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Discussione: In pensione con 40 anni, più due

  1. #201
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    OT...
    tema : "La mia riforma delle pensioni"
    Possibilità di andare in pensione con 40 anni di contributi, senza limite minimo di età
    Possibilità di lavorare fino al raggiungimento dei 40 vedi sopra, ma non oltre i 62 anni
    Pensione anticipata per lavori usuranti .... con un minimo di anzianità contributiva di 35
    Riconoscimento della nocività in ambienti di lavoro usuranti , riconoscendo un abbuono di 1 mese per ogni anno lavorato.

    Fine OT

    Fucilatemi pure...........
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  2. #202
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    Beh, tu fai come con i Fonzies: se non ti lecchi le dita , non godi 2 volte....

    Possibilità di andare in pensione con 40 anni di contributi, senza limite minimo di età
    Ottimo e generoso, ma i soldi dove li prendiamo, dato che la maggior parte degli Statali ,per loro, lo Stato non ha mai versato contributi ,per molti decenni,se non figurativi???Tieni presente che per ogni siffatto "utente" almeno se lavorasse ancora 2 anni e 10 mesi come adesso in piu', sarebbero meno soldi che graverebbero sul groppone di tutti i lavoratori attivi

    Possibilità di lavorare fino al raggiungimento dei 40 vedi sopra, ma non oltre i 62 anni
    Idem c.s. Ci sono lavoratori che a 62 anni sono "scarrozzati" alla grande ed andrebbero bene per il gerontocomio, altri invece a 62 anni potrebbero re-iscriversi all'universita' e prendere ancora dei 110 e lode o gareggiare alle Olimpiadi a Rio ed ottenere buoni risultati, da "tanto lavoro" che hanno fatto in quei 40 anni di lavoro precedenti

    Pensione anticipata per lavori usuranti .... con un minimo di anzianità contributiva di 35
    Ok...il problema, arcinoto, e' nel determinare cosa sono i lavori usuranti: scommettiamo che saranno almeno il 90% delle categorie, se si facesse un referendum?? Eppoi...vedasi 2 post addietro e capisci subito!!

    Riconoscimento della nocività in ambienti di lavoro usuranti , riconoscendo un abbuono di 1 mese per ogni anno lavorato.
    Ok...ma il discorso vale c.s.: conosco persone che fanno anche 70 notti all'anno (quindi usurante,secondo la normativa vigente, ma che dormono piu' sul lavoro che nelle notti che stanno a casa!!!


    PS: ti hai descritto l'EDEN, ma noi stiamo in Itaglia, non dimenticarlo Per farla giusta, io alle tue postille aggiungerei: ok, a 40 anni, ma con le rendite effettive date dai contributi versati effettivi! Un po' come fanno all'estero con i "pilastri"...scommettiamo che le domande di pensione si ridurranno drasticamente???

    Ciaociao
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  3. #203
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    PS_ quello delle rendite effettive "contributive" lo davo per scontato........

    Il fatto che siamo in Itaglia non implica che non si possa fare la rivoluzione

    Il mio era un tema di quinta , quando tutto sembrava così semplice .......
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  4. #204
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    Semmai il problema e' che sul groppone, dobbiamo poratre a spasso anche tantissimi parassiti, e ,putroppo ed ahime', non si puo' dare un colpo di spugna e ripartire da zero assoluto: proprio non si puo'.

    Ora,sempre in OT conclamato, ti racconto una storiella (senza una fine, ne' lieta e ne' infausta).
    Nel mio cortile, abita altro condomino che attualmente ha compiuto 62 anni un mesetto fa circa. Ebbene?
    Ok...questo tale a suo tempo ha fatto l'ITIS ed e' diventato perito meccanico. Veniamo al dunque??? Al tempo...
    Dopo le scuole di PI e' partito per il milite. Uffaaaa...vieni al dunque!
    Tornato dal milite, s'e' guardato intorno...ha fatto qualche domanda d'assunzione, fno a quando tramite un Monsignore, e' stato assunto dalle FS (a circa 21 anni d'eta')...fatto il corso da macchinista e messo a scorrazzare sui treni merci per la penisola in lungo ed in largo. Ma vieni al dunque, perdianaaaa...
    Passati 19 anni e 7 mesi di servizio (!!) effettivo, ha,giustamente e secondo i suoi diritti di allora, fatto domanda di pensione (bada ben, gli sarebbero bastati 19anni 6mesi ed 1 giorno, ma lui e' un tipo generoso!! ed ha lavorato ben 29gg in piu' del richiesto).
    Ora...costui non e' proprio cattvo come ragazzo,pero', chissa' perche', ogni volta che vado e/o torno dal lavoro incrociandolo in cortile o sulle scale di casa, e mi saluta abbastanza cordialmente con tanto di sorriso, mi ricorda sempre il co-protagonista del film (fantastico) Bastardi senza gloria, quel colonnello delle SS che sorrideva sempre e dai modi assai gentili ma che intanto te lo metteva in quel posto senza tanti complimenti (trattasi dell'attore Christoph Waltz: colonnello Hans Landa).
    Ecco, credo che quel mio vicino quando mi sorride e saluta , in realta' stia pensando: "Bravo, vai a lavorare, che qualcuno dovra' pur pagare la mia pensione di 1935 eurini netti al mese e che percepisco da piu' di vent'anni. Perche' se quelli come te non vanno a lavorare, come fanno a pagare la pensione a me ,dato che lo Stato non mi ha mai versato manco una Lira di contributi durante la mia vita lavorativa?"

    Ah, magari vuoi anche la morale...vabbe', te la do':
    la morale sta nel fatto che a suo tempo, si e' pure lamentato con lo Stato perche' non gli ha fatto recuperare l'anno (anzi i 13 mesi, per essere esatti) di militare, in quanto non stava lancora lavorando ed erano passati troppi mesi dal suo congedo all'entrata in servizio c/o le FS.

    Mavadaviaiciappppppp.....


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  5. #205
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    Vogliamo parlare delle pensioni baby ?...con me sfondi una porta aperta.anzi , io sfonderei qualcos'altro......
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  6. #206
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    Uppercarita', era solo un "piccolo" esempio sul come la spesa attuale sulle pensioni sia pressoche' immodificabile (come richiedono le tue giuste proposte) , e questo fino a quando non si potra' dare quel famoso colpo di spugna citato. L'acqua e' poca e la papera....non beve

    Ciaociao
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  7. #207
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    Ape, 63mila pronti allo scivolo




    Pensionamento flessibile e anticipato per 63 mila dipendenti della scuola. Tanti, secondo una stima di ItaliaOggi, potrebbero utilizzare l’Ape annunciata dal sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Tommaso Nannicini, anche per i dipendenti pubblici. Saranno necessari 63 anni di età, potranno essere chiesti fino a 3 anni e 7mesi di anticipo, ma si lavora per estenderli a 4 anni tondi. Con una penalizzazione economica sull’assegno pari al 6% per ogni anno di scivolo. Salvo non si appartenga a una categoria protetta: secondo quanto filtra dal governo, vi rientrerebbe chi è disoccupato, chi accudisce un parente disabile, chi svolge un lavoro usurante e tra questi, novità dell’ultima ora, dovrebbero essere incluse anche le maestre della scuola dell’infanzia.
    A legislazione vigente, nel 2017 sarebbero circa 15 mila, tra docenti e Ata, a poter fare domanda di pensione Se dunque la riforma dell’Ape dovesse passare, sempre che tutti gli interessati dovessero condividerla ed aderire, per la scuola si tratterebbe quasi di quadruplicare le uscite. Una boccata di ossigeno per i precari delle graduatorie ad esaurimento, ma anche per quelli che hanno vinto il concorso, e che rischiano di dover aspettare anni prima di essere assunti. Proprio a causa dell’assenza di posti disponibili, in particolare nelle regioni del Sud d’Italia dove anni di assunzioni in surplus rispetto alla popolazione studentesca e la mobilità straordinaria di quest’anno hanno praticamente esaurito le cattedre dell’infanzia e della primaria e hanno asciugato di molto alcune classi di concorso delle superiori.
    Nel fare una previsione sul numero del personale della scuola che potrebbe trovarsi nelle condizioni che saranno richieste per accedere al pensionamento anticipato di vecchiaia, una premessa è d’obbligo: i numeri che seguono sono per forza di cose indicativi. I numeri reali li conosce solo il sistema informativo del ministero dell’istruzione che, incomprensibilmente, non li rende pubblici da alcuni anni. L’ultima pubblicazione contenente l’età anagrafica dei docenti e del personale educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario in servizio di ruolo risale al mese di giugno 2010 e riguarda l’anno scolastico 2009/2010.
    Da quell’anno i dati sull’età anagrafica del personale in servizio sembrano essere stati secretati. Utilizzati dai funzionari del ministero dell’istruzione, e indirettamente al ministro dell’economia e delle finanze, per definire autonomamente gli organici previsionali e ogni altro provvedimento sia giuridico che economico da proporre prima e inserire dopo nei rinnovi contrattuali.
    Dal 1° settembre 2017, stando ad una indagine condotta da ItaliaOggi sui dati ministeriali conosciuti in merito alle classi di età, 20.500 docenti e 6.000 Ata avrebbero i titoli per chiedere di accedere al trattamento pensionistico di vecchiaia con tre anni di anticipo; con due anni di anticipo sarebbero 18.000 docenti e 5.500 Ata mentre avrebbero titolo a chiedere l’accesso alla pensione di vecchiaia con un solo anno di anticipo 12.000 docenti e un migliaio di Ata.
    Su quanti saranno quelli che chiederanno di accedere al pensionamento anticipato di vecchiaia è impossibile formulare una previsioni credibile. Si tratta di rinunciare ad una pensione decorosa, derivante da una anzianità contributiva, che per i soggetti indicati è compresa tra 38 e 42 anni, in favore di un breve anticipo di pensionamento. Sicuramente non avrebbero convenienza coloro che sono ad un solo anno dall’età di pensione di vecchiaia richiesta dalla normativa vigente (al 31 dicembre 2017 66 anni e sette mesi). Un ultimo anno di servizio consentirebbe loro infatti di maturare la pensione spettante senza penalizzazioni e, soprattutto, senza il peso di un debito ventennale, piccolo o grande che sia.
    Penalizzazioni sull’ammontare della pensione, che secondo uno studio del servizio politiche previdenziali della Uil potrebbero aggirarsi tra 70 e 80 euro mensili per i docenti e 60 e 65 euro per gli Ata, unitamente al rimborso di una rata mensile di durata ventennale, potrebbero costituire per chi è invece a due o a tre anni dal compimento dell’età anagrafica prevista dalla normativa vigente (66 anni e sette mesi nel 2018 e 66 anni e undici mesi nel 2019) un ostacolo duro da superare se il provvedimento legislativo che dovrà legittimare il pensionamento anticipato non ridurrà sensibilmente le penalizzazioni e il debito.
    In tutti e tre i casi, un harakiri che potrebbe essere posto in essere solo da chi potrà fare affidamento su altri redditi sia familiari che professionali.
    Sul piano economico il solo beneficio sul quale potrebbero fare affidamento chi decidesse di accettare la proposta di pensione di vecchiaia anticipata sarebbe quello di vedersi anticipare di un anno la liquidazione dell’indennità di buonuscita.



    Edscuola
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  8. #208
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    In pensione a 63 anni senza restituire i soldi, in extremis inseriti i docenti della primaria?



    Spuntano anche i docenti della primaria, assieme a quelli dell’infanzia, nella lista dei beneficiari dell’anticipo pensionistico senza il vincolo di restituire l’anticipo in 20 anni.
    Almeno questo è l’auspicio della Uil, che commentando la proposta dal Governo, in una nota del 23 settembre afferma: “ci stiamo battendo affinché l’Ape sociale sia a costo zero per i disoccupati di lungo corso, per chi svolge lavoro di cura assistendo un familiare disabile e per i lavoratori che svolgono mansioni particolarmente faticose, come operai del settore edile, insegnanti della scuola primaria e d’infanzia, alcune tipologie di infermieri, personale marittimo imbarcato, macchinisti ed autisti. Sull’insieme di queste misure – prosegue il sindacato Confederale – bisogna ancora affrontare qualche criticità, ma la Uil è fiduciosa che il 27 si possa sottoscrivere con il Governo un’intesa con l’obiettivo di arrivare a soluzioni utili per i lavoratori, i pensionati ed il Paese”.
    L’accordo è quindi in dirittura d’arrivo. Resta da capire, per chi opera nella scuola, chi potrà beneficiarne, poiché considerato lavoro usurante, senza restituire il prestito attraverso l’assegno di quiescenza per 20 anni. Sino ad oggi si era parlato solo di insegnanti della scuola dell’infanzia. Ora, invece, la richiesta dei sindacati, che non si sa se verrà accolta in extremis, è quella di allargare ai colleghi della scuola primaria.
    “La Uil, insieme a Cisl e Cgil, – si legga ancora nella nota – ha lavorato negli ultimi mesi per introdurre importanti modifiche al sistema previdenziale a beneficio dei lavoratori e dei pensionati. Il confronto con il Governo è stato utile ed ha prodotto significative condivisioni sugli interventi da effettuare nella prossima Legge di Stabilità. In particolare occorrerà individuare una soluzione per i lavoratori precoci, rendere non onerose le ricongiunzioni dei periodi contributivi, abolire strutturalmente la penalizzazione per chi va in pensione con 42 anni di contributi ed ha meno di 62 anni di età, semplificare l’accesso alla pensione per chi ha svolto lavori usuranti allargandone le maglie, equiparare la no tax area per tutti i pensionati, estendere la quattordicesima ai pensionati con redditi fino a 1.000 euro”.
    I sindacati avevano chiesto 4 anni di anticipo pensionistico. Alla fine si è trovata una mediazione a 3 anni e 7 mesi: siccome i lavoratori, a seguito della riforma Fornero, “potranno andare in pensione al compimento di 66 anni e 7 mesi di età”, l’anticipo andrebbe ad aggirare buona parte dell’incremento attuato a seguito dell’ultima riforma pensionistica.
    Si tratta di una sperimentazione, che riguarderà solo i nati tra il 1952 e il 1954 (allungando così di un anno la platea dei beneficiari, visto che la prima bozza del provvedimento arrivava al 1953).
    Il problema è che l’anticipo sarà pagato con rate di ammortamento sulla pensione. Che nel caso dei docenti si aggirano sui 200 euro al mese per un ventennio. Nel caso il pensionato venisse a mancare prima del termine del ventennio, però la rimanenza non sarebbe a carico degli eredi ma verrebbe coperta dall’assicurazione. Anche questa, tuttavia, sarà sulle spalle di chi ha beneficiato dell’anticipo.
    In media, il pensionato si vedrà decurtare il 6% annuo: chi usufruirà dell’intero periodo (tre anni e sette mesi), si vedrà decurtare quindi la pensione di oltre il 20%. Una cifra non certo indifferente.


    tecnica della scuola
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  9. #209
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    Dice il saggio: pitost che gnente, l'e' mej pitost....

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  10. #210
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    Pensione anticipata Ape senza ridare i soldi, i docenti della primaria già non ci sono più


    Non c’è traccia dei docenti della primaria nella bozza di accordo che permetterà di lasciare il lavoro a 63 anni senza restituire i soldi dell’anticipo di 3 anni e 7 mesi.
    Buone possibilità hanno sempre, invece, i docenti della scuola dell’infanzia. Sono queste le ultime indicazioni che trapelano in vista dell’incontro tra governo e sindacati in calendario martedì 27 settembre.
    Sembra quindi cadere sul nascere l’auspicio della Uil, che nei giorni scorsi aveva scritto: “ci stiamo battendo affinché l’Ape sociale sia a costo zero per i disoccupati di lungo corso, per chi svolge lavoro di cura assistendo un familiare disabile e per i lavoratori che svolgono mansioni particolarmente faticose, come operai del settore edile, insegnanti della scuola primaria e d’infanzia”.
    In generale, per le misure dovrebbero essere stanziati nel complesso poco più di due miliardi ma si stanno affinando i conti sui vari capitoli in vista dell’incontro previsto per martedì 27. Ecco in sintesi le ipotesi sul tappeto raccolte dall’Ansa.
    – APE, ANTICIPO PENSIONISTICO: chi compie 63 anni e quindi è distante meno di 3 anni e sette mesi dall’età di vecchiaia potrà andare in pensione anticipata grazie al prestito pensionistico. Il costo per chi ha un lavoro e non rischia di perderlo potrebbe essere molto elevato con una rata che può sfiorare il 25% dell’importo della pensione per 20 anni nel caso di anticipo per la durata massima (vanno considerati oltre la restituzione del prestito, pari a circa il 5% l’anno, anche il tasso di interesse e il premio assicurativo). Sarà prevista la possibilità di uscire a costi molto ridotti per le fasce più disagiate come coloro che hanno perso il lavoro a pochi anni dalla pensione (con la cosiddetta ‘Ape social’), quelli che assistono familiari disabili e per alcune categorie con lavori molto faticosi come gli operai dell’edilizia, alcune tipologie di infermieri e i maestri di scuola dell’infanzia. Dovrebbero inoltre essere previste misure anche per le uscite dovute a crisi aziendali con oneri a carico delle imprese. Per l’Ape dovrebbero essere stanziati circa 500 milioni per il 2017.
    – AUMENTO PENSIONI BASSE, SI ESTENDE QUATTORDICESIMA: il Governo punta a estendere la platea di coloro che percepiscono la cosiddetta ‘quattordicesima’ (ora 2,2 milioni di persone) incrementando anche l’importo per coloro che la percepiscono già. Si dovrebbe comprendere nel beneficio coloro che hanno un reddito personale complessivo e non solo pensionistico tra 1,5 (circa 750 euro al mese) e due volte il minimo (circa 1.000). La platea dovrebbe incrementarsi di poco più di 1,1 milioni. La quattordicesima vale tra i 336 euro per chi ha meno di 15 anni di contributi e 504 per chi ha oltre 25 anni di contributi ed è erogata una volta l’anno a luglio. Questa misura dovrebbe costare circa 600 milioni. Un terzo delle risorse dovrebbe servire ad aumentare gli importi per coloro che percepiscono la somma aggiuntiva già ora.
    – EQUIPARAZIONE NO TAX AREA PENSIONATI LAVORATORI DIPENDENTI: per l’equiparazione della no tax area dei pensionati con i lavoratori dipendenti a 8.000 euro dovrebbero essere stanziati circa 250 milioni di euro eliminando la distinzione ora esistente tra under e over 75.
    – PRECOCI IN PENSIONE PRIMA: è il tema più controverso perché rischia di essere la misura più costosa. Sembra prevalere l’ipotesi di dare vantaggi per l’uscita anticipata solo a coloro che hanno cominciato a lavorare prima dei 16 anni rispetto agli sconti (tre mesi per ogni anno lavorato prima dei 18 anni) per tutti coloro che hanno hanno lavorato un anno prima della maggiore età. Il Governo ha proposto per questi “super-precoci” un anticipo di un anno e quindi l’uscita a 41 anni e 10 mesi di contributi (gli uomini) invece dei 42 e 10 mesi previsti per la pensione anticipata. I sindacati chiedono sconti ulteriori. Per questa misura il Governo ha messo sul tavolo 600 milioni. La platea dovrebbe aggirarsi sulle 25.000 persone (con una pensione media di 1800-1900 euro al mese).
    – RICONGIUNZIONI ONEROSE: il Governo ha intenzione di rendere possibile l’unificazione dei periodi contributivi evitando costi aggiuntivi. Questa misura dovrebbe costare circa 100 milioni.
    – USURANTI: è confermata anche l’intenzione di rendere più semplice l’uscita per chi è stato impegnato a lungo in attività usuranti allargando le maglie delle attività considerate. Anche per questa misura le risorse dovrebbero aggirarsi sui 100 milioni.
    Secondo il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, sulle pensioni, in questi mesi “si sono fatti importanti passi avanti. Abbiamo incalzato il Governo rappresentando la necessità di appostare risorse adeguate a dare le risposte che pensionandi, pensionati e giovani si attendono da questo confronto. È necessario ancora compiere un ultimo sforzo per arrivare ad un’intesa accettabile: auspichiamo che ciò accada nell’incontro del giorno 27”.


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