Riforma Gelmini, è caos valutazioni I criteri cambiano a seconda della regione
E ci sono differenze anche tra un liceo e l'altro, nella stessa città. La denuncia è della Uil, che avverte: "Prepariamoci a raffiche di ricorsi". Problemi anche per il riallineamento tra piani di studio del vecchio e nuovo ordinamento.
"Regione che vai valutazione che trovi". In questo modo la Uil scuola punta il dito sul cosiddetto "caos valutazioni". Dopo appena un anno dall'entrata in vigore della riforma Gelmini, i primi nodi vengono al pettine. A denunciarli è proprio il sindacato guidato da Massimo Di Menna, che sollecita il ministero ad emanare una circolare di chiarimenti. "Il ministero faccia chiarezza su voti e pagelle, vanno forniti alle scuole riferimenti chiari ed omogenei". Ma di che si tratta?
"Se studi al liceo delle Scienze umane, la Matematica - spiega una nota della Uil scuola - viene valutata con un doppio voto: scritto e orale. Se sei iscritto al liceo Classico, a parità di piani di studio e di orario, viene valutata con un unico voto". Ma le interpretazioni della norma cambiano da regione a regione. "Se studi in Piemonte, in base alla decisione assunta in tale regione, al Classico per la Matematica c'è un doppio voto. Se il liceo è nel Lazio, in analoga situazione, il voto è unico", continua la nota. Ecco alcune delle incongruenze cui sono andate incontro le scuole l'anno scorso, nel primo anno di applicazione della riforma della scuola superiore.
Il problema è tutt'altro che irrilevante. Se un ragazzo si becca uno o più 3 durante i compiti di Matematica potrebbe non essere nelle condizioni di recuperare con le interrogazioni successive ed essere rimandato. Ma se si scopre successivamente che la materia è soltanto orale, le cose
cambiano totalmente. Un dettaglio che potrebbe determinare una valanga di ricorsi contro le scuole. Non solo. C'è anche il problema del riallineamento fra piani di studio del vecchio e del nuovo ordinamento. I bocciati in seconda nell'anno scolastico 2010/2011 seguivano programmi e curricula del vecchio ordinamento, ma quest'anno si ritrovano in classi riformate. Con tutti i problemi che ne derivano.
Per capire il problema basta citare un esempio. Nel corso tradizionale, ante Gelmini, la Fisica allo scientifico iniziava dal terzo anno: i ragazzi che l'anno scorso frequentavano la seconda non la studiavano. I bocciati, quest'anno, si ritrovano gomito a gomito con i compagni che hanno già studiato per un intero anno la materia. Che fare? In Sicilia, il neodirettore regionale Maria Luisa Altomonte esclude il "ricorso ad esami integrativi". "I Dirigenti scolastici utilizzeranno tutti gli strumenti propri dell'autonomia scolastica per prevedere azioni di riallineamento fra piani di studio del vecchio e del nuovo ordinamento". Dovrebbero organizzare corsi di recupero ad hoc. Ma con quali fondi?
La situazione riguarda un numero non ben precisato di studenti, ma non pochissimi. Negli anni precedenti sono stati almeno 50 mila i bocciati al secondo anno e per una parte di questi si pone il problema. "Lo scorso anno, a novembre, il ministero - segnala la Uil - aveva diramato una circolare che ragionevolmente nell'anno di esordio del riordino, suggeriva di lasciare le cose com'erano prima della riforma, rinviando ad una nota successiva per indicazioni certe. Quest'anno, a lezioni già iniziate, è urgente che ciò avvenga. D'altronde la piena definizione dei decreti di riforma richiede solo la definizione delle classi di concorso, questione che non ha alcun riferimento con questi problemi di valutazione. Sarebbe quindi ragionevole intervenire in tempi rapidi".
Eduscuola