Contro il cyberbullismo tagliano il nastro le linee guida ministeriali
Contro il cyberbullismo tagliano il nastro le linee guida ministeriali
Pronte le linee guida ministeriali contro il cyberbullismo. Le direttive di orientamento destinate a tutte le scuole italiane prevedono una riorganizzazione della governance con il «trasferimento delle funzioni in capo agli osservatori regionali ai centri territoriali di supporto», che diventeranno la “casa” in cui potranno confluire tutte le organizzazioni impegnate nel contrasto del fenomeno. «Non bisogna più lasciare soli ma mettere a sistema gli studenti, le famiglie, la scuola», ha commentato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini presentando ufficialmente il decalogo. «Non è una pillola che cura nell’immediato né una bacchetta magica, ma uno strumento con risorse pari a 2 milioni di euro che permetterà di fare passi avanti».
Colmato un vuoto di indirizzo
Dopo nove anni di elaborazione arriva un corpus rivolto da un lato agli studenti, i quali devono acquisire la consapevolezza di avere davanti a loro «un’autostrada» e che per «usarla con sicurezza e coscienza devono avere una patente». E dall’altro alle famiglie, a cui tocca di « collaborare e non creare un rapporto di ostilità verso la scuola». Dirigenti e insegnanti rappresentano secondo l’ispirazione del Miur i «motori della svolta» e, per questo, «hanno bisogno di una preparazione adeguata visti i temi delicati».
Formazione ad hoc per gli insegnanti
Le scuole saranno inoltre chiamate a realizzare interventi mirati alla prevenzione del bullismo, offrire lezioni di web sicuro all’interno di specifici moduli didattici da inserire nel piano dell’offerta formativa e aggiornare il regolamento scolastico con una sezione dedicata all’uso di smartphone e computer. Prevista anche la formazione degli insegnanti sia sul piano psico-pedagogico sia sulle nuove tecnologie. «In questo momento la politica italiana sta andando a una velocità paragonabile a quella della rete – ha concluso Giannini – da domani c’è un ddl in discussione in Parlamento che è la cornice politica e culturale in cui si inserisce» il contrasto al bullismo.
In aumento le segnalazioni a Telefono Azzurro
Il 14% delle richieste d’aiuto trattate da Telefono Azzurro nel biennio 2013-2014 riguarda casi di bullismo, con un trend in crescita di oltre il 5% rispetto al periodo precedente. Questo il dato diffuso oggi dall’associazione, in prima linea per i casi di violenza sui minori e di bambini scomparsi. Contro il fenomeno del bullismo – che secondo Telefono Azzurro in tutte le sue forme colpisce il 35% dei ragazzi nelle scuole italiane – l’associazione promuove proprio in questi giorni la Campagna “Fiori d’Azzurro” e sabato 18 e domenica 19 aprile sarà presente in 2.300 piazze italiane per rompere il silenzio che circonda le vittime e supportare le attività della sua helpline.
Edscuola
Scuola, “servizi sociali” per i bulli: preside impone volontariato in casa di riposo
Scuola, “servizi sociali” per i bulli: preside impone volontariato in casa di riposo
Un’intera classe di 25 studenti di Conegliano, in provincia di Treviso, deve assistere gli anziani quattro ore al giorno, per una settimana, dopo avere sbeffeggiato gli insegnanti. Una decisione del dirigente scolastico condivisa coi genitori dei ragazzi
Altro che la nota o la sospensione. Venticinque studenti della scuola enologica “Cerletti” di Conegliano, in provincia di Treviso, da stamattina “pagheranno” il loro atteggiamento da bulli, facendo volontariato agli anziani a Casa Fenzi.
La dirigente della scuola, Damiana Tervilli, in accordo con i genitori ha scelto come “punizione” questo singolare provvedimento che suona come una sorta di affidamento ai servizi sociali. Una “lezione” decisa per tutti i venticinque studenti della seconda classe dell’istituto, colpevoli di aver sbeffeggiato, quasi al limite dello sberleffo, i loro insegnanti. Nella maggior parte dei casi sarebbe scattata una nota, un colloquio con i genitori oppure un provvedimento di sospensione che avrebbe costretto i ragazzi a restare a casa da scuola. Nulla di tutto ciò.
La preside ha scelto un’altra strada, la più educativa: passare quattro ore al giorno, per una settimana, a turno, in una casa di riposo. Nulla di imposto ma tutto condiviso con i genitori dei ragazzi, sia di coloro che sono ritenuti responsabili degli atti di bullismo sia di quelli che non hanno fatto nulla per impedire che i compagni più arroganti avessero atteggiamenti non consoni al clima scolastico. Come Silvio Berlusconi, anche i ragazzi del “Cerletti” dovranno stare accanto agli anziani, assisterli, per imparare da chi soffre.
Il progetto per i ragazzi è stato concordato con i vertici di Casa Fenzi e con gli operatori che accompagneranno i ragazzi in questa esperienza. “Abbiamo firmato una convenzione con la scuola che ci permette di essere a servizio del territorio – spiega il direttore della casa di riposo, Giovanni Sallemi – E’ il segno che facciamo parte di una comunità. I venticinque ragazzi vengono a turni a Casa Fenzi, svolgono le stesse ore che avrebbero fatto a scuola e si occupano della pulizia, dell’ordinarietà, di stare con gli anziani, di accompagnare chi non deambula. E’ un’esperienza che permette loro di capire meglio la vita”.
I futuri enologi per una parte della mattinata si occuperanno di assistere le persone non autosufficienti nelle loro attività quotidiane svolgendo servizi che possono essere compatibili alla loro età. Per il resto della mattinata, invece, metteranno a frutto quanto hanno imparato in classe: si siederanno al tavolo con i nonni e insegneranno loro a coltivare l’orto. Una sorta di “scambio” culturale visto che gli ospiti di Casa Fenzi potranno dare consigli e suggerimenti ai più giovani in base alla loro esperienza lavorativa. Infine, nell’ultima parte della giornata, gli studenti saranno invitati a fare un momento di riflessione, per fermarsi a pensare su quanto vissuto anche attraverso un questionario preparato dalla scuola. Gli insegnanti dei giovani non parlano di punizione ma di formazione e così è stata intesa anche dai parenti dei ragazzi.
E proprio oggi nel corso del convegno organizzato dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, in collaborazione con il Miur, il ministro ha presentato le “Nuove Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e cyberbullismo” e il lancio della seconda fase del Safer Internet Centre per l’Italia, coordinato dal Miur nell’ambito del programma della Commissione Europea “Better and Safer Internet for Kids” (e realizzato in collaborazione con Polizia di Stato, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Università di Firenze, Università di Roma “La Sapienza”, “Save the Children”, “Telefono Azzurro”, “Edi onlus,” “Movimento Difesa del Cittadino”, Skuola.net, con il supporto di un advisory board allargato alla partecipazione delle Autorità garanti per la protezione dei dati personali e per la comunicazione, dei social network e delle principali aziende di Ict e telefonia mobile). Un incontro durante il quale è stata illustrata anche la proposta di legge sulla tutela dei minori e per la prevenzione e il contrasto al fenomeno del cyberbullismo promossa dalla Commissione per i diritti umani del Senato.
Edscuola
L’altra faccia di Whatsapp: riceve minacce dai compagni, vuole lasciare la scuola
L’altra faccia di Whatsapp: riceve minacce dai compagni, vuole lasciare la scuola
Dai bulli della classe di 12enni anche insulti e furti di merende. La famiglia, che ha scoperto tutto, non ha esitato a rivolgersi al Provveditorato. In arrivo sanzioni disciplinari. Ma dall’episodio arriva anche l’ennesimo messaggio a tutti i genitori: sorvegliate i vostri figli che comunicano on line.
Le nuove tecnologie sono strumenti utili ma anche invasivi, a volte pericolosi. Lo sanno bene i genitori di un alunno 12enne che nel padovano riceve dai compagni di classe, su Whatsapp, messaggini pesanti dai compagni di classe, del tipo "Non sei un umano", "Chi vuole aderire alla sua impiccagione?", "Vengo e ti do fuoco alla casa". Il tutto “condito” con insulti e futi di merende.
Gli atti di bullismo, che si ripetono quasi tutti i giorni, racconta il quotidiano ‘Il Mattino’ di Padova, è stata scoperta dai genitori del giovane, rimasto non poco intimorito da quei messaggi. Al punto di non volere più andare a scuola. La famiglia, che ha scoperto tutto, non è esitato a rivolgersi all’Ambito territoriale scolastico, quello che una volta si chiamava Provveditorato agli Studi.
Si prevedono sviluppi, con l’individuazione dei giovani autori delle bravate, con conseguenti sanzioni disciplinari. Ma dall’episodio arriva anche l’ennesimo messaggio a tutti i genitori: sorvegliate i vostri figli che comunicano on line.
Tecnica della scuola