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Erasmus +, al via il bando 2020. Domande dal 5 febbraio al 10 ottobre 2020
Dal 5 febbraio al via le candidature per Erasmus+ , rivolte a qualsiasi organismo, pubblico o privato, attivo nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport.
Inoltre, possono fare domanda anche gruppi di giovani non formalmente istituiti come organizzazioni giovanili. Insieme all’Invito, oggi la Commissione ha anche pubblicato la Guida al programma Erasmus+ in tutte le lingue ufficiali dell’UE. La Guida fornisce ai candidati dettagli su tutte le opportunità nell’istruzione superiore, istruzione e formazione professionale, istruzione scolastica e istruzione degli adulti, gioventù e sport.
Per presentare un progetto Erasmus+ i richiedenti devono seguire quattro fasi:
- registrazione di ciascuna organizzazione coinvolta nella domanda;
- verifica della conformità ai criteri del Programma per l’azione/l’ambito pertinente;
- verifica delle condizioni finanziarie;
- compilazione e invio del modulo di candidatura.Negli ultimi due anni hanno partecipato più di 15.000 scuole. Nel 2020, altre 9000 scuole avranno l’opportunità di partecipare.
Nell’istruzione e formazione professionale, gli investimenti si concentrano su ErasmusPro – opportunità per studenti e apprendisti di trascorrere tra tre mesi e un anno all’estero, sviluppando le loro competenze professionali e linguistiche.
Orizzontescuola
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Mobilità studentesca, un bando per i ragazzi della Sicilia: scadenza 28 febbraio
Il 6 giugno scorso è stata siglata una Convenzione tra l’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire e la Regione Siciliana per promuovere una sinergia nella gestione dei fondi Erasmus+ con quelli del Fondo Sociale Europeo destinati all’istruzione e alla formazione.
Grazie a questo accordo, tutte le scuole della Regione hanno l’opportunità di finanziare la mobilità fisica dei propri studenti in istituti iscritti alla community eTwinning, da svolgersi nel corso di questo anno scolastico.
I destinatari sono gli alunni di qualsiasi scuola secondaria di secondo grado nel territorio della Regione Siciliana.
I progetti di mobilità presentati dovranno perseguire obiettivi e finalità di carattere formativo e/o culturale, e dovranno essere finalizzati a migliorare e rafforzare il livello di conoscenze e competenze degli alunni partecipanti. Ogni proposta formativa dovrà rivolgersi ad almeno 10 alunni ed almeno un docente accompagnatore, per una durata minima di almeno 5 giorni di attività formativa e/o culturale in loco, in aggiunta ai tempi necessari per gli spostamenti fisici legati alla mobilità.
Scadenze
La presentazione della domanda è fissata alle ore 12:00 del 28 Febbraio 2020.
Le Istituzioni Scolastiche dovranno inviare la candidatura opportunamente compilata e firmata digitalmente dal dirigente scolastico (Allegato I), e accompagnata dall’allegato II “Prospetto costi e contributo finanziario richiesto”, mediante invio per posta elettronica certificata all’indirizzo erasmus_plus@pec.it.
Per maggiori informazioni si invita a prendere visione dell’Invito.
Ciascun progetto di mobilità candidato dovrà concludersi entro il 31 dicembre 2020.
Tecnica della scuola
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Stop attività Erasmus+
Tutte le attività Erasmus+:Gioventù ed ESC (Corpo Europeo di Solidarietà) che si realizzano in Italia, e in particolare nelle Regioni in cui sono vigenti le ordinanze concernenti «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019», possono essere definitivamente annullate, rinviate e/o successivamente riprogrammate, per causa di forza maggiore, al fine di tutelare la salute dei partecipanti italiani e stranieri ed evitare la diffusione del Covid-19.
La nota dell’Agenzia giovani
È quanto comunica, in una nota, l’Agenzia Nazionale per i Giovani, l’ente governativo, vigilato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Commissione Europea, istituito dal Parlamento italiano in attuazione della Decisione 1719/2006/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa, che gestisce in Italia i programmi europei Erasmus+ e Corpo Europeo di Solidarietà.
«Tutte le organizzazioni coinvolte, siano essi beneficiari diretti o partner di progetto, in attività di mobilità nell’ambito di Erasmus+:Gioventù ed ESC nel territorio nazionale
– prosegue la nota – sono tenute al pieno rispetto delle ordinanze disposte dal ministero della Salute e dai presidenti di Regione e sono tenute a raccordarsi con le competenti autorità locali e sanitarie e sono invitate a informare l’Agenzia Nazionale per i Giovani delle decisioni prese. Si raccomanda di darne tempestiva comunicazione scritta all’indirizzo direzione@agenziagiovani.it e informazione@agenziagiovani.it».
La comunicazione dell’Indire
In mattinata è stato l’Indire a comunicare, con una nota, che per le mobilità degli alunni, degli studenti e dello staff, che operano negli ambiti dell’istruzione scolastica, dell’istruzione superiore e dell’educazione degli adulti, nell’ambito del programma Erasmus+ potrà applicarsi il principio di “causa di forza maggiore”. Pertanto, sarà possibile richiedere all’Agenzia Nazionale, nelle forme e con le modalità che saranno successivamente comunicate, di applicare la clausola di “forza maggiore”, relativamente alle attività e ai costi per tutte quelle mobilità che vengano annullate in ragione della situazione di emergenza e dei provvedimenti delle competenti autorità. Si invitano gli istituti e le organizzazioni interessati a rivedere la pianificazione e la calendarizzazione delle attività, posticipando le mobilità – anche in entrata – in accordo con i partner di progetto e nell’ambito delle rispettive relazioni bilaterali.
Edscuola
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Sì della Ue alla sospensione (senza penali) degli scambi Erasmus+
L’effetto coronavirus si fa sentire anche sul programma Erasmus+. Dopo la comunicazione “a caldo” delle tre agenzie italiane che si occupano della mobilità per studenti, lavoratori e volontari adesso arriva anche una nota “a freddo” della Commissione europea, che certifica la possibilità di sospendere (volontariamente) la partecipazione a un programma di scambio da e per l’Italia. Invocando ragioni di «causa di forza maggiore». E, dunque, senza andare incontro al pagamento di penali.
I numeri di Erasmus+
L’impatto che l’epidemia legata al virus Covid 19 sugli scambi studenteschi non è di poco conto. Basti pensare che negli ultimi cinque anni – solo per restare agli scambi di studenti universitari – sono partiti dall’Italia 180.252 studenti. Numeri che fanno del nostro paese la quarta meta per numero di partenti dopo Francia, Germania e Spagna. Se a questo aggiungiamo che la penisola è quarta anche per i flussi in ingresso il quadro delle possibili conseguenze legate al diffondersi del coronavirus appare ancora più nitido.
Le prime indicazioni sulla sospensione
Una prima indicazione sulle prospettive a breve di Erasmus+ è arrivata lunedì 24 febbraio dalle tre Agenzie nazionali che si occupano della mobilità in entrata e in uscita: Indire, Inapp e Agenzia nazionale per i giovani. Tutte e tre gli enti invitavano gli istituti e le organizzazioni interessati a rivedere la pianificazione e la calendarizzazione delle attività di scambio, posticipando le mobilità – anche in entrata – in accordo con i partner di progetto e nell’ambito delle rispettive relazioni bilaterali. Ritenendo applicabile la «causa di forza maggiore».
La nota della Commissione europea
Una parola di chiarezza ulteriore arriva ora dalla Commissione europea. Con una nota ufficiale l’Ue invita i partecipanti ai programmi Erasmus+ per le aree interessate da rischio contagio a farsi supportare da ambasciate, consolati e consolati onorari nel paese di permanenza.
Lo stesso documento precisa anche che è possibile cancellare, sospendere o posticipare le attività appellandosi alla causa di forza maggiore.La richiesta va presentata alla propria Agenzia nazionale e può riguardare – chiarisce infine l’esecutivo comunitario – alle attività che si svolgono in qualsiasi zona interessata nonché alla mobilità in entrata da tali aree. Almeno fino a nuovo ordine.
Edscuola
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Erasmus Nord-Sud? E perché no
Mentre molte regioni del Nord sono interessate sia da flussi in uscita che in entrata di studenti universitari, quelle del Mezzogiorno conoscono solo quelli in uscita. Il quadro della mobilità tra macro-aree geografiche attesta che al 28 per cento di ragazzi meridionali che si immatricolano in un ateneo del Centro-Nord corrisponde una mobilità inversa dell’1,8 per cento.
Un danno per le università meridionali
Dunque si corre il rischio, secondo Lavoce.info, che il moto unidirezionale verso possa produrre, nel medio termine, effetti esiziali per le università meridionali. A ciò si aggiunge il fatto che, nelle dinamiche della trasmissione dei saperi, gli studenti concorrono fattivamente alla qualità dei processi formativi. A emigrare sono in maggioranza ragazzi che provengono da un contesto socio-familiare più agiato, che spesso hanno avuto un percorso formativo più sorvegliato e che non di rado arrivano all’università disponendo di competenze iniziali migliori. Riuscire a trattenere questi studenti, o richiamarne da altre regioni, è importante al pari dell’attrazione di risorse economiche.
Le migrazioni dal sud rendono debole lo sviluppo
La fuoriuscita, si legge sul sito della Voce.info, emorragica di forze tra le migliori del Sud Italia rendono deboli non solo le potenzialità di sviluppo del Meridione, ma non di meno quelle del paese. Difficilmente l’Italia riuscirà a tornare a tassi di crescita consistenti senza il contributo del Sud dove, mancando flussi in entrata di giovani provenienti da altre aree geografiche, è sempre più difficile l’innescarsi di processi innovativi e di rottura di sistemi tradizionali di gestione delle risorse.
Un modello che prevede solo scambi con l’estero
Rifarsi all’Erasmus è soltanto un modo per affrontare la questione, perché, per come è concepito quel modello, è impossibile che possa riguardare gli scambi Nord-Sud.
Replicare quel modello dentro un solo Stato
Ecco perché invece occorrerebbe replicare il modello Erasmus all’interno di un solo stato, soprattutto quando vi sono disparità di condizioni socio-economiche tra le sue diverse aree. Pensare a un modo, come suggeriscono le Sardine, per rendere biunivoci gli scambi è interessante e potrebbe avere ricadute positive. Si potrebbe ad esempio ideare un sistema simile a quello spagnolo, in cui si favorisce la mobilità tra diverse università entro i confini nazionali, magari prevedendo borse di studio particolarmente favorevoli per chi sceglie di trascorrere periodi in università che sono localizzate nei contesti socio-economici in maggiore difficoltà. Contemporaneamente, andrebbe favorita la mobilità dei docenti e di altri dipendenti della pubblica amministrazione. Programmi di questo tipo potrebbero probabilmente essere finanziati all’interno di specifiche misure europee.
Importante per la Nazione
Ragionare sul problema della formazione in un’ottica d’insieme è importante per l’università italiana e non per le università del Sud, così come capire come fermare lo spopolamento e l’impoverimento di capitale umano del Meridione non è un problema del Sud, ma del paese.
Tecnica della scuola
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Erasmus+, 47mila giovani in attesa di essere «recuperati»
Grande preoccupazione per gli studenti italiani con borsa di studio Erasmus all’estero. Soprattutto per quelli che si trovano nei Paesi in cui si registra una rapida crescita dei contagi da Covid-19, e dai quali non partono più aerei per l’Italia. Si pensi alla Spagna.
I centralini delle università italiane sono roventi, sui siti compaiono le prime indicazioni. Ma per ora manca un coordinamento e ciascun ateneo fa da sé.
Gli italiani all’estero
Si tratta di un numero molto consistente di giovani che si sono trasferiti in città europee per motivi di studio: nell’anno accademico 2018-2019 sono partiti dall’Italia circa 47mila studenti universitari e nell’anno in corso altrettanti circa. Di questi la maggior parte oggi si trova in Spagna, Francia e Germania.
I giovani sono di fronte a un dilemma: rimanere nelle città ospitanti esponendosi a contagio, avendo peraltro per la stessa filosofia di fondo dell’esperienza la tendenza a vivere in un clima di grande socialità; oppure ripartire per l’Italia, ma ciò significa dover affrontare le difficoltà di un viaggio diventato incerto, tra scali aerei e improvvise cancellazione di voli? Non solo, una volta rientrati potrebbero trovarsi nella condizione di non poter sostenere gli esami.
Le indicazioni dell’Unione europea
La Commissione europea nei giorni scorsi ha fatto sapere che è possibile rientrare in patria facendo valere una «causa di forza maggiore» al fine di vedersi riconosciuta la borsa di studio ed eventuali rimborsi spese. Ma va fatta una richiesta che dovrà poi essere accettata. Poi è arrivata una seconda comunicazione della Commissione Ue che specifica la definizione di «causa di forza maggiore» e come può essere utilizzata. Informazioni che sono pubblicate sul sito dell’Agenzia nazionale Indire.
Insomma, l’argomento è all’ordine del giorno, ma le indicazioni fornite sono ancora poche. Se ne discute in queste ore tra ministero della Ricerca, Farnesina e Commissione europea ma non c’è ancora un quadro chiaro. «Ci sarà una decisione a breve», fa sapere il ministro della Università e della Ricerca Gaetano Manfredi.
I nodi da sciogliere
Quel che è certo è che si dovrà dare risposte a diverse esigenze: con quali voli tornare dall’estero in Italia? Come far proseguire l’anno accademico in corso? Adottare un criterio automatico per il recupero delle spese sostenute e soprattutto dell’intero importo delle borse di studio assegnate.
Edscuola
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Erasmus+, stop alla mobilità in entrata e in uscita dall’Italia
L’emergenza Coronavirus blocca Erasmus+. In una nuova nota inviata alle Agenzie nazionali che gestiscono il programma di scambio la Commissione europea prende atto dalle misure restrittive emanate dal nostro Paese e avverte: non sono consentite nuove mobilità Erasmus in uscita o in entrata in Italia.
La causa di forza maggiore
Tutti i diretti interessati potranno invocare la «clausola di forza maggiore» per modificare i loro piani. Andando oltre le istruzioni già diffuse la nuova circolare illustra come farlo.Ricordando che rientra in questa definizione «qualsiasi situazione o evento imprevedibile ed eccezionale, indipendente dalla volontà delle parti, che impedisca di adempiere a uno o più obblighi nell’ambito della Convenzione, non attribuibile a colpa o negligenza di una di esse, di un subappaltatore, di un ente affiliato o di terzi destinatari di un sostegno finanziario e che risulti inevitabile nonostante la diligenza degli interessati».
A tal proposito l’Ue precisa ancora che non rientrano in questa fattispecie «vertenze di lavoro, scioperi o difficoltà finanziarie, il mancato ricevimento di un servizio, difetti delle attrezzature o dei materiali, ritardi nella loro messa a disposizione, a meno che non siano conseguenza diretta di un pertinente caso di forza maggiore».
La platea interessata
Negli ultimi cinque anni – per restare agli scambi di studenti universitari (che sono solo una parte però del programma Erasmus+) – sono partiti dall’Italia 180.252 studenti. Circa 47mila dei quali nell’ultimo anno accademico . Numeri che fanno del nostro Paese la quarta meta per numero di partenti dopo Francia, Germania e Spagna. Se a questo aggiungiamo che la Penisola è quarta anche per i flussi in ingresso il quadro delle possibili conseguenze legate al diffondersi del Coronavirus appare ancora più nitido.
Le istruzioni per gli atenei
Bastano questi numeri a spiegare perché il tema è così sentito. L’esecutivo di Bruxelles invita le università e le altre istituzioni ad attenersi alle disposizioni nazionali contenute negli ultimi Dpcm del governo italiano adottati per il contenimento del contagio da Covid-19, che non consenteno «viaggi all’estero o in Italia se non per comprovate esigenze di lavoro, situazioni di necessità o motivi di salute».
Finché queste misure saranno in vigore – riassume la Commissione – «non sono consentite nuove mobilità Erasmus in uscita o in entrata nel nostro Paese».
I consigli per gli italiani all’estero
Agli studenti e agli staff italiani attualmente oltreconfine l’Unione europea consiglia di contattare le organizzazioni/enti di invio per informazioni e supporto, nonché l’Agenzia nazionale ai seguenti indirizzi mail: per progetti intra-UE, mobilitahe@indire.it e per progetti extra-Ue, icm@indire.it . Oltre alle informazioni che di volta in volta vengono inserite nella pagina con i consigli per tutti i nostri connazionali all’estero: http://svi.viaggiaresicuri.it/approf...aluteinviaggio .
Le istruzioni per gli stranieri in Italia
Gli studenti e lo staff stranieri attualmente in Italia nell’ambito del programma Erasmus+ che intendono rientrare nel proprio Paese di origine possono farlo come previsto dai Dpcm dell’esecutivo italiano Fermo restando che l’assistenza che può essere fornita da ambasciate e consolati nel paese di permanenza.
Gli annullamenti e le sospensione
Nel ricordare che la clausola di forza maggiore può essere invocata per annullare, rinviare o posticipare l’esperienza all’estero, la Commissione sottolinea che gli scambi relativi al 2019 potranno essere posticipate alla Call 2020, purché: vi sia accordo con l’Istituto partner ospitante tali mobilità; vi sia un atto/decreto interno a firma del rappresentante legale di Istituto che formalizzi tali disposizioni
Interruzione del programma in corso
Un’indicazione in più arriva per chi attualmente è già In Erasmus: se non vuole proseguire può rientrare senza che ciò costituisca interruzione della mobilità; dunque la sovvenzione sarà mantenuta. Interruzione che viene calcolata solo ai fini del periodo massimo di 12 mesi per ciascun ciclo di studio. In caso di annullamento il progetto può essere posticipato assegnando allo stesso partecipante il contributo comunitario relativo alla nuova mobilità (fermo restando per gli studenti il periodo massimo di 12 mesi).
La procedura da seguire
Un ultimo chiarimento riguarda l’iter da seguire per vedersi riconosciuta la «forza maggiore». I moduli da presentare saranno due: uno per la richiesta all’Agenzia nazionale dell’autorizzazione delle cause di forza maggiore e l’altro dei costi già sostenuti che non è stato possibile recuperare tramite le compagnie di viaggio, agenzie di viaggio, assicurazioni e/o altri soggetti delle mobilità o interrotte.
Una decisione in tempi stretti
La richiesta di autorizzazione della causa di forza maggiore dovrà essere inoltrata tramite Pec entro il 20 aprile 2020, per i progetti relativi alla Call del 2018; entro il 29 maggio 2020, per quelli del 2019. Sperando, per allora, di esserci lasciati l’emergenza alle spalle.
Edscuola
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Erasmus plus, come partecipare ai progetti
Anche i programmi di Erasmus+ sono stati inevitabilmente travolti dall’emergenza Coronavirus.
La scadenza inizialmente fissata per i partenariati strategici nel settore Istruzione, 24 marzo, è stata posticipata al 23 aprile.
In proposito, a metà marzo, la Commissione europea ha inviato una nota ai Direttori delle Agenzie Nazionali in merito all’attuazione del Programma Erasmus+ e Corpo europeo di solidarietà in risposta ai numerosi quesiti ricevuti da tutte le Agenzie nazionali.
Gli aspetti di principale interesse attengono a questioni pratiche relative all’applicazione della clausola di forza maggiore, ai costi sostenuti e alla possibilità di estendere la durata della sovvenzione.
Innanzitutto, con situazione di forza maggiore si intende “qualsiasi situazione o evento imprevedibile ed eccezionale, indipendente dalla volontà delle parti, che impedisca di adempiere a uno o più obblighi nell’ambito della Convenzione, non attribuibile a colpa o negligenza di una di esse, di un subappaltatore, di un ente affiliato o di terzi destinatari di un sostegno finanziario e che risulti inevitabile nonostante la diligenza degli interessati. Non si possono far valere come casi di forza maggiore: vertenze di lavoro, scioperi o difficoltà finanziarie, il mancato ricevimento di un servizio, difetti delle attrezzature o dei materiali, ritardi nella loro messa a disposizione, a meno che non siano conseguenza diretta di un pertinente caso di forza maggiore“.
È compito delle singole Agenzie Nazionali valutare le situazioni in cui il beneficiario è nell’incapacità di adempiere ai propri obblighi ai sensi della convenzione.
Con riferimento ai costi sostenuti, le Agenzie Nazionali possono accettare costi aggiuntivi di natura straordinaria non previsti nel budget di progetto iniziale, ovviamente se debitamente giustificati e rendicontati sulla base di costi reali. Sarà necessaria a tal fine una dichiarazione firmata attestante che i costi non possono essere recuperati in altri modi.
Non potrà comunque, in nessun caso, essere previsto un aumento del finanziamento totale concesso.
Infine, in merito alla eventuale estensione della durata del progetto, le AgenzieN possono decidere di autorizzare i beneficiari a prorogare la durata dei loro progetti per consentire il rinvio delle attività fino a un massimo di 12 mesi per progetto. Non è comunque possibile superare la durata massima di 36 mesi totali.
Come partecipare alle opportunità offerte da Erasmus plus?
Nei primi giorni di novembre 2019 la Commissione europea ha pubblicato l’Invito a presentare proposte per il Programma Erasmus+ per il 2020, ultimo anno dell’attuale programma, e la Guida per la presentazione delle candidature.
Per partecipare alle azioni Erasmus+ la candidatura deve essere trasmessa attraverso webform, moduli elettronici da compilare esclusivamente online.
In particolare, per quanto riguarda le scuole, sono disponibili i moduli:
- KA101 – MOBILITA’ DELLO STAFF DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI
- WebFormvalido per la candidatura 2020 (azione già scaduta a febbraio)
- KA201 – PARTENARIATI STRATEGICI ISTRUZIONE SCOLASTICA
- WebForm valido per la candidatura 2020
- Documenti da allegare alla candidatura : mandato e dichiarazione d’onore
- KA229 – PARTENARIATI PER LO SCAMBIO TRA SCUOLE
- WebForm valido per la candidatura 2020
- Documenti da allegare alla candidatura: solo la Dichiarazione d’onore
Per accedere al modulo di candidatura è necessario avere un account EU-LOGIN
Per tutte le azioni gestite dalle Agenzie nazionali è necessario inserire nel modulo di candidatura il codice OID (organisation Identity), il codice unico valido per tutte le candidature Erasmusplus, che si ottiene registrando l’organizzazione nella PIATTAFORMA ORS.
Tecnica della scuola
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Erasmus+ non si ferma
Coronavirus: nonostante il lockdown, Erasmus+ non si ferma
Ad aprile 2020, aumento del 60% dei progetti rispetto al 2019 nel settore scuola
Firenze, 27 aprile 2020 – Il Programma Erasmus+ non si ferma e, nonostante l’emergenza sanitaria, si adatta al momento storico attuale e va avanti, anche grazie agli strumenti digitali per la cooperazione europea a distanza. Ora che la mobilità delle persone è molto limitata, Erasmus+ attinge ai risultati ottenuti in oltre 30 anni di vita per esplorare nuove strade e fare rete tra tutti i soggetti coinvolti. Sono moltissime le iniziative messe in atto nelle scuole, nelle università e nei centri per l’educazione degli adulti: dalla mobilità virtuale agli incontri di progetto in remoto, sino alla formazione online per docenti e personale della scuola. Un dato rilevante proviene dall’ultima scadenza per la presentazione dei progetti nel settore scuola, dove si evidenzia un aumento del 60% delle domande pervenute rispetto allo scorso anno.
“Il dato che emerge dall’ultima Call nel settore Scuola è inaspettato. Nonostante le difficoltà nella gestione dovute all’emergenza, sono molti gli istituti scolastici che hanno avuto voluto presentare la candidatura. Questo perché c’è voglia di guardare avanti. Le relazioni sono costruite grazie ai progetti, alle esperienze di mobilità già vissute e ai partenariati Erasmus+. La capacità di creare network, lo scambio di buone pratiche, la solidarietà e lo sguardo aperto su un contesto ampio varcano i confini per continuare a promuovere il senso di appartenenza all’Europa” dichiara Sara Pagliai, coordinatrice dell’Agenzia Erasmus+ Indire.
In questo ambito, anche le due community europee Erasmus+, eTwinning per la scuola ed Epale per l’apprendimento degli adulti, rappresentano strumenti importantissimi del Programma che svolgono un ruolo rilevante a supporto della cooperazione e nella condivisione di buone pratiche, materiali per la didattica e riflessioni. Grazie alla loro funzione e alle risorse che offrono, nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli utenti registrati: +2.300 (oltre il 300% in più rispetto al 2019) insegnanti italiani registrati alla piattaforma elettronica eTwinning dall’inizio del lockdown e oltre 500 i nuovi iscritti alla piattaforma Epale.
Edscuola
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Erasmus+ 2020: aumentano le candidature per i progetti di cooperazione
L’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire registra una notevole crescita delle candidature per progetti di cooperazione negli ambiti Scuola, Università ed Educazione degli adulti. «I dati – dichiara Flaminio Galli, direttore generale dell’Agenzia Erasmus+ Indire – evidenziano l’interesse ad andare avanti nella cooperazione e il valore aggiunto di lavorare insieme in ambito europeo. Nonostante l’emergenza sanitaria, il lockdown e i limiti alle mobilità, c’è voglia di guardare avanti, progettare, lavorare sul futuro, proiettarsi e trovare nuove strategie. Forte l’esigenza di creare network, avviare scambi di buone pratiche e condividere risorse educative su un contesto ampio che varca i confini nazionali per continuare a promuovere il senso di appartenenza all’Europa. Erasmus+ è riuscito in questi anni a creare comunità di insegnanti, educatori, discenti, giovani, bambini, cittadini che condividono i valori di una casa comune. Resta un programma importantissimo per migliorare la qualità dell’educazione, l’inclusione, la solidarietà, le competenze, le opportunità per i giovani. Un investimento imprescindibile per il futuro».
Scuola
I Partenariati per lo scambio tra scuole permettono agli istituti scolastici di ogni ordine e grado di collaborare con altri istituti scolastici europei in un progetto, su una tematica di interesse comune e di organizzare scambi e mobilità europea di alunni, insegnanti e staff. Quest’anno le candidature per quest’azione hanno raggiunto quota 401, registrando un + 64% rispetto al 2019. Tra le regioni più attive si segnalano la Sicilia, la Campania e il Lazio.
Crescono anche le domande per i partenariati strategici per l’innovazione e per lo scambio di buone pratiche: l’Agenzia Erasmus+ Indire ha ricevuto 198 candidature, con un aumento del 22,9% rispetto al 2019. Questa azione offre l’opportunità alle istituzioni attive in vari settori dell’istruzione, scuole, università, imprese, enti pubblici, organizzazioni della società civile, ONG, ecc. di cooperare al fine di attuare e trasferire pratiche innovative a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. Le regioni che hanno inviato il maggior numero di progetti sono, nell’ordine: Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana.
Risultati positivi arrivano anche dalla community europea eTwinning per gli insegnanti e il mondo della scuola. La piattaforma elettronica del Programma Erasmus+ negli ultimi due mesi ha avuto un ruolo cruciale a supporto della didattica a distanza in contesti europei, per la condivisione di buone pratiche, risorse didattiche e riflessioni dei docenti coinvolti.
Nell’ultimo bimestre si è verificata una forte crescita nel numero di utenti registrati: a marzo 2.300 insegnanti italiani (oltre il 300% in più rispetto a marzo 2019) si sono registrati alla community, mentre in aprile le iscrizioni sono ancora aumentate del 350% rispetto allo scorso anno, con 1.000 nuovi docenti iscritti alla piattaforma. Fra le regioni più attive: Campania, Lombardia e Sicilia.
Università
Nonostante le difficoltà dovute all’emergenza, sono molti gli Istituti di istruzione superiore (Università, Afam e Its) che hanno presentato una candidatura alla scadenza del 23 aprile scorso per partenariati di cooperazione nell’ambito Istruzione superiore. Si registra un aumento delle domande del 29% rispetto al 2019. Si tratta di progetti di cooperazione strutturata e di lunga durata tra Istituti di istruzione superiore e altre organizzazioni, pubbliche o private, attive nei settori dell’istruzione universitaria, che mirano a sostenere lo sviluppo, il trasferimento e o l’attuazione di pratiche innovative a livello organizzativo e istituzionale, locale, regionale, nazionale ed europeo.
Educazione degli adulti
Il settore dell’Educazione degli adulti è presente all’interno della cooperazione europea Erasmus+ con i partenariati strategici per l’innovazione e per lo scambio di buone pratiche. Anche quest’ambito registra un forte aumento delle domande di progetti dedicati all’apprendimento per gli adulti: 257 candidature e un incremento del 58,6% rispetto al
2019.
Tra i temi proposti dai centri e dalle organizzazioni impegnate nell’adult learning, emergono il miglioramento delle competenze digitali, l’attivazione di nuovi percorsi di apprendimento e la condivisione di pratiche e risorse innovative. Le regioni più attive sono, nell’ordine: Sicilia, Lazio ed Emilia-Romagna.
Un ulteriore supporto arriva anche dalla piattaforma elettronica Epale – European Platform for Adult Learning che è parte integrante del Programma Erasmus+ e da anni è il punto di incontro europeo per i professionisti che operano nel mondo dell’educazione degli adulti. Dall’inizio del 2020 la piattaforma ha registrato oltre 500 nuovi iscritti italiani.
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