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Formazione coatta dei prof, i sindacati uniti dicono no
Perché legata ai risultati degli alunni
Fuoco di sbarramento sindacale contro la formazione coatta dei professori degli alunni che vanno male. É un coro quello delle dichiarazioni dei leader sindacali che criticano duramente la previsione contenuta nell’articolo 10 del decreto legge 104/2013. La notizia della formazione coatta, a cui saranno assoggettati i docenti delle scuole in cui i risultati dei test di valutazione siano stati meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo, è stata anticipata da Italia Oggi martedì scorso (si veda l’articolo:«Alunno asino, il prof va a ripetizione»). Secca la reazione di Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola: «Non sta né in cielo né in terra che si possa scaricare sugli insegnanti ogni colpa per risultati scolastici insoddisfacenti, quando è fin troppo evidente che il peso determinante è delle condizioni di contesto. Chi spende il suo lavoro nelle aree di più acuta emergenza sociale non merita di essere fatto oggetto di banalizzazioni di questa portata».
«Una formazione decisa per decreto», ha commentato Massimo Di Menna, leader della Uil scuola, «significa modificare, per legge, il contratto di lavoro che già prevede uno spazio orario che può essere dedicato all’aggiornamento. E poi per quante ore? 20, 40, 200. Chi decide? In ogni caso, ricordiamo al Governo che decidere in materia di lavoro per decreto, e non per contratto, non porta lontano. E poi», continua Di Menna, «legare la formazione agli esiti delle prove Invalsi significa non tenere in nessuna considerazione il lavoro della scuola e degli insegnanti che va letto dai livelli di ingresso a quelli di uscita».
Bocciatura senza appello anche da parte della Gilda:« Assolutamente sbagliato e ingiusto gettare la croce solo sulle spalle dei docenti se il rendimento degli alunni ai test Invalsi è scarso, perché bisogna tenere conto anche di altri fattori, tra cui il contesto socio-ambientale in cui sono inserite alcune scuole», dice Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che annuncia: «Percorreremo tutte le strade possibili affinché questo ingiusto articolo del decreto legge venga emendato in sede di conversione in legge del decreto. L’aggiornamento dei docenti non può essere trasformato in un obbligo attraverso un decreto». Preoccupante, per la Flc-Cgil guidata da Mimmo Pantaleo, la tendenza del governo «a invadere per via legislativa materie contrattuali, come è il caso della formazione dei docenti. Una delle modifiche necessarie da fare in parlamento è cancellare la norma».
Eduscuola
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“Concorsone”, ma non doveva far assumere giovani docenti?
Due vincitori su tre erano già nelle GaE e più della metà over 35. Flc-Cgil: selezione che non serviva e il fatto che 70% dei vincitori fosse già abilitato significa che pure tra i precari vige il ‘merito’. Anief: autogol del Miur, che ha precluso l’accesso ai laureati degli ultimi 10 anni. Il sindacato di Pacifico punta poi l’indice sulla nuova norma che esclude i non abilitati dalle graduatorie d’istituto: c’è il rischio di assumere con discrezionalità. Ha prodotto più polemiche che apprezzamenti l’“operazione trasparenza” sul concorso a cattedra svolto bandito dal Miur dopo 14 anni. Le informazioni pubblicate da viale Trastevere, in particolare la tabella dei vincitori – divisi per età, sesso, presenza o meno nelle GaE – hanno messo in evidenza un dato inequivocabile: i due terzi di chi ha preso o prenderà il ruolo nel prossimo biennio è in realtà un precario della scuola.
Certo, si tratta di dati ancora parziali relativi a circa il 70% dei posti a concorso (8.303 su 11.542), perché in alcune Regioni le procedure devono ancora concludersi. Ma già la tendenza è tracciata. Tanto che la Flc-Cgil sostiene che dai dati ministeriali si può già “ricavare una fotografia dei vincitori che smentisce tutte le motivazioni che erano state addotte a giustificazione di tanta urgenza”. Prima tra tutte quella che “non è stato un concorso per giovani, né un concorso che ha premiato un merito diverso da quello dei docenti che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole. Il dato più eclatante – continua il sindacato Confederale – è che il 70% dei vincitori è già incluso in graduatoria ad esaurimento a dimostrazione che non si tratta di docenti privi di ‘merito’”.
La Flc-Cgil coglie quindi l’occasione per ribadire che “il tema del precariato della scuola pubblica venga risolto da un piano straordinario di stabilizzazioni che dia prospettive occupazionali a quanti vi stanno spendendo la loro preparazione e la loro professionalità. I docenti precari iscritti nelle GAE, i vincitori dei Concorsi e dei TFA, gli aspiranti ai PAS hanno bisogno di certezze, non di continui ricorsi per reclamare il diritto al lavoro”, conclude l’organizzazione guidata da Mimmo Pantaleo.
C’è poi un altro dato su cui riflettere. Quello relativo all’età dei vincitori: oltre il 50% ha più di 35 anni (come coloro che sono inclusi nelle graduatorie). “Ma il Ministero dell’Istruzione non può prendersela che con se stesso, visto che nel bando di concorso, atteso da 13 anni, ha escluso dalle prove tutti coloro che si sono laureati dopo il 2002”, ha tuonato l’Anief. Che parla anche di vero “autogol del Ministero”.
“Con la preclusione a tutti i laureati negli ultimi dieci anni – ha detto il suo presidente, Marcello Pacifico- il Miur ha creato i presupposti per aggravare, anziché alleggerire, l’età media dei docenti italiani. Che, è bene ricordare, è già la più alta al mondo. Il nostro sindacato aveva denunciato da tempo questa situazione paradossale. Tra l’altro aggravata dalla ‘fuga’ dei commissari, a seguito del pericolo di lavorare in estate nei giorni di ferie e dei compensi irrisori loro destinati dall’amministrazione”.
Sempre l’Anief, nei giorni scorsi ha “bacchettato” il Miur per una novità sul regolamento di inclusione degli aspiranti docenti nelle graduatorie d’istituto. “Nel silenzio più assoluto – ha scritto il sindacato autonomo – il Miur modifica l’accesso alle graduatorie d’istituto introducendo una restrizione storica: attraverso il regolamento ministeriale (data 4 luglio 2013 n.d.r.) recante modifiche al decreto n. 249 del 10 settembre 2010, il Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha stabilito che d’ora in poi per essere inseriti nelle graduatorie delle 8.047 scuole italiane servirà obbligatoriamente l’abilitazione conseguita attraverso i Percorsi abilitanti speciali (PAS) o i Tirocini formativi abilitanti (TFA)”.
Con questa discutibilissima scelta – sostiene Pacifico – il Miur ha sovvertito una prassi avviata da 15 anni: permettere a tutti i laureati o a coloro che sono in possesso di un titolo di studio utile all’insegnamento di formulare la propria candidatura direttamente alle scuole. Ed essere inseriti in graduatoria, sulla base del voto conseguito, di altri eventuali titoli conseguiti e di supplenze già svolte”. “Il timore – conclude Pacifico – è che in assenza di una graduatoria, d’ora in poi i dirigenti scolastici possano scegliere i docenti sulla base di metodi discrezionali e non più obiettivi. L’unica buona notizia è che, in questa fase transitoria, – conclude il sindacalista Anief-Confedir – tutti coloro che oggi sono già inseriti nelle graduatorie d’istituto non saranno esclusi”.
Tecnica della scuola
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Scuola, caos concorsone: l’11 marzo si pronuncia il Consiglio di Stato
Quello dell’Istruzione sembra un ministero senza guida. Sul reclutamento degli insegnanti il Miur procede all’impronta, in attesa che il prossimo Consiglio di Stato ribalti l’ultima, improvvida e probabilmente illegittima decisione. Venerdì scorso alcune centinaia di vincitori di concorso sono venuti a ricordare sotto le finestre romane del neoministro Stefania Giannini che loro, appunto, hanno vinto un concorso lungo un anno (test selettivo, poi scritto, poi la prova d’insegnamento), eppure non entrano in classe. I manifestanti rappresentano 17 mila idonei alla professione che non possono insegnare. Selezionati e poi lasciati a casa. Le loro conoscenze sono state accertate (inutilmente) da commissioni di Stato.
Stiamo parlando del famoso concorsone dei trecentomila voluto dall’ex ministro Francesco Profumo, il bando pubblico tornato in vita dopo 13 anni, il 24 settembre 2012: aveva selezionato una classe insegnante mediamente più giovane. Quel concorso non è stato solo importante e affollato, ma ha assunto un valore simbolico, quello di uno Stato che si riappropria della selezione dei suoi docenti. In dirittura d’arrivo lo Stato si è però rimangiato le sue intenzioni e i suoi risultati.
Nelle discipline senza più candidati l’amministrazione vuole assumere i vincitori dei vecchi concorsi a cattedra (l’ultimo è del 1999): in molti casi svolgono altri lavori e non sono più interessati all’insegnamento. Nelle discipline senza candidati i vincitori di concorso non sono stati neppure inseriti nelle cosiddette graduatorie a scorrimento, e questo nega la legge che ha sotteso il bando: metà dei posti saranno riservati, appunto, ai vincitori del concorso, metà attraverso le graduatorie. Niente, il ministero ha deciso di cambiare ancora una volta le regole del gioco, a gara in corso. Di più, con i concorrenti sul traguardo. Il prossimo appuntamento è per l’11 marzo, quando si esprimerà il Consiglio di Stato.
Il caos reclutamento nella scuola e nelle università quindi continua senza che si intraveda una soluzione. Per gli iscritti alle graduatorie, che ad aprile saranno aggiornate, l’amministrazione ha lasciato fuori i 13 mila abilitati tramite Tirocinio formativo e stessa sorte è prevista, come sostiene il sindacato Anief, per i 70 mila abilitati tramite i percorsi speciali (Pas). Alcune settimane fa, altro esempio, il Miur ha ratificato le 4.447 assunzioni di insegnanti di sostegno penalizzando i vincitori del concorso a cattedra: nella scelta dei docenti da immettere in ruolo il ministero ha riesumato i vincitori delle vecchie graduatorie.
Edscuola
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Giannini sul concorso docenti: parla di "idonei", ma a chi si riferisce?
Intervista al Ministro durante un momento di relax, a commento della centralità dell'istruzione nel Governo Renzi. Giannini accenna al problema "degli idonei al concorso, che non sono stati ancora assunti ". Ma chi sono per il Ministro gli "idonei"?
Il concorso indetto con DDG n. 82 del 24 settembre 2012 ha determinato 11.842 vincitori, da assumere nei due anni scolastici 2013/14 e 2014/15.
In alcune regioni il concorso però non è stato concluso in tempo per le immissioni in ruolo 2013/14, così le nomine in ruolo dalle nuove graduatorie sono state rinviate al prossimo anno scolastico, in altre regioni, pur essendo pronti gli elenchi, non c'erano più i posti preventivati dal Ministero Profumo, e dunque la previsione di assorbimento dei vincitori nei due anni scolastici perde di valore.
Il rischio, per i vincitori che hanno maturato un diritto, è che esso possa essere spazzato via dall'indizione di un nuovo concorso, o di altre modalità di reclutamento ("scuole scelgano propri insegnanti) già annunciate dal Ministro ai giornali.
L'ex Ministro Carrrozza aveva - solo a parole - dilatato la durata della graduatoria a 3 anni, per placare gli animi dei vincitori in attesa di nomina. E il nuovo Ministro sembra essere a conoscenza del problema, se parla di "idonei ancora non assunti".
Difficile pensare che il discorso della Giannini, soprattutto per il contesto in cui si trovava, possa essere riferito a chi è "idoneo" per aver superato tutte le prove del concorso, ma non risulta nel numero dei vincitori. Si tratta di docenti - loro si definiscono invisibili - per i quali il concorso potrebbe trasformarsi in nulla di fatto. Il concorso infatti conferisce l'abilitazione (a chi non ne fosse in possesso) solo al momento della nomina a tempo indeterminato, non rilascia idoneità, ma solo l'iscrizione all'elenco, che il Ministero finora ha utilizzato per il conferimento di nomine a tempo indeterminato solo fino al raggiungimento dei posti messi a concorso.
Orizzontescuola
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Concorso a cattedra. Il TAR deciderà se scorrere le graduatorie oltre il numero dei posti a bando. Speranza per gli idonei
Il sindacato Anief comunica che il Consiglio di Stato ha disposto la trattazione urgente del merito del ricorso relativo allo scorrimento delle graduatorie del concorso docenti oltre il numero dei posti messi a bando. L'urgenza è determinata dal fatto che in questi giorni si stanno svolgendo le immisisoni in ruolo aggiuntive su sostegno da graduatorie del 1999, e non dagli idonei del 2012.
Anief - Annullate le ordinanze del TAR e ordinata la trattazione urgente del merito, visto che il MIUR ha disposto con nota del 6 febbraio scorso che le prossime 4.447 immissioni in ruolo su sostegno per il 50% dei posti previsti dalla legge sono da assegnare agli idonei presenti nelle vecchie graduatorie del concorso del 1999, cancellate ad agosto, e non agli idonei dell’ultimo concorso 2012. Il sindacato ricorda che è sempre possibile ricorrere al Tar Lazio entro 60 giorni dalla pubblicazione della nuova graduatoria di merito o 120 giorni al Presidente della Repubblica.
Gli avvocati Sergio Galleano e Giovanni Rinaldi ottengono, con le ordinanze 1080/2014 e 1081/2014, l’annullamento delle ordinanze negative di primo grado 5036/2013 e 5042/2013, relative ai ricorsi nn. 11146/13 e 11148/13, e il rinvio al TAR perché decida al più presto nel merito sulla delicata questione, che potrebbe fin da quest’anno scolastico compromettere la nomina dei prossimi insegnanti di sostegno autorizzata ai sensi della legge 128/2013.
I giudici di primo grado, con diverse sentenzi brevi e alcune ordinanze cautelari, avevano ritenuto nel 2013 che il tema dovesse essere trattato dal tribunale del lavoro; ma adesso la giurisdizione, dopo l’intervento del Consiglio di Stato, ritorna a loro insieme all’onere di legittimare o censurare l’operato dell’amministrazione.
“Il Ministro Profumo – commenta Marcello Pacifico, Presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – contro la legge (D.Lgs. 297/94) che prevede espressamente come le graduatorie di merito degli idonei valgano per tre anni e comunque fino a concorso successivo, nel bandire l’ultimo concorso a cattedra (D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012) aveva previsto la compilazione delle graduatorie di merito soltanto per l’individuazione dei vincitori in base ai posti autorizzati, lasciando per strada più di 17.000 idonei alla professione insegnante che avevano superato la valutazione positiva delle commissioni”.
Il sindacato ricorda che è ancora possibile ricorrere. Qualora le graduatorie definitive siano state pubblicate dall’Ufficio Scolastico Regionale di proprio interesse da meno di 60 giorni, è ancora possibile aderire al ricorso al TAR del Lazio scrivendo a concorsoacattedra@anief.net per ricevere le relative istruzioni. Nel caso in cui, invece, le graduatorie definitive siano state pubblicate da più di 60 giorni ma meno di 120, è invece possibile aderire al ricorso straordinario al Presidente della Repubblica inviando una mail a idonei.pdr@anief.net.
Estratto dalle ordinanze:
“Ritenuto che la questione sottoposta a giudizio richieda l’approfondimento proprio della fase di merito, anche con riferimento al profilo pregiudiziale di giurisdizione, riferibile non alle modalità di scorrimento della graduatoria di cui trattasi, ma alla determinazione auto-organizzativa dell’Amministrazione di dare corso, o meno, a detto scorrimento (cfr. anche per il principio, in una diversa fattispecie, Cass. SS.UU. civ., n. 4648/10 del 26.2.2010);
ritenuto pertanto che sussistano i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare, ai soli fini della trattazione della causa nel merito, con compensazione, nella presente fase, delle spese giudiziali, tenuto conto delle peculiari finalità perseguite dagli appellanti”.
Orizzontescuola
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Concorso scuola 2016, bando per 63mila entro 1 dicembre. Ce la farà uno su 4
Ci saranno 6.800 assunzioni nella scuola dell’infanzia, 15.900 nella primaria, 13.800 nella secondaria e 16.300 nelle superiori. Per i docenti esclusi dal piano straordinario è l’unica occasione fino al 2019 per abbandonare la precarietà
Saranno 63.700 i posti del prossimo Concorsone della scuola, ormai imminente. La Legge 107 (la cosiddetta “Buona scuola”) fissa al primo dicembre il termine ultimo della pubblicazione del bando. Manca poco e le cifre sono già ufficiali, anticipate parzialmente dai media e confermate dal sottosegretario Davide Faraone su Facebook. Così, in attesa di conoscere ulteriori dettagli (come punteggi dei titoli e contenuto delle prove), è possibile tirare le prime somme sul totale delle assunzioni nel mondo della scuola: circa 180mila nei prossimi tre anni, tra il piano straordinario della riforma (80-90 mila) arrivato ora alla fase C, il concorso (63mila) e le immissioni in ruolo residuali dalle Graduatorie ad esaurimento (30mila circa).
Fatta eccezione per i docenti che ancora sono rimasti nelle Gae (come quelli dell’infanzia, “congelati” per la riforma del ciclo 0-6) e che verranno assorbiti con il turnover, dopo lo svuotamento il concorso diventerà effettivamente l’unico canale di accesso alla professione. C’è già anche la suddivisione dei posti che verranno messi a bando: 6.800 per la scuola dell’infanzia, 15.900 per la primaria (le elementari), 13.800 per la secondaria di primo grado (le medie) e 16.300 per la secondaria di secondo grado (le superiori). Questo dal punto di vista quantitativo. Ora i prof di tutta Italia sono in fibrillazione per conoscere la ripartizione in base alle classi di concorso. A riguardo il ministro Stefania Giannini ha fornito alcune indicazioni: “Il concorso sarà in particolare un’occasione per recuperare insegnanti nelle discipline in cui storicamente mancano, come matematica e le materie scientifiche”. Nulla di nuovo sotto il sole. Ma, ha aggiunto, “tra le materie più gettonate ci saranno anche lingue e italiano”.
Resta da capire contenuto e modalità delle prove di concorso. Sicuramente riservato ai soli abilitati, ma questo non è una sorpresa. La grande novità (che ilfattoquotidiano.it aveva anticipato già a luglio) è che potrebbe non esserci più la prova preselettiva (se per tutti i gradi o solo alcuni non si sa): via i quiz nozionistici, sia lo scritto che l’orale dovrebbero essere più improntati sulla simulazione di una lezione. E – pur all’interno dello stesso concorso – ci sarà una prova e una graduatoria separata per gli insegnanti di sostegno. Questioni che dovranno essere risolte con i prossimi atti formali del ministero: ordinanza sulle commissioni, decreti ministeriali su prove, titoli e comitati scientifici, infine il bando vero e proprio. Meno di un mese e tutto sarà chiarito: la prima prova dovrebbe essere già in primavera (forse prima) visto che l’obiettivo è portare in cattedra la prima tornata di assunti il prossimo settembre. Per i docenti esclusi dal piano straordinario è una grande occasione, l’unica fino al 2019 per abbandonare la precarietà. Soltanto uno su quattro, però, ce la farà: i candidati dovrebbero essere oltre 200mila.
Edscuola
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Concorso, le nuove classi in pole
bando per 63 mila nuovi docenti pronto per il primo dicembre. Salvi i precari delle Gae. L’ok parlamentare al regolamento atteso entro il 20/11
Sandro Cardi e Antimo di Geronimo
Altro che defunte. Il prossimo concorso per immettere in ruolo circa 63 mila nuovi docenti farà riferimento alle nuove classi di concorso, e non più alle vecchie come invece fino a pochi giorni fa si ventilava ai piani alti del dicastero dell’istruzione. Entro il 20 novembre, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il governo potrebbe acquisire i pareri delle commissioni parlamentari sul nuovo regolamento, che ridisegnerà l’impianto giuridico delle discipline di insegnamento (le cosiddette classi di concorso). Per poi procedere a tappe forzate ad effetturare le integrazioni e correzioni che si riterranno necessarie alla luce dei pareri stessie così poter emanare il bando entro il 1° dicembre prossimo. Che è il termine previsto dal comma 114, dell’articolo 1, della legge 107/2015.
Tra i nodi ancora da sciogliere, quello delle classi di concorso dei licei musicali e coreutici. Che vanno costituite ex novo, perché si tratta di una novità assoluta rispetto al passato. E proprio per risolvere la questione, è stata fissata per domani una riunione al ministero dell’istruzione tra tutti i dirigenti scolastici dei licei musicali e coreutici. Lo schema di regolamento sulle nuove classi di concorso, che ha appena passato il vaglio del Consiglio di stato (sebbene con rilievi) prevede una riduzione, da 168 a circa 100, del numero delle specialità disciplinari tramite l’accorpamento delle classi affini. Ampliando così l’impiego delle singole abilitazioni su più ambiti disciplinari.
Quanto alla nuova tornata di reclutamento, l’amministrazione intende mettere a concorso circa 63.000 posti: 6.800 nella scuola dell’infanzia, 15.900 nella primaria, 13.800 nella secondaria di primo grado e 16.300 nella secondaria di secondo grado. 10.900 posti saranno invece i posti messi a concorso per il sostegno. Da questi posti, però, bisognerà togliere quelli che saranno assegnati con priorità agli aspiranti docenti che hanno presentato la domanda per partecipare al piano straordinario di assunzioni disposto dalla legge 107 e che non riusciranno ad ottenere l’immissione in ruolo nemmeno nella fase C. Resta da vedere in che modo l’amministrazione intenda procedere alla stabilizzazione dei docenti che non troveranno posto nella fase C. La legge 107, infatti, si limita a dire che, qualora non dovessero esserci posti a sufficienza per tutti gli aspiranti, non si dà luogo all’immissione in ruolo.
Pertanto, l’eventuale precedenza nelle assunzioni connesse al nuovo piano di reclutamento, allo stato attuale, risulterebbe priva di copertura legale. Un falla nella quale il contenzioso avrebbe gioco facile ad insinuarsi. Va detto subito che il concorso che sta per essere emanato è funzionale ad un piano di reclutamento che coprirà il triennio 2016/2018. Che comprenderà ulteriori 30mila immissioni in ruolo dirette alla stabilizzazione dei precari, attualmente inseriti nelle graduatorie a esaurimento, che hanno scelto di non partecipare alla fase B e alla fase C del piano straordinario di assunzioni. Ciò vuol dire che, fino a quando le graduatorie non risulteranno esaurite, il reclutamento seguirà il criterio duale previsto dall’articolo 399 del decreto legislativo 297/94: l’assegnazione del 50% dei posti scorrendo le graduatorie del concorso e del restante 50% traendo gli aventi titolo dalle graduatorie a esaurimento. L’intenzione del ministero, infatti, è quella di esaurire completamente le graduatorie provinciali. Dunque, sono stati fugati definitivamente i dubbi sulla sopravvivenza delle graduatorie a esaurimento. Che in prima battuta il governo voleva abolire del tutto. Salvo ritornare sui propri passi in sede di discussione parlamentare sulla legge 107/2015.
Il provvedimento, infatti, cita espressamente l’articolo 399 del testo unico: la norma che prevede il criterio duale di reclutamento a esaurimento. In ciò manifestando l’intenzione del legislatore di mantenere in vita il criterio dell’alternanza fino al completo scorrimento delle graduatorie a esaurimento. Novità sono previste anche per quanto riguarda le prove. Al vaglio dei tecnici del ministero vi sarebbero alcune ipotesi dirette ad eliminare la prova preselettiva per le scuole secondarie. E ad introdurre uno scritto informatizzato e una prova orale basata su una lezione simulata, sulla scorta di quanto già previsto per il concorso del 2012. Per quanto riguarda invece la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, i tecnici di viale Trastevere sarebbero dell’avviso di mantenere la prova preselettiva.
Agli aspiranti docenti di scuola primaria sarà richiesta anche la conoscenza di un livello minimo di inglese. Ai docenti che saranno immessi in ruolo il prossimo anno sarà risparmiato l’assoggettamento al nuovo regime dell’apprendistato triennale previsto dalla legge 107: un percorso per prevede l’assunzione dei vincitori di concorso a tempo determinato per un triennio, a stipendio ridotto e solo per le sostituzioni dei docenti assenti, senza l’assegnazione della cattedra. Al termine del quale è prevista un’ulteriore valutazione da parte del dirigente scolastico, dalla quale discenderà l’assunzione a tempo indeterminato oppure il licenziamento. Le nuove norme, infatti, entreranno in vigore sono dopo l’emanazione del decreto legislativo di attuazione, per il quale il governo ha 18 mesi di tempo dalla data di entrata in vigore della legge 107 (16 luglio 2015).
Edscuola
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Concorso cattedra, ci saranno 11 nuove classi di concorso. Saranno pubblicate dopo il bando
Le nuove classi di concorso saranno legiferate in tempo per il concorso a cattedra che sarà bandito entro il 1 dicembre 2015.
Il provvedimento per la riforma delle classi di concorso si trova, infatti, in Parlamento. Le Commissioni cultura della Camera e del Senato dovranno esprimere un proprio parere sul provvedimento del Governo.
Il parere sarà dato entro il 20 di novembre, come ampiamente anticipato dalla nostra redazione, mentre il provvedimento vero e proprio sarà emanato dopo il bando del concorso a cattedra.
Infatti, secondo le nostre fonti parlamentari, il bando del concorso a cattedra conterrà soltanto il numero diviso per regioni, ordini e gradi di scuola, in un secondo momento ci sarà una integrazione che permetterà di dividere i posti anche per classi di concorso, in base al nuovo regolamento.
L'attuale provvedimento in discussione al Parlamento prevede l'accorpamento di alcune classi di concorso attualmente esistenti nonché ad istituirne di nuove, limitatamente ai nuovi indirizzi di liceo musicale e coreutico.
Ecco le nuove 11 classi di concorso che verranno istituite: A~23 "Lingua italiana per discenti di lingua straniera (alloglotti)"; A-35 "Scienze e tecnologie della calzatura e della moda"; A-36 "Scienze e tecnologia della logistica"; A~53 "Storia della musica"; A-55 "Strumento musicale negli istituti di istruzione secondaria di II grado tl ; A-57
IITecnica della danza classica"; A-58 "Tecnica della danza contemporanea"; A~59 "Tecniche di accompagnamento alla danza"; A-63 'Tecnologie musicali"; A-64 'Teoria, analisi e composizione"; A-65 "Teoria e tecnica della comunicazione"
Si tratta di classi di concorso necessarie vista la recente introduzione dei licei musicali e coreutici, nonché degli indirizzi di Calzature e Moda e Grafica e Comunicazione. Solo nel caso della A-23 "Lingua italiana per discenti di lingua straniera", l'introduzione di una nuova classe di concorso si giustifica non per l'esigenza di adeguamento ai nuovi ordinamenti, bensì alla luce di una presenza sempre più rilevante di alunni alloglotti.
Orizzontescuola
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Concorso docenti 2015: chi potrà partecipare e chi no
Ormai il conto alla rovescia per la pubblicazione del prossimo concorso per titoli ed esami è iniziato.
Si stanno effettuando gli ultimi ritocchi per fare partire una macchina organizzativa pantagruelica, che vedrà partecipare circa 200mila abilitati non di ruolo, per 90mila posti.
La data prevista per la pubblicazione del bando è quella del 1° dicembre 2015.
Chi sarà escluso dalla partecipazione di questo attesissimo concorso?
Non potranno partecipare tutti i docenti che sono già entrati in ruolo, compresi coloro che stanno entrando in ruolo in questi giorni con la fase C. Infatti è chiaramente specificato nel comma 110 della legge 107/2015 che a questo concorso a cattedra non può comunque partecipare il personale docente ed educativo già assunto su posti e cattedre con contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato nelle scuole statali.
Quindi, la condizione necessaria per poter partecipare al suddetto concorso è quella di avere conseguito già un’abilitazione e in caso dei posti di sostegno la specializzazione.
Infatti, sempre nel già citato comma 110 si legge che potranno presentare domanda di partecipazione i candidati in possesso del relativo titolo di abilitazione all’insegnamento e, per i posti di sostegno per la scuola dell’infanzia, per la scuola primaria e per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, i candidati in possesso del relativo titolo di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità. Per il personale educativo continuano ad applicarsi le specifiche disposizioni vigenti per l’accesso alle relative procedure concorsuali.
Cosa accadrà invece per il titolo di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002? Sarà considerato titolo abilitante per la partecipazione al concorso a cattedra per scuola primaria e dell’infanzia? Su questo punto c’è il presagio che non ci sia la volontà politica di riconoscere il titolo come abilitante.
Altra questione che appare controversa è quella degli insegnanti che hanno già maturato 36 mesi di servizio e sono già abilitati, stiamo parlando di coloro che di fatto sono in II fascia d’istituto: saranno chiamati a partecipare al concorso per entrare in ruolo o hanno già raggiunto questo diritto per la sentenza della Corte di Giustizia europea?
A quanto è dato sapere, per loro non si parla di alcuna stabilizzazione per legge e, quindi, appare scontata la loro partecipazione al concorso. L’inclusione o l’esclusione dei diplomati al magistrale entro il 2001/2002 e dei docenti della seconda fascia d’istituto con almeno 36 mesi di servizio, potrà innalzare o abbassare notevolmente il numero dei partecipanti.
Tra le novità di questo concorso a cattedra c’è anche l’eliminazione della contestatissima prova preselettiva per gli aspiranti docenti delle scuole secondarie, possibilità che invece potrebbe restare per l’infanzia e la primaria, soprattutto se parteciperanno anche gli abilitati con il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002.
Tecnica della scuola
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Concorso a cattedra 2016: si pagherà un contributo di partecipazione. A chi andranno i soldi?
Una delle novità del concorso a cattedra 2015/16 previsto dalla legge 107/2015, il cui bando è atteso nelle prossime settimane, è quella di un contributo di partecipazione richiesto ai partecipanti.
Ecco cosa afferma la legge all'art. 1
comma 111. Per la partecipazione ai concorsi pubblici per titoli ed esami di cui all'articolo 400 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come modificato dal comma 113 del presente articolo, e' dovuto un diritto di segreteria il cui ammontare e' stabilito nei relativi bandi.
112. Le somme riscosse ai sensi del comma 111 sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate ai pertinenti capitoli di spesa della missione «Istruzione scolastica» dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, per lo svolgimento della procedura concorsuale.
Pertanto ad oggi sappiamo che ci sarà un tot da pagare, ma non conosciamo l'importo. Sappiamo però che sarà standard, in quanto stabilito nel bando, e dunque indipendente dal numero dei partecipanti.
L'unico riferimento ad oggi utile è la Provincia di Trento, che già in occasione del concorso Profumo 2012 e poi per la procedura concorsuale provinciale del 2015 ha richiesto un contributo di 25 euro a partecipante.
A chi andranno i soldi? In pratica saranno utili per il concorso stesso, e pensiamo ad es. al pagamento di Commissari e Presidenti, che nell'ultimo concorso hanno svolto il loro lavoro quasi gratis, dovendo fare riferimento unicamente alle scarsissime risorse messe a disposizione dal Ministero.
Orizzontescuola