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Discussione: Test Invalsi due volte all'anno

  1. #151
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    Ricci (Invalsi): Qui, signori miei, si deve studiare

    L’appello è stato rivolto ad una attenta platea di docenti, dirigenti ed esperti di valutazione da Roberto Ricci, responsabile nazionale delle prove Invalsi, nel corso di un seminario di approfondimento sui risultati dell’indagine Ocse-Pisa 2012 in Lombardia svoltosi oggi, 17 novembre, presso l’università di Milano Bicocca.
    Ma chi deve studiare, e che cosa? Ricci non ha fatto ovviamente nomi e cognomi, ma si è ben capito che a studiare dovrebbero essere in primo luogo i decisori politici in materia di valutazione, e con loro però anche i protagonisti, accademici e non (sindacati, associazioni professionali, editorialisti), del dibattito su obiettivi, contenuti e metodi della valutazione di sistema. La distanza che separa il dibattito internazionale da quello che si svolge in Italia è infatti, a suo giudizio, “impressionante”.
    Mentre all’estero e nelle sedi internazionali in cui vengono prese le decisioni, come l’Ocse, vengono elaborate strategie e predisposti strumenti valutativi sempre più sofisticati e capaci di fornire importanti indicazioni ai decisori politici e anche agli operatori scolastici, in Italia il dibattito registra forti resistenze e diffidenze verso l’ottica ritenuta meramente ‘quantitativa’ e ‘sommativa’ che ispira i test Pisa e quelli dell’Invalsi, accusati di ignorare l’importanza dei processi e dei contesti nei quali vengono rese le prestazioni da parte degli studenti.
    In questo modo, secondo Ricci, il nostro Paese rischia di condannarsi alla marginalità culturale, almeno in materia valutativa, perché la ricerca internazionale va in direzione di una sempre più efficace ed esplicativa interpretazione dei risultati ottenuti dagli studenti sottoposti a test capaci di evidenziarne competenze, capacità, potenzialità.
    In Lombardia (e nel Veneto), comunque, come si è notato anche in occasione di questo seminario, ci sono meno riserve e resistenze verso le prove Ocse e Invalsi. E forse è anche per questo che i risultati sono migliori: la Lombardia, come risulta dalla interessante relazione presentata da Brunella Fiore (del team Ocse-Pisa Lombardia) si piazza – sugli 87 Paesi e Regioni oggetto della indagine – al 18° posto in matematica e all’11° in scienze e lettura.



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  2. #152
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    Le prove Invalsi? Indispensabili per valutare le scuole, ma vanno affiancate ad altri parametri

    A dirlo è stata Donatella Poliandri, responsabile Area Valutazione delle scuole dell’Invalsi, nel corso della seconda e ultima giornata della Conferenza sul decennale delle prove nazionali: per la valutazione degli istituti è rilevante anche il contesto socio-economico e demografico ai processi gestionali e alle pratiche didattiche. Per il futuro, l’Istituto cercherà di avviare un feedback più utile da restituire alle scuole.
    Tra gli interventi che si sono succeduti a Roma, nella seconda giornata della Conferenza “Il Decennale delle Prove INVALSI”, spicca quello di Donatella Poliandri, responsabile Area Valutazione delle scuole dell’Invalsi: l’esperta di valutazione scolastica ha illustrato il percorso con cui si è passati dalle sperimentazioni alla pubblicazione del format che tutte le scuole dovranno utilizzare per l’autovalutazione a partire già da quest’anno scolastico: “Nel regolamento del Sistema Nazionale di Valutazione è previsto un legame stretto tra autovalutazione, valutazione esterna e miglioramento. Il Format per l’autovalutazione è il frutto delle sperimentazioni realizzate dall’Invalsi nel periodo 2009-14 in quasi 1.400 istituzioni scolastiche”.

    Poliandri si è quindi soffermata sulla necessità di allargare il raggio di valutazione di un istituto ad una seria di variabili: dal “percorso di ricerca abbiamo appreso alcune importanti lezioni: siamo riusciti a definire quali sono gli aspetti importanti da osservare per analizzare la qualità delle scuole e abbiamo individuato gli indicatori adatti per misurarli. I risultati delle Prove sono un aspetto indispensabile per valutare le scuole, ma ve ne sono numerosi altri da considerare, dal contesto socio-economico e demografico ai processi gestionali, alle pratiche didattiche. Nel futuro, l’Invalsi continuerà a studiare quali siano i feedback più utili da restituire alle scuole e dovrà approfondire ulteriormente i nessi tra la valutazione e il miglioramento.”.

    La seconda giornata, svolta alla presenza di un centinaio di delegazioni di istituzioni scolastiche coinvolte in questi anni nelle sperimentazioni, è stata dedicata all’approfondimento del lavoro dell’Istituto nei diversi ambiti: in particolare alla partecipazione alla ricerca comparativa internazionale e la valutazione delle scuole.
    Tra i relatori, Laura Palmerio, responsabile Area Ricerca Internazionale Invalsi, ha affermato l’importanza della ricerca comparativa: “Alcuni aspetti delle politiche educative si comprendono meglio in una prospettiva internazionale. Spesso queste ricerche vengono criticate per l’eccessiva presenza mediatica delle classifiche tra sistemi scolastici e per il rischio di importare acriticamente i sistemi educativi di altri paesi. Tuttavia queste ricerche rivestono grande importanza nel quadro dell’integrazione europea, perché permettono di realizzare confronti e di individuare obiettivi comuni. Sono inoltre un motore importante per l’avanzamento teorico e metodologico della ricerca educativa. Da sempre riscontriamo la coerenza tra i risultati delle indagini internazionali e quelli delle rilevazioni nazionali per il nostro Paese.”
    La Conferenza ha quindi ospitato un videomessaggio di Andreas Schleicher, direttore del settore Education dell’OCSE: “Complimenti all’Invalsi per il lavoro di questi anni. Prima delle Prove, infatti, mancavano indicatori oggettivi dei risultati degli studenti. Si potevano utilizzare indicatori del successo scolastico, ma mancavano informazioni sulla qualità dei risultati raggiunti e quindi l’Invalsi ha raggiunto un traguardo importante. Questi dati sono ovunque strumenti potenti per il miglioramento e creano opportunità per prendere decisioni basate sui fatti. I test per la misurazione dei livelli di apprendimento sono sempre difficili da progettare e creano ovunque discussioni e aspettative anche critiche. C’è sempre una grande tensione da risolvere: quella tra la realizzazione di prove oggettive, facili da somministrare e correggere, e prove rilevanti da un punto di vista educativo. Anche la ricerca internazionale, come quella italiana, affronta un dilemma tra oggettività e rilevanza delle Prove. Risolvere questa tensione è il compito che ci aspetta nel prossimo decennio: dovremo riuscire a misurare anche altri aspetti rilevanti, come la capacità creativa, le competenze relazionali e di cittadinanza degli studenti. L’Invalsi ha davanti a sé dieci anni di grande lavoro e l’OCSE è pronto a sostenerlo.”.
    Paolo Sestito, già presidente Invalsi e attualmente Responsabile Servizio Struttura Economica della Banca d’Italia, ha evidenziato gli elementi costitutivi del nascente modello italiano di valutazione: “La prassi Invalsi, a partire dal 2008, si è incentrata sulla restituzione dei dati alle scuole per l’innesco di processi di analisi e miglioramento al loro interno, sul rifiuto della produzione di classifiche, seppure rendendo progressivamente più confrontabili i risultati, e sulla reportistica sul sistema e sulle sue articolazioni territoriali”. Sestito ha evidenziato come sia necessario che l’autovalutazione rappresenti “un processo interno delle scuole, più che la produzione di un documento come mero adempimento”. Ha inoltre richiamato la necessità di completare il sistema di valutazione con strumenti per la valutazione dei dirigenti.
    I lavori sono stati conclusi dalla tavola rotonda sulla cultura della valutazione in Italia, con la partecipazione di Annamaria Ajello, presidente Invalsi, Giovanni Biondi, presidente INDIRE, Elena Ugolini, consigliere del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca e Piero Cipollone, responsabile Servizio Pianificazione e Controllo Banca d’Italia e già presidente Invalsi.



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  3. #153
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    Scuola, fondi tagliati per 10 milioni: “Test Invalsi a rischio nel 2015″

    I finanziamenti stanziati per le attività del prossimo anno nella legge di Stabilità sono stati stralciati dalla Commissione Bilancio della Camera. Nelle casse dell’istituto restano soli 4 milioni. In Olanda l’ente equivalente può contare su 600 dipendenti e un budget di 120 milioni Il governo lascia Invalsi senza soldi e mette a rischio i test nel 2015, proprio nell’anno in cui il Ministero decide di dare l’accelerata decisiva sulla meritocrazia nelle scuole. L’ultimo paradosso della legge di Stabilità colpisce l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione: i 10 milioni di euro inizialmente stanziati per le attività del prossimo anno sono stati stralciati dalla Commissione Bilancio della Camera. Adesso restano pochi giorni per rimediare nel corso della discussione del testo al Senato. “Altrimenti – avvisano dall’Istituto – dal 2 gennaio chiudiamo le attività istituzionali”.

    Invalsi esiste dal 1999 (anno in cui ha raccolto l’eredità del Cede), assolve diverse funzioni (in particolare di valutazione della scuola italiana): fra queste le omonime e tanto discusse prove con cui dal 2005 viene misurato il grado di apprendimento degli studenti in alcune classi del ciclo d’istruzione del Paese; ma anche i test Ocse, la principale indagine comparativa internazionale sulla scuola, fondamentale per conoscere il livello dell’istruzione italiana a confronto del resto dell’Unione Europea. Ora tutto questo potrebbe essere a rischio. Nella manovra il governo aveva stanziato dieci milioni di euro, che sarebbero serviti per stabilizzare un terzo del personale (30 dei circa 90 dipendenti) che da oltre dieci anni lavora in condizione di precarietà. E poi per svolgere le attività ordinarie e straordinarie nel 2015. Nei piani del Ministero, infatti, c’è un ulteriore potenziamento di Invalsi: non più solo i test, nazionali ed internazionali, e la prova inclusa negli esami di terza media. Dal prossimo anno l’Istituto dovrà occuparsi anche di strutturare il nuovo Sistema nazionale di valutazione delle scuole, uno dei cardini della “riforma Giannini“.
    Fino ad oggi Invalsi ha sempre funzionato appoggiandosi a finanziamenti europei (i cosiddetti Pon), che però venivano erogati per progetti sperimentali. Mentre il Fondo ordinario è stato progressivamente depauperato nel corso degli anni, quasi dimezzato rispetto al 2008. Comunque sempre attestato su livelli molto più bassi del resto d’Europa: in Olanda, per fare un esempio, il Cito (l’equivalente dell’Invalsi) può vantare 600 dipendenti e un budget di 120 milioni di euro l’anno. Quei dieci milioni, insomma, erano ossigeno vitale. E al momento sono saltati: nelle casse dell’Istituto per il 2015 restano appena 4 milioni, con cui sarà possibile finanziare solo la ricerca interna. I quiz per gli esami di terza media potrebbero essere un problema, le test Invalsi e Ocse sono in pericolo.
    L’Istituto potrebbe addirittura trovarsi a dover rinunciare a uno delle due prove: “Ma sarebbe come scegliere chi salvare fra due figli, impossibile”, spiegano da Frascati, dove ha sede l’ente. Anche perché gravissime sarebbero le conseguenze: “Rischiamo una figuraccia a livello internazionale. E un danno irreparabile a livello scientifico, perché saltare un ciclo aprirebbe un buco nelle nostre ricerche (anche perché in cantiere c’è il progetto di riunire sotto un’unica scala metrica i due test, ndr)”. Il tutto, nel momento in cui il Ministero calibra la sua riforma della scuola proprio sulla valutazione di studenti, istituti, persino docenti. Il governo e il sottosegretario Faraone hanno assicurato all’Istituto che la situazione verrà risolta. Ma intanto il 2015 si avvicina. E senza soldi rischia di essere l’anno zero per Invalsi.





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  4. #154
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    WOWWWWWWWWWWWWWW!!!!!!!!!!!!!!!!!
    E non sto a spiegarne i 1000 motivi .....................
    ciao beva

  5. #155
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    Prove Invalsi: scuole polo e osservatori esterni

    Prove Invalsi: scuole polo e osservatori esterni
    L’Istituto comunica agli Uffici scolastici regionali le modalità per l’individuazione delle scuole polo, alle quali sarà attribuita una quota forfettaria aggiuntiva in ragione del maggior impegno richiesto. Per la scelta degli osservatori esterni saranno pubblicati appositi bandi entro il 20 febbraio. La scadenza per l’invio delle domande è fissata al 13 mazro 2015
    Anche quest’anno, nell’ambito delle rilevazioni nazionali dei livelli di apprendimento degli studenti frequentanti la seconda e la quinta classe della scuola primaria e la seconda classe della scuola secondaria di secondo grado, l’Invalsi ha previsto osservatori esterni presso un campione statistico di classi (vedi nota Invalsi del 15 gennaio 2015).
    A tal fine, gli Uffici scolastici regionali dovranno individuare delle Scuole polo, di norma una per ogni regione, con le quali l’Invalsi procederà a sottoscrivere una convenzione diretta a disciplinare il conferimento degli incarichi e la remunerazione degli osservatori esterni e del servizio reso dalla scuola. Sempre gli U.s.r. avranno il compito di attivare la procedura diretta a selezionare gli osservatori esterni secondo un profilo predefinito dall’lnvalsi.
    Alle scuole polo, per via dell’impegno richiesto, oltre alla quota prevista per l’intensificazione del lavoro amministrativo richiesto per ogni destinatario di contratto, pari a 9 € circa, sarà attribuita una quota forfettaria aggiuntiva per la complessità del lavoro da svolgere per l’intera regione. Tale quota aggiuntiva viene determinata in 1.000 € per le regioni con più di 700 istituzioni scolastiche e in 600 € per le altre.
    Per quanto riguarda l’individuazione degli osservatori esterni, la selezione verrà avviata dagli U.s.r. con apposito bando, che dovrà essere pubblicato pubblicati entro e non oltre il 20 febbraio 2015. Il termine di presentazione delle domande di partecipazione avrà come scadenza il 13 marzo 2015.
    L’osservanza di tali date consentirà la pubblicazione degli elenchi entro il 12 aprile 2015, l’assegnazione degli osservatori alle scuole campionate e la trasmissione alle scuole polo di tutti gli elementi per procedere alla stipula dei contratti in tempo utile per lo svolgimento delle operazioni di osservazione esterna nelle date prestabilite.
    L’Invalsi indica anche le categorie di personale scolastico tra cui individuare, in ordine preferenziale, gli osservatori:

    Dirigenti tecnici
    Dirigenti scolastici
    Docenti collaboratori del Dirigente scolastico
    Docenti incaricati dello svolgimento di funzioni strumentali, con precedenza per quelli incaricati dello
    svolgimento di funzioni attinenti alla valutazione degli apprendimenti
    Docenti comandati presso gli USR, articolazioni territoriali USR, ANSAS
    Docenti esperti già utilizzati in precedenti rilevazioni o coinvolti con compiti di formatori o di tutor nei
    seminari di sensibilizzazione alle indagini OCSE-PISA
    Docenti somministratori nelle scuole campionate nell’ambito dell’indagine OCSE-PISA
    Docenti somministratori nelle scuole campionate nell’ambito delle indagini IEA-PIRLS e IEA-TIMSS.
    Docenti con contratto a tempo indeterminato.
    Docenti con contratto a tempo determinato.

    In ciascuna delle suddette categorie sarà data precedenza al personale in servizio rispetto a quello in quiescenza, da non più di tre anni e, a parità di altri elementi, al candidato più giovane.
    Infine, sarà possibile selezionare gli osservatori tra giovani laureati e diplomati, con preferenza per chi già risulta iscritto nelle graduatorie provinciali o d’Istituto.


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  6. #156
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    hanno di nuovo trovato i soldi per questa buffonata? Peccato!
    ciao beva

  7. #157
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    Dal 9 febbraio on-line il Questionario scuola dell’Invalsi

    La compilazione dovrà avvenire entro il 28 febbraio per consentire all’Invalsi l’elaborazione dei dati che saranno restituiti alle scuole con i relativi valori di riferimento (benchmark) all’interno della Piattaforma operativa unitaria in cui sarà prodotto il RAV.
    Il nuovo Sistema Nazionale di Valutazione, tra gli strumenti messi a disposizione delle scuole, prevede anche il Questionario Scuola, predisposto dall’Invalsi.
    I dati inseriti saranno restituiti alla scuola entro la fine di marzo all’interno della Piattaforma operativa unitaria, unitamente a valori di riferimento esterni (benchmark) e ad altre informazioni già disponibili nel sistema informativo del Miur.
    La compilazione, a cura dei Dirigenti scolastici/Coordinatori delle scuole statali e paritarie, dovrà essere effettuata tra il 9 e il 28 febbraio 2015.
    Nei prossimi giorni le scuole riceveranno una e-mail contenente il link per accedere al Questionario e la relativa password di accesso. Tale accesso è anche disponibile dal portale della valutazione (http://www.istruzione.it/sistema_valutazione) dove, inoltre, sono riportati i modelli dei questionari e la guida utente; è poi presente una sezione dedicata alle domande più ricorrenti (FAQ).
    Gli Istituti Comprensivi e gli Istituti Superiori statali devono compilare un unico Questionario relativo a tutti plessi e scuole gestite, pertanto verrà inviata un’unica e-mail ed un’unica password di accesso. Invece, gli Istituti Omnicomprensivi dovranno compilare due Questionari: uno per le scuole
    del primo ciclo (primarie e secondarie di 1° grado) ed uno per le scuole del secondo ciclo (secondarie di 2° grado); in questo caso, le mail saranno due con due diverse password di accesso, una per ogni questionario da compilare.

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  8. #158
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    Invalsi: in ritardo i pagamenti di osservatori e collaboratori

    L’Istituto porge le proprie scuse per il ritardo con cui si stanno liquidando i compensi per le attività del 2014, dovuto alla complessa macchina burocratica e al gran numero di contratti stipulati l’anno scorso
    Con nota dell’11 febbraio a firma del Presidente, Anna Maria Ajello, e del Direttore generale, Paolo Mazzoli, l’Invalsi comunica che ci sono ritardi nei pagamenti degli osservatori e degli altri collaboratori, con riferimento alle attività terminate nel 2014.
    Il ritardo è dovuto alla complessità dei passaggi formali necessari per la liquidazione di quanto dovuto (registrazione dei contratti alla Corte dei Conti, validazione delle attività, adempimenti scuole polo, ecc) e al numero straordinario di contratti stipulati nel 2014.
    “Questi ritardi – conclude il comunicato - rendono ancor più doveroso il nostro ringraziamento agli osservatori, ai somministratori, ai valutatori e agli altri esperti che hanno svolto le loro attività per l’INVALSI”.

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  9. #159
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    Ufficiale, Invalsi sposta prove previste per 5 e 6 maggio al 6 e 7


    L'Istituto Invalsi ha inviato questa mattina una nota alle scuole con la quale si dà comunicazione dello spostamento delle date per le prove previste a maggio.
    Misura anti-sciopero.
    La decisione giunge a seguito della proclamazione dello sciopero da parte dei sindacati per protestare contro la riforma della scuola. Le date fissate per giorno 5 e 6 maggio saranno spostate rispettivamente al 6 (italiano elementari) e 7 maggio 2015 (matematica).
    Nei giorni scorsi, il sindacato COBAS aveva minacciato i dirigenti che avrebbero di loro spontanea volontà spostato la data delle prove di denuncia.
    Restano confermate le date delle altre prove: 12 maggio 2015 (prova di Matematica, prova d' Italiano e Questionario studente per la classe II delle superiori) e 19 giugno 2015 (prova di Matematica e d'Italiano nell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione).


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  10. #160
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    Prove Invalsi: istruzioni per la somministrazione



    Dopo lo spostamento delle Prove Invalsi nella scuola primaria, alcune indicazioni per l'organizzazione, con la durata di ogni singolo adempimento.
    Date delle rilevazioni nella scuola

    Primaria
    6 maggio 2015 svolgimento, nell'ordine indicato, delle seguenti prove:
    o Prova Preliminare di lettura (classe II);
    o Prova di Italiano (classi II e V).

    7 maggio 2015 svolgimento, nell'ordine indicato, delle seguenti prove:
    o Prova di Matematica (classi II e V);
    o Questionario studente (classe V).

    Data della rilevazione nella Scuola Secondaria di secondo grado
    12 maggio 2015 svolgimento, nell'ordine indicato, delle seguenti prove:
    o Prova di Matematica;
    o Prova di Italiano;
    o Questionario studente

    la predetta variazione di calendario riguarda TUTTE le classi campione e non campione della scuola primaria statale e paritaria;
    2. le nuove date di somministrazione (6 e 7 maggio 2015) devono essere osservate da tutte le scuole primarie statali e paritarie, INDIPENDENTEMENTE dall'adesione del personale docente e non docente allo sciopero indetto per il 5 maggio 2015;
    3. il protocollo di somministrazione delle prove rimane invariato, con la sola eccezione che tutte le operazioni originariamente previste per il 5 maggio 2015 si devono svolgere il 6 maggio 2015 e quelle originariamente previste per il 6 maggio 2015 si devono svolgere il 7 maggio 2015.

    Durata delle prove INVALSI 2014-15
    Strumenti Durata massima effettiva (senza le pause e il tempo per le consegne preliminari)
    Prova preliminare di lettura (II primaria) 2 minuti (prova a cronometro)
    Prova di Italiano (II primaria) 45 minuti
    Prova di Matematica (II primaria) 45 minuti
    Prova di Italiano (V primaria) 75 minuti
    Prova di Matematica (V primaria) 75 minuti
    Questionario studente (V primaria) 30 minuti

    Prova di Italiano (II sec. di secondo grado) 90 minuti
    Prova di Matematica (II sec. di secondo grado) 90 minuti
    Questionario studente (II sec. di secondo grado) 30 minuti


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