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Discussione: In pensione con 40 anni, più due

  1. #101
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    Le novità di Giannini: per Quota 96 organico funzionale e concorso a cattedra nel 2015

    Il Ministro: i 4mila rimasti bloccati dalla riforma Fornero potranno essere destinati a mansioni organizzative, un “orizzonte ragionevole” per un prof che ha fatto il suo dovere con passione e aspetta di tirare il fiato. Ma non chiamateli esodati. La selezione diretta dei prof si svolgerà nel 2016: 40mila posto in palio. Verso il 20 ottobre incontrerà i rappresentanti dei lavoratori. Scuole aperte d’estate? Si può fare, ma non subito.
    Gli insegnanti di “Quota 96 nel piano della Buona scuola possono sicuramente rientrare in una soluzione che non è l’andare in pensione, come altre categorie non comprese dalla legge Fornero hanno potuto fare, ma è entrare in quell’organico funzionale e essere destinati a mansioni diverse, come quelle organizzative e non necessariamente alla didattica frontale”. Così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, durante un videoforum su Repubblica Tv, sottolineando di stare a parlare di un punto che rientra nella “mia attuale responsabilità”.

    I QUOTA 96 NON SONO ESODATI
    Si tratta, secondo Giannini, di un “orizzonte ragionevole” per “un insegnante ultrasessantenne che ha fatto il suo dovere con passione e che aspetta il momento di tirare il fiato, perché non ce la fa a tenere il passo con i bambini piccoli. Si parla di un anno, non si tratta di esodati, persone che sono rimaste senza lavoro e che sono rimaste appese a un filo di disperazione, ma di persone che hanno visto leso il diritto al pensionamento in quel momento”. Non si interverrà più su quota 96? “Questa della Buona scuola è una soluzione che viene da sé, se invece ci sarà un’altra iniziativa parlamentare non mi opporrò”.


    RECLUTAMENTO, NEL 2015 CONCORSO A CATTEDRA PER 40MILA
    Sull’assunzione dei 148mila: chi intenderà essere assunto, perché magari c’è anche chi ha scelto di percorrere un’altra strada. Avviamo il bando, “subito”, di concorso pubblico: uscirà nel 2015 e nel 2016 darà la possibilità a 40mila docenti di essere assunti nella scuola. Giannini si è poi soffermata sulla sospensione dei concorsi pubblici “per ben 13 anni”, per via del grande numero di presenti nelle GaE.
    Chi resterà fuori dalle assunzioni del prossimo anno? Chi è inserito nella terza fascia delle graduatorie d’istituto, ma fa solo tre giorni o una settimana di supplenza, non può essere considerato un precario. Sono alcune decine di migliaia di giovani della terza fascia, ma non posso dare un numero preciso. Avranno comunque “un orizzonte di regolarità di concorso”: avranno la possibilità, “se quella” di fare l’insegnante “è la loro missione”, di partecipare alla selezione diretta.

    CONTRATTO, PRESTO INCONTRO COI SINDACATI
    Giannini ha anche annunciato, dopo aver confermato la cancellazione dei commissari esterni già dalla prossima maturità, che “il primo incontro con i sindacati” sul rinnovo contrattuale degli insegnanti “ci sarà intorno al 20 ottobre: è il primo contatto formale al Miur su questi temi” anche se “il rapporto con il sindacato è costantemente in corso”.
    “E’ necessario – ha aggiunto il ministro – essendo in mezzo a questo percorso anche il rinnovo del contratto degli insegnanti, da ripensare ed eventualmente rendere compatibile con la Buona scuola, che il confronto con il sindacato sia molto stretto e serrato”. Ma i contratti con il pubblico impiego non sono congelati per il 2015? “Il capitolo scuola ha una sua autonomia, non rientra nella normale rivisitazione dei contratti”, ha concluso.

    SCUOLE APERTE D’ESTATE
    Un altro dei capitoli toccati dal Ministro è quello dell’apertura estiva degli istituti scolastici. Un progetto che, secondo Giannini, è fattibile ma non a breve scadenza.
    “Immaginiamo, ma non è un progetto per domani, che una scuola che si organizza con molta più autonomia, con più insegnanti a disposizione, che può costruire il proprio progetto didattico non solo nelle ore destinate all’insegnamento dell’italiano, della matematica o delle lingue ma anche con altre attività, possa anche diventare una scuola che infrange il tabù della chiusura estiva, per lo meno per questi lunghi periodi. Pensiamo a questa cosa, anche se non è un progetto di questo momento”.
    Per realizzare questo progetto, secondo il Ministro “più che i soldi” servono “l’interazione con le autonomie, i comuni, le province, che hanno responsabilità di gestione degli istituti”, “gli insegnanti e il personale che tiene aperta scuola” e “dare alla scuola anche una missione diversa. Forse siamo ancora immaturi per arrivare a questo? – ha concluso Giannini – Non lo so. Io ci penserei”.


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  2. #102
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    Quota 96: “Ma quale giustizia?”

    Da parte dell’avvocato Domenico Naso, che ha curato le cause del Comitato “Quota 96”, e della prof Kiara Farigu, tra i fondatori dello stesso Comitato, riceviamo una nota di vibrata indignazione contro una appannata e altalenante condizione della Giustizia per cui invece di dipanare ingarbuglia, mentre da un tribunale del Lavoro si è levata una voce fuori dal coro che ha più coraggio di altre
    Questa mattina tutte le migliaia di docenti e il personale della scuola, ai quali, una legge incostituzionale e scelleratamente ingiusta, ha impedito di fruire del loro sacrosanto diritto di andare in pensione, avrebbero dovuto fare come il Marchese del Grillo.
    Avrebbero dovuto pagare ogni curato di ogni più piccola chiesa romana affinché “facesse sonà a morto tutte le campane de Roma”. Perché oggi, come rispose il Marchese del Grillo a papa Pio VII: “è morta la giustizia”.
    Sì, perché nello stesso momento in cui il giudice del lavoro del Tribunale di Salerno, Ippolita Laudati, ha riconosciuto il diritto al pensionamento di 42 docenti salernitani in Quota 96, si è ufficialmente decretato che la giustizia NON è uguale per tutti.
    Oppure in pochi hanno il coraggio di affermare che a una ingiustizia va posto rimedio o con una legge o con una sacrosanta sentenza.
    E sono proprio quelle giuste sentenze, che lo stesso Giudice di Salerno richiama, alle quali ci appelliamo e per le quali chiediamo giustizia.
    Sentenze bloccate da decisioni successive di incompetenza, perché ci hanno detto che il Giudice del Lavoro non era competente e che dovevamo rivolgerci altrove: “alla Corte dei Conti”.
    Oggi un Giudice ha affermato questo diritto che deve valere per tutti e non per pochi.
    Sarà ben vero: quot capita tot sententiae.
    Ma come avvocato e ancora più come cittadino di un Paese che ha dolororosamente perso il sacro riferimento all’imparzialità del giudizio e all’uguaglianza costituzionale di ogni individuo davanti alla legge, vacillo di fronte a questa sentenza.
    E mi chiedo: cui prodest?
    Cosa c’è che a noi comuni mortali non è dato di sapere?
    Perché 42 persone che si trovano nella stessa, speculare situazione economica, giuridica, fiscale, professionale nonché umana, di altre migliaia, sono state messe in condizione di godere di quel diritto che agli altri è stato insistentemente e forzatamente negato?
    Perché per loro si è potuto derogare alla cogenza della legge Fornero e per tutte le altre migliaia di lavoratori?
    Perché il Ministero ha ravvisato l’opinabile opportunità di essere contumace in questo giudizio?
    Ha deciso di non assumere alcuna difesa, così come è avvenuto in un altro processo presso il Tribunale di Roma grazie al quale due insegnanti godono oramai da due anni della meritata pensione grazie al raggiungimento della c.d. “Quota 96″.
    Cui prodest?
    Credo che tutto il persona della scuola, vessato, umiliato, danneggiato, leso nei propri diritti e nelle vite personali e familiari, da una legge ottusa che non è stata in grado di discernere, biblicamente, “la biada dal loglio “, abbia il diritto di sapere chi e cosa ha fatto sì che a queste 42 persone ora e altre 2 persone prima, sia stato deciso di omaggiare un percorso preferenziale che decreta un diritto ad altri negato.


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  3. #103
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    Quota 96: il Governo non ha intenzione di risolvere la questione?

    “La sentenza di Salerno, che manda in pensione 42 quota 96, non può essere ignorata” Con queste parole Manuela Ghizzoni, deputata Pd, risponde a chi la accusa, dopo essersi tanto interessata dell’ingiustizia dei fregati dalla legge Fornero, di mantenere adesso un rigoroso silenzio.
    Perché c’è un tempo per parlare e un tempo per tacere. Spiega la Ghizzoni: “Le parole sono quelle dei #Q96Scuola: sono parole giuste ed io ho avuto ed ho orecchie per ascoltarle. Il silenzio (parziale e presunto) che mi viene imputato è quello di chi si riserva di parlare nei momenti appropriati e di chi prende molto sul serio quello che fa (e ha pagato qualche scotto personale per averci creduto fino in fondo). Il silenzio di chi è stato accusato, illogicamente, di avere condotto una battaglia pur consapevole della sconfitta. Chi lo afferma pare dimenticare quanto accaduto solo 3 mesi fa, in occasione del decreto legge Madia”
    Ma cos’è accaduto esattamente in questi tre mesi? Alla Camera è stato approvato l’emendamento a firma della Ghizzoni per il pensionamento dei Q96. Approvato prima in Commissione Affari costituzionali, poi dalla Bilancio (e non senza discussione con il governo) e infine dall’intera Aula, con un voto di fiducia sul testo complessivo del decreto. Al Senato, pochi giorni dopo e per unilaterale decisione del governo che ha assunto i dinieghi della Ragioneria dello Stato e dell’INPS nei confronti della copertura individuata alla Camera (tagli di spesa), la norma è stata stralciata e il lavoro di tanti politici sostenitori vanificato.
    Commenta la Ghizzoni a proposito del rapporto tra Governo e Parlamento: “Non mi soffermo, in questa sede, su cosa abbia rappresentato quel passaggio sotto il profilo del rapporto tra potere legislativo ed esecutivo, perché mi porterebbe lontano dall’argomento del post, ma è solo rinviata la riflessione sullo sbilanciamento che da anni è impresso all’equilibrio tra poteri dello Stato (questione non piccola). Ma di certo, se il Parlamento ha espresso la sua volontà su Q96, è il Governo che ha potuto decidere.”
    Perché dunque la Ghizzoni sceglie il silenzio? Perché “il silenzio, quindi, non è una rinuncia. Mentre le parole possono alimentare false speranze. Cosa che non voglio fare. Non parlo per i colleghi, ma per me: dopo quanto accaduto in agosto, riterrei per voi totalmente insopportabile una nuova attesa tradita.”
    Che ne è stato del decreto ad hoc che annunciava il Governo? Continua la parlamentare: “Nei 3 mesi che ci separano dal dl Madia, il governo poteva cambiare il proprio orientamento? Avrebbe potuto. E inizialmente lo ha affermato, annunciando un decreto ad hoc. Che però non ha mai visto la luce. Così come non v’è traccia di “ravvedimento” nelle Linee guida de La Buona Scuola, sebbene lì vi sia un piano assunzionale importante, che potrebbe assorbire il pensionamento dei Q96. Sono, questi, segnali inequivocabili sulle intenzioni del governo: abbiamo ugualmente agito perché su di esso vi fosse un “cambio di verso”, invano. Ecco perché ho ritenuto che non fosse fruttuoso, nelle settimane passate, presentare una interrogazione al governo per conoscerne le intenzioni su Q96: perché la risposta era nei fatti, sotto gli occhi di tutti.
    Anche nella fase di preparazione degli emendamenti alla Legge di Stabilità si è discusso dell’argomento, ma il governo ha confermato il blocco alla soluzione di Q96: presentare un emendamento avrebbe significato prefigurare il ripetersi di quanto accaduto nel dl Madia.”
    Insomma la Ghizzoni non sceglie, come abbiamo riferito in un nostro precedente articolo, di illudere i Quota 96 per l’ennesima volta.
    C’è una sola cosa che ritiene fondamentale: la sentenza di Salerno, “una sentenza che ha ridato speranza, perché conferma la bontà delle ragioni che portiamo avanti dal gennaio 2012. Una sentenza che non può essere ignorata: lo fu quella di Roma, dell’agosto del 2012, ma questa – che interviene su 42 ricorrenti – potrebbe rappresentare un tornante dell’intera vicenda. Nel merito, il governo dovrà esprimersi (e in questo caso, una interrogazione è invece utile e appropriata) perché non si può lasciare questa vicenda interamente nella mani dei tribunali.”
    Il governo Renzi non ha assolutamente intenzione di risolvere la tanto dibattuta faccenda dei Quota 96? Ed è davvero inutile presentare emendamenti su emendamenti? C’è qualcuno che, al proposito, sceglie di tacere. E di attendere fatti concreti.



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  4. #104
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    Quota 96. Commissione bilancio dichiara ammissibili emendamenti per la pensione

    Si riapre la questione Quota 96 del 2012 in parlamento grazie a due emendamenti dichiarati ammissibili e segnalati dai gruppi in V Commissione bilancio. La dichiarazione di ammissibilità da parte della V Commissione è importante, ma c'è ancora da approvarli e superare la tegola della Ragioneria dello Stato.
    Ieri notte abbiamo ricevuto gli emendamenti dichiarati ammissibili in Commissione bilancio, tra essi due, segnalati dai gruppi (quindi con una marcia in più), riguardavano la questione Quota 96. In entrambi gli emendamenti, il primo che vede come primo firmatario l'On. Prataviera della Lega Nord, il secondo dall'On. Di Salvo di SEL.
    Entrambi chiedono il pensionamento per 4 mila soggetti he abbiano maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012. In entrambi gli emendamenti è previsto che l'Inps gestisca la richiesta di pensionamenti fino ad un numero non superiore a quello determinato per legge.
    Nell'emendamento SEL, inoltre, troviamo un comma che riguarda le lavoratrici della scuola che entro l'anno scolastico 2011/2012 hanno maturato i requisiti per il pensionamento e successivamente abbiano optato per la liquidazione del trattamento pensionistico secondo le regole di calcolo del sistema contributivo. Per queste lavoratrici, con un finanziamento di 600 mila euro annui dal 2014, potrebbero chiedere, qualora l'emendamento fosse trasformato in legge che il trattamento loro erogato sia ricalcolato sulla base delle vecchie regole.
    Si tratta di due importanti emendamenti, che hanno avuto l'avallo della Commissione, ma che, come dicevamo nell'abstract, dovranno superare il vaglio della Ragioneria dello Stato, che in passato non è stata tenera con le ragioni dei Quota 96. Infatti, secondo la RgS, il calcolo degli aventi diritto va oltre i 4 mila segnalati, dato che bisogna considerare quanti potrebbero pretendere gli stessi diritti, a partire da quanti negli anni sono andati già in pensione. Bisognerà anche vedere se la copertura finanziaria prevista sarà ritenuta solida.
    C'è anche da dire che il numero dei Quota 96 del 2012 si è andato assottigliando negli anni, quindi gli aventi diritto potrebbero anche essere inferiori, si calcola intorno ai 3 mila. Vedremo se alla Ragioneria basterà.


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  5. #105
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    “Quota 96”, la beffa infinita

    A distanza di due anni dall’entrata in vigore della riforma Fornero, che ha bloccato il pensionamento di 4mila dipendenti della scuola, l’Inps fa sapere che il loro numero sarebbe quasi dimezzato. Quindi anche la copertura per lasciarli andare. In Parlamento, però, la musica non cambia: cade il primo dei tanti emendamenti salva questione. Il motivo? Avrebbe “azzerato il fondo per la protezione dei richiedenti asilo”. Rimangono in vita altre richieste di deroga, però le speranze che vadano avanti sono minime.
    Per i “Quota 96” della scuola rimasti intrappolati nelle maglie della legge Fornero non sembra esserci via d’uscita. Se è vero che dei circa 4mila iniziali, a distanza di due anni, sarebbero rimasti ancora in servizio poco più della metà, almeno a detta dell’Inps, dai banchi del Parlamento continuano ad arrivare notizie avverso riguardo ad un provvedimento risolutorio.

    Alla Camera, il 19 novembre è infatti arrivato un altro stop: stavolta riguarda un emendamento della Lega Nord al ddl Stabilità sull’accesso alla pensione proprio per chi reclama di lasciare il servizio da due anni. Davanti alla proposta, su cui c’era già il parere contrario di relatore e governo, c’è stato un braccio di ferro in commissione Bilancio tra coloro, tra cui anche il presidente Francesco Boccia, che chiedevano l’accantonamento dell’emendamento per una più approfondita riflessione, e il governo contrario all’accantonamento. Boccia aveva chiesto di “prendere in considerazione l’accantonamento. Mi auguro – ha detto – si arrivi a una soluzione, non è un problema di copertura ma di scelte”.
    Ancora una volta, però, ha prevalso l’opposizione al provvedimento. Il motivo? Il solito: la mancanza di soldi. In questo caso la copertura avrebbe “azzerato il fondo per la protezione dei richiedenti asilo”.
    “Il governo è consapevole ed è impegnato ad affrontare il tema – ha detto il viceministro all’Economia, Enrico Morando – ma siamo in presenza di un emendamento con una quantificazione degli oneri corretta ma con una copertura che azzera il fondo rifugiati. La mia posizione è contraria, non mi assumo la responsabilità politica di accantonare l’emendamento con parere favorevole del governo”.
    Per i “Quota 96” rimane comunque uno spiraglio: questa proposta, ha spiegato ancora, “così com’è fatta non va bene. Continueremo la discussione su questo tema quando affronteremo gli altri emendamenti” all’articolo 12 e all’articolo 28 che hanno una copertura diversa.
    Secondo il relatore Mauro Guerra (Pd) “non ci sono le condizioni per lavorare in questa fase a una soluzione positiva del tema. Ma auspichiamo che la questione venga affrontata se ci saranno le condizioni nel seguito dell’iter al Senato. Chiedo – ha detto – una riflessione da parte dell’esecutivo”.
    L’impressione è che anche per gli altri emendamenti, che i deputati saranno chiamati ad esaminare nei prossimi giorni, non via sia scampo: per i “Quota 96” intrappolati la beffa non sembra ancora essere giunta al capolinea.



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  6. #106
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    Quota 96. Sentenze discordanti, Ghizzoni chiede intervento politica

    La sentenza di Salerno sui Quota 96 che vengono pensionati da settembre 2014 non è l'unica, purtroppo altre danno parere contrario creando caos tra gli aventi diritto.
    Ieri abbiamo pubblicato un intervento del Segretario della UIL, Di Menna, il quale ha chiesto un intervento politico da parte del Governo perché venga data uniformità alle varie sentenze che si stanno susseguendo sulla questione Quota 96.

    Sulla stessa lunghezza d'onda, l'On Ghizzoni che segue la faccenda Quota 96 fin dagli esordi. Anch'ella si dice preoccupata per le contraddittorie sentenze dei giudici, temendo per lasciando la parola ai vari Tribunali lo Stato perda credibilità.
    La parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera, chiede chiarimenti al Governo con un’interrogazione sulla questione Quota 96.

    “Dal gennaio 2012 sul pensionamento del personale Quota 96 - ha dichiarato - sono intervenuti diversi gruppi parlamentari con atti, proposte di legge ed emendamenti che non hanno conseguito esito positivo, poiché i diversi Governi che si sono succeduti non hanno voluto trovare una soluzione, a partire dalle coperture finanziarie. Ora la vicenda è passata nelle mani dei Tribunali e ancora una volta gli organi giudiziari decidono al posto di quelli legislativi. La giustizia però, nell’incertezza della materia e in mancanza di un dettato governativo, sta rispondendo con sentenze diverse e spesso opposte, creando una disparità di trattamento tra lavoratori con gli stessi diritti al pensionamento, ai quali viene così negata sia una risposta politica che un giusto processo”.
    Nel frattempo, ieri, veniva bocciato un emendamento a firma Lega durante i lavori che si stanno svolgendo in occasione della Legge di Stabilità. La bocciatura ha riguardato la copertura finanziaria. Nei prossimi giorni ne saranno discussi altri, nella speranza che abbiano migliore fortuna.


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  7. #107
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  8. #108
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    Premetto che non rientro nella casistica in oggetto al Topic, ma solo giusto per "cercare" di capire...ma passati quasi 4 anni dal decreto, come farebbero rientrare ancora nel computo dei quota 96 i lavoratori che aloora come allora avrebbero dovuto avere circa 39 anni di contributi? Se cosi' fosse , adesso avrebbero ben oltre i 42 anni e qualche mese di contributi, quindi avrebbero comunque maturato i requisiti necessari per la pensione anticipata. O no?

    Lo so che e' un tema assai arzigogolato, ma giusto per poter capirci meglio, anche se non sia io toccato minimamente da questi conti dei quota 96 (ma da altri purtroppo si...!!!)

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  9. #109
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    No quota 96 era circa con 60 anni e 36 di contributi, ora sono tutti oltre i quota 100, io stesso sono a quota 102,
    dovrò arrivare a quota 106 (63 anni e 43 di contributi) per andare in pensione.


  10. #110
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    Ah, ok...si, mi era sfuggito questo particolare dell'eta' anagrafica

    Pero' non mi tornano i conti, almeno per te. Presumo tu abbia almeno 41 anni di contributi, quindi dovresti andare con i 42 anni e 6 mesi (se vai nel 2016) e pensione anticipata .
    La quota non credo esista ormai piu',non fa testo insomma
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