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Discussione: In pensione con 40 anni, più due

  1. #111
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    Citazione Originariamente Scritto da casaufficio Visualizza Messaggio
    Ah, ok...si, mi era sfuggito questo particolare dell'eta' anagrafica

    Pero' non mi tornano i conti, almeno per te. Presumo tu abbia almeno 41 anni di contributi, quindi dovresti andare con i 42 anni e 6 mesi (se vai nel 2016) e pensione anticipata .
    La quota non credo esista ormai piu',non fa testo insomma
    Si ma nella scuola l'in... è doppia, non si può andare in pensione durante l'anno scolastico,
    per questo i quota 96 della scuola sono neri, avendo i requisiti hanno dovuto aspettare la fine dell'anno scolastico,
    nel frattempo c'è stato il blocco dei pensionamenti al 31 dicembre.
    I paletti attuali sono 42 anni e 5 mesi di servizio e 62 anni di età, nel 2016 42 anni e 10 mesi.
    Io nel 2016 avrò 62 anni e 42 e 5 mesi di servizio, quindi se non cambia niente potro nel 2017 con 63 e 43.


  2. #112
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    Lavoratori Precoci - In secondo luogo il Governo ha accolto l'emendamento Gnecchi che mette la parola fine, sino al 31 Dicembre 2017, alla penalizzazione per i lavoratori che maturano un diritto a pensione anticipata (cioè 42 anni e 6 mesi di contributi, 41 anni e 6 mesi per le donne; che diventano 42 anni e 10 mesi e 41 anni e 10 mesi dal 2016 per effetto della speranza di vita) prima di aver compiuto i 62 anni.
    La misura riguarderà tutti i lavoratori (indipendentemente dalla tipologia di contributi accreditati sul conto assicurativo) mentre attualmente lo stop alla penalità, com'è noto, è previsto in favore dei lavoratori il cui maturato contributivo sia costituito da sola prestazione effettiva da lavoro (e alcuni limitati periodi di contribuzione figurativa). La novità, precisa l'emendamento, avrà effetto "sui trattamenti pensionistici decorrenti dal 1o gennaio 2015". Dal 2018, dunque, salvo una ulteriore proroga dello stop, le penalizzazioni (pari all'1% per ogni anno di accesso prima dei 62 anni; 2% per ogni anno di accesso prima dei 60 anni) restano confermate.

  3. #113
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    Ma che ci prendono in giro (come al solito), le penalizzazioni erano per chi chiedeva di andare prima di quei paletti,
    no per chi li raggiunge...............


  4. #114
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    Fonte-->Lavoro


    Pensione Quota 100: misura concretizzabile nel 2015 dal Governo Renzi?
    17-11-2014 - Erica Venditti

    Pensione Quota 100 e Quota 62: queste misure potrebbero essere concretizzate dal Governo Renzi?


    Il dibattito sul fronte previdenziale non cela a placarsi, anzi oggi è in programma un tavolo di confronto con i sindacati CGIL, CISL, UIL E UGL indetto dal ministro della PA Marianna Madia. Da questo tavolo potrebbero emergere interessanti novità circa le misure previdenziali Pensione Quota 100 e Quota 62, si potrà forse finalmente comprendere se sono proposte che vedranno la luce nel 2015.

    Pensione Quota 100 e Quota 62: che intenzioni ha il Governo per il 2015?

    In tanti si chiedono quali siano le reali intenzioni del Governo Renzi intorno alla Riforma Pensioni, nella legge di Stabilità, infatti, tutto il comparto previdenziale è stato il grande assente dalle discussioni del Premier. Ora si spera che il Governo abbia intenzione di accogliere le proposte di pensione anticipata e prepensionamento che sono giunte da più esponenti politici con l'obiettivo comune di rendere maggiormente flessibile l'uscita dal mercato del lavoro.

    Tra le proposte che potrebbero concretizzarsi restano quelle di Cesare Damiano, che non ha mai smesso di incalzare il Governo Renzi al fine di vedere approvate misure che possano risollevare dal dramma previdenziale tutti o buona parte dei lavoratori disagiati. Chi sono? I quota 96 della scuola, gli esodati, i lavoratori precoci e quelli che svolgono mansioni usuranti, tutte categorie di lavoratori che maggiormente hanno subito l'impatto negativo dell'entrata in vigore della Riforma Fornero nel 2011. La Legge Monti-Fornero ha inesorabilmente aumentato l'età anagrafica richiesta per accedere alla pensione, "imprigionando" di fatto molti lavoratori nel limbo previdenziale.

    Pensione Quota 100 e Quota 62: misure sostenibili per il 2015?

    Le proposte di Cesare Damiano sono essenzialmente due: la Quota 62 o meglio conosciuta come pensione anticipata a 62 anni con 35 di contributi o 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica e la Quota 100. La prima proposta potrebbe andare incontro alle resistenze del Governo, sarebbero necessari 40 miliardi di euro per renderla attuabile, una cifra notevole considerando gli scarsi fondi a disposizione per il comparto previdenziale.

    La seconde misura, ossia la Pensione Quota 100, consentirebbe invece ai lavoratori che raggiungessero, sommando età anagrafica e contributiva, la soglia 100 di poter accedere alla pensione anticipata. Questa soluzione potrebbe tornare utile anche ai lavoratori precoci ed usuranti, le combinazioni possibili sarebbero differenti: potrebbero anche usufruire della pensione Quota 100 coloro che hanno 40 anni di contributi e solo 60 anni d'età.

    Si spera davvero, visto che lo stesso Damiano ritiene al momento questa proposta la più fattibile, vista la carenza di coperture, che il Governo Renzi decida di muoversi in questa direzione. Voi sareste favorevoli o contrari alla Quota 100? Preferireste venisse attuata la Quota 62 con premi e penalizzazioni?


  5. #115
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    Adesso se hai i requisiti c'è chi parla 42+1 mese,altre fonti 42+6 mesi,puoi andare via senza penalizzazioni anche se non hai i fatidici 62 anni, in più vengono conteggiati nel computo anche gli anni figurativi,prima esclusi dalla Fornero,dove era richiesta la contribuzione reale

    Citazione Originariamente Scritto da mark cat Visualizza Messaggio
    Ma che ci prendono in giro (come al solito), le penalizzazioni erano per chi chiedeva di andare prima di quei paletti,
    no per chi li raggiunge...............

  6. #116
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    Pensionamenti a scuola, per il ministero del Lavoro tornano a salire! Qualcosa non torna


    Dalle anticipazioni sui dati delle 'Comunicazioni Obbligatorie' emerge "un deciso aumento di pensionamenti (+55%)", in particolare nell'istruzione. L’ipotesi è che a due anni dalla “stretta” della riforma Fornero, i lavoratori più anziani comincino a raggiungere i requisiti per lasciare. Ma a noi risulta che i pensionamenti si sono dimezzati, anche perché l’80% di chi opera nella scuola è donna.
    A dispetto della riforma Fornero, il numero dei pensionamenti starebbe tornando a salire. Dalle anticipazioni del ministero del Lavoro sui dati delle 'Comunicazioni Obbligatorie', sul terzo trimestre del 2014, emerge infatti "un deciso aumento di pensionamenti (+55%)", riscontrabili principalmente nel settore dell'istruzione.
    Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, questo andamento “potrebbe essere un primo segnale dell'assorbimento degli effetti della riforma Fornero in campo previdenziale: a oltre due anni dalle nuove regole i lavoratori più anziani cominciano a raggiungere i requisiti per andare in pensione. E quindi andrebbero 'sostituiti'”. Insomma, “l’impennata dei pensionamenti sarebbe in controtendenza, soprattutto a causa delle 'uscite' nella scuola”
    Francamente qualcosa non torna: a quanto ci risulta (dati ufficiali Inps-Miur), dal 1° settembre i docenti, che nella scuola costituiscono la categoria più corposa, a lasciare il servizio per la pensione sono stati poco più di 10mila. Una cifra davvero bassa, dimezzata, rispetto all’anno precedente (oltre 21mila). E addirittura la metà della metà dei 43.620 che lasciarono al termine dell’anno scolastico 2007/08.
    Inoltre, nella scuola oltre l’80 per cento del personale è composto da donne: che sono il genere di lavoratore più colpito dalla riforma Fornero, ben oltre i due anni cui si fa riferimento. Tanto è vero che la maggior parte dei ‘Quota 96’ a distanza di due anni dalla ‘beffa’ continuano a rimanere intrappolati.
    Quanto espresso dal ministero del Lavoro rimane davvero un mezzo mistero: urgono chiarimenti.


    Tecnica della scuola
    "L'esperienza è maestra di vita"



  7. #117
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    Quando si potrà andare in pensione?

    In una utile tabella di pensionioggi.it viene illustrato come cambieranno i requisiti minimi per accedere al trattamento di vecchiaia e a quello anticipato. Dal 2016 l’adeguamento è stimato in quanto l’aumento effettivo dipenderà da quello comunicato dall’Istat.
    Da quest’anno, ad esempio, sono stati ridefiniti i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici. Com’è noto infatti, ai sensi della legge 214/2011, per le lavoratrici del settore privato è stato previsto un innalzamento graduale dell’età pensionabile, a partire dal 2012 e per gli anni successivi in modo da parificare, entro il 2018, i requisiti a quelli vigenti per gli uomini e per le donne del pubblico impiego.

    I requisiti per la pensione di vecchiaia sono fissati in 62 anni per le lavoratrici dipendenti la cui pensione è liquidata a carico dell’Ago e delle forme sostitutive della stessa, dal 1˚ gennaio 2012; a 63 anni e sei mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2016 e 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018. Per le autonome (Ago e gestione separata) i requisiti sono pari a 63 anni e 6 mesi dal 1˚ gennaio 2012. Tale requisito anagrafico è fissato a 64 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚ gennaio 2014, a 65 anni e 6 mesi a decorrere dal 1˚gennaio 2016 e a 66 anni a decorrere dal 1˚ gennaio 2018.







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  8. #118
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    Come al solito dalla politica italiana, cambia tutto per non cambiare niente..........
    (almeno per il mio caso e quando il cittadino ci dovrebbe (secondo loro) guadagnare)


  9. #119
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    Requisiti pensionistici e novità sui prepensionamenti. Domanda entro il 15 gennaio

    Quali sono i requisiti per presentare la domanda nel 2015? Ci sono anche delle novità per quanto riguarda i prepensionamenti, una legata all'iter della Legge di Stabilità.
    Il MIUR ha emanato il D.M. N. 886 del 1 Dicembre 2014 dove viene fissato il 15 gennaio 2015 come termine per la presentazione delle domande.

    Intanto elenchiamo, savo novità dell'ultima ora, i requisiti per il pensonamento. Lo schema sarà riproposto in occasione dell'avvio delle operazioni.
    Requisiti pre-Fornero
    Pensione di Anzianità
    età non inferiore a 60 anni e 36 anni di contribuzione oppure 61 di età e 35 di contribuzione (Quota 96), oppure 40 anni di anzianità a prescindere dall’età anagrafica entro il 31 dicembre 2011. Per raggiungere la "quota 96" si possono sommare ulteriori fazioni di età e contribuzione (esempio: 60 anni e 4 mesi di età anagrafica con 35 anni e 8 mesi di contribuzione).
    Opzione Sistema Contributivo, per il personale femminile
    Personale femminile con età non inferiore ai 57 anni e 3 mesi e una contribuzione di almeno 35 anni entro il 31 dicembre 2014.
    Pensione di vecchiaia
    Il personale che alla data del 31/12/2011 ha maturato i requisiti per l’accesso al pensionamento vigenti prima della riforma operata dal D.L. 201/2011 (sia per età sia per anzianità contributiva di 40 anni indipendentemente dall'età, sia per somma dei requisiti di età e anzianità contributiva - cd. "Quota") e compie i 65 anni entro il 31/08/2014 dovrà essere collocato d’ufficio.
    I requisiti utili per la pensione di vecchiaia sono di 65 anni di età per gli uomini e 61 di età per le donne, con almeno 20 anni di contribuzione (15 per chi è in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1992, ai sensi dell'art. 2 c. 3 lett. Cdel D.lgs n. 503 del 30/12/92) se posseduti entro la data del 31 dicembre 2011
    Requisiti riforma Fornero
    Pensione di vecchiaia
    66 anni e 3 mesi compiuti entro il 31 agosto 2015 (collocamento d'ufficio) o, a domanda entro il 31 dicembre 2015 in virtù della disposizione prevista dall'art. 59, c.9 della L. 449/97, sia per gli uomini che per le donne, con almeno 20 anni di anzianità contributiva.
    Pensione Anticipata
    Personale femminile con un’anzianità contributiva di 41 anni e 6 mesi entro il 31 dicembre 2015.
    Personale maschile con un’anzianità contributiva di 42 anni e 6 mesi entro il 31 dicembre 2015.
    Per le donne che optano per la pensione liquidata con il sistema contributivo rimane in vigore l'art. 1 c. 9 della L. n. 243/2004 che prevede il requisito di almeno 57 anni di età e una contribuzione pari o superiore a 35 anni.
    Requisiti pre Fornero. Novità articolo 2 legge 147 del 2014
    I requisiti previgenti la riforma delle pensioni saranno applicati a coloro che entrano nella casistica dell'articolo 2 della legge 147 del 2014. Cioè: 1. aver fruito nel corso del 2011 di un congedo straordinario retribuito o di giorni di permesso retribuito, previsti dall'articlo 42 comma5 del decreto 151 del 2001 e dall'art. 33, comma 3, della legge 104 del 1992 per aver assistito un parente disabile in situazione di gravità 2. essere incluso nella graduatoria Inps tra i 1.800 soggetti che saranno autorizzati ad andare in pensione i lavoratori di cui all'articolo 24, comma 14, lettera e-ter), del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
    Il conedo o il permesso può riguardare anche parentele di secondo o terzo grado, come nel caso di zii e nipoti.
    Vai alla legge 147 per tutti i particolari, articolo 2
    Novità dalla Legge di Stabilità
    Potrebbe concretizzarsi con la Legge di Stabilità 2015 l'eliminazione delle penalizzazioni per andare in pensione anticipatamente.
    Infatti, è stato presentato un emendamento che sarà valido dal 1 gennaio 2015 che elimina le penalizzazioni per chi va in pensione senza il requisito dell’età anagrafica minima, penalizzazione che prevedeva decurtazioni dell’1% nei primi due anni e del 2% negli anni seguenti in anticipo rispetto ai 62 anni di età anagrafica.
    Potranno beneficiare di questo trattamento soltanto coloro che matureranno i requisiti pensionistici e la soglia minima di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017 fermo restando il termine dei due anni per la liquidazione del Tfr per coloro che accederanno al pensionamento anticipato.
    Opzione donna
    Sembra inoltre che l'INPS stia per emanare una circolare sulla cosiddetta “opzione donna” che prevede, in via sperimentale "fino al 31 dicembre 2015", la possibilità per le lavoratrici dipendenti con 35 anni di versamenti di ritirarsi a 57 anni (58 per le lavoratrici autonome) ma con l’importo della pensione calcolato interamente col sistema contributivo anziché col retributivo (pensione pari al 70% dello stipendio con 35 anni di contributi).


    orizzontescuola
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  10. #120
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    previdenza
    Milano, 30 dicembre 2014 - 08:11
    Ci vorranno quattro mesi in più
    per andare in pensione

    Il governo approva il decreto sull’adeguamento dei requisiti per l’assegno previdenziale dal 2016 Donne, uomini, pubblici e privati: ecco le categorie coinvolte



    ROMA Il prossimo adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita sarà di 4 mesi. Dal 2016, cioè, ci vorranno 4 mesi in più di lavoro prima di poter andare in pensione. L’adeguamento fu introdotto da una legge del 2010 (governo Berlusconi) con cadenza triennale. La riforma Fornero lo accelerò, disponendo dal 2019 scatti ogni due anni. Serve, nella logica della legge, per la sostenibilità finanziaria del sistema: più si allunga la durata della vita, più tardi si va in pensione. Il prossimo scatto è previsto dal primo gennaio 2016 ed è stato deciso con largo anticipo con un decreto interministeriale dei ministeri del Lavoro e dell’Economia sulla base dei calcoli dell’Istat. Come anticipato dal quotidiano Qn , l’aumento sarà di 4 mesi. I ministeri confermano che il relativo decreto è stato firmato e che presto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale .
    Dopo il primo scatto nel 2013, che fu di tre mesi, questa volta, quindi, l’aumento sarà maggiore: 4 mesi. Che si sommano sia al minimo d’età richiesto per la pensione di vecchiaia sia al minimo di anni di contributi necessario per la pensione anticipata. Questo significa che dal primo gennaio 2016 ai lavoratori dipendenti maschi, sia del privato sia del pubblico e ai lavoratori autonomi, per andare in pensione di vecchiaia non basteranno più 66 anni e tre mesi d’età, come fino alla fine del 2015, ma ci vorranno 66 anni e sette mesi (oltre a un minimo di 20 venti anni di contributi). Stessa cosa per le lavoratrici dipendenti del pubblico impiego, mentre per quelle del settore privato l’aumento, sempre nel 2016, sarà più forte perché segue uno specifico percorso di armonizzazione previsto dalla legge, che prevede un aumento da 63 anni e 9 mesi, valido fino al termine del 2015, a 65 anni e 7 mesi. Discorso analogo per le lavoratrici autonome che passeranno dagli attuali 64 anni e 9 mesi a 66 anni e un mese dal primo gennaio 2016.
    Aumenta di 4 mesi anche il massimo di età fino al quale il lavoratore dipendente può chiedere di restare in servizio: dal 2016 sarà di 70 anni e sette mesi. E quattro mesi in più anche per accedere alla pensione di vecchiaia prevista per chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995 (sistema contributivo). Si passa da 63,3 mesi a 63,7.
    In tutti i casi sono sempre richiesti almeno 20 anni di contributi.

    Per lasciare il lavoro in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia, gli uomini devono avere attualmente almeno 42 anni e sei mesi di contributi mentre alle donne bastano 41 anni e sei mesi. Sarà così ancora per un anno, fino alla fine del 2015. Poi dal 2016 il requisito salirà a 42 anni e dieci mesi per gli uomini e a 41 anni e dieci mesi per le donne.
    La riforma Fornero prevedeva un sistema di penalizzazioni per chi, pur raggiungendo questo minimo contributivo, fosse andato in pensione con meno di 62 anni d’età. Con 59 anni, per esempio, l’assegno sarebbe stato tagliato del 4%. Con la legge di Stabilità appena approvata dal Parlamento questo sistema di penalizzazioni è stato sospeso fino al 31 dicembre 2017.

    Le tabelle elaborate dalla Ragioneria generale dello Stato al momento della riforma Fornero sviluppano fino al 2050 e oltre le conseguenze della norma sull’adeguamento periodico dei requisiti alla speranza di vita. Sulla base di queste stime, peraltro confermate dallo scatto decretato per il 2016, l’età per la pensione di vecchiaia salirà progressivamente fino a 70 anni nel 2050, anno in cui gli anni di contributi necessari per accedere alla pensione anticipata saranno arrivati a 46 anni e 3 mesi.
    Ieri il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella conferenza stampa di fine anno, è sembrato escludere interventi di correzione della riforma Fornero. Ma molto dipenderà da cosa deciderà la Corte Costituzionale sul referendum abrogativo della stessa riforma promosso dalla Lega di Matteo Salvini. La pronuncia potrebbe arrivare già a gennaio. Se il referendum fosse ammesso, il governo si troverebbe davanti a un bivio: riscrivere la legge Fornero ed evitare così il referendum oppure lasciare la parola agli elettori.
    Enr. Ma.

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