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Discussione: In pensione con 40 anni, più due

  1. #161
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    Solo per aggiungere, e che nessuno fa cenno(ci mancherebbe altro), che l'eventuale decurtazione del 10% si aggiungerebbe alla gia' presente decurtazione sulle rivalutazioni degli anni di contributi,; decurtazione gia' prevista per le pensioni anticipate ed in base all'aspettativa di vita

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  2. #162
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    Nonni "centenari" costretti al lavoro! Quota 96 in pensione subito!

    I lavoratori della scuola, più noti come Quota96, sono ormai al quarto anno di costrizione lavorativa e quindi ormai si avvicinano a quota 104 (occorre aggiungere 4 anni di ulteriore lavoro e 4 anni aggiuntiva di età) e alla veneranda età di 64 anni nel 2016. Abbiamo assistito in questi anni a tentativi dei parlamentari di trovare una via di uscita con emendamenti e proposte di legge sempre bloccati dai diversi governi con la scusa risibile di mancanza di fondi e con la promessa di risolvere la situazione sempre a fine anno con la legge di stabilità.
    Così è stato nel 2014, quando ad agosto con una procedura inusuale, prima è passato un emendamento alla Camera per poi sconfessarlo al Senato, con l'impegno a trovare la soluzione con la legge di stabilità (ministro Madia) e questo è il secondo anno dopo quella che è stata una presa per i fondelli.
    In questi giorni la Commissione lavoro della Camera ha preparato un testo unificato (cosiddetta VII salvaguardia) inserendo i più che centenari Quota96 tra coloro che dovrebbero uscire dal lavoro nel 2016 e impegnando il governo a trovare i fondi necessari nella legge di stabilità.
    L'alibi del costo eccessivo di questa operazione è ormai smentita dalla realtà dei fatti.
    Il numero dei “centenari” rimasti al lavoro, ormai vicino ai 2000, in quanto molti sono usciti in questi 3 anni per aver raggiunto i nuovi requisiti della norma Fornero oppure usciti con norme di salvaguardie per congedi o permessi parentali (un migliaio in quest'ultimo caso).
    La copertura per gli anni dal 2016 al 2018 si aggira sui 100 milioni secondo gli stessi calcoli previsti dalla Ragioneria dello Stato, non considerando il risparmio che si ottiene con l'avvicendamento di un giovane precario al posto dell'anziano docente, nel qual caso si ridurrebbe a poco più di 30 milioni nell'arco dei 3 anni considerati
    Per questo motivo lo stralcio eventuale dei Quota96 dalla legge di stabilità, a fronte di una situazione migliorata dei conti dello stato, secondo quando afferma il governo, sarebbe inaccettabile.

    Per lo stesso motivo mercoledì 14 ottobre manifesteremo a Roma, a fianco di tutte le situazioni che la norma Fornero ha reso assurde (esodati, opzione donna, macchinisti, 15 enni....) e riteniamo che non sia più procrastinabile un intervento per un cambiamento della norma Fornero.
    ore 10: udienza dal Papa
    ore 14-18: presidio davanti al MEF
    Comitato Lavoratori Quota 96 scuola


    Orizzontescuola
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  3. #163
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    Il premier rinvia l'intervento al 2016 "quando i numeri saranno chiari". I sindacati: "Errore gravissimo, si continuano a penalizzare i lavoratori over 62 e i giovani che vedono ancora bloccato il turn over nel mercato del lavoro"



    La “signora di 62 anni che preferisce stare con il nipotino rinunciando a 20-30 euro di pensione dovrà mettersi l’animo in pace e aspettare ancora. Matteo Renzi, intervistato a Che Tempo Che Fa, si è infatti rimangiato la promessa fatta nel maggio scorso e ribadita dalle pagine de L’Unità a fine settembre dopo che l’ipotesi di un rinvio aveva fatto infuriare i sindacati. La flessibilità dell’età di uscita dal lavoro, aveva avvertito il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, avrebbe dovuto essere a costo zero per le casse dello Stato. E per farlo “non abbiamo ancora trovato la soluzione”, ha ammesso il premier. “Se si interviene sulle pensioni senza saggezza si fa danno, quindi la proporremo nel 2016 quando i numeri saranno chiari”. Di conseguenza l’attesa revisione della legge Fornero non finirà nella legge di Stabilità che il governo deve approvare giovedì 15. A pesare, probabilmente, è stato anche l’ammonimento del presidente dell’Inps Tito Boeri, che giovedì scorso aveva chiesto all’esecutivo di fare “un intervento serio” che sia “l’ultima riforma delle pensioni, non uno stillicidio di interventi parziali”. Le sigle sindacali però sono di nuovo sul piede di guerra e parlano di “errore gravissimo”.

    Nei giorni scorsi si erano rincorse le ipotesi sui possibili interventi da inserire nella manovra: dal prestito previdenziale a carico del datore di lavoro all’uscita anticipata con assegno ridotto. Ognuna però presentava punti deboli: il prestito aziendale rischiava di essere accessibile solo per i dipendenti delle grandi imprese, mentre la possibilità di andare in pensione prima di aver raggiunto l’anzianità contributiva minima avrebbe avuto costi elevati per l’Inps a meno di non tagliare le prestazioni di una percentuale corposa. Il problema, insomma, è di coperture. Anche se Renzi per giustificare la marcia indietro ha evocato il rischio di “fare danno” se si interviene sul tema “senza saggezza e senza cifre chiare“.
    La leader della Cgil, Susanna Camusso, ha detto che è “sbagliato rinviare la scelta e pensare si tratti di qualche aggiustamento emergenziale, scaricando gli oneri sui lavoratori”. Anche la Uil considera un “errore gravissimo” aspettare fino al 2016. “Si continuano a penalizzare i lavoratori over 62 anni e i giovani che vedono ancora bloccato il turn over nel mercato del lavoro”, attacca il segretario confederale Domenico Proietti. “La Uil non si rassegna a derubricare questo tema e continuerà la mobilitazione in tutto il Paese”. La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha chiesto a sua volta “un segnale importante già nella legge di Stabilità”. “Vogliamo capire – ha proseguito Furlan – se per il governo, che ha fatto tante ipotesi e chiuso e riaperto più volte, questa è una cosa seria o se sono solo annunci a seconda degli spot televisivi, che poco importano agli italiani”.

  4. #164
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    Quota 96 2012, MIUR: ne rimangonono 2.500 ma cifra esatta può darla solo l'Inps

    Ieri, il Ministero dell'istruzione ha dato i numeri dei docenti Qutoa 96 del 2012 rimasti in servizio a causa di una svista nella Legge fornero a seguito di una interrogazione parlamentare dell'On. Pannareale.
    Il Ministero ha risposto affermando che da un monitoraggio effettuato dal MIUR, l'iniziale platea dei cosiddetti quota 96 è risultata essere di circa 3.976 lavoratori. Tale dato rappresentava il numero di soggetti interessati ad accedere al trattamento pensionistico che ha manifestato la volontà aderendo al monitoraggio. Non è, quindi, il dato concernente l'intera platea dei potenziali aventi diritto, comprensivo anche di coloro non hanno manifestato interesse al collocamento a riposo con le regole previgenti.
    Oggi, alla cifra di 3.976 debbono essere sottratti coloro che sono andati in pensione per aver raggiunto nel frattempo i requisiti previsti dalla cosiddetta Riforma Fornero o per aver aderito alla cosiddetta opzione donna, prevista dal comma 9, dell'articolo 1 della legge n. 243 del 2004 o, ancora, per aver beneficiato delle norme relative alla cosiddetta salvaguardia. Ne consegue che, dai circa 3.976 quota 9», debbono essere detratti i cosiddetti salvaguardati (circa 1000 secondo dati INPS).
    L'articolo 2 della legge n. 147 del 2014, ferme restando le citate disposizioni, ha poi previsto altre misure di salvaguardia in favore di ulteriori categorie di lavoratori cui applicare le disposizioni in materia di requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima del 6 dicembre 2011, data di entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, ancorché avessero maturato i requisiti per l'accesso al pensionamento successivamente al 31 dicembre 2011 (cosiddetta sesta salvaguardia).
    Ne deriva che, il dato finale dei cosiddetti quota 96, considerando nel frattempo anche il conseguimento dei requisiti pensionistici in maniera naturale da parte di alcuni soggetti, si dovrebbe attestare, quindi, a circa 2.500 unità, facendo sempre riferimento, unicamente, a coloro che all'epoca della rilevazione effettuata dal MIUR espressero la volontà di avvalersi di una eventuale norma previdenziale di favore. L'effettiva platea dei beneficiari, fa sapere il Ministero, è determinabile unicamente dall'INPS e potrebbe essere superiore.


    Orizzontescuola
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  5. #165
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    Pensione 2016, requisiti con decorrenza primo settembre. La guida gratuita


    Pubblichiamo la guida sui requisiti pensionistici per il personale del comparto scuola con decorrenza dal primo settembre 2016.
    REQUISITI PER LA PENSIONE CON DECORRENZA 1/9/2016
    PERSONALE COMPARTO SCUOLA
    Personale che nel 2011 (al 31/12/2011) aveva maturato i requisiti previsti dalla previgente normativa
    Uomini con 65 anni di età;
    Donne che hanno maturato 61 anni di età unitamente al requisito minimo di anzianità contributiva: 20 anni (oppure 15 per chi era in servizio al 31/12/92);
    Donne che hanno cominciato a lavorare dopo il 31/12/95 ed hanno maturato 61 anni di età e un’anzianità di almeno 5 anni, purché l’importo della pensione al 31/12/2011 superi l’assegno sociale maggiorato del 20% (Pensione contributiva).
    Personale che ha maturato quota 96 sommando l’età e l’anzianità in anni, mesi e giorni. Si precisa che:
    bisogna aver maturato, oltre alla quota 96, almeno 60 anni e almeno 35 anni di anzianità;
    l'ulteriore anno eventualmente necessario per raggiungere la "quota 96" può essere
    ottenuto sommando ulteriori frazioni di età e contribuzione (es. 60 anni e 4 mesi di età, 35 anni e 8mesi di contribuzione;
    Anzianità contributiva non inferiore a 40 anni.
    Personale che nel 2011 non aveva maturato i requisiti previsti dalla previgente normativa - Requisiti da maturare entro il 31/12/2016 in virtù di quanto disposto dall’art. 59 comma 9 della L. 449 del 27/12/1977.
    Pensione di vecchiaia:
    Uomini e Donne:
    Anni 66 e mesi 7 unitamente a 20 anni di anzianità oppure 15 anni se con servizio al 31/12/92;
    Per quanti hanno cominciato a lavorare dopo il 31/12/95, l’anzianità minima è stata portata a 20 anni.
    Pensione anticipata indipendentemente dall’età:
    Uomini: 42 anni e 10 mesi di anzianità;
    Donne: 41 anni e 10 mesi di anzianità.
    Opzione Donna - (Requisiti di accesso ai sensi dell'art. 1 comma 9 della legge 23 agosto 2004, n. 243. Si precisa che il seguente requisito è oggetto di approvazione del DDL Stabilità 2016) -
    Le lavoratrici, in virtù di quanto disposto dall'articolo 1, comma 9, della legge 23 agosto
    2004, n. 243, possono conseguire il diritto al trattamento pensionistico di anzianità, in presenza di un'anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e di un'età pari o superiore a 57 anni (requisito anagrafico da adeguarsi, a partire dallo gennaio 2013, agli incrementi della speranza di vita) a condizione che optino per la liquidazione secondo le regole di calcolo del contributivo.
    In sintesi: le lavoratrici della scuola che matureranno entro fine 2015, i 57 anni e i 3 mesi di età insieme ai 35 anni di contributi, potranno accedere al pensionamento dal 1° settembre 2016 – con misura della pensione calcolata con il sistema contributivo.
    Pensionamenti d’ufficio per servizio
    Possono essere dimessi dal servizio d’ufficio, con preavviso scritto da inviare entro il 28 febbraio 2016, coloro che al 31 agosto 2016 maturano:
    uomini e donne: 40 anni di servizio se al 31/12/2011 avevano maturato i requisiti della normativa pensionistica previgente;
    uomini: 42 anni e 10 mesi;
    donne: 41 anni e 10 mesi;
    Pensionamenti d’ufficio per età
    Tenuto conto delle indicazioni contenute nella circolare n. 2 del 8/3/2012 della Funzione Pubblica:
    sono dimessi d’ufficio, senza preavviso, coloro che entro il 31/8/2016 compiono 65 anni e sono in possesso dei requisiti per accedere alla pensione dal 1 settembre 2016 (pensione anticipata oppure in possesso dei requisiti della normativa previgente al 31/12/2011);
    coloro che entro il 31/8/2016 compiono 66 anni e 7 mesi ed hanno maturato l’anzianità minima per la pensione di vecchiaia.
    Si precisa: coloro che maturano l’età di cui ai due punti precedenti, ma non possiedono il requisito di anzianità minima per la pensione, proseguono il rapporto di lavoro fino a quando non la maturano;
    Comunque non oltre i 70 anni.
    Settimaa Salvaguardia
    Il DDL Stabilità 2016, ha previsto la possibilità - nel limite di ulteriori 2.000 soggetti - di accedere al trattamento pensionistico, secondo la disciplina vigente prima dell’entrata in vigore della L. 214/2011, ai lavoratori che nel corso del 2011:
    siano stati in congedo ai sensi dell’art. 42 comma 5 TU n. 151/2001 – limitatamente ai casi di assistenza prestata ai figli.
    Per accedere alla pensione con decorrenza 1° settembre 2016 occorre soddisfare i requisiti della previgente normativa rispetto a quelli previsti dall’attuale legge, ovvero:
    pensione di vecchiaia – età 65 anni e 3 mesi e almeno 20 anni di contributi;
    pensione di anzianità con il sistema “quote”:
    quota 97 e 3 mesi (61 anni e 3 mesi di età con 36 anni di contributi - 62 anni e 3 mesi di età con 35 anni di contributi – altre combinazioni intermedie nel limite di quanto indicato);
    pensione di anzianità con i 40 anni di contributi senza considerare l’età anagrafica.
    Direzioni territoriali del lavoro competenti per territorio, secondo le modalità definite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.La suddetta categoria di salvaguardati deve presentare istanza di accesso al beneficio alle
    Si resta in attesa del D.M. a conferma di quanto indicato e per la tempistica circa la presentazione della relativa domanda di pensionamento sulla piattaforma istanze on line.

    Orizzontescuola
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  6. #166
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    Quota 96, bocciata l’ennesima via d’uscita



    Fumata ancora una volta nera per i 4mila dipendenti della scuola rimasti intrappolati tra le maglie troppo strette della riforma pensionistica Monti-Fornero.
    A distanza di tre anni dalla “dimenticanza” e dal clamoroso dietrofront del Governo dell’estate 2014, l’Esecutivo Renzi conferma la linea, bocciando l’ennesima possibilità di uscita anticipata del personale scolastico penalizzato.
    A denunciarlo è Barbara Saltamartini, protagonista di una proposta emendativa. “Ancora una volta di fronte alla soluzione presentata dalla sottoscritta per risolvere l’annoso problema del personale della scuola, che per colpa di un errore formale della legge Fornero si è visto privare di un diritto, il Governo Renzi se ne lavano le mani e bocciano la mia proposta emendativa. Una vera e propria vergogna”, dichiara l’esponente leghista.
    “Ormai è chiaro – aggiunge Saltamartini – che il parolaio Renzi ha preso in giro migliaia di lavoratori e lavoratrici del comparto scuola a cui aveva promesso di risolvere il problema nel Decreto ‘Buona scuola’”.
    Secondo la rappresentante del Carroccio, infatti, “a nulla è servito votare atti unanimi in aula alla Camera perché di fatto il Premier e il suo Governo non ne hanno voluto tenere conto, dimostrando tutta l’arroganza dell’uomo solo al comando in sfregio alle regole della democrazia e soprattutto lasciando senza soluzione 3.000 persone e le rispettive famiglie”.
    A quanto ci risulta, essendo passati oltre 36 mesi dal danno provocata dalla discutibile norma, i dipendenti della scuola, in prevalenza insegnanti, si sono nel frattempo ancora più ridotti di numero: molto probabilmente si sono dimezzati, rispetto ai circa 4mila inziali.
    Molti di loro si sono infatti avvalsi di altri “tetti” pensionistici o hanno intrapreso strade alternative (come il riscatto della laurea per raggiungere 41 anni di contributi). E, per come sono andate le cose, visto che il Governo non ha voluto spendere nemmeno un euro per sanare il danno, hanno scelto la strada migliore.

    tecnica della scuola
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  7. #167
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    Riforma Fornero gigantesca operazione di cassa: i sindacati chiedono di rivedere i lavori usuranti

    La legge Monti-Fornero sulle pensioni è stata "la più gigantesca operazione di cassa" fatta sul sistema previdenziale: serve una controriforma urgente.

    Perché nel periodo 2013-2020 saranno prelevati circa 80 miliardi di euro con una manovra economica "fatta a danno di lavoratori e pensionati". Il giudizio e i dati sono contenuti nel documento unitario che Cgil, Cisl e Uil presenteranno il 17 dicembre nelle tre assemblee di Torino, Firenze e Bari cui parteciperanno i segretari generali Susanna Camusso (Firenze), Annamaria Furlan (Torino) e Carmelo Barbagallo (Bari) insieme con delegati e quadri di tutte le regioni.
    L'iniziativa ha lo scopo di aprire una vera e propria vertenza con il Governo, che non si concluderà a breve. Le tre confederazioni sono intenzionate ad andare avanti con la mobilitazione "con le modalità e i tempi che si decideranno" di volta in volta, ha detto Susanna Camusso a margine di un convegno sul Mezzogiorno.
    "Non intendiamo abbassare la guardia", ha detto il leader della Cisl, Annamaria Furlan, nella relazione al consiglio generale della confederazione. "I primi protagonisti della controriforma che noi vogliamo fortemente - ha proseguito Furlan - sono le delegate e i delegati dei posti di lavoro. Coinvolgere loro è indispensabile per far diventare davvero la nostra proposta quella di tutto il mondo del lavoro. Vogliamo aprire un tavolo serio di confronto con il Governo. E` sotto gli occhi di tutti come la riforma Fornero sia stata dannosa per i lavoratori e anche per le imprese".
    Per i sindacati, la riforma Fornero ha introdotto elementi di "eccessiva rigidità" nell`accesso alla pensione generando "iniquità" e "problematiche" che ancora oggi aspettano una soluzione definitiva. Una "controriforma" è dunque "urgente", anche per sbloccare il mercato del lavoro e offrire occupazione ai giovani.
    La richiesta dei sindacati è esplicita: è indispensabile ripristinare meccanismi di flessibilità nell'accesso alla pensione, a partire dall`età minima di 62 anni oppure attraverso la possibilità di combinare età e contributi, per venire incontro alle esigenze di vita delle persone e ai cambiamenti dell`organizzazione del lavoro e dei sistemi produttivi. Gli oneri relativi alle misure di flessibilità non possono essere scaricati sui lavoratori, sostengono i sindacati.
    Ciò implica anche l'assoluta "indisponibilità" di Cgil, Cisl e Uil all`introduzione di misure che condizionino l`accesso anticipato al pensionamento al ricalcolo della pensione con il metodo contributivo. Accanto alla reintroduzione della flessibilità nell`accesso al pensionamento di vecchiaia, per le tre confederazioni occorre poi prevedere la pensione anticipata con 41 anni di contributi per tutti i lavoratori, senza penalizzazioni e senza collegamento con l'attesa di vita.

    Tecnica della scuola
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  8. #168
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    Citazione Originariamente Scritto da luxor Visualizza Messaggio
    ..... per le tre confederazioni occorre poi prevedere la pensione anticipata con 41 anni di contributi per tutti i lavoratori, senza penalizzazioni e senza collegamento con l'attesa di vita.
    Che fenomeni a tutto tondo,che abbiamo....ed allora a chi ha gia' raggiunto, come il sottoscritto,quasi 42 anni di contributi (quindi ho gia' lavorato piu' dei 41 previsti) cosa gli si darebbe assieme alla pensione gia' maturata, una coppa del nonno in premio??? O restituiscono il maggor esborso di contributi effettuato???

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  9. #169
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    Sono solo proposte... figurati se i governanti stanno a pensare di portare il tetto a 41 anni di servizio, e poi a loro le pensioni chi li pagheranno? Dove troveranno altri contributi? Già si sa. andati via noi, almeno dove sto io, non ci saranno rimpiazzi... c'è troppo esubero. Aumenteranno le tasse? E non credo stiamo già ridotti al lastrico... peggio di così..

  10. #170
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    Citazione Originariamente Scritto da dav Visualizza Messaggio
    Sono solo proposte...
    ...e che lasciano il tempo che trovano (soprattutto per i creduloni), aggiungo io
    E basterebbe fare 2 conticini: prima della legge Fornero ('tacci suoi !!!)si poteva andare in pensione con 40 anni +9 mesi di finestra (facoltativo era lavorare e comunque non erano,quei 9 mesi aggiuntivi, fruttiferi ed esenti da contributi previdenziali)...e 40 anni e 6 mesi per gli autonomi (in questo caso la finestra aggiuntiva credo fosse stata identica di 9 mesi come per i lavoratori dipendenti)

    Quindi....rispetto al dicembre 2011 ,con la nuova proposta, cosa sarebbe cambiato? Ok, 3 mesi in piu' di periodo lavorativo obbligatorio (in questo caso) e 12 mesi di versamento contributivo superiore a prima.
    Tutto qui....e sappiamo tutti quanti che e' gia' stato detto e stradetto da tutti che tornare alla legge pre-Fornero ( ti gambizzassero!!), ma anche solo avvicinarvisi, e' tecnicamente impossibile (oltre che onerosamente improponibile)

    Ergo, sara' piu' facile che se modifica ci sara', sara' sempre e comunque piu' penalizzante ancora risspetto alla legge in auge e tuttora messa in pratica.

    In sintesi: nulla cambiera',tranquilli, almeno a breve, e se cambiera', sara' ancora peggiorativo per noi. E la mia affermazione "Che fenomeni a tutto tondo,che abbiamo" era rivolta al senso di quanto sopra teste' esposto.

    Vale comunque sempre il detto popolare: si stava meglio quando si stava peggio (piu' attuale che mai!)
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