.C., di 63 anni.
    L'accusa prodotta nei confronti della ds è quella di non avere adottato misure idonee a garantire la sicurezza all'interno dei locali scolastici, di cui lei è diretta responsabile.
    Il procedimento scaturisce dai controlli effettuati nell'edificio scolastico (il cinquecentesco ex convento di Santo Stefano) dalla Guardia di finanza, oltre che da funzionari dei vigili del fuoco e dell'Asp.
    Il fatto risale al novembre 2015. Forse non è un caso, perché proprio in quei giorni per il 58enne Livio Bearzi si sono aperte le porte del carcere: Bearzi era il preside del Convitto nazionale “Domenico Cotugno” dell’Aquila, venuto giù per il terremoto la notte del 6 aprile 2009 (persero la vita tra studenti e altri due rimasero feriti). È finito in cella a Udine per omicidio colposo plurimo e lesioni personali.
    I giudici della Cassazione lo hanno condannato – con sentenza definitiva – a quattro anni di reclusione (più la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni): a Bearzi furono contestate la mancata ristrutturazione dell’edificio ottocentesco dell’Aquila e la mancata predisposizione di un piano per la sicurezza.
    Quella sentenza ha rappresentato uno spartiacque. I controlli, infatti, sono diventati più stringenti.
    Tornando ai nostri giorni, i fatti relativi al Liceo classico di Marsala, la dirigente scolastica fu denunciata per aver omesso di adottare idonee misure per la prevenzione degli incendi e a tutela dell'incolumità dei lavoratori.
    Dall'atto di citazione a giudizio (dieci i capi d'imputazione), risultava mancante l'impianto di allarme con altoparlante, non era funzionante parte dell'impianto di illuminazione di sicurezza e uno dei portoni sulla strada, sulla quale c'è l'ingresso della scuola, era completamente chiuso, mentre avrebbe dovuto garantire l'uscita d'emergenza.
    Tra le altre contestazioni, omesse manutenzioni, mancati interventi necessari per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori, omesse puliture di locali esterni necessarie per assicurare adeguate condizioni igieniche, due scale non conformi alle norme, la designazione di un professionista privo dei necessari requisiti di legge e la mancata formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza (da rinnovare almeno ogni cinque anni).
    Il processo nei confronti della ds siciliana si svolgerà davanti al giudice monocratico di Marsala e prenderà il via il prossimo 26 aprile.


    tecnica della scuola
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  6. #136
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    Fedeli: 7 miliardi per l’edilizia, cifre mai viste. Ma non sempre vale la pena ristrutturare



    Per la sicurezza, l’innovazione e il controllo delle nostre scuole abbiamo impegnato “cifre che non si erano mai sentite prima”.
    “Soprattutto dopo decenni di tagli e sforbiciate miopi e irragionevoli: abbiamo investito, per il periodo 2014-2017, oltre 7 miliardi di euro”.
    Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, in occasione, oggi al Cnr, del primo premio nazionale del Fondo “Vito Scafidi”, il fondo di “Benvenuti in Italia” per la sicurezza a scuola, conferito a tre tesi di laurea magistrale sul tema della sicurezza strutturale degli edifici scolastici.
    “Occuparsi di edilizia scolastica – ha sottolineato Fedeli – è una priorità ineludibile di questo Governo, così come lo è stata per il Governo che ci ha preceduti”.
    Fedeli ha sottolineato che quanto è stato realizzato “non sono solo parole, ma atti concreti e certificabili”.
    A ricevere il riconoscimento dedicato a “Vito Scafidi”, lo studente morto nel novembre del 2008 per il crollo di un controsoffitto (dove erano stati dimenticati da anni dei pesanti tubi di ghiesa) al liceo Darwin di Rivoli, sono stati tre neolaureati in ingegneria all’università di Napoli: Carolina Aiello, Luigi Giannetti, Giovanni Montefusco.
    “Dobbiamo essere contenti – ha affermato Fedeli – del fatto che giovani neolaureati abbiano deciso di orientare la propria attività di ricerca sulla sicurezza strutturale degli edifici scolastici”.
    Vuol dire che “stiamo guardando all’edilizia scolastica non più in termini di emergenza ma di costruzione di un’architettura scolastica all’avanguardia, sicura, sostenibile, innovativa”.
    La ministra ha quindi ringraziato e abbracciato Cinzia Caggiano, mamma di Vito Scafidi: “una madre che con la sua testimonianza lavora giorno dopo giorno per migliorare le criticità di un sistema che non vogliamo faccia più vittime”. Con queste tesi, ha concluso Caggiano rivolgendosi ai vincitori del premio, “fate un regalo a mio figlio: dalla tragedia state costruendo una cultura della sicurezza”.
    Per la coordinatrice della struttura di missione per il coordinamento e l’impulso nell’attuazione di interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio, Laura Galimberti, “l’Italia ha un patrimonio scolastico vetusto e da sostituire. Serve manutenzione, ma anche un cambio di prospettiva. Esiste una serie di istituti che non vale la pena ristrutturare”.
    Nel corso del 2016, ha ricordato Galimberti, solo con i fondi governativi “sono stati costruiti oltre 100 nuovi complessi scolastici”.
    “Ora – ha detto Umberto D’Ottavio (Pd) – occorre valutare gli interventi normativi” da mettere in campo a livello di sicurezza degli edifici scolastici, “senza rinviare”.
    “La sfida che abbiamo ancora davanti – ha puntualizzato Davide Mattiello (Pd) – è anche culturale” e ognuno, di fronte alla sicurezza a scuola, deve assumersi le proprie responsabilità.


    Tecnica della scuola
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  7. #137
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    Amianto a scuola, rischio tumore per 50mila docenti e Ata assieme a 350mila alunni



    Sono quattrocentomila le persone in Italia che rischiano di ammalarsi di tumore al polmone soltanto andando a scuola.
    Si tratta di 350mila alunni e i 50mila fra docenti e personale Ata, che studiano e lavorano nelle 2.400 scuole italiane costruite con parti di amianto, praticamente poco più del 5 per cento degli istituti presenti in Italia.
    La denuncia è stata fatta alla Camera, il 27 marzo, durante un convegno organizzato del Movimento 5 Stelle, per fare un bilancio a 25 anni dell'approvazione della legge 257 del 1992, che mise al bando questo materiale dopo che è stato appurato essere cancerogeno: cemento, mattonelle e pannelli impastati con l'amianto, logorandosi liberano polvere piena di fibre cancerogene, che vengono poi respirate.
    Secondo i relatori, molte delle cose previste dalla norma non sono state attuate.
    Manca – scrive l’Ansa - una mappatura completa degli edifici con amianto, mancano le discariche: buona parte del materiale finisce in Germania o, peggio, in discariche delle ecomafie.
    Mancano soprattutto i soldi per fare le bonifiche. I fondi vengono stanziati dai governi, poi vengono stornati verso spese considerate più urgenti.
    Il documentario "Asbeschool", presentato al convegno, mostra una scuola a Firenze (l'istituto Da Vinci) e una a Oristano (la scuola Deledda) dove il cemento dei muri è impastato con l'amianto.
    Per evitare che dalle pareti si liberino fibre cancerogene, i presidi hanno vietato di piantare chiodi nei muri, di sbattere le porte, perfino di correre.
    Ogni anno in Italia secondo il ministero della Salute, si ammalano 3mila persone per l'amianto, di mesotelioma pleurico e tumore al polmone, che lasciano poco scampo.
    Secondo la onlus Osservatorio nazionale amianto, i casi sono almeno il doppio. I siti a rischio nel paese sono 53.000, ma il dato è incompleto perché molte Regioni non hanno mai fatto una mappatura accurata.
    Le aree più a rischio, con l'amianto che si sbriciola nell'aria, secondo l'Ispra sono 380: bonificarle costerebbe 40-50 milioni di euro all'anno per almeno tre anni.
    Al Senato è in discussione un Testo Unico sull'amianto che razionalizzi la normativa, e il M5S ha proposto un loro disegno di legge.
    "Le mappature si potrebbero fare già oggi dalle foto da satellite – ha detto il deputato Massimo De Rosa -. Occorre rendere conveniente per i privati smaltire l'amianto. Ma prima dobbiamo fare le discariche, e per questo bisogna parlare con la popolazione, far tornare la fiducia nelle istituzioni. Poi occorre svincolare certi interventi dal patto di stabilità. Calcoliamo che 1 miliardo di euro investito nella bonifica generi 20mila posti di lavoro".


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