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Discussione: In pensione con 40 anni, più due

  1. #171
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    ciao, vuoi gambizzare la Fornero... ma ricordo bene che in parlamento tutti o quasi hanno votato quella legge.. per cui da gambizzare sai quante..

    buona serata

  2. #172
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    No, io non voglio gambizzare proprio nessuno,sia chiaro, sono un pacifista per cultura ed estrazione...diciamo che se la gambizzassero di sicuro non mi strapperei i capelli (ad averceli!!!) di dosso dal dispiacere

    Allora come allora, parliamo di fine 2011, tutti sono stati in un certo qual modo "invitati" a votare quella ed altre leggi simili: si era in règime di "terrorismo politico" con lo SPREAD a + 500 punti base, le casse vuote (ovvio, solo per noi poracci) e tutte le mazzate che ci davano, erano paventate per il superiore bene comune....e lo spauracchio del default era millantato in ogni dove. Non votare avrebbe significato essere contro Monti e l'Italia intera, neanche fossimo il Paese piu' patriottico dell'emisfero boreale!!
    E perche' ,allora, i sindacati dove erano finiti? Ricordo ai piu', che nel '94 il governo di allora (Berlusconi,ndr) cadde proprio per via di una prima pseudo-riforma delle pensioni, che alla luce della Fornero attuale, era come la camomilla mischiata all'Acquasanta rispetto ad acqua da autospurgo (riferito alla Fornero,ndr): + di 1MEGA di persone in piazza a Roma capitale e giu' il governo!

    Altri tempi, nulla da dire....dove i sindacati contavano ancora qualcosina. Ora invece contano le poltrone (del potere) che riescono a conquistare
    "Non bisogna sapere tutto-tutto, ma bisogna saper leggere molto bene"
    Per i neofiti (newbies) del Forum
    Please don't flood my pm box with questions you can post on forum!! You won't hear back from me.
    Si prega di non inondare la mia casella PM con le domande che si potrebbero postare sul forum !! Non otterrete risposta.



  3. #173
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    Pensioni scuola : chi potrà cessare il servizio nel 2016?


    Quali saranno i docenti che nel corso del 2016 potranno cessare il servizio e andare in pensione? Le casistiche sono diverse poichè riguardano sia la pensione di vecchiaia che quella anticipata.
    In ogni caso il personale della scuola che potrà fare domanda di pensione nel 2016 come di consueto dovrà presentare domanda di cessazione dal servizio entro la prima parte dell’anno per poi presentare domanda di pensione che avrà decorrenza a partire sal 1 settembre 2016, ovvero a conclusione dell’anno scolastico in corso.
    Nel 2016 per accedere alle pensione anticipata saranno necessari 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica. Per accedere alla pensione di vecchiaia, invece, è necessaria un’età anagrafica di 66 anni e 7 mesi con almeno 20 anni di servizio, requisiti da raggiungere entro il 31 dicembre 2016.
    Potranno accedere alla pensione anche tutti i docenti e i lavoratori ATA che avevano maturato la pensione di anzianità o di vecchiaia al 31 dicembre 2011, cioè con la normativa ante riforma Fornero. Si parla quindi di tutte le donne che avevano raggiunto i requisiti di vecchiaia prima dell’entrata in vigore della riforma (61 anni di età e 20 anni di contributi) e dei quota 96 che alla data del 31 dicembre 2011 avevano maturato
    60 anni di età e 36 anni di contributi
    61 anni di età e 35 anni di contributi
    40 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica
    Grazie alle novità contenute nella Legge di Stabilità 2016 potranno accedere alla pensione tutte le lavoratrici del comparto scuola che entro il 31 dicembre 2015 hanno maturato i requisiti necessari per accededere al regime sperimentale. Queste lavoratrici potranno accedere la trattamento pensionistico con 35 anni di contributi versati e 57 anni e 3 mesi di età in cambio di un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno pensionistico.
    Sempre grazie alla legge di Stabilità 2016, potranno accedere al pensionamento nel 2016 anche tutti i lavoratori che nel corso del 2011 hanno beneficiato di congedi per assistere figli con grave disabilità. Questi lavoratori potranno cessare dal servizio il 1 settembre 2016 se hanno raggiunto un diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2015:
    o 40 anni di contributi versati
    o la quota 97,3 (almeno 61 anni e 3 mesi di età e 35 anni di contributi)
    o 65 anni e 3 mesi di età e almeno 20 anni di contributi versati
    Per quel che riguarda il collocamento a riposto, invece, non ci sono novità anche se nel corso del 2015, venendo meno la possibilità di chiedere il trattenimento in servizio al raggiungimento dei 65 anni di età entro il 31 agosto 2016, se in possesso di un dirito alla pensione,detto personale sarà collocato a riposo a partire dal 1 settembre. A riposo anche il personale che alla data del 31 agosto 2016 raggiunge l’età anagrafica di 66 anni e 7 mesi senza possedere un diritto alla pensione ma è in possesso di almeno 20 anni di contributi versati.
    Il trattenimento in servizio oltre il compimento dei 66 anni e 7 mesi di età sarà permesso solo al personale che non ha perfezionato i 20 anni di contributi richiesti per l’accesso alla pensione di vecchiaia e comunque non sarà permesso oltre i 70 anni e 7 mesi di età.


    Orizzontescuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  4. #174
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    Pensioni 2016, MIUR emana la circolare. Domande entro il 22 gennaio

    Il Ministero dell'istruzione ha emanato la nota 40816 del 21.12.2015 con la quale - trasmettendo il decreto 939 del 18.12.2015 - fornisce le indicazioni operative concernenti le disposizioni per le cessazioni dal servizio dal primo settembre 2016
    Il personale della scuola (ATA, docenti, personale educativo) potranno presentare la domanda telematicamente, tramite "Istanze On line", entro il 22 gennaio 2016.
    Entro il medesimo termine del 22 gennaio 2016, i soggetti che hanno già presentato le domande di cessazione per raggiungimento del limite massimo di servizio, di dimissioni volontarie, di trattenimento in servizio per il raggiungimento del minimo contributivo possono presentare la relativa domanda di revoca.
    3. Entro il medesimo termine indicato al comma 1, sono presentate le domande di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale da parte del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola che non ha raggiunto il limite di età o di servizio, con contestuale riconoscimento del trattamento di pensione, ai sensi del decreto del Ministro per la funzione pubblica 29 luglio 1997, n. 331.
    L’accertamento del diritto al trattamento pensionistico da parte degli Uffici competenti è effettuato entro le scadenze previste con successiva circolare del Direttore Generale per il Personale scolastico, con la quale sono individuate specifiche indicazioni operative.
    Tali scadenze tengono conto anche dei tempi necessari per la comunicazione al personale dimissionario dell’eventuale mancata maturazione del diritto al trattamento pensionistico.



    Orizzontescuola
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  5. #175
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    Pensioni, il Governo ha promesso che nel 2016 correggerà la riforma Fornero


    Su scuola e pubblica amministrazione Renzi ha invitato all’ottimismo, ma ha dimenticato un pezzo importante: le promesse modifiche alla messa in pensione del personale.
    A sostenerlo è Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro alla Camera, commentando le news inviate in queste ore dal premier Matteo Renzi.
    “Il Premier Renzi – dice l’esponente Pd – ha giustamente rivendicato i risultati del Governo e invitato all’ottimismo. Ha anche ricordato che ‘abbiamo messo mano a tantissimi dossier che erano impantanati. Questo non significa che non ci sia altro da fare. Siamo ancora in pista per i diritti civili per i decreti legislativi delle riforme della Pubblica Amministrazione e della Scuola, per le misure di sostegno al credito…'”.
    “Tutti giusti obiettivi ma – ha tenuto a dire il democratico – non vorremmo che Renzi dimenticasse un suo preciso impegno: la correzione della riforma delle pensioni targata Monti con l’introduzione della flessibilità in uscita dal lavoro”.
    Per Damiano, quindi, “questa è per noi la priorità del 2016 e, soprattutto, ci auguriamo che gli impegni presi da Renzi vengano rispettati”.
    Ricordiamo che con il 2016 i requisiti per accedere alla pensione, producendo apposita domanda (entro il 22 gennaio, i dirigenti scolastici entro il 28 gennaio) tramite il sistema Istanze on line, sono i seguenti:

    Vecchiaia
    65 anni di età anagrafica – requisito per uomini e donne
    61 anni di età anagrafica – requisito di vecchiaia facoltativo esclusivamente per le donne
    Anzianità
    40 anni di contribuzione – requisito della massima anzianità contributiva
    Quota
    60 anni di età e 36 anni di contribuzione – quota 96
    61 anni di età e 35 anni di contribuzione – quota 96


    Tecnica della scuola
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  6. #176
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    Pensioni 2016. Nota Miur chiarimenti su opzione donna e salvaguardati



    Il Miur ha emanato la nota del 30 dicembre 2015 di chiarimenti sui soggetti rientranti nella categoria di salvaguardati (quarta, sesta e settimana salvaguardia) e sulla proroga dell'opzione donna al 31 dicembre 2015.
    Quarta e sesta salvaguardia. Con messaggio n. 6912 dell' Il novembre u.s., l'INPS ha predisposto l'invio delle certificazioni riguardanti i soggetti rientranti nella categoria di salvaguardati di cui all'articolo 11bis, commi l e 2, della legge n. 124 del 2013 (quarta salvaguardia) e all'articolo 2, comma l, lettera d), della legge n. 147 del 2014 (sesta salvaguardia), che erano state sospese per effetto del superamento del plafond inizialmente stabilito.
    Tali comunicazioni fissano la decorrenza del diritto a pensione a decorrere dal l° settembre 2015. L'art. l, comma 264, della predetta legge di stabilità prevede che tali soggetti possano accedere al trattamento pensionistico a decorrere dal primo giorno successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro. Pertanto, gli Uffici Scolastici Regionali e le istituzioni scolastiche interessate dovranno consentire ai dirigenti scolastici e al personale del comparto scuola, beneficiari della suddetta salvaguardia, di presentare la domanda di cessazione in modalità cartacea al fine dell'inserimento al SIDI per la successiva convalida.
    La presentazione dell'istanza di cessazione è infatti adempimento necessario per la fruizione del diritto a pensione. Il collocamento a riposo avrà decorrenza dal primo giorno successivo alla cessazione dal servizio. E' fatta comunque salva la facoltà per i soggetti beneficiari di optare per la cessazione dal servizio con decorrenza 1° settembre 2016.
    Settima salvaguardia L'art.l comma 265 lett .d) ha disposto la possibilità di accedere al trattamento pensionistico secondo le regole previgenti la riforma Fornero a beneficio del lavoratori in congedo per assistere figli con disabilità grave, i quali perfezionino i requisiti utili per la pensione entro il sessantesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del decreto legge n.201 del 2011 ( settima salvaguardia)
    Opzione donna. L' art.l , comma 281, della suddetta legge di stabilità ha, altresì, previsto la proroga dell"'opzione donna" al 31 dicembre 2015. Pertanto, le lavoratrici potranno conseguire il diritto al trattamento pensionistico in presenza di un'anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e di un'età pari o superiore a 57 e 3 mesi maturati entro il 31 dicembre 2015 e a condizione che optino per la liquidazione secondo le regole di calcolo del contributivo. Le predette lavoratrici potranno presentare istanza di dimissioni on-line tramite il sistema POLIS a decorrere dal 15 gennaio 2016 ed entro il 15 febbraio 2016, per accedere alla pensione dal 1° settembre 2016.

    Orizzontescuola
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  7. #177
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    Pensione Opzione donna scuola: domande entro il 15 febbraio. La nota del MIUR


    Il MIUR con la nota 41637 del 30 dicembre 2015, rende noto che le lavoratrici della scuola che maturano i requisiti per accedere alla pensione con il regime sperimentale Opzione donna entro il 2015, avranno tempo fino al 15 febbraio per presentare la domanda di cessazione dal servizio.
    Con il comma 281 della Legge di Stabilità 2016, come è stato ampiamente detto, si è permesso il pensionamento con il regime sperimentale a tutte le lavoratrici che raggiungeranno i requisiti necessari all’accesso entro il 31 dicembre 2015 consentendo loro di andare in pèensione con 57 anni e 3 mesi di età e 35 anni di contributi in cambio di un ricalcolo contributivo dell’intero assegno previdenziale.
    Anche se con la nota 40816 del 21 dicembre il MIUR aveva fissato la data di termine ultimo per la presentazione della domanda di cessazione del servizio in linea generale al 22 gennaio 2016, con la nota 41637 del 30 dicembre specifica che le interessate al regime sperimentale avranno tempo, per presentare la domanda di cessazione dal servizio tramite il sistema POLIS, dal 15 gennaio al 15 febbraio 2016. L’accesso alla pensione decorrerà comunque dal 1 settembre 2016.

    nota 41637 del 30 dicembre 2015

    Orizzontescuola
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  8. #178
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    Pensioni, andarci a 62 anni svecchierebbe gli organici e favorirebbe il turnover

    “Anticipare l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni, contribuisce allo svecchiamento delle aziende e, con il turnover, a favorire l’ingresso delle giovani generazioni nel mondo del lavoro”.
    A chiederlo, ribadendo un concetto espresso già nelle scorse settimane, è Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera.
    “Un sistema pensionistico che costringe chi ha più di 65 anni a rimanere in attività, con i propri figli e nipoti disoccupati o precari, “è quanto di più stupido, inefficace e antimoderno possa esistere – aggiunge – il premier Renzi deve tenere fede alla parola data e fare del 2016 l’anno della flessibilità previdenziale”, ha detto Damiano.
    Per il democratico, dunque, “il Governo se vuole contribuire a risolvere il problema dell’occupazione dei giovani, deve affrontare il tema della flessibilità del sistema pensionistico”.
    Damiano, comunque, sostiene che “il lavoro rimane la priorità per gli italiani anche nel 2016”.
    “I recenti dati sull’occupazione dell’Istat indicano un trend positivo nel mese di novembre – conclude – ma questo primo risultato ha bisogno di essere sostenuto e consolidato”.
    Quello che non ha detto il presidente della commissione Lavoro della Camera, è che l’eventuale accesso ad un ritorno alla pensione anticipata a 62 anni, non avverrebbe senza oneri per i pensionandi: anche i disegni di legge presentati nel corso dell’ultimo periodo, prevedono una decurtazione dell’assegno pensionistico. La cui entità è proporzionale al numero di anni anticipati. E il prezzo, centinaia di euro mensili, in molti casi viene considerato troppo alto.


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  9. #179
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    Pensioni personale scuola: per il TFR/TFS bisogna attendere fino a 2 anni


    I pagamenti delle buonuscite (TFR e TFS) con i due interventi del 2011 e del 2013, possono slittare fino a 2 anni anche per il personale della scuola.
    I termini per il pagamento del TFR/TFS per il personale docente e Ata della scuola variano, per chi andrà in pensione nel 2016, in base alla data di maturazione del diritto di pensione.
    Vediamo nel dettaglio per chi chiederà la cessazione dal servizio entro il 22 gennaio 2016, per accedere alla pensione il prossimo 1 settembre, quale sarà l’attesa per la buonuscita.
    Per chi ha raggiunto i requisiti per il pensionamento entro il 2011 pur rimanendo ancora in servizio (compresi i quota 96 che entro tale data avevano raggiunto i 60 anni di età con 36 anni di contributi o i 61 anni di età con 35 anni di contributi) la disciplina che regolerà l’erogazione del TFR/TFS è quella vigente al momento del raggiungimento dei requisiti per il diritto alla pensione: dopo 6 mesi dalla cessazione del servizio la prima rata di buonuscita (fino a 90mila euro), per gli importi eccedenti i 90mila euro e fino a 150mila euro sarà da attende ulteriori 12 mesi.
    Per coloro che invece, grazia alla Legge Fornero, si sono visti allungare l’età pensionabile di 6 anni oltre il danno anche la beffa. Dal 1 gennaio 2014, infatti, sono entrate in vigore le nuove regole per l’erogazione del TFR che portano la prima rata da 6 mesi a 2 anni dalla cessazione del servizio. Inoltre la prima rata del TFR sarà soltanto per importi fino a 50mila euro. Per la seconda rata si dovranno aspettare ulteriori 12 mesi (importi eccedenti i 50 mila euro e fino a 100mila euro). Per gli importi eccedenti i 100mila euro si dovrà aspettare la terza rata del TFR.
    Per i lavoratori che restano in servizio sino ai limiti ordinamentali (massimo 66 anni e 7 mesi) ponendo l’amministrazione di fronte all’esercizio della risoluzione d’ufficio, la buonuscita viene pagata dopo 12 mesi. Meglio, quindi, la risoluzione d’ufficio alle dimissioni, in termini di TFR.


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  10. #180
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    Scuola, stop ai pensionamenti: avremo i prof più vecchi del mondo


    Finito il tempo per le domande: sono seimila in meno del 2015. E abbiamo anche la quota maggiore di maestre over 50
    Crollano i pensionamenti nella scuola e l’Italia “rischia” di consolidare il primato del paese con gli insegnanti più vecchi d’Europa. I primi dati sulle uscite dalla scuola a partire dal prossimo primo settembre, seppure provvisori, non sono affatto incoraggianti: 13mila pensionamenti per maestre e prof e 3mila per il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario). Per lasciare la cattedra occorreva presentare domanda entro lo scorso il 26 gennaio e adesso è tempo di bilanci. I primi dati che scaturiscono dal cervellone di viale Trastevere certificano un vero e proprio crollo di collocamenti a riposo: 6mila in meno per i docenti e 2mila per bidelli e personale non docente. Nel 2015, furono 19mila per gli insegnanti e quasi 5mila per il personale Ata. In termini confrontabili, la diminuzione è stata del 31,6 per cento per i docenti e del 40 per cento per tutto il resto del personale.
    Gli effetti della legge Fornero si fanno sentire anche sulla scuola e complicano la vita al governo che con la Buona scuola intende svecchiare il corpo docente e avviare una serie di riforme che portino il sistema di istruzione a concorrere con quelli dei paesi del Vecchio continente. Ma, con docenti sempre più anziani è possibile che sia più difficile innovare. Per lasciare la cattedra ad un collega più giovane, quest’anno, occorreva un’età “minima” di 66 anni e 7 mesi al 31 dicembre 2016 e almeno 20 anni di contribuzione. L’alternativa era quella della cosiddetta pensione “anticipata” per coloro che sempre a fine 2016 hanno collezionato almeno 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (un anno in meno per le donne). Ma l’ultimo rapporto sulla scuola dei paesi Ocse – l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – Education at a glance 2015, ci ricorda che siamo la nazione con i docenti più vecchi al mondo e non solo d’Europa.
    Alla scuola primaria, l’Italia è il paese dell’Ocse – i dati si riferiscono al 2013 – con la quota maggiore di maestre over 50: il 44 per cento. E addirittura il 16 per cento oltre i 60 anni. A fronte di nessuna under 30. In Francia, tanto per citare un paese europeo non troppo distante dal nostro, la percentuale di giovani maestre al di sotto dei 30 anni ammonta all’8 per cento e gli ultracinquantenni al 23 per cento. E le cose, se possibile, peggiorano alla media e al superiore dove i docenti che hanno già spento 50 candeline assommano al 57 per cento e diventa una rarità incontrare addirittura prof under 40: solo 3 ogni cento. Il record di matusa dietro in cattedra, in Italia, spetta alla scuola media dove un professore su cinque – il 19 per cento – ha già festeggiato sessanta i più primavere. Le maestre più giovani si incontrano invece nei corridoi delle scuole primarie del Regno Unito, con 29 insegnanti su cento under 30, mentre alla media il record di giovani insegnanti spetta alla Turchia, con 35 prof su cento non ancora trentenni.

    Edscuola
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