Pagina 7 di 54 PrimaPrima ... 5678917 ... UltimaUltima
Risultati da 61 a 70 di 537

Discussione: In pensione con 40 anni, più due

  1. #61
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,535
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    “Quota 96” e le attese delle sentenze

    Non c’è pace per il personale della scuola di “Quota 96” che, in attesa di uno sblocco politico della ingiustizia subita, si sono affidati ai giudici. Le ultime novità che pervengono dal fronte agguerrito, ma sempre più scoraggiato, dei circa 3500 lavoratori della scuola:”Quota96”, penalizzati dalla riforma sulle pensioni di Fornero che non ha riconosciuto la specificità della scuola, che gode di una sola finestra di uscita, riguardano le sentenze della Corte dei conti. L’ultima in ordine di tempo risale a qualche giorno addietro e nella quale viene disposto “che per il giudizio in oggetto, la richiesta di “sospensiva” per le “pensioni civili”, è fissata l’udienza, in composizione monocratica in funzione di Giudice Unico per il giorno: 02/04/2013 alle ore 09:00”. Nessuna data fatidica dunque e niente risoluzione definitiva del caso, la questione è diversa. Di che si tratta? Nella fattispecie è uno dei ricorsi collettivi presentati presso la Corte dei Conti del Lazio per ottenere di presentare, in via cautelare, la domanda di pensionamento al 1 settembre di quest’anno ma con cui il giudice ha disposto la fissazione della data di discussione del ricorso, ma sempre per la sola fase cautelare e se pur con riserva. In altre parole il 2 aprile potremmo solamente sapere se verrà concesso ai ricorrenti, e in via cautelare, di presentare o meno la domanda di pensionamento. L’intenzione tuttavia del personale “Quota 96”, su consiglio del legale, è quella di sfruttare questa udienza al fine di poter ottenere una tempestiva udienza di discussione nel merito del ricorso, in modo da ottenere una prima pronuncia prima della fine dell’anno scolastico. La vera “madre di tutte le battaglie”, per sganciare definitivamente questi colleghi dalle grinfie di una Legge sbagliata, ingiusta, autoritaria e raffazzonata, si combatterà nelle aule della Corte Costituzionale presso la quale è stato registrato il procedimento. Ricorrere alla Corte Costituzionale diciamo che è una “ulteriore verifica della correttezza di quanto chiede il Comitato “Q96” dal momento che la tesi proposta in fase giurisdizionale è diversa dal profilo della incostituzionalità in quanto il personale coinvolto ritiene che vi siano già le norme di riferimento per poter procedere con l’accoglimento del ricorso.”


    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  2. #62
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,535
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Scuola, pensionamenti dimezzati

    La legge Fornero blocca le uscite: meno posti per i precari
    Invecchiano i docenti dietro la cattedra, ma invecchiano anche i precari in attesa di una stabilizzazione che ritarda sempre di più. La legge Fornero che allunga l’età lavorativa sia per gli uomini che per le donne riduce il turn-over degli insegnanti del cinquanta per cento nelle classi italiane. E secondo i sindacati, a questo punto, sono a rischio anche tutte le 11.542 assunzioni del concorso dei docenti bandito lo scorso autunno.
    L’ALLARME
    L’allarme dei sindacati è scattato di fronte ai dati sulle domande di pensionamento del personale della scuola, diffusi dal Ministero dell’Istruzione. Dati provvisori (ciascuna domanda è al vaglio ministeriale) e che potrebbero subire qualche piccolissima variazione, ma che comunque confermano che il quadro dell’occupazione si è ridotto drasticamente. I docenti che andranno in pensione da settembre sono 10.009, mentre nello scorso anno scolastico sono stati 21.112. Sono di 3.343 unità le uscite del personale Ata, contro i 5.336 dell’anno precedente. Il maggior numero di pensionamenti nelle scuole superiori dove sono state presentate 3.187 domande. Poco meno nella scuola primaria con 3.090 richieste. A seguire le richieste di riposo nella scuola media (2.439) e nella materna (1.293). Tra il personale tecnico ausiliario (gli Ata), a lasciare il posto sono soprattutto i collaboratori scolastici (2.180 domande) e gli assistenti amministrativi (756).
    LE ACCUSE
    La Flc-Cgil, che accusa il ministero di aver dato i dati sui pensionamenti in ritardo per non aver avuto il coraggio di rivelare «gli effetti disastrosi della riforma Fornero», sostiene che non solo ci saranno meno assunzioni, ma che «perfino l’attuale concorso rischia di non avere posti sufficienti». E riguardo al concorso annunciato nelle scorse settimane dal ministro Francesco Profumo per questa primavera: «Altro che nuovo concorso!». Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anife: «Sono dati così allarmanti da poter pregiudicare persino le assunzioni del concorso in fase di espletamento. E meglio non parlare del nuovo! Questi dati aumentano il precariato, allontanano le nuove generazioni degli insegnanti e allontanano l’Italia dalla media Ocse». L’ETÀ MEDIA Tra le conseguenze della riforma Fornero, in effetti, non ci sarebbe solo l’aumento del precariato storico della scuola (160mila stando agli ultimi dati della Funzione Pubblica). Ma
    IL CASO
    anche quella inevitabile di alzare l’età media del personale. Esasperando una caratteristica della scuola italiana che è stata già stigmatizzata dal rapporto Ocse sull’Educazione del 2012. In 19 su 32 dei Paesi dell’Ocse il 60% dei docenti di scuola secondaria ha almeno 40 anni, mentre in Italia sono oltre il 70% (ma anche Germania e Austria superano questa soglia). I giovanissimi, i docenti sotto i 30, in Italia sono solo lo 0,5%, mentre la media Ocse nella primaria arriva al 14%. Alessia Camplone

    Eduscuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  3. #63
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,535
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Resi noti i dati provvisori di pensionamento

    E la Flc-Cgil proclama il presidio del 10 aprile dei precari al ministero dell’istruzione: meno pensionamenti = meno assunzioni, anche contro gli effetti della riforma Fornero Con la pubblicazione dei dati provvisori delle domande di pensionamento del personale della scuola, mantenuti segreti, sottolinea la Flc-Cgil, viene confermata “la drastica riduzione dei pensionamenti, che oltre a non dare risposta a chi avrebbe avuto i requisiti pre-riforma, danneggiano pesantemente i lavoratori precari a cui viene negata la prospettiva di stabilizzazione. Dai questi primi dati si ricava una riduzione di quasi il 50% rispetto allo scorso anno. I docenti sono solo 10.009 contro le oltre 20.000 dello scorso anno e gli ATA sono solo 3.343 contro le oltre 5.000 dello scorso anno. Con questi dati sicuramente avremo meno assunzioni e perfino l’attuale concorso rischia di non avere posti sufficienti. Altro che nuovo concorso!. A fronte di questa situazione per la FLC CGIL due operazioni sono prioritarie: 1. “riformare” la riforma Fornero per consentire ai giovani l’accesso al lavoro 2. investire nel sistema dell’istruzione per restituire alle scuole organico e risorse.

    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  4. #64
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,535
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Quota 96, la Corte prende tempo

    Quella del 2 aprile, ha precisato il legale, era una udienza di discussione unicamente per la fase cautelare, cioè in relazione alla richiesta di essere autorizzati a presentare appunto «in via cautelare e con ogni più ampia riserva» la domanda di pensionamento
    C’è delusione tra i docenti e il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario che hanno chiesto ai giudici di dichiarare illegittimo il rifiuto dell’amministrazione scolastica a collocarli a riposo avendo maturato i requisiti richiesti dalla normativa previgente l’entrata in vigore dell’art. 24 del decreto legge 201/2011, non entro il 31 dicembre 2011, bensì entro il termine dell’anno scolastico 2011/2012.
    Dalla Corte dei Conti del Lazio, che si riuniva il 2 aprile, gli oltre duemila docenti e personale Ata che avevano sottoscritto un ricorso predisposto dalla Uil-Scuola si aspettavano infatti se non una sentenza favorevole quanto meno una indicazione su tempi, possibilmente brevi, per giungere ad una decisione. Non è andata come speravano e la spiegazione l’ha fornita l’avvocato che segue il loro ricorso.
    Quella del 2 aprile, ha precisato il legale, era una udienza di discussione unicamente per la fase cautelare, cioè in relazione alla richiesta di essere autorizzati a presentare appunto «in via cautelare e con ogni più ampia riserva» la domanda di pensionamento con la procedura on-line senza che ciò potesse comportare per il ministero dell’istruzione il riconoscimento del diritto al trattamento pensionistico. Ha inoltre sottolineato di avere avanzato la richiesta di fissazione dell’udienza di merito (cioè per l’accertamento del diritto ad essere collocati in quiescenza con i criteri antecedenti la normativa Fornero) in tempi brevi evidenziando, ancora una volta, la necessità che la pronuncia della Corte dei Conti possa intervenire in tempo utile per consentire il collocamento in quiescenza prima dell’avvio del prossimo anno scolastico. Sulla richiesta di fissazione dell’udienza di merito il consigliere, in funzione di Giudice Unico, si è riservato di depositare una Ordinanza nei prossimi giorni. Ha invece respinto, con ordinanza n. 117/2013, la richiesta di sospensione di atti del Miur e dell’Inps, ex gestione Inpdap, che era finalizzata a consentire agli interessati di poter presentare in via cautelativa la domanda di pensionamento.
    Un collocamento a riposo di alcune altre migliaia di docenti e di personale Ata avrebbe assunto una particolare rilevanza alla luce del ridotto numero di personale che è stato autorizzato a cessare dal servizio il prossimo primo di settembre. Un numero di cessazioni mai così basso, come si ricava dai dati provvisori provenienti del Ministero dell’Istruzione, non potrà infatti non ripercuotersi inevitabilmente sulla definizione del numero dei posti e delle cattedre vacanti e disponibili per le immissioni in ruolo e per il conferimento degli incarichi annuali o fino al termine delle attività didattiche.


    Eduscuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  5. #65
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,535
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Pensione per i professori, i sindacati: “Uscite flessibili per favorire i giovani”

    La proposta di Gilda e Cisl per ‘ammorbidire’ la riforma Fornero: cumulare negli ultimi 5 anni part-time e metà pensione. Torna alla ribalta il problema del burnout, dei docenti ‘scoppiati’ per lo stress da lavoro.
    REGOLE particolari per i pensionamenti della scuola. A chiederlo sono Gilda degli insegnanti e Cisl. A indurre una prima riflessione sull’applicazione della legge Fornero al personale della scuola sono stati i dati degli ultimi pensionamenti, ma anche la fatica che ogni giorno fanno gli insegnanti in classe con la prospettiva di non potere lasciare la cattedra prima dei 67 anni. Qualche giorno fa, la Gilda ha proposto al nuovo ministro, Maria Chiara Carrozza, di consentire ai docenti di cumulare, nel corso degli ultimi 5 anni di servizio, part-time e metà pensione. In questo modo è possibile liberare posti da assegnare ai giovani docenti e ai precari in attesa di essere assunti.
    La prima applicazione della legge Fornero al personale scolastico ha più che dimezzato le uscite per pensionamenti: dai 21.000 docenti e 5.336 Ata del 2012, ai 10.000 docenti e 3.343 ATA di quest’anno. Un dato che preoccupa non poco i sindacati perché quello dell’Istruzione, ormai da anni, e soprattutto in questo momento di crisi, è l’unico ministero che assume a ritmi costanti e con numero considerevoli: 21mila insegnanti lo scorso mese di settembre. Assunzione che, con l’attuale legge sui pensionamenti, sarà impossibile ripetere. Secondo Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, l’obiettivo della proposta è quello di “sanare in una volta sola due grandi problemi della scuola: quello di decine di migliaia di precari abilitati, fermi nell’eterna lista di attesa, e quello di altrettanti docenti anziani che, stoppati dalla riforma Fornero, fanno sempre più fatica a reggere il carico di lavoro”.
    Una circostanza ben nota a chi si occupa da anni di stress degli insegnanti, come Vittorio Lodolo D’Oria - il medico che per primo in Italia ha affrontato il tema del burnout (che significa “bruciato”, “scoppiato”) dei docenti. Già nel 2006 Fioroni, durante la sua breve esperienza a viale Trastevere, propose uscite anticipate per le insegnanti della scuola dell’infanzia, le più esposte alle patologie psichiatriche legate allo stress da lavoro. Ma poi non se ne fece più nulla.
    Adesso, con l’aumento di quasi 10 anni dell’età pensionabile, i sindacati ritornano sulla questione. La soluzione proposta dalla Gilda, afferma Di Meglio, “consentirebbe di creare rapidamente almeno 100mila posti liberi a tempo parziale, ponendo fine alla questione delle graduatorie a esaurimento”.
    “Il neo ministro dell’Istruzione - conclude il leader della Gilda - ha dichiarato di voler risolvere il problema del precariato e la Gilda degli Insegnanti formula una proposta concreta. Tocca al governo adesso dimostrare che vuole andare oltre i soliti annunci”. Anche la Cisl - per tutti i lavoratori - è uscita con una proposta per consentire l’uscita flessibile dei lavoratori, sfruttando il part-time, che propone “l’utilizzo contrattato e volontario del part-time negli ultimi anni della carriera lavorativa, senza penalizzazioni per i lavoratori interessati e lo sviluppo di forme mutualistiche integrative finalizzate a consentire un’uscita anticipata dal lavoro, da sostenere con opportuni incentivi fiscali e previdenziali”.
    Misure, afferma il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, che “possono contribuire positivamente all’obiettivo di aumentare progressivamente l’età effettiva di pensionamento in una prospettiva socialmente sostenibile”.


    Eduscuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  6. #66
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,535
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Un nuovo corso per i pensionandi della scuola di Quota 96?

    Il resoconto della giornata di ieri, 22 maggio, della Tavola rotonda indetta dal Comitato “Quota 96” a Roma, per discutere con esponenti della politica il modo per porre rimedio a una ingiustizia conclamata, quella di avere bloccato, con la legge Fornero, circa 3500 lavoratori della scuola dalla giusta pensione. Il report è scritto dal prof. Giuseppe Grasso, tra i promotori del Comitato “Quota 96” Ieri pomeriggio, 22 maggio, si è svolta al teatro dell’Angelo, nel quartiere romano Prati-Mazzini, la terza tavola rotonda promossa dal Comitato Civico «Quota 96» a tutela degli interessi pensionistici dei lavoratori della scuola (insegnanti e Ata) che hanno maturato il requisito nell’anno scolastico 2011/2012. Il teatro era gremito di oltre 300 persone mentre altre 400 seguivano l’evento in diretta streaming da tutta Italia. Sono intervenuti parecchi deputati di diversi schieramenti: Luisa Gnecchi, Manuela Ghizzoni e Francesca Puglisi del Pd, Elena Centemero del Pdl, Annalisa Pannarale di Sel, Manuela Serra e Michela Montevechi del M5S. Una nutrita platea di onorevoli che si sono ritrovati d’accordo nel riconoscere l’«errore tecnico» commesso dal governo Monti e pronti a muoversi, già da oggi, per porre fine all’annoso problema. Il giudice Ferdinando Imposimato ha mandato un comunicato molto lusinghiero al Comitato in cui ha ribadito la sua completa disponibilità sul piano giuridico. Anche Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, ha fatto pervenire un’importante comunicazione che va letta, a nostro modesto avviso, come una pubblica assunzione di responsabilità. La citiamo per intero perché ci sembra non lasci spazio a digressioni di circostanza. «Non appena in Commissione Bilancio arriverà il primo provvedimento in materia pensionistica – scrive il deputato del Pd – sarà mia priorità raccordarmi con il presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, per proporre al governo una modifica che colmi, in tempi brevi, la grave lacuna sui cosiddetti ‘Quota 96’. Già nei mesi scorsi ho avuto modo di seguire, in prima persona, l’importante battaglia portata avanti dal comitato civico degli esodati della scuola e mi sento di esprimere, ancora una volta, una forte vicinanza a tutti i lavoratori che si sono dovuti scontrare con quel ‘mostro esodati’ creato dalla recente riforma Fornero. Non è mancato provvedimento che avesse attinenza con il tema delle pensioni nel quale il Partito Democratico non abbia tentato, con emendamenti appositi, di porre rimedio a questo evidente errore. E oggi, anche alla luce del nuovo esecutivo appena insediato, voglio ribadire il mio impegno perché questa vicenda trovi, finalmente, la giusta soluzione». In uno spazio scenico predisposto con molta creatività dagli organizzatori, corredato di cartelli e striscioni colorati di ogni genere in sintonia con il tema della matinée, si è avviato un proficuo dibattito sotto la guida di nadia Marta, presidente del Comitato. L’onorevole Luisa Gnecchi, intervenuta a sorpresa, ha introdotto il tema della flessibilità in uscita illustrando una proposta di legge di revisione della riforma Fornero che prevede la possibilità di uscire dal lavoro con 41 anni indipendentemente dall’età e dall’aspettativa di vita. Antonio Pane, segretario del Comitato Q96, ha rivendicato la peculiarità del Comparto Scuola mettendo in risalto le contraddizioni della riforma Fornero che ha negato la discrasia fra anno solare e anno scolastico sulla quale il giudice del lavoro di Siena ha invece richiamato l’attenzione, lo scorso luglio, facendo notare che l’art. 24 del decreto ‘Salva-Italia’ non avrebbe distinto, rispetto alla data del 31/12/2011, con particolare riguardo al settore scolastico, il «dies ad quem della maturazione dei requisiti pensionistici secondo la normativa previgente». Il governo Monti non avrebbe tenuto conto, nello stilare l’ultima riforma delle pensioni, della specificità della scuola sul terreno previdenziale assimilando le leggi speciali che regolano questo settore alle leggi generali di tutti gli altri settori della Pubblica Amministrazione. Ha dimenticato che l’anno scolastico non coincide con l’anno solare e che si colloca a cavallo tra due anni solari. Il problema della continuità didattica impedisce a chi vi lavora di considerare l’anno solare come conclusione di ogni periodo lavorativo (tanto più l’uscita dal servizio). Come potrebbe mai un insegnante abbandonare la classe il 31 dicembre? Annalisa Pannarale, mostrando viva e calda partecipazione per il dramma di questi lavoratori, ha usato toni duri contro il governo Monti rimarcando che sui diritti imprescindibili di ogni lavoratore non si transige perché ne va della sovranità dentro di sé che è alla base della dignità umana. «In un paese civile e democratico – ha detto l’agguerrita deputata di Sel – l’illegittimità e l’ingiustizia non possono essere normate mai e i diritti, quando sono tali, acquisiti e riconosciuti, devono valere sempre, per ognuno e ognuna, e non solo quando la copertura finanziaria lo consente. È necessario essere in campo da domani per coordinarsi e attivarsi in tutte le sedi preposte, a cominciare dalle Commissioni, affinché un disegno di legge specifico venga calendarizzato subito. È stata predisposta una interrogazione urgente che vuole tenere il faro puntato sull’urgenza della questione». Parole forti e dense di pathos che hanno infiammato la platea dando nuova speranza agli ascoltatori.
    Manuela Ghizzoni, paladina da sempre di questo mini-popolo di educatori, ha affrontato con realismo la questione al centro della tavola rotonda. Secondo la deputata democratica ci sono due vie percorribili per sanare l’ormai ben nota vicenda: o una proposta di legge da calendarizzare a breve alla commissione Lavoro, proposta di legge da lei già presentata alla Camera, o un’azione normativa da collegare al primo provvedimento utile in materia pensionistica. Ha tuttavia sollevato il problema della copertura finanziaria, che ammonterebbe a circa 100 milioni di euro, somma che si potrebbe reperire nei risparmi previsti dalla riforma Fornero o in altre entrate in via di studio. Su questo punto – ha rassicurato la Ghizzoni senza troppi giri di parole – ci sarebbe una convergenza con il governo espressa dal viceministro all’Economia Fassina. Al problema della copertura bisognerà comunque pensare per dare adeguate risposte nell’immediato. Del resto i tempi sono mutati rispetto al dispotismo montiano e oggi dovrebbero essere più favorevoli. Anche Francesca Puglisi ha ribadito questa duplice possibilità e ha accennato a un colloquio avuto col ministro Carrozza in tal senso. La senatrice Manuela Serra, da parte sua, precaria della scuola, ha confermato il proprio appoggio e quello del suo Movimento alla causa dei Quota 96 dicendo di essere pronta a ogni tipo di soluzione utile pur di sanare il loro diritto calpestato. Ha giudicato l’incontro un momento di crescita personale riaffermando, oltre all’incongruenza di una pensione cancellata per errore, che le voci del mondo dell’educazione chiedono concretezza e attuazione non più differibili. Il M5S s’impegnerà sempre per il bene della scuola che costituisce la linfa vitale della nostra società. Di particolare rilievo è stato l’intervento dell’avvocato Domenico Naso che difende da oltre un anno questi quattromila lavoratori nei tribunali di tutta Italia. La riforma Fornero, secondo lui, non ha affatto abrogato la specificità del Comparto Scuola e quindi una «interpretazione autentica» della norma potrebbe ripristinare questa specificità saltata solo per l’anno scolastico 2011-2012. Ha poi spronato gli esponenti dei partiti presenti alla tavola rotonda perché vengano compiute, a livello politico, tutte le pressioni del caso affinché la Corte Costituzionale calendarizzi rapidamente la discussione in merito al procedimento di legittimità costituzionale sollevato dal giudice del lavoro di Siena. In questi casi, ovviamente, si potrebbe schivare il problema della copertura finanziaria. L’ultimo punto di forza derivante dal suo discorso è che si potrebbe risolvere il problema, se ci fosse davvero la volontà politica, con un’apposita circolare che non andasse a stravolgere la legge Fornero ma la rimodulasse al Comparto Scuola con una clausola di salvaguardia andando a correggere l’errore commesso dal governo Monti. Alla fine della tavola rotonda numerosi partecipanti hanno ribadito le loro sacrosante ragioni con interventi precisi, mirati, coinvolgenti, a documentare in modo vistosamente dimostrativo che il CCQ96 è più che mai vivo e vegeto, che esige risposte chiare e non è disposto in alcun modo a cedere su nulla. Un coro di voci non rassegnate ha acceso il dibattito già in sé ricco di spunti. Una prova che il mondo dell’educazione, quando vuole, sa organizzarsi per far valere i propri diritti. L’impressione generale, malgrado i pareri discordanti e gli inevitabili scetticismi, è che l’occasione sia stata propizia e foriera di buoni accadimenti. I parlamentari erano tutti consapevoli, più o meno distintamente, del dramma dei lavoratori della scuola di Quota 96. L’organizzazione è stata inappuntabile. Qualcuno si è lamentato dicendo che non è stata portata a casa nessuna data sicura per la soluzione del problema. Però mai come ieri maggioranza e opposizione hanno manifestato tanta solidarietà e tanta comprensione verso questo spinoso problema. Non bisogna dimenticare che, mandando in pensione questi lavoratori della conoscenza, si libererebbero alcune migliaia di posti di lavoro ai quali potrebbero accedere altrettanti precari. Una scelta in linea con la regola del turn over bruscamente troncata dalle cesoie del governo Monti. Sembra che stavolta si sia inaugurato un nuovo corso nelle sorti politico-giudiziarie del CCQ96.


    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  7. #67
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,535
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Pensioni, quali penalizzazioni per chi anticipa? Fino a -209 euro al mese, - 2.709 annue

    Sicuri che in questo modo si farà spazio ai giovani? Vediamo insieme quali sono le penalizzazioni che proporrà l'attuale Governo per incentivare i pensionamenti. Se venisse applicato il sistema di penalizzazioni che è al vaglio del Governo, una pensione media perderebbe fino a 209 euro, pari a 2.709 euro annue. Si tratta della perdita maggiore riservata a chi sceglierebbe di andare in pensione a 62 anni che percepirebbe una pensione di 1.323 euro lordi anziché di una di 1.532 euro.
    Quelli che dovessero anticipare il pensionamento a 63 anni invece perderebbero 167 euro al mese per un totale di 2.171,27 all’anno e avrebbero un assegno mensile di 1.365 euro.
    Più leggere le penalizzazioni previste per quelli in uscita dal mondo del lavoro a 64 anni, che si ritroverebbero con 115,32 euro al mese e 1.499,17 all’anno in meno e con un assegno mensile di 1.416,65 euro.
    Con 65 anni, infine, la perdita calcolata sarebbe di 59,54 euro al mese e di 774 euro all’anno per una pensione mensile che diventerebbe di 1.472 euro lordi.
    L'allarme è stato lanciato dalla Cgil, che sostiene che le penalizzazioni al vaglio si sommerebbero a quelle già in essere con la riforma Dini del 1995, che prevede una decurtazione dell’importo degli assegni previdenziali per tutti quelli che vanno in pensione prima dei 66 anni d’età.
    “Non siamo contrari alla flessibilità - dicono - purché non si parli di penalizzazioni ma di incentivi per favorire l’entrata in pensione, perché se si punta esclusivamente su un modello penalizzante ancora una volta si finisce per scaricare tutto sui pensionati”


    OS
    "L'esperienza è maestra di vita"



  8. #68
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,535
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    Buone notizie per Quota 96

    Riceviamo dal prof. Giuseppe Grasso, tra i promotori del comitato “Quota 96”, un commento ragionato sulle attese dei docenti impigliati nella rete della riforma Fornero. Tallonata la politica, la promessa rimane quella della quiescenza prima della fine dell’anno scolastico Abbiamo già dato avuto modo di dire, una quindicina di giorni fa, che il 22 maggio scorso si è tenuta a Roma una tavola rotonda promossa dal Comitato Civico «Quota 96» a tutela dei circa 3.500 professionisti della scuola (insegnanti e Ata) che hanno maturato il requisito pensionistico nell’anno scolastico 2011/2012. Non si dimenticherà che si tratta di lavoratori rimasti impigliati nella riforma Fornero a causa di un «errore tecnico» che non ha tenuto conto, come avrebbe dovuto, dei ritmi dell’anno scolastico ma di quelli dell’anno solare e li ha costretti a rimanere in servizio pur se in possesso di un diritto acquisito. Proprio ieri il sottosegretario al Lavoro, il deputato del Pd Carlo Dell’Arringa, rispondendo a due interpellanze urgenti sul tema sollevate da Elena Centemero (Pdl) e da Annalisa Pannarale (Sel), ha sconfessato decenni di normativa adducendo che «l’eventuale slittamento» del diritto a pensione al 31 agosto 2012 sarebbe risultato «difficilmente armonizzabile con il generale sistema pensionistico» poiché avrebbe introdotto, per questo comparto, una «deroga ai requisiti previsti per la generalità dei lavoratori assicurati». Il neo-sottosegretario forse ignora, dall’alto dei suoi 72 anni, che il Comparto Scuola ha da sempre tempistiche sue e ordinamenti propri concepiti per il corretto funzionamento didattico, che esso gode, da sempre, di una speciale decorrenza per il collocamento a riposo: il 1 settembre (e non il 31 dicembre) di ogni anno scolastico. Un fatto certo non irrilevante di cui ha tenuto conto il giudice del lavoro di Siena, nel suo provvedimento dello scorso luglio, quando ha ribadito a chiare lettere questa peculiarità statuita da leggi dello stato tuttora in vigore. I giuristi insegnano che una norma generale non può prevalere su una norma speciale – in base al principio Lex specialis derogat generali – e che una legge generale, destinata a una generalità indifferenziata di casi, viene sempre derogata da una legge speciale che tiene conto di situazioni particolari, meritevoli di una disciplina ad hoc. Se così non facesse, la legge generale sarebbe viziata da irragionevolezza e illogicità e quindi incostituzionale. È singolare che il Comparto Scuola, che è sempre stato oggetto di una disciplina speciale in materia previdenziale, venga fatto rientrare nella disciplina generale dalla riforma Fornero senza che nulla sia stato modificato rispetto al passato. Se una legge, come quella che regola il pensionamento del settore scolastico, ha attribuito a un soggetto un diritto soggettivo, un diritto che è entrato a far parte del suo patrimonio giuridico, una legge successiva non glielo può togliere perché si tratterebbe di una situazione sostanzialmente equiparabile ad un esproprio. Buone notizie sono giunte invece, sempre ieri, dalla ministra Carrozza nell’audizione plenaria tenuta in parlamento per illustrare le linee programmatiche su scuola, università e ricerca. Fra le aperture avanzate in materia d’istruzione la neo- titolare del dicastero di viale Trastevere ha annunciato, oltre alla volontà di una «revisione delle norme che prevedono l’inquadramento dei docenti inidonei nei profili di assistente amministrativo e tecnico», quella di salvaguardare questo mini-popolo di educatori dalle cesoie della legge Fornero. La ministra si è detta disposta a prevedere una «normativa integrativa della riforma pensionistica» tale da consentire una «deroga», in linea con la specificità del Comparto Scuola, in grado di «permettere al personale scolastico che avesse maturato i requisiti previgenti nell’anno scolastico 2011/2012 di andare in pensione nell’anno scolastico successivo secondo la precedente normativa». L’apertura non ci sembra per niente trascurabile, soprattutto se si tiene conto della proposta di legge ad hoc presentata alla Camera da Manuela Ghizzoni, proposta che dovrebbe essere calendarizzata alla Commissione Lavoro per una sperabile approvazione, come si legge nel sito della deputata democratica, già dalla prossima settimana.
    Intanto il Comitato Cicivo «Quota 96» non smette di tallonare il variegato mondo della politica per rivendicare una circolare esplicativa che possa sanare in tempi brevi l’ormai annosa vicenda. Una risposta chiara e risolutiva del governo (o del parlamento) che andasse a sanare l’ingiustizia perpetrata dal governo Monti potrebbe non solo mettere la parola «fine» a una storia estenuante fatta di continui e sordi dinieghi governativi ma potrebbe restituire un clima più sereno ad una base sempre più disillusa e umiliata nei propri diritti inalienabili. Giuseppe Grasso


    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  9. #69
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,535
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    “Quota 96”: è (quasi) fatta!

    Apprendiamo da un post su Fb dell’on. Manuela Ghizzoni che la commissione Cultura ha approvato all’unanimità la Pdl 249 relativa al personale di “Quota 96”. Domani l’ultima approvazione in Commissione bilancio. E non dovrebbero esserci più problemi di sorta per la risoluzione definitiva di una palese ingiustizia perpetrata ai danni del personale della scuola di “Quota 96”, che ha maturato il servizio, secondo la norma speciale prevista dalla legge, al 1° settembre e non al 31 dicembre per andare in pensione. Anche la Commissione cultura alla Camera infatti ha approvato all’unanimità oggi, col sostegno dunque di tutti i gruppi parlamentari, il testo unificato della Proposta di legge 249. “Una giornata storica” è il commento di alcuni lavoratori del comparto scuola che già dall’anno scorso attendevano il meritato riposo dopo avere raggiunto i limiti di legge per la quiescenza. Domani, 25 luglio, è previsto l’ultimo passaggio in Commissione bilancio dove l’approvazione non dovrebbe (usiamo il condizionale ma sarebbe assurdo e raccapricciante un ripensamento, viste le precedenti unanime votazioni) subire alcun intoppo, compresa la copertura finanziaria che, trattandosi di circa 6000 persone, non potrà innescare nessuna giustificazione contraria, sia che si adotti la proposta dell’accise sugli alcolici e sia quell’altra sulla Robin Tax. La cifra infatti per fare prevalere il diritto dei “Quota 96” è così poco rilevante che fa apparire ormai risolta l’annosa vicenda.


    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  10. #70
    Data Registrazione
    Feb 2010
    Messaggi
    37,535
    Post Thanks / Like
    Downloads
    48
    Uploads
    0

    Predefinito

    “Quota 96″: rinvio in Commissione Bilancio

    La seduta della Commissione del 25 luglio è stata rinviata ad altra data. Ma il problema principale è quello della copertura della spesa. Salta anche l’esame della risoluzione sui docenti inidonei in Commissione Lavoro. La seduta della Commissione Bilancio prevista per il pomeriggio del 25 luglio è saltata, complice anche l’ingorgo creatosi nella assemblea impegnata nella approvazione del decreto legge del “fare”. E così la questione di “quota 96” è rimandata ad una prossima seduta, probabilmente alla prossima settimana. Sul disegno di legge 249 la Commissione Cultura si era espressa favorevolmente nei giorni scorsi ma, a questo punto, con il passare dei giorni, la situazione rischia di complicarsi. Il provvedimento, infatti, potrebbe intrecciarsi con il prossimo intervento di spending review che appare ormai sempre più probabile (ma c’è anche chi lo dà per scontato). Il problema, comunque, è sempre il medesimo: bisogna trovare le risorse economiche per poter coprire i costi di meno di 6000 pensionandi. La vicenda richiama quella dei docenti inidonei per i quali sarebbero necessari all’incirca un centinaio di milioni di euro all’anno. Vedremo nei prossimi giorni cosa succederà, ma un dato è certo: se non si chiariranno una volta per tutte le modalità di copertura della spesa sarà molto difficile che il provvedimento possa andare in porto. Analoga sorte è capitata alla risoluzione sul problema dei docenti inidonei che avrebbe dovuto essere discussa in Commissione Lavoro. Anche in questo caso la riunione della Commissione è stata annullata e rinviata ad altra data.


    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



Pagina 7 di 54 PrimaPrima ... 5678917 ... UltimaUltima

Informazioni Discussione

Utenti che Stanno Visualizzando Questa Discussione

Ci sono attualmente 1 utenti che stanno visualizzando questa discussione. (0 utenti e 1 ospiti)

Tag per Questa Discussione

Segnalibri

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •