Invalsi Prove di Italiano 2011
Prove Invalsi: non c'è obbligo per i docenti
E' la conclusione a cui si è arrivati in Sardegna dove il direttore regionale decide sul "non luogo a procedere" nei confronti di alcuni insegnanti che si erano rifiutati di somministrare le prove nelle proprie classi.
Il comportamento mantenuto dai docenti che si sono rifiutati di somministrare le prove Invalsi ai propri alunni “non attiene a profili disciplinari in quanto inserito in un particolare contesto caratterizzato da contrapposizioni sindacali e argomentazioni portate avanti anche a livello giurisdizionale”: lo scrive il direttore regionale della Sardegna a conclusione di una lunga e complessa vicenda che si è trascinata per diversi mesi in un circolo didattico di Nuoro.
La questione risale ad alcuni mesi addietro e su di essa si era già espresso anche il Tar al quale si erano rivolti i Cobas che avevano impugnato la mancata convocazione del collegio dei docenti nel circolo didattico “Fureddu” di Nuoro.
A quel punto la dirigente scolastica della scuola aveva convocato il collegio che però aveva deliberato di non aderire alla somministrazione delle prove Invalsi.
Dopo aver chiesto lumi al direttore regionale la dirigente riconvocava il collegio.
Nella successiva seduta il collegio confermava la precedente decisione che veniva subito disattesa dalla dirigente scolastica “in virtù - scriveva la dirigente stessa - della delega conferita dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna”.
Contemporaneamente la dirigente mediante un apposito ordine di servizio disponeva la somministrazione delle prove e nei confronti di alcuni docenti che si rifiutavano di obbedire apriva un procedimento disciplinare.
Va anche detto che secondo la dirigente il comportamento dei docenti “disobbedienti” sarebbe stato particolarmente grave tanto che anziché ricorrere ad una sanzione di sua competenza (dall’avvertimento scritto fino alla sospensione dal servizio per non più di 10 giorni, passando anche attraverso la censura) trasmetteva gli atti all’Ufficio scolastico regionale chiedendo una sanzione superiore ai 10 giorni di sospensione.
Ed è a questo punto che la vicenda si conclude in modo del tutto imprevisto e per certi aspetti contraddittorio: nonostante i “suggerimenti” dati alle scuole e ai dirigenti scolastici fino a pochi giorni fa, il direttore regionale scrive alla dirigente scolastica e chiarisce che il comportamento dei docenti disobbedienti non è perseguibile sul piano disciplinare.
I Cobas della Sardegna commentano entusiasticamente: “la vicenda dimostra ciò che i Cobas hanno sempre sostenuto: i quiz Invalsi non sono obbligatori”.
Tecnica della scuola
Il pediatra, orari sbagliati per il test Invalsi
Troppo presto per la prova di matematica che richiede il ricorso ad operazioni astratte.
Lunedì c’è l’appuntamento con le prove Invalsi. «Ma, così come sono disegnati, i test per gli alunni di terza media non permettono di scattare una fotografia oggettiva del livello dei ragazzi. Inoltre saranno favorite le piccole “allodole”, quei bambini che vanno a letto presto e si svegliano all’alba senza fatica, rispetto ai gufi, che alla mattina impiegano più tempo per “carburare”». Lo spiega all’Adnkronos Salute il pediatra di Milano Italo Farnetani.
Secondo l’esperto le prove per l’accertamento dei livelli generali e specifici di apprendimento in italiano e in matematica degli studenti italiani a conclusione del primo ciclo di istruzione dovrebbero essere «più rispettose della cronobiologia e dunque dei ritmi naturali dei ragazzi».
Infatti «ormai grazie agli studi sappiamo che il momento in cui è più attiva la memoria a breve termine, e dunque è più opportuno programmare i compiti in classe, va dalle 11.00 alle 13.00. Fino alle 10.00, in media, l’alunno si sta ancora svegliando. Ebbene, lunedì i ragazzi si troveranno a iniziare alle 8.30 addirittura con i 75 minuti della prova di matematica, quella che richiede maggiormente il ricorso alle operazioni astratte. Invece - sottolinea - se proprio si vuole iniziare presto, sarebbe meglio farlo con la prova di italiano».
Insomma, far “scaldare” gli studenti con l’italiano per poi proporre i test di matematica. «Inoltre ormai è ben noto - prosegue Farnetani - che due alunni su tre non fanno una prima colazione sufficiente. E lunedì, complice la paura, sicuramente mangeranno poco. Così si ritroveranno a fare il test senza “carburante” per la mente. E senza neppure poter contare sul rinforzo garantito dallo spuntino di metà mattina».
Dunque, secondo il pediatra, l’organizzazione delle prove Invalsi «non è su misura per i ragazzi: occorrerebbe ritardare un po’ l’inizio dei test, o invertirli - propone - per consentire agli alunni di dare davvero il massimo».
La Stampa
Invalsi, studenti soddisfatti non era tanto difficile
Per alcuni la prova d’italiano è stata più ostica di matematica.
A fine mattinata arrivano le prime impressioni sul test Invalsi dell'esame di terza media che a detta degli insegnanti è stato meno difficile dell’anno scorso. Gli studenti sembrano soddisfatti seppure con qualche perplessità.
Entusiasta per essere riuscita a completare la parte dedicata alla matematica, Jaala, alunna dell’istituto “Alberto Sordi” di Roma, confessa di aver avuto più difficoltà con Italiano «C’era un articolo di Piero Ottone sulla pubblicità, mi è piaciuto, ma non sono sicura di aver fatto bene tutto bene» racconta all’uscita di scuola sfatando il luogo comune che vuole la matematica “bestia nera” per gli studenti.
Come lei anche Lorenzo, che ha frequentato la terza media alla “Giustiniana”, ha inciampato più nell’italiano che in matematica «Sono riuscito a fare tutto in tempo. Era facile - dice - ma alcuni quesiti grammaticali mi sono sembrati difficili».
Per Giacomo, studente della “Manzoni” «qualche domanda di italiano non si capiva bene. Tutto sommato era facile ma credo di aver sbagliato qualcosa sulle percentuali. La sufficienza la prenderò di sicuro, ma non so se riuscirò ad avere il punteggio che speravo di ottenere».
«I prof ci hanno detto - riferisce Marco, alunno della stessa scuola - che quest’anno la prova è stata più facile dell’anno scorso. Col brano di Vittorini penso di essermela cavata e le domande di logica erano di media difficoltà».
Tutti concordi, i ragazzi, invece, nel promuovere l’allungamento dei tempi: quei 15 minuti in più concessi per ciascuna delle due prove, hanno evitato a tutti almeno l’affanno della corsa contro il tempo.
E per quel che riguarda le valutazione pare sarà impossibile prendere meno di 4. Anche chi ha combinato un disastro può stare “tranquillo”. I tecnici dell'Istituto nazionale di valutazione hanno dato istruzione di non attribuire votazioni inferiori al 4. Per prendere il voto minimo, si legge nei documenti inviati ai docenti per la correzione, servono dai 40 punti in giù. Per la sufficienza servono, invece, almeno 55 punti. Per raggiungere il top, il 10, si va dai 92 ai 100.
Il fascicolo di matematica prevedeva 26 domande classificate in diversi blocchi, in relazione al loro grado di difficoltà: blocco A (massimo 30 punti), blocco B (massimo 15 punti), blocco C (massimo 5 punti). Alla prova di Matematica sono attribuiti al massimo 50 punti. Le domande del blocco C, i più difficile, sono relative alla matematica argomentativa.
Basta rispondere, comunque, a 2 domande su 4 del blocco più complesso per ottenere i 5 punti in ballo. Per ottenere i 30 punti del blocco A l'alunno deve fornire almeno 14 risposte corrette su 16. Per ottenere i 15 punti del blocco B l'alunno deve fornire almeno 10 risposte corrette su 13.
Gli studenti non sono in grado di sapere prima a quale blocco appartengono le domande. Anche le domande di italiano erano divise in blocchi.
Eduscuola