Mentre il contratto di lavoro collettivo della scuola statale stagna ormai da più di un lustro, associazioni private come la Filins (Federazione Italiana Licei Linguistici Istituti non Statali) sottoscrivono una nuova regolamentazione che prevede anche il ricorso ai contratti a progetto.
Ne abbiamo parlato con Giuseppe Mascolo, delegato del sindacato Ugl scuola che ha partecipato alla trattativa e firmato l’accordo.
Quanti lavoratori coinvolge questo nuovo contratto? In che tipi di istituti?
“Si tratta di un contratto applicato in un buon numero di scuole superiori di secondo grado paritarie e private (legalmente riconosciute) situate in prevalenza tra Lazio, Campania e Lombardia”.
Anche istituti di recupero anni scolastici?
“Assolutamente no, non ci occupiamo di diplomifici. Con i gestori Filins ci siamo finora sempre trovati molto bene, non abbiamo notizia di vertenze sindacali o di elementi che possano far pensare a un difetto di tutela verso i lavoratori”.

E’, invece, con una nota di disappunto che un suo collega, delegato Cgil, in una intervista di qualche giorno fa citava proprio il contratto Filins e l’accordo con l’Ugl, bollandolo come azione di sottotutela.

“Eppure anche Cisl, Uil, Cgil firmano contratti privati, che io sappia. Importante è che tutto avvenga nell’ambito del rispetto delle norme costituzionali, e noi di Ugl possiamo garantire che nel caso dei contratti Filins l’osservanza della legalità è piena”.
Che tipi di contratto prevede questo nuovo accordo?
“Abbiamo due tipologie: contratto di lavoro subordinato e contratto a progetto”.
Entrando nello specifico del contratto a progetto, potrà essere applicato anche a docenti di materie curricolari come lettere o matematica oppure riguarderà solo progetti con durata limitata nel tempo?
“Può essere applicato benissimo anche ai docenti delle materie che lei dita perché anche in questi casi non è detto che i corsi debbano avere durata annuale. E poi anche nelle scuole statali può in alcuni casi avvenire il ricorso a contratti non usuali”.
Di conseguenza questi contratti puntano a personale non abilitato?
“Un docente abilitato sa di muoversi, come qualsiasi altro professionista, in un mercato del lavoro variegato, multiforme. Ben venga la pluralità delle offerte. Diciamo che l’abilitazione è qualcosa in più, ma che non è una condizione necessaria”.
Insomma, quindi dovrebbe essere positiva per coloro che aspirano a lavorare nel mondo della scuola la notizia di questo accordo.
“In un momento di recessione economica come questo trovare delle scuole e dei gestori pronti a investire mi sembra una notizia positiva per tutti”.


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