Sono tanti i servizi che permettono di abilitare un secondo codice di verifica prima di entrare nei propri account. Un metodo essenziale per proteggersi da hacker e male intenzionati

L’autenticazione a due fattori è uno strumento importante per la protezione degli account digitali. Il suo utilizzo non è recente visto che già da diversi anni le banche lo hanno implementato per tutelare le operazioni online dei loro clienti, ad esempio attraverso un codice ricevuto via SMS o con piccoli lettori individuali che generano password temporanee.
Tuttavia l’opzione della doppia autenticazione è divenuta famosa solo quando i big dell’hi-tech hanno cominciato a renderla disponibile per le proprie piattaforme. Prima Google, poi Microsoft, Apple e Facebook; oggi tutti i maggiori servizi internet offrono la possibilità di attivare la doppia verifica, sempre più consigliata per non cadere nelle mani di hacker e criminali informatici.
Il rischio è alto soprattutto se si pensa che la maggior parte delle piattaforme che usiamo ogni giorno esistono anche sotto forma di app per smartphone e tablet e vengono dunque aperte diverse volte nell’arco delle 24 ore. Se un tempo il pericolo maggiore era il furto della password di accesso a Facebook o Dropbox solo quando si era al computer ora le possibilità di violazione si moltiplicano non essendo più legate allo spazio e al tempo.
Telefonini, tablet e oggetti indossabili fanno uso di dati prelevati da account su cui è possibile attivare la doppia autenticazione, al momento una delle migliori arme di difesa per prevenire l’ingresso di sconosciuti nelle proprie identità digitali. Il funzionamento è molto semplice: dopo averla abilitata si riceve un codice univoco sul proprio cellulare ogni volta che si accede ad una certa applicazione o sito web. Quel codice assieme alla password personale di cui si è già in possesso rappresenta un’ulteriore forma di verifica per entrare con sicurezza nel proprio account. Senza la chiave ricevuta sul telefonino risulta quasi impossibile per gli estranei sbirciare tra i file personali, le foto e i video salvati nello spazio virtuale.


La Stampa