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Discussione: Gran Premio di Abu Dhabi 2015, Yas Marina: Anteprima e Orari del Weekend

  1. #1
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    Predefinito Gran Premio di Abu Dhabi 2015, Yas Marina: Anteprima e Orari del Weekend

    Diciannovesimo appuntamento del mondiale

    Orari

    Venerdì 27 Novembre
    Libere 1: 10:00-11:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1)
    Libere 2: 14:00-15:30 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1)

    Sabato 28 Novembre
    Libere 3: 11:00-12:00 (Sky Sport F1 HD – RaiSport 1)
    Qualifiche: 14:00-15:00 (Sky Sport F1 HD – Rai 2)

    Domenica 29 Novembre
    Gara: 14:00 ̶ 55 giri ̶ 305,355km (Sky Sport F1 HD – Rai 1)

    * tutti gli orari indicati si riferiscono all’Italia: tra Italia e Abu Dhabi ci sono tre ore di differenza.


    Circuito
    Nome: Yas Marina Circuit
    Luogo: Isola di Yas, Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti

    Distanza a giro: 5,554 km
    Numero di curve: 21, 12 a sinistra e nove a destra
    Senso di marcia: antiorario

    Scelta Gomme: PZERO YELLOW SOFT e PZERO RED SUPERSOFT.
    Zona DRS: sul rettilineo tra la curva 7 e la curva 8 con detection point prima della curva 7; sul rettilineo tra la curva 9 e la curva 11, con detection point dopo la curva 9.


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  2. #2
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    GP Abu Dhabi, Prove Libere 1: Hamilton beffa di un soffio Rosberg


    Bene la Ferrari di Raikkonen. Quinto invece Vettel

    Con il sole in cielo e circa 29 °C nell’aria si sono disputate la prime libere di Abu Dhabi. Nessuna grossa nuova sul fonte dei migliori.
    Lewis Hamilton ha lasciato sfogare Nico Rosberg, al top per buona parte della sessione, finché a mezz’ora dal termine non ha piazzato un 1’43″754 imprendibile per chiunque.
    Alle spalle del duo Mercedes la Rossa di Kimi Raikkonen protagonista con Alonso di un brivido in centro curva, la Red Bull di Daniil Kvyat e l’altra Ferrari di Sebastian Vettel, in pista con due curiose luci sul fondo piatto per verificare l’aerodinamica.
    Sesto posto per la Force India di Nico Hulkenberg, a precedere la RB11 di Daniel Ricciardo che per l’occasione ha utilizzato una griglia atipica per le rilevazioni dei flussi nella parte posteriore dell’auto e la VJM08 del compagno Sergio Perez.
    Nono Pastor Maldonado, dedito alla prova musetti, mentre la vettura gemella di Grosjean, in mano a Jolyon Palmer, 18° è restata per il 90% del turno ai box per un guasto idraulico.
    Come spesso accade al venerdì si sono nascoste le Williams con Felipe Massa davanti a Valtteri Bottas, quindi Max Verstappen, Jenson Button e Fernando, impantanto da una prima noia nelle fasi iniziali e poi da un calo di ptenza sul finale.
    Ha badato poco al cronometro Carlos Sainz, che tuttavia come il collega di Toro Rosso si è divertito a gommare la pit lane con dei bei burn-out.
    Prive di verve le due Sauber con Felipe Nasr, 15° e Marcus Ericsson, 17°. Chiudono i soliti Manor Will Stevens e Roberto Merhi, tornato al volante della MR03 B per il round finale.

    Motorionline
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  3. #3
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    Libere 3, sempre Mercedes. Ferrari, Vettel è vicino


    Nella terza sessione ad Abu Dhabi miglior tempo di Rosberg su Hamilton. Poi c'è la rossa del tedesco che precede la Force India di Perez e Raikkonen. Primo incontro tra motoristi per formulare una proposta che scongiuri l'introduzione di un motore standard

    Mercedes davanti anche nella terza sessione di prove libere del GP di Abu Dhabi. Sul circuito di Yas Marina le Frecce d'argento di Nico Rosberg (ancora lui) e Lewis Hamilton hanno messo in fila la Ferrari di Sebastian Vettel, staccato di soli tre decimi dall'1'41"856 di Rosberg. Per il tedesco anche un innocuo testacoda a inizio sessione. Quarto tempo per la Force India di Sergio Perez che ha preceduto la seconda rossa di Kimi Raikkonen, staccato di quasi 8 decimi dal leader. Alle 14 italiane le qualifiche.
    incontro motori — Intanto sul fronte propulsori si è avuto il primo incontro tra i costruttori per parlare di come formulare una proposta in merito alla riduzione dei costi. Mercedes, Ferrari, Renault e Honda si sono impegnate a presentare alla F1 Commission entro il prossimo 15 gennaio 2016 un piano che assicuri una fornitura di power unit a tutti gli iscritti al Mondiale, che semplifichi la tecnologia delle stesse power unit e che riduca il costo di fornitura per i team clienti. Sul tavolo c'è sempre l'ipotesi dell'introduzione di un fornitore indipendente, bando cui hanno risposto Ilmor, AER e Mecachrome, ma che al momento è stata congelata.
    rivalità — Sempre sul tema spettacolo basso in F1 è intervenuto Bernie Ecclestone, che in un'intervista a Marca ha fatto un parallelo con la MotoGP, augurandosi che le rivalità proposte quest'anno dalla F1 delle due ruote si possa riproporre anche nelle auto: "Sarebbe buono - ha detto parlando del duello Rossi-Marquez-Lorenzo - queste situazioni tra campioni sono sempre buone, si vede che c'è lotta come accaduto in passato anche nella F1. Le lotte tra Senna e Prost, Mansell e Piquet, tutti le ricordano e non le dimenticheranno. La rivalità è buona per la F.1 e lo spettacolo che offre è indimenticabile quando si lotta ruota contro ruota".


    Gasport
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  4. #4
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    F1, GP Abu Dhabi: pole Rosberg, disastro Ferrari con Vettel

    Il tedesco del Cavallino 16° ed eliminato nel Q1 per un errore strategico


    Nico Rosberg si prende un'altra pole position, la sesta di fila, nel GP di Abu Dhabi. Il tedesco batte tutti con il tempo di 1:40.237, anche il compagno Lewis Hamilton, 2° a +0.337. Disastro Sebastian Vettel per la Ferrari: il tedesco, velocissimo, rinuncia al giro lanciato in Q1 e viene eliminato da Grosjean: partirà 16°. Kimi Raikkonen chiude al 3° posto, a +0.814 da Rosberg e davanti allo scatenato Sergio Perez su Force India.
    Un disastro in piena regola, quello del Cavallino, anche considerando che la Ferrari sul circuito di Yas Marina presenta una macchina che sembra poter impensierire la Mercedes. Ma al momento decisivo della Q1 i calcoli sui tempi altrui (inferiori nel primo settore, lungo però solo 17 secondi su un giro di un minuto e 40) ingannano il muretto della Rossa e Vettel abortisce un tempo che gli avrebbe senz'altro permesso di lottare per le primissime posizioni. Un vero peccato, ma il terzo posto conquistato nel 2012 partendo addirittura dalla pit lane fa ben sperare nella possibile rimonta del quattro volte campione del mondo. Gli occhi dei tifosi ferraristi saranno però puntati su Raikkonen, terzo in griglia e decisamente competitivo sul passo gara, a fronte dei dubbi di Hamilton, preoccupato dal degrado degli pneumatici sulla sua formidabile Mercedes. Dove ancora una volta Rosberg sembra favoritissimo, dopo la sesta pole position consecutiva e le due vittorie conquistate in Messico e in Brasile.

    Q1

    Dopo il primo giro di tempi, con gomme medie, Hamilton è davanti a tutti con il tempo di 1:40.974, Rosberg è 2° a +0.137, Raikkonen 3° a +1.526, Vettel 5° a 1.967. Tra il finlandese della Ferrari e Kvyat, addirittura 16°, la differenza è solo di un secondo, a dimostrazione del grande equilibrio che c'è su questo tracciato, fatta eccezione per le dominanti Mercedes e le attardate Manor. Negli ultimi minuti tornano tutti in pista con gomme supersoft, tranne Hamilton, Rosberg e Raikkonen, che risparmiano un treno di pneumatici per il prosieguo della qualifica. Nell'infuocato finale Ericsson e Alonso sono costretti ad abortire l'ultimo tentativo per problemi tecnici. Lo fa anche Vettel, ma per una precisa strategia. Il tedesco rallenta nel corso dell'ultimo tentativo e torna ai box.L'azzardo si rivela un terribile autogol: all'ultimo istante infatti Grosjean migliora il proprio tempo e relega Seb al 16° posto, e cioè fuori dalla Q2.

    Q2

    Anche in questo caso la Ferrari si muove dopo gli altri: Kimi Raikkonen infatti decide di non prendere parte alla prima tranche di giri veloci, entrando in pista solo dopo cinque minuti abbondanti. Ma questa volta il calcolo del Cavallino è giusto e il finlandese riesce a chiudere con il 4° tempo. Davanti a tutti chiude ancora una volta Hamilton grazie al tempo di 1:40.758. Alle sue spalle Rosberg a +0.221, lo scatenato Perez a +0.802. Quindi Kimi a +0.854 davanti a Ricciardo, Bottas e Hulkenberg. Eliminato Verstappen, beffato nel rush finale dal compagno di scuderia Sainz, oltre all'olandese fuori dalla Q3 anche Button, Maldonado, Nasr e Grosjean. Nessun tempo cronometrato, tra l'altro, per il francese della Lotus: un'ulteriore beffa per Vettel.

    Q3

    Negli ultimi minuti, quelli che contano davvero per l'assegnazione della pole position, si ribaltano però i valori in casa Mercedes, con Rosberg che rifila quasi 4 decimi a un Hamilton che manca la pole da Monza. Chi impressiona ancora una volta è la Force India di Perez, che contende a Raikkonen il terzo posto. Alla fine a prenderselo è il finnico della Ferrari, ma il messicano completa la seconda fila a meno di due decimi da Kimi.



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    GP Abu Dhabi: tris di Rosberg e Raikkonen a podio, ma questa F1 non va!


    Gran rimonta di Vettel a Yas Marina, Alonso non ce la fa più. Ma la F1 ha bisogno di emozioni vere

    I fuochi d’artificio ad Abu Dhabi che spiccano alti nel cielo con luminosa corposità dicono tutto sul GP di Abu Dhabi. Artificio appunto, con una pista insignificante che si snoda all’interno di un ambiente glamour ed effimero, come l’attuale F1, così tanto piaciona e fascinosa quanto priva di contenuto, al netto dei discorsi da maniaci sui manettini e i cavi elettronici, che nulla aggiungono però alla battaglia in pista e allo spettacolo.
    La categoria regina ha chiuso l’ennesimo anno lasciando l’amaro in bocca, un senso di incompiutezza non meramente attribuibile al dominio Mercedes. Qualcosa di vero dopotutto c’è: Nico Rosberg, ad esempio, un pilota che merita rispetto per come ha metabolizzato la sconfitta, per aver lavorato su se stesso dopo aver perso la bussola e per poco anche la dignità ad Austin, con tanto di cappellino tiratogli addosso in malo modo da Hamilton. Nico ha saputo reagire, ha dato fondo alla sua rabbia trasformandola in agonismo, tardivo ma pur sempre sincero, inanellando anche ad Abu Dhabi pole e vittoria, come già successo in Messico e Brasile. A Lewis Hamilton non è rimasto che piagnucolare, atteggiandosi ad uomo invincibile senza far valere sull’asfalto i galloni di campione del mondo. Hamilton non ha fatto nient’altro che lamentarsi: dalla squadra che ha aiutato Rosberg, alle modifiche all’auto congeniali al tedesco, fino ai capricci sulla strategia (scegliendo poi da solo quella sbagliata). Lo psicodramma della fragile rockstar è uno degli spunti di interesse del 2016.
    L’altro grande punto interrogativo del 2015 è il reale valore della Ferrari, squadra che ha saputo stupire il Circus per il gran recupero fatto in inverno, spaventare la Mercedes e anche batterla, ma in modo sporadico e solo in certe condizioni. Può tirare un sospiro di sollievo Kimi Raikkonen, che chiude in bellezza il mondiale. Ottima la prova di Iceman negli Emirati; terzo in qualifica e terzo in gara, ottimo ritmo, sempre concentrato e capace di chiudere quarto nel mondiale davanti al grande rivale Bottas. Risultato che era il minimo sindacale. Stupiscono le critiche degli incontentabili nei confronti di Kimi; nel 2015 ha fatto (quasi) il massimo, considerando la tanta sfortuna e i ritiri. Davanti a lui in classifica solo i due Mercedes e il compagno di squadra che è un fenomeno. Se poi Raikkonen per essere apprezzato deve dimostrare di saper volare, questo è un altro discorso.
    Sebastian Vettel ha chiuso con una bella rimonta il suo mondiale, partendo quindicesimo e arrivando quarto. Saremmo ipocriti però a parlare di una impresa, visto che dopo pochi giri tutte le macchine davanti a Seb erano già al cambio gomme: nella Formula 1 degli pneumatici Pirelli funziona anche così, poca azione in pista, molta azione ai box. Seb, complice una SF15-T seconda solo alla Mercedes, ha messo il pilota automatico e non si è dovuto sforzare più di tanto per avere ragione di Ricciardo e Perez negli ultimi giri. Complimenti alla Ferrari per essere tornata sul gradino più alto del podio, complimenti a Vettel per averci fatto sognare in più di una occasione. Il difficile però viene adesso, con una Mercedes che non si farà recuperare facilmente quei quattro decimi al giro di vantaggio.
    Leggendo la classifica iridata si può scorgere il motivo per il quale la F1 ha un enorme bisogno di tornare ad essere “vera”, vissuta, emozionante. Applausi per tutti, ma a conti fatti resta l’amarezza per un mondiale dai valori tecnici scontati: due Mercedes, due Ferrari, due Williams, due Red Bul e due Force India; così recita la classifica Piloti finale, specchio preciso di quella Costruttori.
    Non c’è spazio per l’inventiva, per il talento, per il genio. Solo e soltanto una lunga processione (con soste ai box e sorpassi e controsorpassi telecomandati dall’ala mobile) benedetta dallo sfarzo e dall’opulenza delle artificiose strutture costruite con i petroldollari. Ridateci gomme larghe, puzza di frizioni bruciate, motori rumorosi e prati pieni di tifosi entusiasti come per anni è stato quello della Rivazza a Imola. I piloti ci sono e non facciamoli stancare. Il campanello d’allarme più grave è vedere un campione globale come Fernando Alonso, un mastino irriducibile e vero gladiatore, chiedere alla squadra di ritirare la macchina perché correre non aveva senso. Un pilota di quella levatura che scende dall’auto ed elogia il WEC che, con tutto il rispetto, essendo una categoria “endurance” non dovrebbe essere nemmeno paragonato all’adrenalina e alle emozioni che dovrebbe saper regalare la F1.


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