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Commissioni concorso a cattedra
Con un breve comunicato il Ministero dell'istruzione comunica che non sono stati ancora aperti i termini per la presentazione delle domande come commissario di esame nei concorsi a cattedre.
Questo il testo della nota del Ministero del 14 novembre:
“Si comunica che i provvedimenti relativi alle modalità di formazione delle commissioni giudicatrici del concorso per il reclutamento del personale docente stanno completando il loro percorso di perfezionamento. Pertanto, le domande degli aspiranti presidenti e commissari non potranno essere presentate prima della pubblicazione della relativa ordinanza ministeriale. Di conseguenza, le notizie diffuse in questi giorni circa le date di inizio e termine della procedura di acquisizione delle domande sono destituite di fondamento“.
Tecnica della scuola
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Scuola, il concorso oceanico
Oltre 321 mila persone in corsa per una cattedra.
Dai giovani precari agli over 55.
Ma il ministero dell'Istruzione non sa dove fare il quiz
E adesso dove li mettiamo? Al ministero dell'Istruzione sale la febbre da concorso. Dopo che i conteggi hanno sbancato tutte le previsioni dei tecnici di viale Trastevere, e certificato 321.210 domande, il primo e più impellente problema è come e dove fare la prima selezione. Quella dei "quizzoni", annunciata come un test preselettivo on line, nel quale ogni candidato sarà piazzato davanti a un pc e riceverà 50 domande scelte casualmente dal sistema elettronico.
Pochi minuti dopo la chiusura delle iscrizioni, già alcuni direttori regionali si sono precipitati al ministero per capire come organizzare la kermesse elettronica. Urgono oltre trecentomila postazioni collegate, quando tutta la scuola italiana ha circa un milione di pc, ma sono sparsi in tutti i comuni e gli uffici. Tanto per dire: a Roma, dove ci sono oltre 30 mila candidati, le aule collegate non arrivano a 6 mila.
Con tutta probabilità per il primo screening di massa gli aspiranti prof dovranno fare i turni, come la generazione del baby boom alle elementari: si prevedono quattro turni in due giornate. Il tutto nella settimana di Natale. Poi, chi avrà superato i quiz on line potrà accedere, a febbraio, al concorso vero e proprio. Alla fine del quale solo uno su trenta riuscirà a entrare in classe.
Il fatto è che i numeri degli aspiranti prof gelano gli entusiasmi legati al gran ritorno del concorso nella scuola. Sono tanti, almeno il doppio di quel che al ministero si aspettavano. E non sono niente affatto giovani e freschi, almeno non quanti ci si potrebbe immaginare.
E' vero che l'età media nella scuola italiana è 49 anni, ma dei candidati al maxi-concorso, oltre 45 mila stanno tra i 46 e i 55, e c'è persino una pattuglia di ultracinquantacinquenni. Lato estremo di un esercito di candidati che ha un'età media di 38,4 anni. E solo un terzo di loro ha passato il tempo, finora, insegnando: sono infatti 106 mila le domande di docenti che sono già nelle graduatorie dei precari. Tutte le altre vengono da "fuori", ossia da persone abilitate a insegnare ma non iscritte in graduatoria.
Laureati prima del 2000-2001, quando ancora molte lauree davano diritto all'abilitazione: materie letterarie per i laureati in lettere, disegno tecnico agli architetti, diritto ai laureati in giurisprudenza, e così via. A guardarla bene, quella lunga lista di aspiranti al concorso rivela una verità assai cruda: in Italia, anno 2012, ci sono 214.453 persone mature, uscite dall'università dieci anni fa e oltre, che bramano un posto nella scuola. Persone che in questi anni non hanno insegnato nella scuola pubblica, o che hanno fatto un altro lavoro e l'hanno perso, perfino dipendenti pubblici che aspirano alla cattedra e tentano il quizzone del ministro Francesco Profumo.
Comprensibile, con i tempi che corrono, ma che poco ha a che vedere con la scuola del futuro. Non era questo, infatti, l'obiettivo per cui sono stati riaperti i concorsi? Benché fosse chiaro fin dall'inizio che le regole del bando escludevano proprio i più giovani neolaureati, in attesa di abilitazione. E che adesso cercano di rientrare per via giudiziaria: una sentenza del Tar del Lazio ha appena dato ragione a una ragazza laureata nel 2006, ammettendola al concorso anche se ancora non abilitata. Se anche i suoi tanti colleghi seguissero la via giudiziaria, le porte del maxi-concorso potrebbero aprirsi ancora di più, e la preselezione creare un ingorgo. On line, s'intende.
Eduscuola
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Concorso: la prova selettiva tra il 17 e il 19 dicembre
Sulla Gazzetta Ufficiale del 23 novembre verranno pubblicate le date in cui si svolgerà la prova selettiva del concorso. La redazione de “La Tecnica della scuola” è già in grado di dare anticipazioni ai candidati sulle prove e su come esercitarsi. Notizie anche per i non ammessi.
COS’E’ LA PROVA PRESELETTIVA
Ricordiamo che ai fini dell’ammissione alle prove scritte i candidati devono superare una prova di preselezione computer-based, unica per tutti i posti e le classi di concorso e per tutto il territorio nazionale, volta all’accertamento delle capacità logiche, di comprensione del testo, delle competenze digitali nonché delle competenze linguistiche in una delle seguenti lingue comunitarie a scelta del candidato: inglese, francese, tedesco e spagnolo.
QUANDO SI SVOLGERA’ LA PROVA SELETTIVA?
La prova dovrebbe svolgersi tra il 17 al 19 dicembre. A seconda del numero dei candidati verranno scelte varie città nell’ambito di una stessa regione. Le prove avranno carattere nazionale e, stante il previsto elevato numero di candidati e la capienza delle aule, fornite di una postazione informatica, si svolgeranno in più sessioni. Le aule sono state già individuate dal Ministero dell’istruzione.
GLI ESERCIZI SULLA PROVA
I quesiti che verranno somministrati ai candidati sono estratti da una banca dati che il Ministero dell’istruzione pubblicherà sul proprio sito (www.istruzione.it) intorno al 26-28 novembre.
Il Ministero metterà a disposizione un’applicazione identica a quella che i candidati si troveranno di fronte il giorno della prova preselettiva.
COME SI SVOLGERA’ LA PROVA?
Così recita il bando di concorso (DDG n. 82/2012): “I candidati ammessi a ciascuna sessione hanno a disposizione una postazione informatica alla quale accedono tramite un codice di identificazione personale che sarà fornito il giorno della prova. Per ciascun candidato il sistema genera casualmente una prova costituita da 50 quesiti a risposta multipla con quattro opzioni di risposta, di cui una sola corretta, così ripartiti:
- capacità logiche 18 domande;
- capacità di comprensione del testo 18 domande;
- competenze digitali 7 domande;
- conoscenza della lingua straniera 7 domande.
La prova ha la durata di 50 minuti, al termine dei quali il sistema interrompe la procedura e acquisisce definitivamente le risposte fornite dal candidato fino a quel momento. Fino all’acquisizione definitiva il candidato può correggere le risposte già date.
La risposta corretta vale 1 punto, la risposta non data vale 0 punti e la risposta errata vale –0,5 punti. Il risultato della prova è immediatamente visualizzato sulla postazione del candidato.
6. Sono ammessi alla prova scritta i candidati che hanno conseguito un punteggio non inferiore a 35/50. Il non superamento della prova comporta l’esclusione dal prosieguo della procedura concorsuale. Il punteggio della prova non concorre alla formazione del voto finale nella graduatoria di merito".
NOTIZIE PER GLI ESCLUSI
Alcune migliaia di candidati sono stati esclusi dal concorso pur avendo concluso correttamente la procedura concorsuale su “Istanze on line”. Al riguardo alcune associazioni e sindacati stanno già preparando ricorsi per l’ammissione alla prova preselettiva.
Il Ministero dell’istruzione, interpellato dalla nostra redazione al riguardo, ci ha dato notizia che è stato richiesto un parere all’Avvocatura dello Stato, ma ci sono buone speranze che i candidati che abbiano ricevuto l’email di conferma e il pdf dell’avvenuta presentazione della domanda possano essere ammessi alla prova.
DICHIARAZIONE TITOLI
Infine ricordiamo che entro le ore 14 di domani, 21 novembre, nella procedura “Istanze on line”, possono essere ancora inseriti i titoli valutabili esclusivamente da parte dei candidati che hanno inserito la domanda nel termine dello scorso 7 novembre.
Tecnica della scuola
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Concorso docenti: costituzione delle commissioni
Le domande potranno essere presentate dal 27 novembre al 12 dicembre 2012
Ai fini della costituzione delle commissioni giudicatrici per il concorso a posti e cattedre, per titoli ed esami, finalizzati al reclutamento del personale docente nelle scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado, il Miur ha trasmesso il D.M. n. 91 del 23/11/2012, relativo ai requisiti dei componenti delle commissioni giudicatrici e l'O.M. n. 92 del 23/11/2012, contenente le modalità per la presentazione delle domande a presidente e commissario, e le istruzione per la costituzione delle commissioni giudicatrici.
Coloro che aspirano ad essere nominati presidenti e componenti delle commissioni giudicatrici devono presentare – esclusivamente per via telematica tramite la procedura informatica Polis (Istanze On Line) - domanda di inclusione nei rispettivi elenchi. Nella domanda gli aspiranti devono indicare una sola procedura concorsuale alla quale, avendone i titoli, intendono candidarsi. L’istanza deve, inoltre, essere presentata, a pena di esclusione, unicamente nella regione sede di servizio o di residenza, nel caso di aspiranti collocati a riposo.
Le domande potranno essere presentate a partire dal 27 novembre 2012 e fino alle ore 14,00 del 12 dicembre 2012.
Tecnica della scuola
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I 3.500 test che il Miur pubblicherà non conterranno le risposte esatte?
Secondo l'agenzia Dire, per sapere qual è la risposta giusta l'aspirante prof dovrà cercarsi da solo le soluzioni: così sarà costretto a studiare e non solo imparare a memoria
Cambio di programma sulla pubblicazione dei 3.500 test che il Miur pubblicherà sul sito istituzionale del Ministero dell’istruzione? Sembrerebbe proprio di sì, perchè a differenza degli ultimi concorsi pubblici (non solo della scuola) i test non conterranno le risposte esatte. A sostenerlo è l'agenzia Dire attraverso un particolareggiato "lancio", attraverso cui propone alcune importanti anticipazioni sulle modalità di svolgimento delle prove che verranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 27 novembre. Eccone alcune. In quale ordine verranno pubblicati i 3500 test? Saranno pubblicati 70 pacchetti da 50 domande l’uno, si tratta quindi di 70 vere e proprie simulazioni di prova d’esame che potranno essere svolte dai candidati per intero o in parte. Come si accede ad un pacchetto di 50 domande? Si dovrà accedere con una login corrispondente al proprio codice fiscale da inserire in un from.
L’aspirante docente entrerà ad ogni accesso nella sua pagina personale, in cui vengono conteggiati gli accessi, ci sarà un memorandum delle simulazioni già eseguite e quelle ancora da eseguire. Si potrà comunque ripetere una simulazione già svolta per quante volte si desideri.
Alla fine di ogni simulazione si potrà visualizzare la votazione ottenuta e verranno segnalate le domande a cui si è data risposta errata, ma senza sapere quale sia la risposta esatta.
Si tratta di un classico simulatore di quiz, come ce ne sono tanti sul web. È il candidato che deve trovare la risposta giusta, o tentando più volte o studiando accuratamente la domanda in modo da non sbagliare più. Il Miur ha deciso questa modalità di pubblicazione dei test per scoraggiare i mnemonici di mestiere, ritenendo che dare le risposte ai test, potrebbe avvantaggiare, come era successo nel concorso per dirigenti scolastici, i candidati meno riflessivi e più abituati all’utilizzo della memorizzazione delle risposte.
Per sapere quale sia la risposta giusta, in pratica, l'aspirante prof dovrà andarsi a cercare da solo le informazioni, dovrà documentarsi. Insomma, dovrà studiare le domande, non solo imparare a memoria le risposte.
E’ un modo per evitare una preparazione troppo mnemonica.
I candidati avranno davanti lo stesso software che useranno il giorno della preselezione e potranno prenderci la mano. Novità in vista anche per la prova scritta successiva: niente più tema di pedagogia. Si studia una soluzione più innovativa e l'invio del plico sarà telematico, come all'ultima maturità.
Intanto il primo step, quello della preselezione, servirà per valutare le competenze di base del lavoratore.
Un’altra novità sulla successiva prova scritta è quella che il tema non avrà sfondo pedagogico e sarà inviato, in formato plico telematico, come accaduto per gli ultimi esami di Stato. Adesso attendiamo giorno 27 novembre per accedere con il proprio codice fiscale alle tanto attese simulazioni della prova selettiva.
Tecnica della scuola
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Alle ore 20 di oggi il calendario e i test del concorso a cattedra
In merito alla prova di preselezione del concorso a posti e cattedre per titoli ed esami per il reclutamento del personale docente nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I e II grado, il giorno 27 novembre 2012 il Miur ha comunicato:
• sedi d’esame
• calendario delle sessioni di esame
• archivio completo dei quesiti della prova di preselezione
• indicazioni sulle modalità di restituzione al candidato di copia della prova svolta.
Gli oltre 321mila candidati al concorso della scuola potranno mettersi alla prova con i quesiti "veri", quelli che il Ministero dell'Istruzione ha elaborato per la prova di preselezione del maxi concorso.
In totale 3.500 quesiti che saranno resi noti oggi: attraverso il sito del ministero i candidati potranno scoprire quali sono le domande tra le quali saranno sorteggiate le 50 che comporranno il test, che si svolgerà il 17 e 18 dicembre.
Attraverso il sito del Miur è possibile accedere all'esercitatore, che contiene in totale 70 pacchetti da 50 quesiti. Ogni pacchetto è formato da 18 quesiti di logica, 18 di comprensione del testo, 7 sulle competenze digitali e 7 di lingua straniera (a scelta tra inglese, francese, tedesco e spagnolo).
I candidati hanno davanti 20 giorni di studio "matto e disperatissimo": dovranno memorizzare, per quanto possibile, il maggior numero di risposte se vogliono essere certi di passare la preselezione e accedere così al concorso vero e proprio.
Si passa il test con una votazione minima di 35/50: per ogni risposta corretta si ottiene un punto, per ogni risposta errata se ne perde mezzo, mentre il punteggio resta invariato (0) per ogni risposta non data.
Sul sito del Mnistero - e su quelli degli uffici scolastici regionali - oggi sarà pubblicato anche l'elenco delle 2.400 scuole, sparse in tutta Italia, in cui si svolgeranno i test di preselezione.
Contrariamente a quanto sino ad oggi annunciato, il risultato della prova non sarà immediatamente conosciuto dagli aspiranti che dovranno aspettare l'8 gennaio 2013 per visualizzare la propria prova preselettiva sostenuta in sede di esame, servendosi delle credenziali di accesso al sistema di Presentazione On Line delle Istanze (Polis) già in suo possesso al seguente link http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline/
Infine a partire da oggi e fino alle ore 14,00 del 12 dicembre 2012, gli interessati a far parte delle commissioni giudicatrici, in ragione di quanto previsto da:
• il D.M. n. 91 del 23/11/2012, relativo ai requisiti dei componenti delle commissioni giudicatrici
• l’O.M. n. 92 del 23/11/2012, contenente le modalità per la presentazione delle domande a presidente e commissario, e le istruzione per la costituzione delle commissioni giudicatrici
potranno presentare domanda, esclusivamente tramite la procedura informatica Polis (Istanze On Line). Gli aspiranti appartenenti ai ruoli dei professori universitari utilizzeranno la procedura informatica del Consorzio interuniversitario CINECA.
Tecnica della scuola
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Buste trasparenti che non convincono
Il Consiglio di Stato ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio sulle buste depositate presso la segreteria della Sesta Sezione del Consiglio di Stato e non su altre, da consegnarsi il 4 gennaio 2013.
Giuseppe Colosio, ex direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, a settembre sulle buste trasparenti usate nel concorso DS in Lombardia diceva così: “Siamo convinti che la magistratura e il Consiglio di Stato alla fine si convincerà del comportamento rispettoso che ha avuto la commissione d’esame in tutte le fasi concorsuali. I candidati – mille persone – hanno potuto osservare le buste per ben due volte, e in una di esse hanno inserito il cartoncino con i dati anagrafici. Nessuno si è accorto, in quel momento, che le buste potevano essere trasparenti e ciò non avrebbe potuto garantire l’anonimato.
Nessuna norma giuridica dice come debbano essere le buste, che abbiamo ordinato attraverso la Consip, una società per azioni del Ministero dell’Economia che gestisce e razionalizza le spese. Nel suo sito si trova un elenco con centinaia di tipi di buste diverse, con alcune informazioni come il peso e la dimensione. La Consip non ha in offerta buste per concorso. Se si fosse voluta invalidare l’anonimato, avremmo acquistato buste con la finestrella in plastica, ad esempio “.
Sempre a settembre lo stesso Colosio affermava: “ Le buste sono le stesse che usano nei concorsi a Roma. Potrebbe bastare, se non che, avvicinata a una qualsiasi fonte di luce, compaiano alcune scritte scure, da cui è difficile ravvisare il nome del candidato. Se si fosse voluto invalidare l’equità della prova, sarebbe stato più semplice aprirle”.
Oggi che il Consiglio di Stato ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio sulle buste depositate presso la segreteria della Sesta Sezione del Consiglio di Stato e non su altre, da depositarsi il 4 gennaio 2013, sarebbe interessante conoscere se le convinzioni di Colosio verso la magistratura e il Consiglio di Stato siano le stesse di settembre.
Tecnica della scuola
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Quiz concorso, il Miur non cede. E i quesiti diventano un business
La situazione è sfuggita di mano: sui siti internet si stanno moltiplicando le proposte per ottenere, a pagamento, le 3.500 domande comprensive di risposte corrette e sbagliate. Appurato che non si tratta di falsi ,viene da chiedersi chi è l’artefice della fuga di notizie: dopo il "corvo” è entrata in azione pure la “talpa”? In ogni caso, per evitare danni ulteriori, c’è solo una soluzione: rendere pubblici i quesiti completi.
C’era da aspettarselo. La sorprendente scelta del Miur di non rendere fruibili con immediatezza le risposte corrette e sbagliate dei 3.500 quesiti “papabili” per lo svolgimento del concorso a cattedra per 11.542 posti, sta producendo una rincorsa all’accaparramento dei temuti test. Con molti dei 321mila aspiranti docenti disposti a tutto pur di venirne in possesso. Ed in fretta, visto che alla verifica reale mancano poco più di due settimane.
L’affare è stato fiutato da alcuni gestori di siti internet, che a poche ora dalla pubblicazione del simulatoreministeriale, solo parzialmente modificato per andare incontro alle richieste degli aspiranti docenti, ma che comunque costringe i candidati a ripetere più volte le stesse sessioni e quindi a perdere tempo, hanno deciso di rendere i quiz scaricabili. Ovviamente comprensivi dell’indicazione immediata della risposta corretta e delle tre errate. Navigando su internet si scopre che ce ne è per tutti i gusti: dalle cartelle per generi ai simulatori speciali, dalle banche dati agli esercitatori in lingua straniera. E secondo quanto risulta alla Tecnica della Scuola, si tratta proprio delle domande e delle risposte che il Miur non vuole rendere pubbliche con questa modalità. Niente falsi quindi.
Il problema è che per venirne in possesso i candidati sono costretti a scaricare dei software e a sborsare delle cifre che variano dai 5 ai 25 euro a candidato. Ora, se a “piegarsi” a questa richiesta, pur se per motivi comprensibilissimi, sarà anche una quota minima di loro (poniamo uno ogni trenta), la scaltra azienda on line si potrebbe ritrovare in un colpo solo qualcosa 250mila euro! Soldi che, tanto per non cambiare, verranno tolti dalle tasche di precari e degli aspiranti docenti.
Ma perché si è giunti a questo? Si poteva fare qualcosa per evitarlo? Sicuramente non era nelle intenzioni del Miur creare una situazione del genere. Per risalire alle responsabilità, bisognerebbe allora risalire a chi, presumibilmente dall’interno del dicastero di viale Trastevere, ha agevolato la fuga di notizie. Perché di questo si tratta, visto che uno dei siti privati artefici del tentativo di business ha pubblicato i 3.500 quiz negli stessi minuti in cui il Miur rendeva visibile sul proprio portate le date, gli orari e le sedi di svolgimento delle prove preselettive. Assieme al contestato simulatore.
Viene allora da chiedersi: chi è la “talpa” che ha dato il là a tutto questo? La domanda se la saranno posta anche gli alti dirigenti del Miur. Che ora rischiano seriamente di vanificare mesi e mesi di duro lavoro, spesi (lo possiamo testimoniare) per cercare di organizzare al meglio le prove. Per non parlare del ministro Profumo. Che aveva puntato tantissimo sul ritorno del concorso a cattedra, dopo 13 anni di assenza: un concorso da proporre come una selezione moderna (con la prima preselezione in Italia priva di fogli di carta) e a costi tutto sommato ridotti (non più di un milione di euro).
Ora, se il buongiorno si vede dal mattino l’immagine di Profumo rischia di uscirne più offuscata che migliorata. A questo punto, ne siamo sempre più convinti, c’è solo un modo per uscirne: mantenere l’innovativo simulatore, che ci avrebbe dovuto avvicinare alle procedure concorsuale dei Paesi moderni, ma affiancargli il tanto acclamato “librone” di domande. Completo di risposte esatte e sbagliate. E farlo anche in fretta.
Tecnica della scuola
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Concorso, coro di richieste al Miur: i quesiti vanno pubblicati completi
I sindacati più rappresentativi lo hanno detto a voce ai vertici ministeriali. L’Anief gli ha inviato una lettera: pochissimo il tempo prima delle preselezioni e troppi problemi legati a questa scelta. Appelli anche dal Parlamento: secondo Futuro e Libertà questi test sono un terno al lotto, la scuola ha bisogno di insegnanti validi e non di robot.
Non è solo La Tecnica della Scuola, oggi tornata a chiedere di rendere pubblici i 3.500 quesiti, comprensivi delle risposte corrette e errate, che verranno somministrati a metà dicembre in occasione della preselezione del concorso a cattedra. Nella giornata del 30 novembre si sono accavallati diversi altri appelli. Tutti con un unico destinatario: il Miur.
Ad iniziare dall’Anief, che ha inviato una richiesta ufficiale al Ministero “per ottenere l’intera batteria dei test e le relative risposte corrette per le preselezioni del concorso a cattedra”. L’organizzazione guidata da Marcello Pacifico ha sottolineato che “non solo è pochissimo il tempo prima delle preselezioni, ma soprattutto sono troppo numerosi i problemi legati alla scelta del Miur di far conoscere ai candidati i 3.500 quiz della prova preselettiva e le risposte esatte esclusivamente attraverso l’esercitatore on line”. Per poi chiudere con una sorta di monito: “visto che in rete già circolano versioni ‘ufficiose’ della batteria completa dei quiz e delle risposte, Anief ritiene che sia un preciso dovere del Ministero fornire quella ufficiale”.
A chiedere trasparenza totale sui quesiti sono state anche i sindacati che siedono al tavolo delle trattative. Prima lo hanno detto a chiare lettere nel corso di un incontro tenuto al Miur il 29 e novembre. E poi hanno deciso di prendere posizione ufficiale con un comunicato inequivocabile, attraverso cui contestano duramente “questo atteggiamento che vorrebbe imporre ai candidati, già sottoposti a complicate procedure, anche le modalità con le quali prepararsi alla prova”.
Il caso ha fatto così tanto clamore da essere arrivato anche nei palazzi parlamentari. Tra più duri contro la decisione del Miur si pongono Aldo Di Biagio, Fabio Granata e Luigi Muro, deputati di Futuro e Libertà: “il Ministro Profumo ci fornisca chiarimenti sui 3500 test presenti sul simulatore on line del MIUR, che sembrano più il frutto di una mente diabolica che uno strumento di prova”. Secondo i rappresentanti di Fli, “più che accertare le competenze in ingresso degli aspiranti docenti, i test, come è accaduto per il TFA ordinario, sono un vero e proprio terno al lotto che mette a dura prova la capacità di sopportazione di un comparto già duramente provato. La scuola ha bisogno di insegnanti validi e non certamente di robot”.
Tecnica della scuola
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Talpe al ministero, i quiz del “concorsone” finiscono in rete
Un business da migliaia di euro per alcuni gestori di siti.
Sembra una maledizione, uno di quei malefici impossibili da cancellare: ogni volta che c’è anche solo un lontano odore di concorsi, di test o di prove nel mondo della scuola scoppia il caos. Stavolta il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo era sicuro di aver fatto tutto quello che era necessario per garantire una selezione senza problemi ed invece ancora prima della selezione per accedere alle prove vere e proprie in rete sta accadendo di tutto, da un fiorente business di domande e risposte a sospetti velenosissimi sulle talpe del Miur che avrebbero procurato le risposte esatte.
La prova selettiva del concorso scuola 2012 si terrà il 17 e il 18 dicembre. Mancano, insomma, ancora poco più di due settimane alla prova, per i candidati è il momento di esercitarsi. La prima prova – quella che darà accesso alle prove scritte – sarà unica per tutta Italia e automatizzata. Il ministero ha messo in rete nella sezione «La scuola in chiaro» del sito del Miur un «simulatore quiz», un generatore automatico e casuale di domande estratte dalla sua banca dati. Per il ministro si trattava di uno strumento per i candidati, per capire dove o come migliorare le proprie conoscenze, anche perché in questa prima selezione saranno valutate le capacità logiche, la comprensione del testo, le competenze digitali, la conoscenza delle lingue comunitarie (una a scelta del candidato). Il tutto in modo gratuito in modo da dare a tutti le stesse possibilità di prepararsi senza favorire chi aveva maggiori possibilità finanziarie.
Fin qui tutto bene. Il ministero però ha scelto di non dare le risposte alla batteria di 3.500 quesiti all’interno della quale saranno scelte le domande proposte durante la prova effettiva. Era un modo per non alimentare in alcun modo il vecchio metodo di studio, tutto basato sulla memoria. In questo tipo di test è la logica che conta, quindi esercitarsi serve per allenarsi a risolvere alcuni tipi di esercizi e problemi, spiegano al Miur. Il ministro aveva anche rifiutato categoricamente ogni richiesta dell’amministrazione di fornire il pdf con domande e risposte per non prestare il fianco ad alcuna possibilità di truffe.
Non aveva fatto i conti con i 321mila aspiranti docenti disposti a tutto pur di venirne in possesso. E con la possibilità di costruirci su un piccolo business da parte di alcuni gestori di siti Internet. In poche ore è sorto un giro di siti dove è possibile scaricare dei software in grado di fornire in modo diretto e immediato domande e risposte. Basta pagare dai 5 ai 25 euro per un guadagno totale di centinaia di migliaia di euro.
Nemmeno la parziale marcia indietro del Miur che ha modificato il simulatore, ha stroncato il fenomeno perché comunque la procedura del ministero in caso di risposta errata non permette di capire qual è quella esatta e comunque costringe a ripetere l’intero meccanismo invece di procedere in modo spedito come accade con il software a pagamento.
Si tratta di una fuga di notizie, è piuttosto difficile che qualcuno abbia trovato le risposte a 3500 domande e creato in poche ore il software. È molto più probabile che qualcuno dall’interno del Ministero, come denuncia il sito Tecniche della scuola, abbia trovato un modo per far trapelare comunque le risposte che il ministro sperava di aver blindato. Al Miur si è tentato anche di far intervenire la Polizia Postale per bloccare i siti pirata ma ad una verifica è risultato che solo il 97% del materiale era identico, non c’erano quindi gli estremi per procedere.
La Stampa