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Discussione: Cyberbullismo

  1. #11
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    Predefinito Bullismo, il sottosegretario Ferri chiede aiuto alla scuola

    Per il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, è la scuola “uno dei luoghi nei quali possiamo passare al contrattacco” per combattere il fenomeno del bullismo.
    Il sottosegretario lo ha detto in occasione del Consiglio delle Regioni dell’Unione cattolica insegnanti, dirigenti, educatori e formatori (Uciim), reputando il ruolo della scuola determinante, “la strategia migliore” per vincere un fenomeno “che ogni giorno si fa sempre più grave, come dimostrano i recenti fatti di cronaca, non ultimo il suicidio di un ragazzo che non ha sopportato il peso della derisione e degli atti indegni che alcuni suoi coetanei hanno messo in campo nei suoi confronti”.
    Ferri non ha dubbi: “tra le azioni di contrasto che possono essere messe in campo c’è la progettazione di un’organizzazione scolastica che favorisca, in modo permanente, comportamenti responsabili e pro-sociali in tutte le sue componenti (alunni e studenti, insegnanti, personale Ata, genitori). Occorre poi puntare sulla formazione del personale scolastico che deve costituire la leva strategica per implementare la qualità del sistema di istruzione e di formazione attraverso l’offerta di strumenti e di metodologie volti a creare una rete sociale di tutela e di ripristino dei diritti lesi”.
    Per il rappresentante del Governo è fondamentale puntare al recupero dei soggetti ‘deviati’: “i nostri sforzi devono inoltre concentrarsi sulla necessità di favorire la reintegrazione sociale di tutti i protagonisti dei fenomeni di aggressività (bullo, vittima, spettatori passivi), nonchè predisporre rapporti collaborativi con gli altri enti e le istituzioni del territorio, con i quali la scuola deve interfacciarsi in modo efficace: le aziende sanitarie, le forze dell’ordine, l’ente locale”.
    E anche le altre istituzioni statali, assieme alla scuola, possono dare il loro contributo: “il ruolo dell’istruzione nelle carceri è fondamentale e strategico: per i minori occorre mettere in campo un percorso educativo che punti non solo a insegnare di non violare le leggi, ma anche e soprattutto a educare alla libertà, a riconquistarla, a viverla in modo proficuo per sé e per gli altri”.
    E ancora: “educare alla libertà significa insegnare a vivere il quotidiano, favorire la crescita, spingere il minore ad assumersi le responsabilità delle scelte che compie e delle conseguenze che queste comportano. Non basta far conoscere le regole: il minore deve essere in grado, poi, di operare una scelta tra il rispetto o la violazione delle norme. Il tentativo è di spingerlo verso un cammino di consapevolezza, autonomia, coscienza e, in senso più ampio, di crescita”, ha concluso il sottosegretario.


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  2. #12
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    I segreti del web? Non li insegnano a scuola. Così imperversa il cyber-bullismo

    Le competenze informatiche? Si acquisiscono da giovani, naturalmente. Ma non grazie alla scuola. Il dato proviene da una ricerca di Skuola.net, realizzata per la Polizia di Stato.
    Lo studio, che è andato a consultare una rappresentanza di 4mila studenti, ha evidenziato che poco meno del 70% dei casi la cosiddetta alfabetizzazione informatica si acquisisce “in tutto o quasi” fuori dalle aule scolastiche. Appena l’8% degli studenti sostiene il contrario.
    La ricerca del portale reputa inoltre preoccupante in maniera “più forte” il fenomeno del cyber-bullismo: circa 2 ragazzi su 3 ritengono che fenomeni di questo tipo siano in aumento, infatti la metà di loro ha avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di questo tipo. Per questa ragione 4 su 5 accoglierebbero “con favore” incontri con esperti per formare gli studenti all’uso dei social. Nel 2014 a seguito di attività sulla rete sono state prodotte 352 denunce, di cui 6 per stalking, 77 per diffamazione online, 46 per ingiurie, 50 per minacce, 31 per molestie, 115 per furto di identità digitale sui social network e 27 per diffusione di materiale pedopornografico. Apparentemente meno grave il quadro 2015 (almeno fino al 18 settembre 2015), con un totale di 168 denunce.
    Ma quel che dovrebbe far riflettere è anche un altro dato emerso dallo studio: il 58% degli studenti nell’ultimo anno scolastico non avrebbe ricevuto dalla scuola “incontri di formazione sull’uso consapevole della rete”. La restante parte invece ha potuto usufruire di queste opportunità formative, anche se 1 si 4 ha deciso di non prendervi parte. I social network infatti sono ormai diventati uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager. Non a caso la stessa Polizia di Stato, viene sottolineato , “quotidianamente interagisce con i cittadini attraverso le pagine Facebook dell’Agente Lisa e della Polizia di Stato, nonché con il profilo twitter istituzionale”.


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  3. #13
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    Nasce il primo centro di supporto per le vittime del cyber-bullismo


    Nasce il primo centro di supporto per le vittime del cyber-bullismo. L’iniziativa è targata Samsung e Moige, con il patrocinio della polizia di Stato, che hanno dato vita a #OFF4aDAY.
    I numeri sul cyber-bullismo
    Il cyber-bullismo è ormai diffuso anche in Italia: le vittime sono molto spesso minori, che non sanno difendersi dai coetanei che li perseguitano e che non conoscono le conseguenze di un comportamento che di fatto è criminale. Il 31% dei tredicenni (35% ragazze) dichiara di aver subito atti di cyber-bullismo e il 56% di avere amici che lo hanno subito. Tra gli adolescenti che utilizzano almeno tre piattaforme di social networking, la percentuale di chi ha subìto atti di bullismo online sale al 45%, come emerge da una recente indagine della Società Italiana di Pediatria.
    L’iniziativa
    Per questo, Samsung e Moige hanno deciso di promuovere una maggiore conoscenza del cyber-bullismo, che rimane ancora sommerso, poiché chi lo subisce, sovente, parla e denuncia solo quando è troppo tardi. E lo fanno offrendo un supporto concreto alle vittime che, da oggi, potranno scrivere al numero 393.300.90.90 o all’indirizzo e-mail help@off4aday.it, gestito da un team di psicologi pronti a rispondere ed aiutare chiunque ne avesse bisogno. Il servizio sarà attivo da oggi, 19 ottobre, dalle 14,00 alle 20,00, dal lunedì al sabato.
    Le scuole interessate
    Per massimizzare la sua efficacia, il progetto di Samsung e Moige proseguirà per tutto il 2016: 2mila scuole distribuite in tutta Italia seguiranno infatti un percorso di sensibilizzazione e approfondimento sul tema del cyber-bullismo, con l’obiettivo di insegnare un uso consapevole di Internet e delle nuove tecnologie, con l’ausilio di un kit didattico sviluppato ad hoc dagli esperti del Moige. Ciascuna scuola, inoltre, sarà chiamata a partecipare al contest «#OFF4aDAY – Today is our school’s turn», che prevede che gli studenti producano liberamente elaborati, focalizzandosi sul fenomeno del cyber-bullismo. La scuola vincitrice sarà infine premiata con la dotazione di una classe digitale Samsung, che promuoverà l’evoluzione dell’apprendimento attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e un processo di formazione indirizzato a insegnanti e studenti.

    Edscuola
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  4. #14
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    Comportamento alunni e responsabilità dei Genitori. La "culpa in educando"


    Quali le responsabilità dei genitori in caso di bullismo? Colpe di natura solidale e non alternative.
    Una ricognizione sulla questione la si trova come allegato alla nota della Provincia di Trento sull'obbligo di denuncia da parte delle scuole, grazie al lavoro effettuato dal Prof Claudio De Luca, che riportiamo, parzialmente, in calce.
    Anche se il minore viene affidato alla custodia di terzi (nel caso specifico, gli insegnanti), sollevando dalla colpa di vigilando, ma non lo solleva da quella di colpa in educando. I genitori sono, infatti, tenuti a dimostrare, per liberarsi da responsabilità per il fatto compiuto da minore in un momento in cui lo stesso si trovava soggetto alla vigilanza di terzi, di avere impartito al minore stesso un'educazione adeguata a prevenire comportamenti illeciti. A dirlo la Corte di Cassazione (Sez. Civ. Sez. III n. 1251/2000).
    Le colpe tra docenti e genitori è di natura solidale e non tra loro alternative.
    Il genitore, inoltre, non deve dimostrare soltanto di essere riuscito ad impartire al figlio una educazione normalmente idonea, in relazione al suo ambiente, abitudini e personalità, ad avviarlo ad una corretta vita di relazione, al fine di prevenire comportamenti illeciti, ma deve anche accertarsi che il minore abbia assimilato l'educazione ricevuta.
    Prova che difficilmente può avere riscontro in sede di tribunale, dal momento che la commissione stessa dell'illecito da parte del minore dimostrerebbe "ex se" l'insufficienza di educazione e controllo.
    La culpa in educando viene normata dall'art. 2048 del C.C. e ha come presupposto che i minori siano capaci, dal punto di vista naturale, di intendere e di volere; in caso contrario, il genitori, il tutore o l'affiliante possono ugualmente rispondere, ma nella veste di sorveglianti di un incapace, in base all'art. 2047 C.C.

    Orizzontescuola
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  5. #15
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    Insegnanti in campo per contrastare il cyber-bullismo


    Il Miur stanzia 440mila euro per progetti finalizzati a sensibilizzare i ragazzi sul tema della sicurezza on line e all’integrazione delle tecnologie digitali nella didattica nelle scuole di ogni ordine e grado, per il contrasto e la prevenzione del cyber-bullismo. Il bando , pubblicato ieri, prevede che i progetti dovranno essere presentati «entro e non oltre le ore 23,59 del 27 novembre 2015»
    L’iniziativa
    Il bando serve a promuovere una riflessione sulle tematiche della sicurezza on line e favorire la costruzione di strategie finalizzate a rendere Internet un luogo più sicuro. Tali progetti per la prevenzione del fenomeno del cyber-bullismo promossi dalle istituzioni scolastiche di
    ogni ordine e grado, anche in rete di scuole, devono essere rivolti agli studenti e finalizzati a rendere gli alunni e le alunne responsabili della propria sicurezza in Rete, acquisendo le competenze necessarie all’esercizio di una cittadinanza digitale consapevole. In ogni caso le azioni seppur mirate alle problematiche connesse alla sicurezza in rete dovranno comunque affrontare le più ampie problematiche legate ai fenomeni di violenza e bullismo nelle scuole in linea con quanto previsto dalle «Linee di orientamento per azioni e prevenzioni e di contrasto».
    I progetti
    Possono candidarsi alla realizzazione del progetto tutte le scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio nazionale, anche in rete, che dovranno inviare un piano sulla realizzazione di una delle seguenti attività:
    1. Elaborazione di interventi di sensibilizzazione e di incentivazione della comunità
    studentesca verso i temi della prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo e del
    cyber-bullismo anche attraverso iniziative di sensibilizzazione e/o formazione, nella più
    ampia libertà metodologica ed espressiva dei docenti e degli studenti;
    2. Ideazione e implementazione di contenuti multimediali fruibili per tutta la comunità
    scolastica, finalizzati alla diffusione delle buone pratiche legate al contrasto del fenomeno
    del bullismo;
    3. Sviluppo di una innovativa campagna di sensibilizzazione, in grado di incentivare i giovani
    al contrasto del fenomeno del bullismo e introdurre e utilizzare strumenti di interazione e
    partecipazione che favoriscano la diffusione del dibattito sulle tematiche oggetto delle
    attività, tramite l’utilizzo di apposite piattaforme telematiche utilizzando anche le risorse
    didattiche messe a disposizione delle scuole nell’ambito dell’iniziativa nazionale
    “Generazioni Connesse” e pubblicate sul sito www.generazioniconnesse.it;
    4. Sviluppo di comportamenti positivi ispirati all’utilizzo di buone pratiche legate al rispetto
    delle regole, di se stessi e del prossimo anche sui social network, con particolare
    riferimento all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, all’Intercultura, alla
    dispersione scolastica.
    La valutazione è affidata a una commissione nominata dalla Direzione generale per lo studente del Miur. Punteggio massimo: 100 punti.



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  6. #16
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    Seminario online sulla sicurezza informatica e il cyberbullismo. Max 100 posti


    Sicurezza Informatica e Cyberbullismo. Come affrontare i temi dell’educazione civica digitale con i propri studenti
    Data e ora
    15 Gennaio 2016 ore 16:30
    (durata di un’ora circa)
    Descrizione del webinar
    Il webinar è pensato per contribuire alla costruzione di una maggiore consapevolezza negli insegnanti sulle modalità d’uso delle tecnologie digitali da parte degli studenti. La finalità è quindi quella di rendere il mondo della scuola più sensibile ai temi della sicurezza informatica.
    Destinatari
    Dirigenti Scolastici e Docenti delle scuole di ogni ordine e grado.
    Obiettivi del webinar
    1) Comprendere i rischi e le opportunità di Internet per i nativi digitali
    2) Conoscere il fenomeno del cyberbullismo e monitorare i segnali di rischio
    3) Acquisire la metodologia per fornire agli allievi degli elementi di cittadinanza digitale, sensibilizzandoli su alcuni rischi della navigazione in rete.
    Contenuti del webinar
    - Sicurezza online: cosa c’è dietro lo schermo del computer?
    - I social network: come utilizzarli correttamente
    - Cyberbullismo: come prevenirlo e come difendersi
    Presentazione del relatore
    Natalia Carpanzano lavora da molti anni nel campo della sicurezza come consulente per enti pubblici e imprese private. Sensibile per formazione personale alle problematiche del mondo della scuola, traduce in un linguaggio semplice e comprensibile le tematiche di maggiore utilità per Dirigenti Scolastici e Docenti.
    Bibliografia essenziale
    1) “EDUCAZIONE E NUOVI MEDIA”, Mondadori Education, 2008
    2) “LINEE DI ORIENTAMENTO” per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al Cyberbullismo, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, 2015
    3) “Cyberbullismo: Come aiutare le vittime e i persecutori”, Federico Tonioni, 2014
    Modalità di partecipazione e iscrizione
    Durante il webinar sarà possibile interagire con il relatore esclusivamente via chat. Gli ultimi minuti del webinar saranno dedicati alle domande poste dai vari utenti.
    Il personale che acquisterà il corso con certificazione, riceverà apposita attestazione di pagamento da usare per la rendicontazione del bonus ministeriale di €500.
    Clicca sui link di seguito per:
    Costi e Iscrizioni al webinar con certificazione
    Costi e Iscrizioni al webinar senza certificazione
    Costi e Iscrizioni al webinar senza certificazione
    Massimo 100 posti

    FAQ
    1) E' necessario essere collegati alla data e all'ora prestabilite?
    Per seguire il webinar è necessario collegarsi alla data e all'ora prestabilite. Sarà fornita la registrazione esclusivamente a tutti coloro i quali non potranno prender parte alla diretta, mentre le slide dell'incontro verranno inviate per e-mail a tutti i corsisti.
    2) Il webinar è spendibile in termini di punteggio nelle Graduatorie di Istituto?
    No, il webinar non è spendibile in termini di punteggio in nessuna delle graduatorie. Ha esclusiva validità per l'aggiornamento professionale dei docenti.
    3) Il webinar prevede una certificazione di CFU?
    No, non è prevista nessuna certificazione in termini di Crediti Formativi Universitari.
    4) Quando riceverò l'attestazione di pagamento per il webinar con certificazione Mnemosine?
    L'attestazione verrà emessa direttamente dall'Associazione Mnemosine a partire dal mese di Gennaio 2016.
    5) Quando riceverò la fattura per il webinar senza certificazione?
    La fattura verrà emessa da OrizzonteScuola dopo la ricezione del pagamento.



    Orizzontescuola
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  7. #17
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    Cyberbullismo, FaceBook dichiara guerra. Basterà una segnalazione. Moige distribuisce kit per genitori e studenti

    Come far rimuovere un commento o un contenuto offensivo da FaceBook? A dare le istruzioni Laura Bononcini, Head of Public Policy di Facebook Italia.
    Che oggi è stata in audizione davanti alle commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali, sulla prevenzione e il contrasto al cyberbullismo. A darne notizia PublicPolitcy.it sul proprio sito.

    Per contrastare il fenomeno, l'azienda di Zuckerberg prevede una procedura ad hoc che prevede la segnalzione del contenuto offensivo.
    Segnalazione che sarà vagliata da persone fisiche che vaglieranno l'opportunità di cancellazione.
    Un fenomeno molto sentito che ha condotto l'associazioen Moige, insieme a Samsung ad avviare un tour in 2mila scuola per approfondire il tema del cyber-bullismo. La campagna prenderà il via questa settimana con incontri per ragazzi, genitori e docenti in istituti di 4 città - Milano, Vogogna (VB), Roma e Grignasco (NO) - per poi riprendere nel 2016. L'iniziativa fa seguito al lancio di #OFF4aDAY, l'attivazione del primo servizio di supporto telefonico e via mail per le vittime del bullismo online.

    Sarà distribuito anche un kit elaborato dagli psicologi del Moige, che comprende schede didattiche e schede tecniche volte a offrire strumenti per contrastare il fenomeno, in continua crescita, del cyber-bullismo.

    Orizzontescuola
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  8. #18
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    Bullismo e cyberbullimo: strategie vanno inserite nel PTOF, ma i soldi stanziati dal Miur sono troppo pochi. Lettera



    Mi chiamo Roberta Poli ed insegno in un Istituto di Istruzione Superiore di Roma (Piaget-Diaz). Di fronte all'ennesimo caso di bullismo, anche in qualità di psicologo scolastico, ho ritenuto opportuno portare alla vostra attenzione una breve riflessione.
    Le linee di orientamento per azioni di prevenzione e contrasto al bullismo e al cyberbullismo, elaborate nell'aprile del 2015 dal MIUR con il contributo degli Enti afferenti all’Advisory Board del SIC II per l’Italia, delineano una serie di iniziative possibili in questo ambito, sollecitando le scuole a promuovere precise iniziative in tal senso.
    Alla vigilia del termine previsto per l'approvazione dei PTOF converrebbe chiederci quante scuole di ogni ordine e grado hanno realmente recepito quanto contenuto nelle linee guida e approntato idonee strategie operative utili alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno delle prevaricazioni tra pari.
    A fronte della buona volontà che sicuramente diversi Istituti hanno dimostrato in tal senso, sarebbe il caso di chiedersi come si intende sostenere economicamente queste iniziative, che inevitabilmente dovranno essere realizzate in un'ottica sistemica e tarate sul lungo periodo, per poter dare risultati tangibili e soprattutto duraturi.
    Vale la pena sottolineare che i fondi recentemente messi a disposizione dal MIUR per sostenere iniziative in tal senso (vedi D.D. 1135 – 30/10/2015 “Piano di azioni e iniziative per laprevenzione dei fenomeni di cyber-bullismo”) ammontano a 440.000,00 Euro stanziati, con relativo avviso, sull'intero territorio nazionale, praticamente una goccia nel mare.
    Dirò di più, perchè la rete dei Centri Territoriali di Supporto e dei Centri Territoriali per l'Inclusione (CTS e CTI) chiamati a sostituire gli Osservatori Regionali sul bullismo, si trovano ad operare su territori vasti e impegnativi, come ad esempio le scuole di Roma e Provincia, con risorse umane e materiali estremamente esigue.
    Di fronte a tutto questo, lo stupore per l'ennesimo caso arrivato alla ribalta delle cronache non può che far riflettere sulle reali capacità degli adulti nella scuola di cogliere i segnali di allarme di questo preoccupante fenomeno, che prolifera senza limiti, ma soprattutto sulla volontà di fornire concretamente strumenti e aiuti indispensabili a formare tutte le componenti della scuola in tal senso, senza dover aspettare che una ragazzina debba sacrificare la vita per ricordarci che questo pericolo è terribilmente reale e
    quotidianamente presente in molte delle nostre aule.


    Edscuola
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  9. #19
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    ‘Sbam’, musica contro il bullismo a scuola


    Dopo ‘Mabasta’ lanciato dalla classe prima A, un’altra classe – la terza B – dell’istituto Galilei-Costa di Lecce ha realizzato un progetto per combattere il bullismo scolastico.
    Si chiama ‘Sbam’, acronimo di ‘Stop bullying adopt music’, con il quale gli studenti, sotto la guida della docente di inglese Elisabetta D’Errico, hanno deciso non solo di sostenere il progetto ‘Mabasta’ ma di affrontare il problema del bullismo a scuola da un’angolazione musicale, a suon di testi e canzoni di ogni genere.
    I giovani ideatori di ‘Sbam’, il cui sottotitolo recita ‘Una sberla al bullismo a suon di musica’, si pongono due obiettivi.
    Il primo è di individuare tutti quei brani musicali che trattano argomenti o situazioni riconducibili ad azioni e atteggiamenti bullistici o, comunque, a ogni genere di sopruso tra giovani.
    Poiché la grande maggioranza di brani è in lingua inglese, gli studenti li tradurranno in italiano così che possano essere facilmente compresi.
    Il secondo obiettivo, molto più ambizioso, è di incitare e invitare tutti i musicisti, soprattutto quelli che hanno maggiore presa sui giovani, a comporre sempre più canzoni con testi orientati a fermare il fenomeno, stimolando le vittime a parlare, i bulli a smettere e gli ‘spettatori’ ad intervenire.
    “E’ un progetto decisamente interessante a cui i ragazzi si stanno appassionando e in cui stanno credendo molto – afferma la coordinatrice di Sbam, Elisabetta D’Errico – Ritengo che possa davvero arrivare ai cuori e alle menti dei giovani in quanto la musica oggi ha tre grandi potenzialità legate a tre differenti linguaggi, il suono, capace di catturare l’orecchio e suscitare forti emozioni, il testo, che, se compreso, aiuta a riflettere e a sensibilizzare, e le immagini dei videoclip, le quali offrono uno spaccato della realtà che troppo spesso preferiamo evitare di guardare. Confesso che io stessa ho provato una grande emozione nello scoprire la forza espressiva di alcuni brani e video”.
    E i ragazzi raccontano: “Vogliamo tradurre dall’inglese tutti quei brani che musicisti famosi e meno famosi hanno dedicato al tema del bullismo perché pensiamo che se un ‘bullo’ o una ‘bulla’ dovesse scoprire che il suo idolo (quello per cui impazzisce) condanna fermamente ogni genere di atteggiamento offensivo, allora, forse, ci penserà due volte prima di dare sfogo al suo istinto di sopraffazione. Abbiamo già trovato alcuni brani molto belli e diretti, come ìDare to be different’ di Rachael Lynn e ‘Make it stop’ dei Rise Against, accompagnati anche da videoclip altrettanto forti e comunicativi. Il nostro sogno è che in Italia miti come J-Ax, Fedez e Emis Killa, o Ligabue, Vasco e Tiziano Ferro, o ancora i nostri conterranei, Negramaro, Sud Sound System, Alessandra e Emma, possano decidere di sostenere la causa e dire anche loro ‘MaBasta’ scrivendo dei brani che trattano di questo delicato e importante tema”.


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  10. #20
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    Bullismo, per il 77% dei presidi è la Rete il «luogo» più a rischio


    E’ la Rete il luogo dove i fenomeni di bullismo la fanno da padrone, più che a scuola o nei luoghi di aggregazione tra i giovani. Secondo il 77% dei presidi delle scuole medie e superiori, infatti, il web è il luogo più a rischio, e il 90% è convinto che i fenomeni di cyberbullismo siano molto più gravi di quelli che accadono in classe o, per esempio, nel tragitto casa-scuola. Un fenomeno che può diventare ingestibile, visto che che il 91% dei 14-18enni è iscritto ad almeno un social network e l’87% usa una smartphone connesso a Internet.
    Sono i dati di una ricerca Censis-Polizia Postale presentata ieri e realizzata attraverso un questionario al quale hanno risposto 1.727 dirigenti scolastici di tutta Italia.
    I numeri
    Il 52% dei presidi intervistati ha dovuto gestire personalmente episodi di cyberbullismo, il 10% casi di sexting (l’invio con il telefonino di foto o video sessualmente espliciti) e il 3% casi di adescamento online. Per il 45% dei dirigenti il cyberbullismo ha interessato non più del 5% dei loro studenti, mentre per il 18% il sexting vede coinvolto tra il 5% e il 30% dei ragazzi. «Il cyberbullismo è un fenomeno difficile da mettere a fuoco – dice il Censis – data la grande varietà di comportamenti che possono essere qualificati come bullismo digitale». Ma il 77% dei presidi ritiene il bullismo hi-tech un vero e proprio reato, tanto che nel 51% dei casi il dirigente si è dovuto rivolgere alle forze dell’ordine.
    Scuole sempre più hi-tech
    I numeri del Censis dicono che praticamente tutte le scuole hanno un sito internet, che nel 65% dei casi è gestito dai docenti, nel 16% da personale non docente e nel 12% da consulenti esterni. Nell’86% delle scuole esiste una rete wi-fi, che solo nel 5% degli istituti è liberamente accessibile agli studenti. Il 93% delle scuole ha un laboratorio multimediale, che però solo nel 17% dei casi è aperto anche oltre l’orario scolastico. Il 46% dei presidi è a conoscenza dell’esistenza di una pagina sui social network che riguarda la scuola, anche se nel 55% dei casi è gestita dagli studenti. Nel 47% delle scuole il responsabile della sicurezza informatica è un insegnante, nel 34% un consulente esterno e nel 19% un operatore amministrativo.
    Ritratto del cyberbullo
    Per il 70% dei dirigenti scolastici i cyberbulli sono indifferentemente maschi o femmine, per il 19% invece sono in prevalenza ragazze e per l’11% soprattutto ragazzi. Secondo il 78% dei presidi i cyberbulli tendono a colpire i ragazzi psicologicamente più deboli.
    Il ruolo dei genitori
    Per l’81% dei dirigenti scolastici i genitori tendono a minimizzare il problema, ritenendo il bullismo digitale poco più che «uno scherzo tra ragazzi». Per il 49% dei presidi la maggiore difficoltà da affrontare è proprio rendere consapevoli i genitori della gravità dell’accaduto, per il 20% capire esattamente cosa sia successo. Secondo l’89% delle opinioni raccolte il cyberbullismo è più difficile da individuare rispetto a episodi di bullismo tradizionale, perché gli adulti sono esclusi dalla vita online degli adolescenti.
    Il ruolo delle scuole
    Il 39% degli istituti scolastici, dice la ricerca, ha già attuato alcune azioni specifiche contro il cyberbullismo previste dalle linee di orientamento del Miur e il 63% intende farlo nel corso di questo anno scolastico. Ma nel 36% degli istituti la partecipazione non va oltre la metà circa dei genitori e nel 59% dei casi si ferma solo a pochi genitori. Il 48% delle scuole che hanno avviato un programma di contrasto al cyberbullismo ha attivato un programma di informazione rivolto ai genitori e il 43% uno sportello di ascolto. Solo il 10% degli istituti, però, ha un vero e proprio programma di monitoraggio attraverso questionari rivolti a studenti e genitori.


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