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Troppi soprannumeri, niente assunzioni
Il governo ha congelato le immissioni in ruolo residuali di Ata e docenti
Gli esuberi del personale docente mettono in stand by le immissioni in ruolo del personale Ata. E rallentano anche quelle dei docenti precari. Perché per ogni docente in esubero da ricollocare il ministero dell’economia preclude una immissione in ruoto. Anche se i posti da utilizzare per i docenti da ricollocare sono diversi da quelli che occupavano prima di andare in esubero.
Per tentare di sbrogliare la matassa, il ministro della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha messo in piedi un apposito tavolo negoziale. La prima riunione si è tenuta mercoledì scorso, presenti i sindacati della scuola Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams e i vertici del ministero dell’istruzione, della Funzione pubblica e dell’Aran. Nel corso dell’incontro è emerso che il primo nodo da sciogliere riguarda le immissioni in ruolo del personale Ata sui posti che non sono stati occupati dai docenti inidonei. Sebbene il demansionamento fosse stato previsto su base volontaria, e quindi non tutti i posti siano stati coperti, il ministero dell’economia non ne vuole sapere di dare l’ok per disporre immissioni in ruolo sui posti rimasti vuoti. E poi c’è il problema dei 9mila esuberi tra il personale docente, che precludono le immissioni in ruolo in ragione dello stesso numero di cattedre. É stato poi fatto presente che oltre la metà di questi è costituita da insegnanti tecnico pratici diplomati delle scuole superiori. Che non possono essere ricollocati nella scuola dell’infanzia e primaria perché non hanno il titolo giusto. Ma nonostante questo, via XX settembre tiene in stand by altrettante disponibilità presso questi ordini di scuola. Infine, al termine della discussione sono state poste tre questioni, per così dire, collaterali. La prima è quella relativa al contenzioso seriale in materia di reiterazione dei contratti di supplenza. A fronte della pietra tombale apposta dalla Corte di cassazione, secondo la quale nella scuola la reiterazione dei contratti è legittima in ogni caso, resta da vedere come si evolverà il contenzioso a livello europeo. Secondo la Corte di giustizia, infatti, la reiterazione è legittima solo se motivata da esigenze sostitutive. E quindi, solo sui posti in organico di fatto. Al momento, peraltro, non è ancora stata affrontata la questione della riserva dei posti nei concorsi, da destinare ai precari triennalisti, prevista dal governo per fare fronte alla questione del divieto di reiterazione previsto dal decreto 368/2001. Ma, considerando che tale decreto non si applica alla scuola, è probabile che questa disposizione sarà applicata solo agli altri comparti della pubblica amministrazione. La seconda è la diversità di trattamento nella disciplina dei permessi tra docenti di ruolo e non di ruolo. In diversi casi, infatti, per lo stesso tipo di permesso, per il personale di ruolo è prevista la retribuzione e per i precari no. Infine, la terza questione posta in luce è il diritto al completamento. Che attende dal 2009 di essere regolato contrattualmente in via esclusiva, per effetto della riserva di contratto introdotta dal decreto Brunetta. Riserva inderogabile per effetto dell’articolo 33, comma 1 del decreto legislativo 150/2009. Le parti hanno convenuto di coinvolgere nel negoziato il ministero dell’economia e si sono date appuntamento a Palazzo Vidoni per martedì 11 dicembre.
Italia oggi
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Ma che fine hanno fatto le immissioni in ruolo Ata 2012-2013?
Tra le faq del Miur, troviamo quella che pone la seguente domanda: “Ci sono notizie in merito alle immissioni in ruolo del personale ATA previste dal programma triennale di immissioni in ruolo e bloccate per l’a.s. 2012/2013?”. La risposta a questa domanda, da parte del Miur è stata la seguente: “La richiesta per l’immissione in ruolo relativa del personale ATA per oltre 5.000 posti è stata più volta avanzata al MEF e al MFP, ma la relativa autorizzazione non è mai pervenuta perché non è stata ancora definita la procedura per il passaggio nei ruoli degli assistenti amministrativi e tecnici dei docenti inidonei e di quelli titolari delle classi di concorso C999 e C555, come previsto dalla legge n.135 di conversione del D.L. n. 95/2012.
Appena verranno definite le modalità di passaggio dei citati docenti ed il numero dei posti da accantonare sulle disponibilità presenti in organico di diritto 2012-13, esito a cui si sta lavorando con un tavolo paritetico MIUR,MEF e MFP, si procederà alle immissioni in ruolo del personale ATA anche in corso d’anno, partendo dai collaboratori scolastici, con decorrenza giuridica dal 1 settembre 2012”.
Apprendiamo con stupore che a scioglimento delle camere avvenuto e davanti ad un governo dimissionario e con la campagna elettorale alle porte, anzi già in pieno fermento, si cincischi su cose così serie ed importanti, che coinvolgono il destino di migliaia di persone.
Confidiamo nel buon senso, nel periodo elettorale, affinché si trovi una soluzione dignitosa per il personale docente inidoneo all’insegnamento per gravi problemi di salute e il contemporaneo inserimento in ruolo dei 5000 Ata
Tecnica della scuola
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Per l’assunzione dei precari, decide l’Ue
Sulla pesante problematica relativa all’assunzione dei precari con più di 36 mesi di servizio a tempo determinato, l’Anief aveva fatto ricorso nel 2011, la Cassazione l’aveva bocciato; l’Anief ne ha fatta un altro. A questo punto il giudice del lavoro di Napoli ha spedito tutto alla Suprema Corte europea di Strasburgo Il giudice del lavoro di Napoli ha rinviato il 2 gennaio 2013 alla Suprema Corte un ricorso il cui esito interesserà quelli presentati da più di 20.000 precari della scuola con contratti a tempo determinato per un periodo superiore a 36 mesi, in merito alla legge derogatoria n. 106/11. La sentenza sarà vincolante per ogni giudice nazionale. Anief chiederà la sospensione dei processi in corso. L‘Anief, nel gennaio 2010 lancia sulla stampa la campagna di denuncia di violazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE da parte dello Stato italiano che, in un decennio, ha utilizzato più di 300.000 precari per coprire incarichi anche su posti vacanti e disponibili che dovrebbero essere assegnati in ruolo dopo 36 mesi di servizio, come nel privato. Nel 2011 partono i ricorsi seriali dell’Anief per migliaia di precari, a cui fanno seguito anche quelli di altre organizzazioni sindacali, con condanne alle spese che nelle prime udienze di merito arrivano fino a 30.000 euro di risarcimento danni a carico dell’amministrazione per abuso del contratto a termine e in alcuni – pochi – casi alla stabilizzazione, tanto da indurre il Governo Berlusconi a presentare con decreto legge in Parlamento una norma derogatoria che vorrebbe interpretare retroattivamente il decreto legislativo 368/01 (con il quale l’Italia ha recepito la suddetta direttiva) e la legge 124/99 (che disciplina l’affidamento degli incarichi di supplenza annuale).
Nei mesi scorsi, il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, dopo l’apertura di alcune procedure di infrazione – una, la 2120/10 trasformata in messa in mora da parte della Commissione UE -, era volato a Bruxelles per depositare una circostanziata denuncia a cui è seguito l’invio di altre migliaia di denunce dal contenuto analogo da parte dei precari della scuola, su testi redatti dagli avvocati Ganci, Miceli e Galleano. Ora, il giudice del lavoro di Napoli rimette gli atti a Strasburgo e chiede ai colleghi europei di pronunciarsi sulla legittimità dell’intervento retroattivo e derogatorio del legislatore italiano in tema di stabilizzazione dei precari della scuola. In caso di risposta negativa, ovvero di censura della norma italiana, ogni giudice del lavoro dovrà adeguarsi e ordinare la stabilizzazione del ricorrente precario oltre a condannare alle spese legali il Miur. Soltanto così sarà messa la parola fine a una cattiva abitudine che mortifica la condizione lavorativa di migliaia di precari della scuola e incide anche non soltanto sulla continuità didattica ma sulla motivazione professionale.
Tecnica della scuola
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Bisogna rompere il vincolo che lega la sorte degli inidonei alle immissioni in ruolo degli Ata
Il Miur ha legato indissolubilmente, con una catena invisibile ma molto stringente, le sorti dei docenti inidonei all’insegnamento, per gravi patologie, alla partita delle immissioni in ruolo del personale ata Bisogna ricordare che le cinquemila assunzioni a tempo indeterminato del personale ata, per l’anno scolastico 2012/2013, sono ancora bloccate, in vista delle decisioni applicative da prendere per il personale docente inidoneo all’insegnamento, ma idoneo a svolgere altre mansioni di carattere didattico. È opportuno ricordare che il congelamento delle immissioni in ruolo è avvenuto in ragione dell’art. 14 comma 13 della spending review, che prevede il passaggio, obtorto collo, dei docenti inidonei all’insegnamento, a ruoli di assistenti amministrativi, assistenti tecnici o ausiliari.
Quindi circa 3.500 docenti inidonei, che rappresentano il 2% di tutti i docenti italiani, dovrebbero andare ad occupare, senza averne alcuna competenza, i posti vacanti del personale ata. Nell’incontro avvenuto il 14 gennaio 2013 tra sindacati e i tecnici del Miur, è stato chiesto di rompere quel vincolo che lega la sorte dei docenti inidonei all’insegnamento, per gravi patologie, alle immissioni in ruolo del personale ata, per l’anno scolastico in corso. In sostanza si chiede al Miur di sbloccare le immissione in ruolo del personale Ata, anche per soddisfar le legittime aspettative contrattuali delle lavoratrici e lavoratori della scuola, ma soprattutto per garantire la qualità del servizio, affidando i ruoli a personale specifico, con anni di anzianità alle spalle.
Tecnica della scuola
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Istruzione, 44 mila posti
Un turn-over di 44 mila dipendenti scolastici in tre anni, per assorbire le masse di personale precario che prestano servizio a tempo determinato nella scuola. Un piano straordinario di reclutamento dei ricercatori. Ripristinare i 300 milioni di euro di Fondo di finanziamento ordinario delle università statali. Liberare gli enti locali dai vincoli di finanza pubblica per il miglioramento dell’edilizia scolastica. Questi gli obiettivi che ieri, il ministro della pubblica istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha dichiarato di voler raggiungere, durante l’audizione alla Commissione istruzione di Camera e Senato.
Il personale. Il progetto del Ministero, prevede che nel triennio 2014-2017 il personale scolastico sarà soggetto ad un tur-over che coinvolgerà 44 mila unità. Questo, attraverso un iter che dovrà essere improntato alla creazione ed al mantenimento di un equilibrio tra l’assorbimento del personale precario e le assunzioni a mezzo di concorso pubblico. Il tutto, sfruttando l’incidenza dell’ultima riforma del sistema pensionistico sulle cessazioni dal servizio.
Eduscuola
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L’estate porterà 15 mila nuove assunzioni
La promessa. Nel triennio successivo, liberi 44 mila posti
Entro l’estate il ministero dell’istruzione intende immettere in ruolo 15mila precari tra docenti e Ata, contro i 26mila dell’anno scorso e i 69mila del 2011/2012. Il numero limitato di assunzioni è dovuto all’incidenza preponderante dell’ultima riforma del sistema pensionistico sulle cessazioni dal servizio al prossimo 1° settembre 2013. É quanto emerge dalla lettura combinata della relazione tenuta dal ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, davanti alle commissioni di camera e senato il 6 giugno scorso e da una risposta ad un’interrogazione parlamentare fornita, sempre dalla titolare del dicastero di viale Trastevere, il 19 giugno alla camera.
In particolare, le stime del turn-over del personale, per i prossimi anni scolastici, sono di circa 44mila unità di personale docente e Ata. Da tali dati emerge che l’entità del personale che potrà essere assunto, in conseguenza diretta del turnover, ammonta complessivamente a circa 59mila unità nel prossimo quadriennio. Per questo motivo è allo studio la definizione di un piano triennale di immissione in ruolo, 2014/2017, del personale precario, che dovrebbe consentire di ridurre il numero di soggetti che ancora prestano servizio nella scuola con contratti a tempo determinato. E al tempo stesso introdurre, gradualmente e compatibilmente con le risorse disponibili, l’organico funzionale del sostegno e raggiungere la sostanziale equivalenza tra organico di diritto e di fatto nel sostegno, con l’inquadramento in ruolo dei circa 30 mila docenti di sostegno.
Che vengono utilizzati annualmente e, in prospettiva, avere l’organico funzionale come nuovo metodo di gestione degli organici. Le 15mila immissioni in ruolo previste per quest’anno derivano dal piano triennale di assunzioni disposto dall’articolo, comma 17 del decreto legge 70/2011.
Piano con il quale sono stati coperti i posti vacanti e disponibili a seguito del turn-over nel triennio di riferimento, con l’aggiunta di quelli che erano precedentemente vacanti e disponibili e di cui non era stata data l’autorizzazione alla copertura con contratti a tempo indeterminato. Nulla è cambiato per quanto riguarda i criteri di scorrimento delle graduatorie dalle quali saranno tratti gli aventi titolo alle assunzioni.
Pertanto, il 50% sarà tratta prioritariamente dalle graduatorie dei concorsi ordinari e il rimanente 50% dalle graduatorie a esaurimento, fatte salve le quote riservate agli invalidi e la priorità nella scelta della sede ai portatori di handicap e ai loro assistenti.
Eduscuola
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Immissioni in ruolo a costo zero
Va rimodulata la scala dei gradoni: anzichè due, solo uno
Il piano triennale di assunzioni, previsto dal decreto legge 104/2013, rischia di far saltare i conti pubblici. E quindi il governo, per autorizzare le nuove immissioni in ruolo, dovrà prima trovare una soluzione a costo zero insieme ai sindacati della scuola.
È quanto si evince da una lettera inviata qualche giorno fa dal ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, ai titolari della funzione pubblica e del ministero dell’economia, con la quale ha chiesto che venga emanato un atto di indirizzo all’Aran per avviare le trattative con i sindacati.
L’accordo che ne seguirà dovrà rimodulare la scala dei gradoni, sulla scorta del contratto stipulato nel 2011 in occasione del precedente piano di assunzioni. E cioè, al posto di due gradoni (uno allo scadere del 3° anno di servizio e un altro al decorso del 9°) un solo gradone da maturare alla fine dell’8° anno di servizio.
Se nemmeno così si riuscirà a garantire l’invarianza finanziaria, bisognerà pattuire un ulteriore slittamento in avanti del primo gradone. Ma in ogni caso, il nuovo accordo avrà valore solo per le immissioni in ruolo di quest’anno, il cui contingente è pari a 18.546 unità (14.229 per i docenti e 4.317 per gli Ata). E cioè per le assunzioni a tempo indeterminato che saranno effettuate a copertura dei posti vacanti e disponibili dopo le immissioni in ruolo effettuate per l’anno scolastico 2013/14.
Tant’è che nella missiva ministeriale si fa espressa menzione ad un eventuale differimento del primo gradone solo per questa prima tranche di assunzione. Per quelle degli anni successivi non ci dovrebbero essere problemi. Perché i numeri rientrerebbero nelle normali facoltà assunzionali dell’amministrazione scolastica. Ciò vale per 41.272 immissioni, 27.872 docenti e 13.400 Ata, che saranno disposte a copertura del turn over. E anche per le immissioni in ruolo su posti di sostegno previste dall’art. 15, comma 2, del decreto Carrozza, derivanti dal conseguente ampliamento dell’organico di diritto del sostegno. Che sono pari a 22.237 unità e saranno disposte negli anni scolastici 2014/15 e 2015/16. In tutto, il piano triennale prevede l’assunzione di 82.055 unità di personale: 64.338 docenti e 17.717 Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). Il problema, dunque, è limitato alle immissioni in ruolo che saranno disposte dai posti rimasti liberi dopo le assunzioni a tempo indeterminato effettuate con effetti a far data dal 1° settembre scorso. Per risolverlo il governo dovrà abbattere i costi delle ricostruzioni di carriera. E cioè, i costi del riconoscimento del servizio preruolo ai fini della progressione di carriera: i cosiddetti gradoni, per intenderci. La retribuzione dei supplenti, infatti, non subisce incrementi al crescere dell’anzianità di servizio. Ma dopo l’immissione in ruolo, gli interessati maturano il diritto al riconoscimento di quasi tutto il servizio pregresso. E ciò, da una parte fa crescere l’importo dello stipendio e dall’altra fa maturare il diritto agli arretrati. Il legislatore, quindi, ha deciso di scaricare la patata bollente sui sindacati. Che dovranno scrivere al tavolo negoziale le regole per consentire al governo di disporre le assunzioni mantenendo la cosiddetta invarianza finanziaria. E per questi motivi il ministero ha chiesto all’Aran di verificare, in primo luogo, se sia sufficiente rinnovare il contratto stipulato per dare attuazione al precedente piano triennale 2011/2013.
Ma se all’esito della verifica venisse accertato che le condizioni pattuite nel contratto del 2011 non dovessero essere sufficienti a garantire l’invarianza finanziaria, l’agenzia dovrà avviare le trattative per stipulare un nuovo accordo. Che dovrà prevedere l’allungamento di uno dei gradoni stipendiali previsti dal vigente contratto, per i soggetti immessi in ruolo sui posti di organico di diritto 2013/14, rimasti vacanti e disponibili dopo le nomine in ruolo.
In pratica, quindi, l’eventuale allungamento del tempo necessario a maturare il primo gradone non dovrebbe valere per le immissioni in ruolo successive. Che per contro, risulterebbero coperte dalle risorse finanziarie derivanti dall’esito del turn over. La necessità di riaprire il tavolo negoziale si spiega tenendo conto del fatto che il contratto del 2011 non ha modificato definitivamente il sistema dei gradoni, attualmente regolato dal contratto del 2007. L’accordo del 2011, infatti, vale solo per le immissioni in ruolo del piano di assunzioni previsto dall’art. 9, comma 17 del decreto legge n. 70/2011. Mentre non assume rilievo per il personale già in servizio con contratto a tempo indeterminato alla data di sottoscrizione dell’accordo.
Di qui la necessità di stipulare un nuovo contratto, anzitutto per recepire quello del 2011. Perché, in caso contrario, le ricostruzioni di carriera di coloro che saranno immessi in ruolo già da quest’anno, avrebbero dovuto seguire la disciplina previgente. Il tutto con aggravio di costi per l’erario, che avrebbero infranto la clausola dell’invarianza finanziaria.
Edscuola
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Finalmente confermate le immissioni in ruolo del personale Ata a.s. 2013/2014
Si tratta di 3.730 unità di personale con nomina giuridica dall’a.s. 2013/14 e decorrenza economica dal 1° settembre 2014. Una parte dei posti sarà riservata ai docenti inidonei che hanno chiesto di transitare nei ruoli Ata
Sono 3.730 gli Ata che verranno assunti a tempo indeterminato con nomina giuridica dall’a.s. 2013/14e decorrenza economica dal 1° settembre 2014.
La conferma di quanto già anticipato in sede sindacale è contenuta nella nota prot.n. 2420 del 14 marzo 2014 che anticipa il decreto in corso di emanazione.
Alla nota è anche allegata la tabella analitica che evidenzia, per ciascuna provincia e profilo professionale, la ripartizione del numero massimo di assunzioni da effettuare.
Le assunzioni riguardano tutti i profili Ata, compresi i Dsga, che saranno 60.
Per le altre posizioni, le assunzioni più corpose riguardano gli assistenti amministrativi, con 2.316 posti, seguiti dagli assistenti tecnici (819) e dai collaboratori scolastici (510). 7 invece saranno i cuochi, mentre 6 gli addetti aziende agrarie, i guardarobieri e gli infermieri.
Al contingente totale dovranno essere detratti, come inizialmente previsto, i posti destinati al personale docente inidoneo alla propria funzione ma idoneo ad altri compiti che ha presentato domanda per transitare nei ruoli Ata.
Quindi, in via prioritaria si darà corso alle assegnazioni per gli inidonei, e solo successivamente alle nomine degli Ata utilizzando esclusivamente le graduatorie vigenti nell’a.s. 2013/2014.
I tempi per le assunzioni sono stretti, perché tutto il personale interessato dovrà poter presentare la domanda di mobilità secondo il vigente contratto sulla mobilità per ottenere la sede di titolarità dall’a.s. 2014/2015.
Per il personale neo nominato, attualmente in servizio con contratto a tempo determinato, il periodo di prova decorre dalla data di sottoscrizione del contratto a tempo indeterminato, trattandosi di nomina con decorrenza giuridica dal 1° settembre 2013.
È anche possibile stipulare, ricorrendone i requisiti e le condizioni, contratti in regime di part-time.
Infine, il Miur precisa che le nomine a tempo determinato disposte ai sensi dell’art. 40, cioè fino alla nomina dell’avente diritto, devono essere trasformate in contratti a tempo determinato fino al termine dell’anno scolastico o fino al termine della attività didattiche, considerato che contestualmente si procede alle immissioni in ruolo del personale inidoneo che ha fatto richiesta di transitare nei ruoli Ata.
Tutto sommato positivo è il giudizio dei sindacati.
Per la Flc Cgil “Finalmente, dopo oltre un anno di battaglie, si ottiene un risultato, che restituisce totalmente i posti spettanti ad amministrativi e tecnici, con retrodatazione giuridica al 2013.
Il contingente è stato, infatti, riequilibrato a beneficio di questi due profili che erano stati esclusi dai ruoli per circa due anni. Il risultato è stato ottenuto anche grazie alle azioni stringenti che abbiamo intrapreso, tenendo sempre alta l’attenzione su questa emergenza e ripristinando un diritto sacrosanto alla stabilizzazione di questi lavoratori, che attendevano il ruolo dopo anni di precariato”.
“Rimane – conclude i Sindacato – il nostro giudizio negativo, invece, sulla decorrenza economica che avevamo chiesto dal 2013/2014 e della decorrenza del periodo di prova dal contratto in essere, che il Ministero non ha voluto prendere in considerazione.”
Tecnica della scuola
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Immissioni in ruolo. Idonei concorso 2012 potranno essere assunti già dall'a.s. 2014/15: il decreto
Come anticipato da OrizzonteScuola.it, il Ministero ha pubblicato il decreto n. 356 del 23 maggio 2014, che autorizza lo scorrimento delle graduatorie del concorso indetto con DDG n. 82 del 24 settembre 2012 oltre il numero dei posti banditi, già dall'a.s. 2014/15.
Il decreto è costituito da un unico articolo
"I candidati inseriti a pieno titolo nelle graduatorie di merito del concorso ordinario per il reclutamento di personale docente bandito con il decreto del Direttore generale per il personale scolastico 24 settembre 2012 n.82, ma non collocati in posizione utile tale da risultare vincitori, hanno titolo, a decorrere dall'anno scolastico 2014/15 ad essere destinatari di contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato, in subordine ai vincitori, fermo restando il vincolo della procedura autorizzatoria di cui all'art. 39, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, nei limiti del 50 per cento dei posti previsti per il concorso ai sensi dell'articolo 399, comma 1, del decreto legislativo n. 297 del 1994 e fermo restando quanto previsto dell'articolo 400 del suddetto decreto legislativo. "
Le motivazioni
Il decreto legislativo 294/1997 art. 400 "le graduatorie relative ai concorsi per titoli ed esami restano valide fino all'entrata in vigore della graduatoria relativa al concorso successivo corrispondente" nonchè il comma 19 "conseguono la nomina i candidati che si collocano in posizione utile in relazione al numero di cattedre o posti eventualmente disponibili"
considerato che è stata avanzata la richiesta di autorizzare a bandire, per il triennio scolastico 2015-18, il concorso per il reclutamento di personale docente nella scuola dell'infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado e su posti di sostegno, ma che tuttora non è ancora intervenuta la relativa autorizzazione
considerata che è stata prevista la definizione di un piano triennale straordinario di assunzioni per il personale docente su posti vacanti e disponibili per il triennio 2014- 16 Leggi progetto
considerato quindi che nei prossimi anni si prevede di immettere in ruolo personale docente con il rischio di non avere però graduatorie di merito disponibili nella maggior parte delle classi di concorso e degli insegnamenti e quindi di vedere vanificato il principio normativo della riserva del 50 per cento dei posti da destinare al concorso
considerato che il nuovo concorso non verrà bandito prima della fine del 2014 e che pertanto le nuove graduatori non saranno verosimilmente pronte prima dell'avvio dell'anno scolastico 2016/17
considerato inoltre che nel rispetto del principio di economicità delle procedure amministrative, è possibile ricorrere alle suddette graduatorie vigenti valorizzando anche il merito dei candidati idonei, che hanno superato positivamente tutte le prove selettive del concorso.
Orizzontescuola
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Immissioni in ruolo, il Miur ne ha chieste 32mila. Ci sono pure 5mila Ata
Le altre sono le già annunciate 27mila assunzioni di docenti, di cui oltre 12mila su sostegno. Ma per il Mef potrebbero essere troppi, avverte Gildo De Angelis, direttore del Personale a Viale Trastevere: quelli sicuri sono solo i posti del turn over, quindi meno della metà. Il numero certo uscirà dalla trattativa all’Aran.
Ci sono anche tra le 4mila e le 5mila richieste di assunzione di amministrativi, tecnici ed ausiliari nell’elenco inviato dal Miur al ministero dell’Economia: a dirlo, alla Gilda degli Insegnanti, è stato Gildo De Angelis, direttore del Personale a Viale Trastevere.
Il dirigente ministeriale ha annunciato che gli Ata si aggiungono agli oltre 14mila docenti curricolari e ai 12mila di sostegno, già previsti dal Decreto Istruzione (seconda delle tre trance annuali concordate). Ma ha anche spiegato che il Mef potrebbe alzare dei paletti sulla concessione di questi numeri: 32mila assunzioni, infatti, potrebbero stonare con il regime di spending review che da una paio di anni a questa parte si è imposto alla pubblica amministrazione. Il via libera, quindi, è sicuro solo per i posti riguardanti il turn over, quindi circa la metà, forse anche meno (i numeri ufficiali sui pensionamenti usciranno tra pochi giorni) di quelli richiesti formalmente. Considerando che le immissioni in ruolo sul sostegno non dovrebbero riservar sorprese (trattandosi di assunzioni già prefissate per decreto), risultano quindi a forte rischio quelle riguardanti i docenti delle materiè. E degli stessi Ata.
Nei prossimi giorni della questione assunzioni si parlerà all’Aran. Ed è in quella sede che si prenderà la decisione definitiva. Con una forte influenza che proverrà, come al solito, dai dirigenti di Via XX Settembre. “Siamo anche un po’ in ritardo”, ammette poi De Angelis. Ma a questo particolare il mondo della scuola è abituato….
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